Papa Francesco: La Chiesa che sogno

Pubblichiamo la versione integrale dell’intervista che papa Francesco ha rilasciato al quotidiano La Stampa di Torino lunedì 29 gennaio 2024. Dato che non è bene commentare a caldo, il nostro editoriale arriverà fra qualche giorno.

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«La Chiesa deve cambiare». Ma perché? E chi lo ha deciso?

La Chiesa cattolica deve cambiare: questo è stato il leitmotiv della stragrande maggioranza di uomini (e donne) di Chiesa dal Vaticano II ad oggi. Papa Francesco ne ha fatto lo scopo del suo pontificato e per questo insiste molto sulla sinodalità, come ha ribadito anche in una nuova intervista, spiegando anche come avverrà questo cambiamento. Francamente, dopo tutti questi decenni, noi non abbiamo ancora capito perché la Chiesa deve necessariamente cambiare e, soprattutto, chi lo ha deciso.

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Francesco è emerso senza maschera

Proponiamo, in una nostra traduzione, un articolo dell’attento vaticanista Andrea Gagliarducci, poiché viene evidenziato molto bene che Francesco oramai non ha più freni: ha fretta di portare avanti il suo programma di rinnovamento della Chiesa. Viene inoltre rilevato molto bene che questo pontificato sembra essere un nuovo inizio, staccato dalla storia della Chiesa, poiché nei documenti pontifici Francesco preferisce citare solamente se stesso, con le sole eccezioni — rarissime — di Giovanni XXIII e di Paolo VI e di qualche testo del Vaticano II. Questo non deve stupire — aggiungiamo noi —, per quanto debba comunque non lasciare indifferenti, perché Francesco è arciconvinto di essere il papa che deve — per mandato divino? — portare a compimento il progetto di “Chiesa diversa” voluto dal Vaticano II, dopo il periodo di transizione dei pontificati di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Speriamo — e preghiamo — che papa Francesco capisca che di Cristo è vicario — ovvero, detto brutalmente, un maggiordomo — non il successore.

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Adattando il Vangelo…

Dato che Sua Santità Papa Francesco ha voluto ribadire ai cardinali dei 5 dubia del 10 e 21 luglio che non solo si può, ma si deve rileggere il Vangelo per renderlo adatto ai tempi, abbiamo deciso di farlo pure noi. Per sorridere (amaramente) un po’…

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Sinodalità: l’inclusione esclude eccome!

Sottoponiamo all’attenzione dei nostri lettori un interessantissimo articolo del teologo svizzero don Martin Grichting, pubblicato nel blog del vaticanista Sandro Magister, in cui viene magistralmente spiegato l’inganno dell’inclusività che caratterizza la sinodalità voluta dal papa gesuita Francesco. Voler includere tutti e tutto, indistintamente, ha un prezzo inaccettabile: escludere tutto ciò che è cattolico. È attualissima e corretta la critica che Blaise Pascal, a suo tempo, fece ai gesuiti, perché ancora oggi, con la furbizia e i sofismi che li contraddistinguono, non si rendono conto di essere lassisti in morale e relativisti in dottrina.

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Il Papa e la “rivoluzione culturale” che attende la Chiesa

Francesco accelera il piano della sua grande riforma. Basta prudenze e compromessi, a governare ora sono i fedelissimi.

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L’Amen di Francesco? Farsi accettare

Sopponiamo all’attenzione dei nostri lettori il commento della FSSPX al documentario Amen. Francisco responde della Disney. Oltre alla furbizia gesuitica di deliziare l’interlocutore dicendogli ciò che vuole sentirsi rispondere, in questo documentario emerge chiaramente il dramma degli innovatori vaticanosecondisti: il vanitoso — e vanesio — tentativo di farsi accettare dai mondani anticattolici.

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Francesco, papa riformatore… o cancellatore?

Proponiamo in una nostra traduzione l’editoriale pubblicato oggi dal giornalista Andrea Gagliarducci nel suo blog Monday Vatican. Il vaticanista denuncia il fatto che con questo pontificato abbia preso il sopravvento la cancel culture — ovvero la cancellazione della cultura tradizionale — anche nella Chiesa, nonostante i pontificati di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI fossero riusciti almeno a frenarla.

Francesco è un papa — aggiungiamo noi — che ha fretta di portare a compimento la rivoluzione dello “spirito del Concilio”; desidera ardentemente vedere l’inizio della “Chiesa del futuro” abbozzata durante gli anni conciliari, pur con tutte le sue contraddizioni. Per esempio, vuole che la Chiesa diventi sinodale, ma accentra a sé tutto il potere. Per raggiungere i suoi scopi non esita a “regalare” beni che non appartengono ai papi ma alla Chiesa, per esempio alcune reliquie, ma non rinuncia a niente di ciò che è suo, a cominciare dal suo vestiario. Il “cavallo di battaglia” del suo pontificato è la misericordia, ma è facile per chiunque perdere le sue simpatie ed essere spietatamente abbandonato. Potremmo andare avanti elencando altre contraddizioni di Francesco, per ora ci basti considerare, con amarezza e tristezza, che sta trattando la Chiesa come se fosse cosa sua. Una tentazione che il diavolo manda a tutti i battezzati, ma, ovviamente, quando arriva ad un papa, le conseguenze sono disastrose. La storia stessa della Chiesa lo insegna…

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L’ultimo “J’accuse” del card. George Pell: Il sinodo sulla sinodalità è tossico


È morto il 10 gennaio il card. George Pell, arcivescovo emerito di Sydney, Australia, che fu perseguitato per la Fede dentro e fuori la Chiesa. Due giorni prima di morire consegnò al giornale inglese The Spectator un durissimo atto di accusa contro il sinodo sulla sinodalità. Lo proponiamo ai nostri lettori perché, oltre che una lucida analisi del progetto rivoluzionario che anima questo sinodo, è anche — a nostro giudizio — un sintesi magistrale della decattolizzazione della Chiesa che prese il sopravvento 60 anni or sono. Il materialismo marxista soppianta l’escatologia, lo spiritualismo gnostico prende il posto della spiritualità, l’inclusione cancella la conversione, la novità sostituisce la Verità, il mezzo diventa il fine e l’uomo si mette al posto di Dio. Insomma, il pensiero che oggi governa la Chiesa è si nella Chiesa, ma non è quello della Chiesa. E mai lo sarà.

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Nuova Chiesa, nuovo papato, nuovi cattolici?

Lo “spirito del Concilio” ha creato una specie di crisi d’identità della Chiesa: non si sa più cosa sia il Cattolicesimo e come viverlo cattolicamente. Questo pontificato è l’ultimo tassello di un processo rivoluzionario che vuole distruggere la Chiesa modificandola dall’interno.

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