Questo Gnocchi non ci piace

Premesso che quanto segue non è un attacco o un giudizio alla persona, dobbiamo considerare il fatto che, avendo il giornalista Alessandro Gnocchi resa pubblica la sua apostasia attraverso un libro che lede la verità Cattolica, a causa dei contenuti del testo, abbiamo tutto il dovere di rispondere e di comprendere la triste situazione.

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Perché non esiste il “codice Ratzinger”

Concludiamo la nostra trattazione sulla presunta invalidà delle rinuncia al papato di Benedetto XVI sottoponendo all’attenzione dei nostri lettori un’ottima confutazione del cosiddetto “codice Ratzinger” scritta da don Silvio Barbaglia e pubblicata da Aldo Maria Valli nel suo blog.

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Perché il Papa non è Benedetto ma è Francesco

Il nostro editoriale riguardo la legittima elezione di Francesco come Romano Pontefice ha suscitato diverse reazioni. Abbiamo dunque deciso di rispondere ad alcune obiezioni pubblicando un recente articolo di Corrispondenza Romana, firmato da Emanuele Barbieri, in cui ben si spiega perché il Papa non è Benedetto ma è Francesco. Ciò non significa che vada tutto bene, anzi. Proprio perché la situazione nella Chiesa è così drammatica (anche) a causa di questo pontificato abbiamo fondato questo sito, senza mai fare sconti agli errori di Francesco, che aumentano di giorno di giorno. Abbiamo altresì ribadito più volte che questo processo di “autodemolizione” parte da lontano e adesso ci tocca un papa che ne sta raccogliendo i frutti. Per questo, al termine dell’articolo, daremo delle indicazioni per approfondire riguardo l’insegnamento della Chiesa sull’infallibilità del Papa in materia di fede e morale, divina falcoltà che Francesco non usa affatto, poiché invece abusa del primato petrino per imporre il suo progetto di Chiesa.


Ricordiamo quanto segue:
L’espressione “dolce Cristo in terra” è di Santa Caterina da Siena. L’ha usata diverse volte.
Ne citiamo due importanti.
Scrivendo a Papa Gregorio XI gli chiede di usare misericordia nei confronti di coloro che in Siena stavano fomentando discordia.
Scrive la Santa senese: “Vi domando dunque misericordia, padre, per loro. Non guardate alla stoltezza e alla superbia dei vostri figlioli, ma con l’esca dell’amore e della benignità, dando pure quella dolce punizione e benigna riproduzione che piacerà alla santità vostra, rendete la pace a noi miseri figlioli che vi abbiamo offeso.
Io vi dico, dolce Cristo in terra, da parte di Cristo in cielo, che facendo così, cioè senza briga e tempesta, essi ritorneranno a voi con dolore dell’offesa fatta e vi metteranno il capo in grembo. Allora godrete, e noi godremo con voi, perché con l’amore avrete rimessa la pecorella smarrita nell’ovile della santa Chiesa
” (Lettera 196).
In questa lettera si manifesta la preoccupazione di Santa Caterina che il Papa intervenisse in maniera non adeguata, e pertanto non indiscutibile.
In un’altra lettera scritta ad un Nunzio apostolico mette in evidenza addirittura i difetti del Papa.
Scrive: “Il dolce Cristo in terra credo che sarebbe bene che levasse due cose per le quali la Chiesa di Gesù Cristo si guasta.
L’una è la troppa tenerezza e sollecitudine per i parenti, nella quale converrebbe che egli in tutto e per tutto fosse mortificato.
L’altra cosa è la troppa dolcezza fondata in troppa misericordia. Oimé, oimé, questa è la ragione per cui i membri diventano putridi, cioè perché non vengono debitamente corretti
” (Lettera 109).
Ed infine, talvolta, Santa Caterina arriva ad ipotizzare che il Papa possa essere un demonio incarnato. Ma anche in tal caso va obbedito.
Ecco le sue parole: “O Verbo dolce, Figlio di Dio, tu hai riposto il tuo sangue nel corpo della santa Chiesa e vuoi che ci sia amministrato per le mani del tuo vicario.
Perciò è stolto colui che si allontana e agisce contro questo vicario che tiene le chiavi del sangue di Cristo crocifisso.
Anche se fosse un demonio incarnato, io non devo alzare il capo contro di lui, ma sempre umiliarmi chiedendo il sangue per misericordia: perché in altro modo non lo potete avere, né in altro modo potete partecipare il frutto del sangue. Vi prego, dunque, per l’amore di Cristo crocifisso, che non operiate mai più contro il vostro capo

(Lettera 28, a Bernabò Visconti, signore di Milano).

Più chiaro di così, non si può, questa è anche la nostra convinzione. A quanti, poi, insistono (su trame più o meno fantasiose, tecniche, cavillose, ecc..) nel dire: “ma forse non avete capito, Bergoglio non è papa, noi non lo delegittimiamo perchè non lo è mai stato”… ricordiamo che non funziona un tanto al chilo! L’elezione di un Papa, ossia la legittimazione avvenuta, non è arbitrariamente nelle mani di chi interpreta in un modo o in altro i canoni, ma sta in mano ai cardinali elettori che riconoscono valida o invalida l’elezione, punto! Così riguardo alla Rinuncia di un Papa: non sta a noi definirne la validità, ma valutarne le anomalie non per delegittimarla, ma per capire certa situazione che si è venuta a creare.

