Papa Francesco: “L’Ucraina abbia il coraggio della bandiera bianca e di negoziare”

Pubblichiamo il testo dell’intervista rilasciata da Francesco a Lorenzo Buccella, giornalista della Radio Televisione Svizzera (RSI), anticipata oggi integralmente da Vatican News e in parte da alcune agenzie di stampa di tutto il mondo. La RSI pubblicherà il video integrale il 20 marzo.

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Questo Gnocchi non ci piace

Premesso che quanto segue non è un attacco o un giudizio alla persona, dobbiamo considerare il fatto che, avendo il giornalista Alessandro Gnocchi resa pubblica la sua apostasia attraverso un libro che lede la verità Cattolica, a causa dei contenuti del testo, abbiamo tutto il dovere di rispondere e di comprendere la triste situazione.

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Francesco al CorSera: Luci (poche?) e ombre (tante?)

Dal colloquio (informale ma non troppo) che papa Francesco ha avuto con Luciano Fontana e Fiorenza Sarzanini (rispettivamente direttore e vice-direttrice del Corriere della Sera) si rilevano le stesse luci — troppo poche — e ombre — troppe — che caratterizzano il suo pontificato. Le nostre risposte — a questo colloquio — sono accompagnate anche da alcuni link a cui facciamo riferimento lungo il testo.

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Uniti a Papa Francesco, Consacriamoci, ecco il testo integrale ed ufficiale del 25 marzo

Cari amici, come suggerisce la Sacra Scrittura, c’è un tempo per ogni cosa… Mancando pochi giorni alla Solennità dell’Annunciazione durante la quale sarà fatta la Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria menzionando la Russia e l’Ucraina, vogliamo unirci a tutta la santa Madre Chiesa insieme ai nostri Pastori, in Preghiera e silenzio… … diremo proprio che ci siamo, lasciamo le polemiche a chi non vuol capire, quanto alle critiche su questioni dottrinali, le riprenderemo… in questa ora cruciale confidiamo in Maria, siamo ad una svolta epocale, Consacriamoci al Cuore Immacolato di Maria e cerchiamo di essere coerenti e fedeli alle promesse… al resto ci penserà LEI!

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Papa Francesco consacrerà la Russia e l’Ucraina al Cuore Immacolato di Maria

E così arrivo al punto dell’affidamento: i Papi — sia Pio XII, sia Paolo VI, sia Giovanni Paolo II — hanno fatto un grande atto di affidamento alla Madonna e mi sembra, come gesto davanti all’umanità, davanti a Maria stessa, era un gesto molto importante. Io penso che adesso sia importante di interiorizzare questo atto, di lasciarci penetrare, di realizzarlo in noi stessi. In questo senso, sono andato in alcuni grandi santuari mariani nel mondo: Lourdes, Fátima, Częstochowa, Altötting…, sempre con questo senso di concretizzare, di interiorizzare questo atto di affidamento, perché diventi realmente il nostro atto. Penso che l’atto grande, pubblico, sia stato fatto. Forse un giorno sarà necessario ripeterlo, ma al momento mi sembra più importante viverlo, realizzarlo, entrare in questo affidamento, perché sia realmente nostro...” (Benedetto XVI – Intervista «A SUA IMMAGINE. DOMANDE SU GESÙ» Venerdì Santo, 22 aprile 2011qui il testo integrale)

Il 25 marzo Benedetto XVI si unirà a Bergoglio e ai vescovi del mondo nella preghiera per la consacrazione di Russia e Ucraina.

Forse un giorno sarà necessario ripeterlo“, affermava Benedetto XVI – sulla Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria, nel 2011, fatta già dai suoi Predecessori – e forse quel giorno è arrivato. Papa Francesco sembra aver accolto, infatti, l’appello accorato dei Vescovi dell’Ucraina la quale, come sappiamo, sta subendo al momento una aggressione armata e il mondo contemporaneo certamente non è capace di comprendere questa richiesta, l’urgenza di Consacrare la Russia e la stessa Ucraina al Cuore Immacolato di Maria. Per la questione di Fatima vedi qui.

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Roma-Kiev-Mosca: è il fallimento dell’ecumenismo

Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. (Gv.14,27-31)

I cosiddetti “papi conciliari” hanno puntato molto sull’ecumenismo, ottenendo quali risultati? Francesco, in modo particolare, ha voluto che l’ecumenismo e il dialogo inter-religioso fossero due cardini del proprio pontificato. Apprezziamo — e lo ringraziamo — che egli si stia muovendo in prima persona per la veloce conclusione della guerra russo-ucraina, ma non possiamo neppure nascondere che questo conflitto bellico sia anche la prova provata del fallimento dell’ecumenismo politico voluto dallo “spirito” del Vaticano II, che egli ha portato ai massimi livelli. L’omelia del patriarca ortodosso di Mosca, Kirill (protagonista di uno storico incontro con Francesco nel 2016 con un bis atteso per la prossima estate), è ovviamente un endorsement all’invasione dell’Ucraina — che noi cattolici non possiamo accettare perché l’uso della forza deve essere sempre difensivo e mai violento –, ma è incontestabile quando ricorda che la guerra è permessa da Dio per castigare l’umanità per i suoi peccati. Gli interventi di papa Francesco, invece, sono stati molto politici e poco religiosi, inoltre non ha risposto — non ancora, almeno — alla supplica dei vescovi ucraini di consacrare l’Ucraina e la Russia al Cuore Immacolato di Maria. La Santa Sede si trova così in un vicolo cieco, costretta a scegliere tra il dialogo ecumenico con Kirill e la propria credibilità come autorità morale promotrice di pace.

