Francesco è il papa che i confratelli gesuiti stavano aspettando

I gesuiti — “capitanati” da Pedro Arrupe, il grande mentore di Jorge Mario Bergoglio — hanno abbandonato la missione evangelica dell’edificazione della regalità sociale di Cristo per far proprio il progetto marxista di un mondo socialmente giusto. Anche negli Stati Uniti d’America se ne stanno accorgendo, come dimostra il seguente articolo della giornalista Anne Hendershott che pubblichiamo in una nostra traduzione. Vi sono alcune imprecisioni, ma nella sostanza ben racconta come la Compagna abbia fatto proprio il modernismo marxisteggiante.

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Di quale Chiesa abbiamo bisogno? Non quella del progetto di Francesco

Questo potrebbe essere l’ultimo editoriale del 2023. Ancora una volta cerchiamo di far capire ai nostri lettori la mens dell’uomo Jorge Mario Bergoglio, da cui proviene il progetto sulla Chiesa di papa Francesco: una “casa comune” per todos, todos, todos… eccetto i cattolici?

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«La Chiesa deve cambiare». Ma perché? E chi lo ha deciso?

La Chiesa cattolica deve cambiare: questo è stato il leitmotiv della stragrande maggioranza di uomini (e donne) di Chiesa dal Vaticano II ad oggi. Papa Francesco ne ha fatto lo scopo del suo pontificato e per questo insiste molto sulla sinodalità, come ha ribadito anche in una nuova intervista, spiegando anche come avverrà questo cambiamento. Francamente, dopo tutti questi decenni, noi non abbiamo ancora capito perché la Chiesa deve necessariamente cambiare e, soprattutto, chi lo ha deciso.

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Cercando di capire il gesuita modernista…

Riprendiamo i nostri editoriali cercando ancora una volta di capire la mens, il pensiero, dell’uomo Jorge Mario Bergoglio, gesuita progressista, o forse sarebbe meglio dire modernista, poiché tale è rimasto diventando papa Francesco.

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L’agenda di Francesco è stata già scritta negli anni ‘70

Per capire papa Francesco e il suo progetto di “Chiesa diversa” bisogna conoscere non solo la sua storia personale, ma pure quella della rivoluzione della Compagnia di Gesù voluta dal suo mentore e maestro Pedro Arrupe. Il famoso detto: “gesuitizzare la Chiesa.

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Francesco, il papa latino-americano che sta facendo perdere alla Chiesa l’America Latina

Proponiamo in una nostra traduzione un articolo di Infovaticana che sintetizza un reportage del Wall Street Journal in cui si analizza il drammatico calo dei fedeli cattolici nel continente latino-americano, iniziato dagli anni ’70, drasticamente aumentato durante il pontificato di Francesco, primo papa latino-americano. Aggiungiamo anche un articolo del prof. Julio Loredo, presidente della TFP Italia, esperto della teologia della liberazione e di quella del popolo (la variante argentina di cui fa parte anche il papa regnante), in cui si spiega il motivo principale dell’apostasia dell’America Latina: l’opzione preferenziale per i poveri.

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L’a-teologia del popolo amata da papa Francesco

La variante argentina della teologia della liberazione è la teologia del popolo. La teologia del popolo prende la fondamentale “opzione preferenziale per i poveri” dalla teologia della liberazione, ma differisce da essa non concentrandosi sulla lotta di classe ma sulle nozioni di “popolo” e “anti-popolo”. La teologia del popolo sostiene che, sulla base della globalizzazione e dell’approfondimento dei processi di esclusione, l’opzione preferenziale per i poveri deve essere espressa come “opzione preferenziale per gli esclusi”. Fra i principali esponenti della teologia del popolo spicca il gesuita Juan Carlos Scannone (1931-2019), che fu insegnante di filosofia e di teologia del giovane Jorge Mario Bergoglio. Conoscere la teologia del popolo è fondamentale per capire papa Francesco, perciò proponiamo ai nostri lettori un interessante articolo del prof. Stefano Fontana sull’argomento.

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Video-conferenza. Un primo bilancio sul Sinodo per l’Amazzonia

Dal 6 al 27 ottobre 2019 si è svolto a Roma il Sinodo dei vescovi per l’Amazzonia. L’evento è andato oltre le peggiori aspettative. A circa un mese dalla conclusione del Sinodo un gruppo di studiosi cattolici ha tentato una prima valutazione complessiva. Sinodo amazzonico, un primo bilancio è il titolo del convegno tenuto a Firenze giovedì 21 novembre 2019; organizzatori ne sono stati le associazioni Tradizione Famiglia Proprietà e Comunione Tradizionale. Sotto la moderazione di Pucci Cipriani e dopo i saluti di Andrea Asciuti e Ascanio Ruschi, hanno parlato Julio Loredo (Sinodo amazzonico o Concilio Vaticano III?) e Filippo Bianchi (Si scrive green, si legge rosso).

Nella chiesa di Bergoglio, si premiano i preti con l’imbroglio…

In diversi editoriali abbiamo già discusso a certo “imbroglio”, vedi qui: Nessuno avrà mai risposte da Bergoglio: nel gesuitismo modernista l’imbroglio – ed anche qui: Paglia, Pannella e Bergoglio: la frittata dell’imbroglio…  ed “imbrogliare”, ossia, confondere qualcosa in modo da alterarne la disposizione o l’andamento regolare, essere fin anche di ostacolo, intricare… sembra essere lo sport preferito tipico del gesuitismo modernista (basta ascoltare certe affermazioni del generale Arturo Sosa) e, principalmente oggi di un Papa che è gesuita. A Bergoglio piace confondere… del resto ha espresso per ben due volte che lui non ama chi non ha mai avuto DUBBI, salvo poi distruggere chi ponesse dubbi sul suo magistero… e del suo modo di operare. Si legga qui: Papa Francesco firma un nuovo dogma: quello del dubbio!  –  ed anche qui: Quei dubbi malsani della fede di papa Bergoglio

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Il progetto dell’«ecochiesa» parte da lontano

Ha creato gran sgomento
il nuovo sinodal strumento
Grande eretica fandonia
sbrodolando di Amazzonia

“Il cristianesimo è più bello
tra una danza e uno spinello”.
Con la religion novella
Convertivi anche Pannella!

Questo è colmo di follia,
la sinistra litania;
ormai il demone infernale
viene aggiunto nel rituale!

Già da tempo preparato
C’è l’attacco al celibato
“su, creiamo il precedente,
per finire basta un niente!”

Oh Gesù deh fino a quando
I fetusi andran cantando?
Di lor fine s’oda il tonfo
Giunga presto il tuo trionfo!

(Don Alfredo Maria Morselli – 21 giugno 2019)

Jorge Mario Bergoglio segue un progetto ben preciso: questo pontificato non è altro che un “Vaticano III” non ufficialmente convocato, il cui scopo è quello di aprire i processi che portino finalmente ad una nuova “Chiesa”. Uno degli ultimi processi è quello che porterà ad una specie di eco-chiesa, di cui l’Instrumentum Laboris del sinodo sull’Amazzonia è il grande manifesto.

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