Francesco riprende il titolo di Patriarca d’Occidente

Un papa bolla e un altro sbolla: così dicevano i romani con il loro classico linguaggio papale papale, avendo una grande familiarità col Papa, loro vescovo. Effettivamente è quello è che sta avendo con Benedetto XVI e Francesco. Il primo caso fu il Traditionis Custodes, che “cassò” brutalmente il Summorum Pontificum. Il secondo caso è di questi giorni. Come risulta dall’Annuario Pontificio del 2024, Francesco ha deciso di riprendere il titolo di Patriarca d’Occidente, a cui Benedetto aveva rinunciato nel 2006. Pubblichiamo l’articolo di Nikos Tzoitis che spiega questa decisione del Papa. Al termine troverete un nostro brevissimo commento.

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Francesco è il papa. Preghiamo affinché non venga meno la sua fede…

Esattamente due mesi il Dicastero per la Dottrina della Fede pubblicava la dichiarazione Fiducia Supplicans, sul senso pastorale delle benedizioni, scandalizzando i battezzati, vescovi compresi, di tutto il mondo. La Dichiarazione è stata “confezionata” dal prefetto Fernandez, ma è stata fortissimamente voluta da papa Francesco, avendola difesa con decisione con interviste televisive e presso testate giornalistiche (qui e qui). In questo sito abbiamo più volte ribadito la validità del pontificato di Francesco (per es. qui e qui), ma dopo l’uscita della Fiducia Supplicans ci sono arrivate altre email per contestare la nostra posizione — che è quella della Chiesa –, affermando che un papa che vuole un documento del genere non può essere un vero papa. Per replicare a queste email abbiamo deciso di pubblicare un articolo di Don Alfredo Maria Morselli che ben spiega, riflettendo sul Vangelo di Luca (22, 31-32), che la fede di un papa può diminuire, ecclissarsi. Per questo dobbiamo pregare, supplicare, il Signore che, come fece per Simon Pietro, tutti i successori del suo Vicario non perdano del tutto la fede e, ravveduti, confermino i fratelli nella Fede della Chiesa. Un cattivo papa — e nella storia della Chiesa ve sono tantissimi! — non è un falso papa. «Ci sono troppi esempi di papi che evidentemente lo Spirito Santo non avrebbe scelto», disse l’allora card. Ratzinger nel 1997, in tempi non sospetti.

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Criticare il Papa? Ecco come e quando si può. E si deve

«Non è peccato criticare il Papa, si può fare…», disse lo stesso papa Francesco ai vescovi italiani il 21 maggio del 2018. Anzi, quando un papa sbaglia è doveroso che riceva una correzione fraterna e filiale, dai vescovi e dai cardinali prima di tutto, sull’esempio di San Paolo che resistette in faccia a San Pietro quando questi stava pastoralmente sostenendo l’eresia giudaizzante (cfr. Gal 1, 12-24). Ma come e quando si può correggere un Papa? Per rispondere a questa e ad altre domande, pubblichiamo un articolo del prof. Tommaso Scandroglio in cui viene spiegato anzitutto che un Papa è infallibile solo quando proclama un dogma o definisce una dottrina (cioè quando insegna ex cathedra), mentre in tutte le altre occasioni può sbagliare, perché la sua persona privata non è impeccabile. Le correzioni ai superiori, ivi compreso il Romano Pontefice, si trovano nella Tradizione e nella Sacra Scrittura e sono ovviamente recepite e previste dal Codice di Diritto Canonico (cfr. 212.3): devono peròrispettare il principio di proporzione ed essere guidate da prudenza e carità. Ovvero il Papa può essere criticato, corretto fraternamente e filialmente, ma non può essere delegittimato, né tanto essere dichiarato decaduto dal suo ufficio.

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Questo Gnocchi non ci piace

Premesso che quanto segue non è un attacco o un giudizio alla persona, dobbiamo considerare il fatto che, avendo il giornalista Alessandro Gnocchi resa pubblica la sua apostasia attraverso un libro che lede la verità Cattolica, a causa dei contenuti del testo, abbiamo tutto il dovere di rispondere e di comprendere la triste situazione.

