Consacrazione del sito ai Santi Pietro e Paolo

Approfittando della data 22 febbraio, Festa della Cattedra di san Pietro, abbiamo deciso per una “consacrazione” del sito e del nostro servizio, ai Santi Pietro e Paolo: Pietro in quanto sommo Vicario di Cristo in terra e Paolo, l’Apostolo delle genti, colui che seppe consigliarlo e aiutarlo. Una “consacrazione” che già professiamo e crediamo, ma che riteniamo utile anche rendere pubblica.

Vi condividiamo una Preghiera speciale (1), tratta da un breviario antico dell’800: per i presenti bisogni della Cattolica Chiesa e il ministero petrino, arricchita dalle Indulgenze dei Pontefici, a partire da Papa Pio VII.

Orazione I°

Signore, io Vi raccomando la Santa Chiesa, Sposa Vostra e Madre mia. Ricordatevi che Voi spargeste il Vostro divin Sangue, perch’Ella fosse “una, santa, cattolica ed apostolica“. Deh piacciavi di purificarla e santificarla, tollendo da Lei lo scandalo del peccato, dell’impudicizia, della concupiscenza, dell’apostasia e dell’eresia. Non permettete ch’Ella sia depressa o avvilita: Voi reggetela, Voi conservatela, Voi esaltatela presso tutte le nazioni e dilatatela pura pel mondo intero, coll’invio di santi e temerari sacerdoti.

– Ut Ecclesiam tuam sanctam regere et conservare digneris; Te rogamus audi nos.

(un Pater Noster, Ave Maria e Gloria Patri…)

Orazione II°

Signore Onnipotente, muovetevi a compassione della infelice cristianità. Questo è il campo che Voi e i Vostri Apostoli, i Santi e i Martiri, seminaste colla dottrina e i Sacramenti. Ma vedete quanta zizzania di errori vi abbia sopra seminato il comune nemico? Voi vedete quanti regni e quanti popoli sono già infettati d’eresia! E chi può oggi sradicare questa maligna zizzania, che sempre più tenta con orgoglio e superbia di sopprimere il buon grano della Cattolica verità? Voi solo, vero Diletto dei Padri, potete salvare la Vostra Sposa dai tanti eretici che la turbano, e le muovon battaglia; e fate che bandito l’errore, tutti gli uomini possano conoscervi e credere in Voi, né più possano allontanarsi da quanto Ella divinamente professa ed insegna.

– Ut inimicos sanctae Ecclesiae humiliare digneris; Te rogamus audi nos.

(un Pater Noster, Ave Maria e Gloria Patri…)

Orazione III°

Signore Onnipotente, Voi nascendo portaste in terra la pace che non è di questo mondo, ma che ci viene dal Cielo, e per bocca degli Angioli l’annunziaste agli uomini. Ah! quanto adesso n’ abbiamo bisogno, mentre pare sempre più che i cristiani abbiano dimenticato le armi, e se le usano si muovon guerra gli uni, gli altri. Deh! vero Principe della Pace, che col Divino Spirito Santo infondete negli animi de’ Principi cristiani, spirito di unione e di concordia, di giustizia e di fedeltà a Voi, Re sopra tutti i regnanti della terra, riconciliate e riunite i cuori cattolici, col santo nodo della divina carità, della giustizia, della legge divina e di amor santo per la Vostra diletta Sposa, che tutti difendano la più autentica cattolicità, difendano la vera religione e governino con giustizia i sudditi che a loro sono da Voi affidati.

– Ut regibus et principibus christianis pacem et veram concordiam donare digneris; Te rogamus audi nos.

