Premesso che quanto segue non è un attacco o un giudizio alla persona, dobbiamo considerare il fatto che, avendo il giornalista Alessandro Gnocchi resa pubblica la sua apostasia attraverso un libro che lede la verità Cattolica, a causa dei contenuti del testo, abbiamo tutto il dovere di rispondere e di comprendere la triste situazione.
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Bergoglio: si ritirerà o no? Interessante analisi di Alessandro Gnocchi.
Su Riscossa Cristiana, vedi qui, è comparso un articolo molto intrigante ed interessante a firma del giornalista Alessandro Gnocchi…. Non vogliamo passarlo come gossip o chiacchiericcio, piuttosto fa parte di quelle “cronache” che se anche a qualcuno possono non piacere, è una riflessione che ne diventa parte integrante non solo per una eventualità non più “fanta-religiosa“, da quell’infausto e triste 11 febbraio 2013 (e come abbiamo provato con l’editoriale del 9 gennaio vedi qui al rischio di avere a breve un reparto di geriatria papale…), ma soprattutto interessante perché ci riguarda tutti, o almeno dovrebbe interessare al mondo Cattolico, anche se per quel poco che ne è rimasto.
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AMV: “possiamo dire che esistono già due Chiese…”
Nulla di nuovo sul fronte occidentale, recitava il titolo di un noto film, ma qui non è di un film che parliamo, purtroppo è una dura e triste realtà, seppur sarà a lieto fine dal momento che fortemente crediamo nella promessa del Cristo: “le porte degli inferi non prevarranno“; e che attendiamo con FEDE il trionfo del Cuore Immacolato di Maria, promesso da Fatima.
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Le critiche che fanno bene al Papa. Parola di Francesco
Francesco ricorda che criticare il Papa non solo è lecito ma può «fare molto bene» al Papa stesso, aiutandolo a «camminare sulla retta via del Signore».
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Don Camillo e Papa Chichì / 3
Papa Francesco ha confuso Don Camillo con Don Chichì?
Lettera di don Camillo a Papa Francesco
Qualunque prete sarebbe orgoglioso di essere indicato dal Papa come modello ma don Camillo no. Mai si sarebbe aspettato che Papa Francesco a Firenze davanti ad illustri prelati e sacerdoti lo citasse come esempio di sacerdote. A dirla tutta il reverendo parroco si è anche molto arrabbiato perché Peppone e i suoi sono venuti a canzonarlo leggendo ad alta voce sotto le finestre della canonica un articolo di Repubblica. “In don Camillo la preghiera di un buon parroco si unisce alla evidente vicinanza con la gente” leggeva solennemente Peppone mentre gli altri si sbellicavano dalle risate e il Brusco chiosava “vicinissimo, come quando si mise a sparare dal campanile!”. Così don Camillo, un po’ per ringraziare, un po’ per umiltà e per coscienza sporca mi ha consegnato una lettera per il Papa. Don Camillo mi ha anche detto di precisare agli uffici di Sua Santità di dire al Papa di non chiamarlo al telefono perché di solito risponde l’Anselma, la perpetua, che lo manderebbe sicuramente a quel paese visto che un giorno sì e l’altro pure lo Smilzo telefona fingendosi papa Francesco.
Adriano Frinchi
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Don Camillo e Papa Chichì
Il tentativo di Francesco di appropriarsi di Don Camillo con una citazione fasulla è inutile, perché l’attuale Papa non si potrebbe trovare a suo agio in nessun angolo del Mondo piccolo e tanto meno nella povera chiesa di don Camillo, dove il Crocifisso parla davvero e lo fa sempre in punta di dottrina, perché è proprio su quel culmine affilato, e non nei giubilei della misericordia un tanto al chilo, che si trova la vera carità… e guardiamo anche cosa Guareschi pensasse del Vaticano II.
“La Chiesa si dissolve nel Partito Radicale di Pannella?”. Blondet e Gnocchi.
“FUORI MODA”. La posta di Alessandro Gnocchi – rubrica del martedì
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Questo papa piace ancora troppo
Dal sinodo una fede tipo light per far sentire cattolico anche chi non vuole esserlo: è la preoccupazione di Alessandro Gnocchi autore del libro «Questo Papa piace troppo».
di Goffredo Pistelli
La premiata ditta Kasper & C.
Il Sinodo e la premiata ditta Kasper & C. Sul tema della comunione ai divorziati risposati non si gioca soltanto la morale familiare, ma si rischia di profanare tre sacramenti in sola volta: il matrimonio, la confessione e l’eucaristia.
Caro Dott. Gnocchi,
il segretario generale del prossimo Sinodo sulla famiglia, cardinale Baldisseri, ha dichiarato quanto segue: “Dobbiamo calare la dottrina autentica nella realtà attuale della famiglia. Noi camminiamo nella storia, la religione cristiana non è ideologia, la famiglia di oggi è diversa, se neghiamo questo restiamo a 2000 anni fa”.