Per questo sottoponiamo all’attenzione dei nostri lettori un articolo di mons. Nicola Bux che ben spiega il fallimento dell’ecumenismo politico di Francesco. Non concordiamo però con mons. Bux la dove sostiene che invece la strategia ecumenica di Giovanni Paolo II potrebbe funzionare, poiché è stata proprio — anzi, anche — questa ad aprire la strada a quella di Francesco o, se non altro, ad essere facilmente interpretato così dal pontificato attuale, il ché vuol dire che non va bene lo stesso. L’Occidente e l’Oriente cristiani torneranno all’unità solo con la conversione della Russia alla cattolicità, ossia alle questioni dottrinali e dogmatiche, come promesso a Fatima, non a forza di compromessi, di politica o di azioni umanitarie... la carità, senza la Veritas infatti, finisce per essere un inganno di Satana… poiché persiste il monito di Gesù Cristo: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi.” (Gv.14,27-31)

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Tra Mosca e Kyiv, il Papa ha smarrito la strada?

La crisi russo-ucraina non è recente, anzi, le sue radici sono secolari, esplodendo in modo particolare non negli ultimi due anni, ma da circa un decennio. Infatti, i vescovi dell’Ucraina, in visita ad alimana apostolurum nel 2015, ne parlarono con papa Francesco, il quale promise loro le sue constanti preghiere, ma alla fine, nulla di più. Intendiamoci, la preghiera è tutto, ma non può essere usata come strumento diplomatico per rasserenare i propri interlocutori. Come sappiamo, il papa regnante ha ripristinato l’Ostpolitik, ovvero cercare il compromesso, sempre e comunque, con tutte le controparti politiche e religiose. Francesco, inoltre, non ha mai nascosto la sua speranza di essere il primo papa a visitare la Russia — e la Cina –, quindi si è sempre dimostrato molto accomodante con il patriarca ortodosso di Mosca, Kirill, il quale, invece, è sempre rimasto molto distante verso di lui per vari motivi. A questo proposito suggeriamo ai nostri lettori un ottimo articolo del vaticanista Sandro Magister, in cui ben si dimostra il fallimento dell’Ostpolitik di papa Francesco proponendovi, però, lo stesso titolo ma con un punto di domanda… per agganciarci anche all’intervista fatta da La Verità a mons. Nicola Bux.

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Papa Francesco sbaraglia la diplomazia, agisce in prima persona e deserta Firenze…

Nonostante la gonalgia che lo ha costretto ad annullare il viaggio a Firenze e a non poter partecipare alle celebrazioni del Mercoledì delle Cenere, papa Francesco, molto preoccupato per la situazione in Ucraina, ha voluto recarsi personalmente dall’ambasciatore russo presso la Santa Sede. Così è stata data la notizia principale del 25 febbraio, ma noi ci “vediamo” molto di più… e perdonateci se aggiorniamo ad oggi, 28 febbraio, questa notizia per molti sottovalutata. Papa Francesco non ha annullato Firenze per la gonalgia, ma perché era già trapelato che, quell’incontro, non gli era affatto piaciuto. Bergoglio, come abbiamo spesso dimostrato in molti nostri editoriali e cronache, ha un modo tutto suo di lavorare e chi non conosce le tattiche gesuitiche (siano essi tradizionali quanto moderniste), non può comprendere, nell’immediato, certe sue gesta.

Possiamo ben dire, andando oltre le fonti “ufficiali”, che un Pontefice che decide di fare “irruzione” in una ambasciata accreditata presso la Santa Sede, non è un episodio da nulla. Lui è il “capo” e non solo poteva farlo, ma ha fatto bene nel farlo. Inoltre ha fatto bene a non ricordare l’incontro ideologico di Firenze all’Angelus del 27 febbraio. Nemmeno una parola… e di questo non possiamo che essere grati per quanto, i mezzi ufficiali, hanno taciuto sui fatti. Segue ora lo spezzone di una fonte “ufficiale”, dalla quale si evince l’imbarazzo dovuto al gesto di papa Francesco che, a quanto pare, non deve essere molto piaciuto alle varie “diplomazie” inutili e perdi-tempo…

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Parolin e la chiesa sociale di papa Francesco

“Appare sempre più evidente lo scollamento di questo Pontificato con quelli precedenti, appare sempre più evidente che ciò che si vuole ribadire NON è la Dottrina sociale della Chiesa, ma ‘la chiesa sociale di papa Francesco’ con tutto il suo stile e con tutta l’imposizione al suo specifico magistero SOCIALE senza dottrina.”

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Strage dottrinale, le epurazioni continuano

Rieducazione maoista, spionaggio sovietico e purghe staliniste: gli errori della Russia sono arrivati anche in Vaticano.

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