(un Pater Noster, Ave Maria e Gloria Patri…)

Orazione IV° per il sommo Pontefice

Sommo Sacerdote e nostro Sommo Pontefice Gesù Cristo, nostro Signore e nostro Dio: Vi raccomandiamo il Vostro Vicario in Terra, il Papa, presso la cui Cattedra noi ci inginocchiamo e veneriamo quale guida della retta dottrina e della universale Sapienza da Voi a Lui promessa. Vi supplichiamo reggetelo, Voi illuminatelo, Voi confortatelo, Voi difendetelo, Voi assistetelo, acciocché possa governare la santa Chiesa nella giustizia di Dio, nella sana dottrina, nella fedeltà apostolica romana. I tempi oscuri che incombono, minacciano la mistica Cattedra da Voi piantata nella Città di Roma affinché potesse essere faro di giustizia e di conversione per tutti i popoli, Voi solo potete frenare le avversità che su di Essa s’aggravano. Acciocché Voi possiate proteggere questa Santa Sede e il Vostro legittimo Vicario, noi ci consacriamo interamente per la causa di questa divina Cattedra, per ogni tempo e in ogni avversità, da qualsiasi minaccia così come dall’eresia quanto da ogni apostasia. Così sia.

– Oremus pro pontifice nostro (N.N.)

– Dominus conservet eum, et vivificet eum, et beatum faciat eum in terra, et non tradat eum in animam inimicorum eius.

(un Pater Noster, Ave Maria e Gloria Patri…)


(1) Per la Preghiera si ringrazia il sito Cooperatores-Veritatis, per averci fornito l’originale.

Per le frasi in latino:

  • Orazione I° – Degnati di governare e conservare la tua santa Chiesa; ti preghiamo ascoltaci.
  • Orazione II° – Degnati di umiliare i nemici della santa Chiesa; ti preghiamo ascoltaci.
  • Orazione III° – Degnati di dare ai re e ai prìncipi cristiani la pace e la vera concordia; ti preghiamo ascoltaci.
  • Orazione IV° – Preghiamo per il nostro Papa (N.N.) Il Signore Lo conservi, Gli doni vita e salute, Lo renda beato sulla terra e Lo preservi da ogni male.

Infine poniamo al vostro ascolto in video originale, le parole che Papa Benedetto XVI pronunziò il 7 maggio 2005, vedi qui, poste quasi profeticamente come un sigillo per comprendere bene cosa è il Sommo Pontefice, cosa è questa “Cattedra”, quale è il suo ruolo e il suo compito, cosa deve proteggere.

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AGGIORNAMENTO:

«Chi va oltre e non rimane nella dottrina del Cristo, non possiede Dio. Chi invece rimane nella dottrina, possiede il Padre e il Figlio. Se qualcuno viene a voi e non porta questo insegnamento, non ricevetelo in casa e non salutatelo, perché chi lo saluta partecipa alle sue opere malvagie»(2 Gv 9).

La mattina di domenica 30 giugno 1968, Paolo VI concludeva l’ “Anno della Fede” e il diciannovesimo centenario del martirio dei Santi Pietro e Paolo. A cinquant’anni di distanza, quella chiusura diventa per noi anche l’occasione per ricordare il cuore e il centro di questa Fede di un Pontefice che guidò la Chiesa in uno dei momenti più difficili e complessi della sua storia recente.

Egli pronunciò solennemente e a nome dell’intera comunità ecclesiale una professione di fede, nota come il “Credo del popolo di Dio”, anche a seguito del tanto paventato “spirito del concilio” che, di fatto, aveva messo in dubbio questa nostra Fede e a causa del quale, ebbe a dire lo stesso Paolo VI anni dopo, di come “il fumo di satana” fosse entrato fin dentro il Vaticano.

Bisogna infatti sottolineare che questo “Credo” si ispira in prima battuta al Simbolo niceno-costantinopolitano; ma accade che nella professione di Paolo VI esso venga di molto ampliato, sia approfondendo articoli di fede già presenti in quell’antica professione, sia aggiungendone altri appartenenti alla tradizione della Chiesa. La professione si pone dunque come una dettagliata e argomentata presentazione della fede cattolica, per come essa si è articolata e lentamente si è accumulata nel corso dei secoli. Prima della vera e propria proclamazione del Credo infatti, Paolo VI offriva il senso di tale professione di fede e il modo con cui invitava a intenderla.

Una cosa attrae l’attenzione in tempi come i nostri che si direbbero per eccellenza a-dogmatici e che riconoscono un’accezione meramente negativa a parole come “dottrina” o a termini simili: l’insistenza con cui papa Montini rimanda invece a quella che definisce l’«immortale tradizione della santa Chiesa di Dio» che è proprio la dottrina; e lo fa proprio in ragione della particolare stagione ecclesiale sempre a rischio, dice il papa nel suo discorso, di turbamenti e perplessità.