Facciamo finta di prendere sul serio le parole del cardinale. Vediamo qual era davvero la situazione della famiglia due millenni or sono. Leggiamo, per esempio, il Vangelo di Matteo (19,3-9):
“Allora gli si avvicinarono alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: ‘È lecito ad un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?’. Ed egli rispose: ‘Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? Così che non sono più due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l’uomo non lo separi’. Gli obiettarono: ‘Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e mandarla via?’. Rispose loro Gesù: ‘Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così. Perciò io vi dico: Chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di concubinato, e ne sposa un’altra commette adulterio’”.
Dunque, la situazione della famiglia di duemila anni fa era esattamente quella che S. E. Baldisseri, S. E. Kasper e – pare – il regnante Pontefice vorrebbero instaurare, e che Nostro Signore condannò una volta per sempre.
Perciò mi domando e le domando, caro Dott. Gnocchi: da quale parte sta veramente il “vecchio”? E da quale il “nuovo”?
Ma le pongo anche un altro, più pressante e angoscioso quesito, sperando che Ella sappia illuminarmi. Ove mai il Sinodo – Dio non voglia! – facesse proprie le eresie proferite da Kasper e da Baldisseri, per di più prescrivendole come vincolanti al popolo cattolico, cosa dovremo fare noi semplici fedeli?
La ringrazio e la saluto.
Lorenzo Terzi
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penso che la prima delle sue due domande sia retorica, poiché mi pare di capire che lei sappia bene dove sta il “nuovo” e dove sta il “vecchio”.
Quanto al secondo quesito, una risposta onesta deve partire da un’altrettanto onesta constatazione: se anche il Sinodo non facesse proprie le teorie a-cattoliche della premiata ditta Kasper & C, il giorno dopo la sua conclusione ci troveremmo comunque dentro una Chiesa che, nella maggior parte dei suoi membri, le condivide e, anzi, le pratica già.
La situazione, dunque, è ben più grave di quanto molti immaginino poiché non ci troviamo alla vigilia della probabile immissione nel Corpo Mistico di Cristo di nuove teorie corrosive, ma della possibile conclamata approvazione da parte del vertice.
E anche qui bisogna essere onestamente realisti: sul fatto che il vertice sia l’azionista di maggioranza della premiata ditta Kasper & C non vi possono essere dubbi. Lo sta dicendo da quel terrificante “Buonasera” con cui si presentò al mondo al momento dell’elezione. E poi lo ha ribadito al primo “Angelus” in cui, dopo il terrificante “Buongiorno”, si affrettò a dire: “In questi giorni ho potuto leggere un libro di un cardinale – il cardinale Kasper, un teologo in gamba, un buon teologo – sulla misericordia. E mi ha fatto tanto bene, quel libro, ma non crediate che faccia pubblicità ai libri dei miei cardinali! Non è così! Ma mi ha fatto tanto bene, tanto bene”. E ora, in apertura di Sinodo, se la prende con “i cattivi pastori” che “caricano sulle spalle della gente pesi insopportabili che loro non muovono neppure con un dito”. E il giorno prima aveva fustigato “i capi del popolo” secondo cui “tutto si riduce al compimento dei precetti creati dalla loro febbre intellettuale e teologica”. E, se ancora ci fosse qualcuno che riesce onestamente a intravedere una briciola di “continuità” in quanto sta avvenendo, eccolo a spiegare che “il mondo è cambiato e la chiesa non può chiudersi nelle presunte interpretazioni del dogma”.
Come vede, caro Terzi, è tutto già detto. Ma il caso che lei prospetta è infinitamente più grave poiché dare il crisma del documento alla devastazione di aspetti tutt’altro che secondari della dottrina è ben altro che intrattenersi in amabili conversari con Scalfari.
Su questo tema della comunione ai divorziati risposati non si gioca soltanto la morale familiare, ma si rischia di profanare tre sacramenti in sola volta: il matrimonio, la confessione e l’eucaristia.
Non si pone abbastanza l’attenzione sul fatto che indurre peccatori impenitenti a comunicarsi significa costringerli a magiare la propria condanna e, più ancora, oltraggiare sacrilegamente Corpo, Sangue, Anima e Divinità di Nostro Signore Gesù Cristo.
Mi rendo conto che, messa in questi termini, la questione diventa enorme. Ma, proprio per questo, diventa chiara. Chiunque chieda di profanare e oltraggiare Gesù Cristo, non solo non merita obbedienza, ma va combattuto.
Lei, caro Terzi, mi dirà allora: “ma chi dovremo seguire nella nostra resistenza?”. Anche qui l’enormità di una simile eventualità deve tenerci sul chi vive, ma non atterrirci. Il Signore non ci lascerà soli e, al momento opportuno susciterà la guida giusta. Lo farà coi suoi tempi, che sono sempre più saggi dei nostri, anche se a noi paiono lunghi e dolorosi. Ma lo farà al momento giusto. Noi dobbiamo soltanto preoccuparci di essere pronti confidando nel fatto che i piani del demonio hanno sempre qualche falla. Ma per essere pronti bisogna evitare di abbeverarsi alle fonti avvelenate della nuova dottrina, della nuova morale, della nuova liturgia che in questi ultimi cinquant’anni hanno dissodato il terreno per la seminagione dei nemici di Cristo. Non si abbatta, caro Terzi, ce la faremo, noi o chi per noi.
Alessandro Gnocchi
Sia lodato Gesù Cristo
Copyright © Riscossa Cristiana (7 ottobre 2014)