Con questo articolo auguriamo a tutti i nostri lettori e visitatori, i più fraterni Auguri di Buon Natale di Nostro Signore Gesù Cristo.


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Francesco è il papa… ed è quello “giusto” per questi tempi

Gli amici di Cooperatores-Veritatis.org hanno fatto un video-editoriale, che loro chiamano “colloquium”, con un articolo che pubblicamo intitolato “Un cattivo papa non è un falso papa”, suggerendo la lettura di altri nostri articoli per approfondire l’argomento. Vi proponiamo il video, mettendo come nostro titolo il loro sottotitolo.

Benedetto XVI non è più il Romano Pontefice dal 28 febbraio 2013: la sua rinuncia è valida. Punto. Dal 13 marzo del 2013 il successore del Beato Apostolo Pietro è Francesco, che è il papa “giusto” per questi tempi. Un cattivo papa infatti è un giusto e meritato castigo per i cristiani e per tutta l’umanità, avendo rinnegato la Signoria di Nostro Signore Gesù Cristo.

Per approfondire suggeriamo:

Il Francesco “fazioso”

L’intervista di papa Francesco a Che tempo che fa? Oltre all’inopportunità di un qualsiasi Romano Pontefice a partecipare alle trasmissione televisive (non dimentichiamo che la prima intervista rilasciata da un Pontefice risale a Leone XIII a Le Figarò…), soprattutto se faziose di nome e di fatto, è necessario aggiungere qualcosa sulle parole dette dall’attuale papa regnante nel “salotto” di Fabio Fazio, o meglio, sugli argomenti che non ha voluto affrontare.

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“Un cattivo papa non è un falso papa”

Il nostro ultimo editoriale del 2021 ha suscitato diverse reazioni, alcune ponderate, altre sconsiderate. Le accuse principali che ci sono giunte è quello di aver, come si suol dire, cambiato “bandiera”, ovvero essere diventati bergogliosi, anziché rimanere papisti. Eppure questo sito, da quando è stato aperto, non ha fatto nessuno sconto a questo pontificato, neppure recentemente. Criticare, infatti, non significa delegittimare (come invece qualcuno sta facendo con infondate congetture sull’invalidità della rinuncia di Benedetto XV). Proponiamo, dunque, all’attenzione di tutti i nostri lettori un ottimo articolo di un sacerdote e teologo argentino, che usa lo pseudonimo di León de Nemea, in cui viene spiegato magistralmente il fatto che “un cattivo papa non è un falso papa“. Papa Francesco potrà pure essere il peggior papa della storia della Chiesa, ma non è il primo “cattivo papa” che Dio tollera per castigare l’umanità.

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Chi elegge il Papa?

Molti sono erroneamente convinti che ogni papa eletto venga automaticamente scelto dallo Spirito Santo. Oppure che compito del battezzato, sia esso laico quanto consacrato, sia quello di delegittimare un papa che “non piace“… Purtroppo (grazie a Dio) non è così. Riflettiamo su questo nell’ultimo editoriale del 2021 ed impariamo a fidarci più di Gesù Cristo, che non di certo opinionismo ossessivo e spesso compulsivo sbandierato da certo becero giornalismo, spacciato per informazione, mentre ci troviamo davanti ad una vera valanga di zizzania, della quale faremo bene a non diventarne gravi seminatori… (cf.Mt.13,24-30)

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Chi è il Papa? Il munus di Pietro adesso è di Francesco

Sottoponiamo all’attenzione dei nostri lettori un ottimo articolo dei giornalisti americani Robert Siscoe e John Salza (tradotto da Carlo Schena e pubblicato nel blog di Marco Tosatti) in cui si spiega — primo — perché è fuori dalla Chiesa chi nega la validità dell’elezione di Francesco e — secondo — che l’artificiosa divisione da munus e ministerium è una discussione perniciosa che non invalida la rinuncia di Benedetto XVI.

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C’era una volta il Papato

Sottoponiamo alla vostra attenzione un’ottima analisi di Tommaso Scandroglio sulle dichiarazioni che papa Francesco ha rilasciato al giornalista Nelson Castro. Ormai col metodo del primato della prassi, si sta snaturalizzando la missione della Chiesa e il ruolo del papato. Duole dirlo, ma se si va avanti così, non solo Francesco, ma qualsiasi papa potrebbe alzarsi una mattina e fare proprio l’errore, con la scusa del prendere atto di qualcosa che esiste di fatto, benché non abbia il minimo fondamento teologico, dottrinale e neppure pastorale. Infatti è stato il suo predecessore, Benedetto XVI, a creare quell’abominio teologico che è il “papato emerito”.

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Mons. Viganò spiega perché resiste in faccia a Bergoglio

L’ex vaticanista Aldo Maria Valli ha intervistato il vescovo mons. Carlo Maria Viganò con con il quale ha parlato delle più scottanti usciste di papa Bergoglio, nei confronti del quale l’ex Nunzio apostolico non ha mai mancato una resistenza in faccia (cfr. Gal 2, 14) anche con recenti atti di accusa.

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