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Perché non esiste il “codice Ratzinger”

Concludiamo la nostra trattazione sulla presunta invalidà delle rinuncia al papato di Benedetto XVI sottoponendo all’attenzione dei nostri lettori un’ottima confutazione del cosiddetto “codice Ratzinger” scritta da don Silvio Barbaglia e pubblicata da Aldo Maria Valli nel suo blog.

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Perché il Papa non è Benedetto ma è Francesco

Il nostro editoriale riguardo la legittima elezione di Francesco come Romano Pontefice ha suscitato diverse reazioni. Abbiamo dunque deciso di rispondere ad alcune obiezioni pubblicando un recente articolo di Corrispondenza Romana, firmato da Emanuele Barbieri, in cui ben si spiega perché il Papa non è Benedetto ma è Francesco. Ciò non significa che vada tutto bene, anzi. Proprio perché la situazione nella Chiesa è così drammatica (anche) a causa di questo pontificato abbiamo fondato questo sito, senza mai fare sconti agli errori di Francesco, che aumentano di giorno di giorno. Abbiamo altresì ribadito più volte che questo processo di “autodemolizione” parte da lontano e adesso ci tocca un papa che ne sta raccogliendo i frutti. Per questo, al termine dell’articolo, daremo delle indicazioni per approfondire riguardo l’insegnamento della Chiesa sull’infallibilità del Papa in materia di fede e morale, divina falcoltà che Francesco non usa affatto, poiché invece abusa del primato petrino per imporre il suo progetto di Chiesa.


Ricordiamo quanto segue:
L’espressione “dolce Cristo in terra” è di Santa Caterina da Siena. L’ha usata diverse volte.
Ne citiamo due importanti.
Scrivendo a Papa Gregorio XI gli chiede di usare misericordia nei confronti di coloro che in Siena stavano fomentando discordia.
Scrive la Santa senese: “Vi domando dunque misericordia, padre, per loro. Non guardate alla stoltezza e alla superbia dei vostri figlioli, ma con l’esca dell’amore e della benignità, dando pure quella dolce punizione e benigna riproduzione che piacerà alla santità vostra, rendete la pace a noi miseri figlioli che vi abbiamo offeso.
Io vi dico, dolce Cristo in terra, da parte di Cristo in cielo, che facendo così, cioè senza briga e tempesta, essi ritorneranno a voi con dolore dell’offesa fatta e vi metteranno il capo in grembo. Allora godrete, e noi godremo con voi, perché con l’amore avrete rimessa la pecorella smarrita nell’ovile della santa Chiesa
” (Lettera 196).
In questa lettera si manifesta la preoccupazione di Santa Caterina che il Papa intervenisse in maniera non adeguata, e pertanto non indiscutibile.
In un’altra lettera scritta ad un Nunzio apostolico mette in evidenza addirittura i difetti del Papa.
Scrive: “Il dolce Cristo in terra credo che sarebbe bene che levasse due cose per le quali la Chiesa di Gesù Cristo si guasta.
L’una è la troppa tenerezza e sollecitudine per i parenti, nella quale converrebbe che egli in tutto e per tutto fosse mortificato.
L’altra cosa è la troppa dolcezza fondata in troppa misericordia. Oimé, oimé, questa è la ragione per cui i membri diventano putridi, cioè perché non vengono debitamente corretti
” (Lettera 109).
Ed infine, talvolta, Santa Caterina arriva ad ipotizzare che il Papa possa essere un demonio incarnato. Ma anche in tal caso va obbedito.
Ecco le sue parole: “O Verbo dolce, Figlio di Dio, tu hai riposto il tuo sangue nel corpo della santa Chiesa e vuoi che ci sia amministrato per le mani del tuo vicario.
Perciò è stolto colui che si allontana e agisce contro questo vicario che tiene le chiavi del sangue di Cristo crocifisso.
Anche se fosse un demonio incarnato, io non devo alzare il capo contro di lui, ma sempre umiliarmi chiedendo il sangue per misericordia: perché in altro modo non lo potete avere, né in altro modo potete partecipare il frutto del sangue. Vi prego, dunque, per l’amore di Cristo crocifisso, che non operiate mai più contro il vostro capo

(Lettera 28, a Bernabò Visconti, signore di Milano).

