Francesco è il legittimo papa della Chiesa?

Con quest’editoriale vogliamo rispondere a quanti sostengono che la nostra posizione nei confronti di papa Francesco non sarebbe chiara. E, allora, specifichiamo subito senza alcuna ambiguità: Egli è il legittimo 266° Successore del Beato Apostolo Pietro e come tale lo rispettiamo e preghiamo per lui. Questo però non significa chiudere gli occhi davanti ai gravissimi errori, e la tanta confusione, del suo governo. Ma non spetta a noi il giudizio ultimo e definitivo sul suo pontificato, men che meno addirittura sulla sua persona, questo è compito specifico ed esclusivamente della Santa Madre Chiesa e dei futuri Successori del Beato Apostolo Pietro.

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Papa Francesco vuole la Chiesa unita, eppure crea divisioni…

L’11 ottobre papa Francesco ha ricordato il 60° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II. Nel suo discorso ha ribadito l’essenzialità della sua piena accettazione da parte di tutti i fedeli e ha condannato gli “opposti estremismi”, ovvero il tradizionalismo e il progressismo. Analizzando questo discorso — in un articolo che abbiamo tradotto per i nostri lettori —, l’attento vaticanista Andrea Gagliarducci rileva ancora una volta la problematica di questo pontificato. Francesco, infatti, governa la Chiesa imponendo d’autorità il suo “progetto” su di Essa — anziché confermare i fratelli nella Fede —, sentendosi egli “autorizzato” dall’Alto a farlo poiché è stato eletto papa. Perciò quando richiama all’unità e condanna gli “opposti estremismi” sta stigmatizzando le critiche che gli giungono da vari settori del mondo cattolico.

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Papa Francesco comanda, ma non mette ordine. Dove vuole portare questa Chiesa?

Francesco, bisogna ammetterlo, è un “papa politico” e come tale governa la Chiesa cattolica. Questo non significa che non abbia una sua idea di Chiesa e non abbia l’intenzione di compierla, al contrario. Di cosa si tratta? Della “nuova Chiesa” descritta dal confratello Karl Rahner e fatta propria dalla nuova Compagnia del suo mentore, Pedro Arrupe.

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Francesco e Eugenio Scalfari, quando un papa gesuita e un “pontefice” ateo s’incontrano…

Appena ci è giunta la notizia della morte di Eugenio Scalfari, abbiamo sperato — e pregato — che, prima di chiudere definitivamente gli occhi, non abbia seguito la raccomandazione dell’amico papa Francesco di non convertirsi e che abbia chiesto perdono a Dio dei suoi peccati.

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Deposta la Tiara, cosa resta al Papa? Solo se stesso?

Con la Desiderio desideravi papa Francesco ha esposto il suo progetto di “riforma” che vuole imporre, frettolosamente, alla Chiesa di cui è temporaneo vicario e non “il Signore“. Ma come è possibile che un papa pretenda che il suo pensiero diventi magistero? Ciò è possibile perché Paolo VI, il vero modello papale di Francesco, depose sull'”altare del Vaticano II” qualcosa che non apparteneva ai pontefici ma alla Chiesa: la Tiara.

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Francesco al CorSera: Luci (poche?) e ombre (tante?)

Dal colloquio (informale ma non troppo) che papa Francesco ha avuto con Luciano Fontana e Fiorenza Sarzanini (rispettivamente direttore e vice-direttrice del Corriere della Sera) si rilevano le stesse luci — troppo poche — e ombre — troppe — che caratterizzano il suo pontificato. Le nostre risposte — a questo colloquio — sono accompagnate anche da alcuni link a cui facciamo riferimento lungo il testo.

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Ci ascolti, Santità: Così non si custodisce la Tradizione, né si difende il (suo) Concilio…

Chissà se Papa Francesco si renderà mai conto che il suo motu proprio Traditionis Custodes è un clamoroso autogoal…

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Nessun Papa è al di sopra della Tradizione

Sono passate poco più di due settimane della promulgazione del motu proprio Traditionis custodes con cui papa Francesco ha abolito il motu proprio Summorum Pontificum di Benedetto XVI. Dopo aver dato ampio spazio alla triste vicenda, abbiamo deciso di lasciar passare un po’ di tempo prima di tornare sull’argomento, affinché gli animi si potessero calmare. Molte autorevoli personalità hanno commentato quest’ennesima dispotica decisione del papa regnante, da tutti i punti di vista, da quello canonico a quello teologico, passando naturalmente da quello liturgico. Abbiamo deciso di sottoporre all’attenzione dei nostri lettori un ottimo articolo di Martin Mosebach (autore della famosa opera L’eresia dell’informe. La liturgia romana e il suo nemico, 2009), in una nostra traduzione, pubblicato su First Things il 30 luglio (col titolo originale Mass and memory). Il grande scrittore tedesco contemporaneo ci ricorda che nessun papa, per quanto governi in modo tirannico e arbitrario e persino animato dall’ermeneutica della rottura, potrà mai abolire o cancellare la Tradizione della Chiesa, di cui il rito romano fa parte fin dai tempi degli apostoli.

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Ecco i miei dubia. Radio Spada intervista Aldo Maria Valli

L’articolo di Aldo Maria Valli intitolato Roma senza Papa ha suscitato diverse reazioni in Italia e nel mondo intero, essendo stato tradotto in varie lingue. Purtroppo però i più si sono fermati al titolo, buttandola sul sedevacantismo, mentre invece l’Autore voleva — come ha precisato — mettere in risalto «quale tipo di Dio ci viene proposto da Bergoglio. A mio modestissimo parere, ci propone un dio sminuito, un dio annacquato, un dio che non è padre ma compagno». Per spiegare meglio il suo pensiero, il dottor Valli ha rilasciato un’intervista a Radio Spada, che proponiamo ai nostri lettori, per far riflettere meglio sul fatto che la crisi nella Chiesa non comincia — né tanto meno finirà — con questo pontificato.

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Dalla Gaudium et Spes alla Fratelli Tutti. Passando per il caso McCarrick

Il caso McCarrick — spiega il prof. Roberto de Mattei in questo breve articolo per LifeSiteNews che abbiamo tradotto — è l’espressione ultima e clamorosa di un vasto problema che ha le sue origini nella nuova morale emersa con il Vaticano II. Una nuova visione delle fede orizzontale ha preso il posto di quella verticale, preparando così la Fratelli tutti di papa Francesco.

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