In altri termini, è il contesto ecclesiale postconciliare che spiega l’intervento di Montini: non è da dimenticare che quelli erano i mesi in cui risuonava ancora fortissima l’eco dell’uscita dell’eretico “Catechismo olandese”, i mesi delle discussioni esacerbate e delle polemiche aspre tra centro e periferia, tra teologi e vescovi.

Il papa richiama la dimensione dogmatica dell’essere credenti, secondo una tradizione che si direbbe ispirarsi alle parole chiarissime di san Giovanni circa il carattere intrinsecamente dottrinale della rivelazione di Cristo  – «Chi va oltre e non rimane nella dottrina del Cristo, non possiede Dio. Chi invece rimane nella dottrina, possiede il Padre e il Figlio. Se qualcuno viene a voi e non porta questo insegnamento, non ricevetelo in casa e non salutatelo, perché chi lo saluta partecipa alle sue opere malvagie»(2 Gv 9). Nel Paolo VI che parlò quella mattina di cinquant’anni fa, fu il successore di Pietro a prendere la parola a nome di tutta la comunità dei credenti, per offrire «una ferma testimonianza alla Verità divina, affidata alla Chiesa perché essa ne dia l’annunzio a tutte le genti».

Buona lettura QUI DEI DUE TESTI,  e buon ascolto con l’audio originale: video 1 e video 2.

Un pensiero riguardo “Consacrazione del sito ai Santi Pietro e Paolo

  1. Faccio una constatazione al testo della Preghiera non per spirito di polemica, al contrario, per sottolineare l’importanza delle parole e della dottrina usate.
    – La prima Orazione
    ci si rivolge allo Sposo della santa Chiesa, supplicandolo di renderla Lui bella, santa, pulita, ricca di vocazioni.

    – La seconda Orazione
    si supplica lo Sposo, “Diletto dei Padri” (bellissima invocazione), di proteggere la cattolicità, la cristianità dall’eresia, dall’apostasia, nella battaglia del mondo e col mondo, quella battaglia che dal concilio Vaticano II è stata abbandonata.

    – La terza Orazione
    si invoca lo Sposo a suscitare governanti cristiani che sappiano riconoscere la vera religione e che proteggano la Chiesa e la cattolicità. Anche questa una battaglia che la chiesa di oggi sembra aver abbandonato.

    – la quarta Orazione al Papa
    se notiamo bene non c’è idolatria o culto alla persona del Pontefice. L’Orazione inizia con il riconoscere che il Sommo Pontefice è Cristo e che la Chiesa è sua! Notate quanta differenza con il pensiero predominante di oggi che identifica la Chiesa con il Pontefice di turno. Inoltre qui ciò che conta è appunto la Cattedra petrina. Infatti “inginocchiarsi” davanti al Pontefice si intendeva – con questo gesto – riconoscere il ruolo petrino sulla Cattedra, non per altre motivazioni in voga oggi. Allo Sposo Diletto gli si chiede di proteggere questa Cattedra e, di conseguenza, colui che in quel momento la occupa legittimamente. Ma il soggetto è la Cattedra, non si fa neppure il nome di un Pontefice specifico.
    Purtroppo da quando i Pontefici hanno dismesso la tiara, hanno spostato l’attenzione dalla Cattedra alla loro persona, complice anche l’ingombrante e – prepotenza – delle telecomunicazioni verso le quali, a quanto pare, tutti i Papi hanno un po’ ceduto. Tanto per capire: fino a qualche anno fa, la Festa della Cattedra – 22 febbraio – era molto più sentita e c’era spesso la Messa del Pontefice, Poi si usò questa Messa per fare il concistoro ordinario dei nuovi cardinali, ma oggi non c’è più, anche per quest’anno niente Messa e non perchè hanno “coinciso” gli esercizi spirituali quaresimali della Curia (si potevano spostare di una settimana), ma più semplicemente perché l’argomento Cattedra è stato messo da parte.

    by Atanasio (Dottrina per la vera Fede)

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