Più chiaro di così, non si può, questa è anche la nostra convinzione. A quanti, poi, insistono (su trame più o meno fantasiose, tecniche, cavillose, ecc..) nel dire: “ma forse non avete capito, Bergoglio non è papa, noi non lo delegittimiamo perchè non lo è mai stato”… ricordiamo che non funziona un tanto al chilo! L’elezione di un Papa, ossia la legittimazione avvenuta, non è arbitrariamente nelle mani di chi interpreta in un modo o in altro i canoni, ma sta in mano ai cardinali elettori che riconoscono valida o invalida l’elezione, punto! Così riguardo alla Rinuncia di un Papa: non sta a noi definirne la validità, ma valutarne le anomalie non per delegittimarla, ma per capire certa situazione che si è venuta a creare.

Con questo articolo auguriamo a tutti i nostri lettori e visitatori, i più fraterni Auguri di Buon Natale di Nostro Signore Gesù Cristo.


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Francesco è il papa… ed è quello “giusto” per questi tempi

Gli amici di Cooperatores-Veritatis.org hanno fatto un video-editoriale, che loro chiamano “colloquium”, con un articolo che pubblicamo intitolato “Un cattivo papa non è un falso papa”, suggerendo la lettura di altri nostri articoli per approfondire l’argomento. Vi proponiamo il video, mettendo come nostro titolo il loro sottotitolo.

Benedetto XVI non è più il Romano Pontefice dal 28 febbraio 2013: la sua rinuncia è valida. Punto. Dal 13 marzo del 2013 il successore del Beato Apostolo Pietro è Francesco, che è il papa “giusto” per questi tempi. Un cattivo papa infatti è un giusto e meritato castigo per i cristiani e per tutta l’umanità, avendo rinnegato la Signoria di Nostro Signore Gesù Cristo.

Per approfondire suggeriamo:

Il Francesco “fazioso”

L’intervista di papa Francesco a Che tempo che fa? Oltre all’inopportunità di un qualsiasi Romano Pontefice a partecipare alle trasmissione televisive (non dimentichiamo che la prima intervista rilasciata da un Pontefice risale a Leone XIII a Le Figarò…), soprattutto se faziose di nome e di fatto, è necessario aggiungere qualcosa sulle parole dette dall’attuale papa regnante nel “salotto” di Fabio Fazio, o meglio, sugli argomenti che non ha voluto affrontare.

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“Un cattivo papa non è un falso papa”

Il nostro ultimo editoriale del 2021 ha suscitato diverse reazioni, alcune ponderate, altre sconsiderate. Le accuse principali che ci sono giunte è quello di aver, come si suol dire, cambiato “bandiera”, ovvero essere diventati bergogliosi, anziché rimanere papisti. Eppure questo sito, da quando è stato aperto, non ha fatto nessuno sconto a questo pontificato, neppure recentemente. Criticare, infatti, non significa delegittimare (come invece qualcuno sta facendo con infondate congetture sull’invalidità della rinuncia di Benedetto XV). Proponiamo, dunque, all’attenzione di tutti i nostri lettori un ottimo articolo di un sacerdote e teologo argentino, che usa lo pseudonimo di León de Nemea, in cui viene spiegato magistralmente il fatto che “un cattivo papa non è un falso papa“. Papa Francesco potrà pure essere il peggior papa della storia della Chiesa, ma non è il primo “cattivo papa” che Dio tollera per castigare l’umanità.

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Chi elegge il Papa?

Molti sono erroneamente convinti che ogni papa eletto venga automaticamente scelto dallo Spirito Santo. Oppure che compito del battezzato, sia esso laico quanto consacrato, sia quello di delegittimare un papa che “non piace“… Purtroppo (grazie a Dio) non è così. Riflettiamo su questo nell’ultimo editoriale del 2021 ed impariamo a fidarci più di Gesù Cristo, che non di certo opinionismo ossessivo e spesso compulsivo sbandierato da certo becero giornalismo, spacciato per informazione, mentre ci troviamo davanti ad una vera valanga di zizzania, della quale faremo bene a non diventarne gravi seminatori… (cf.Mt.13,24-30)

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