Parolin e la chiesa sociale di papa Francesco

“Appare sempre più evidente lo scollamento di questo Pontificato con quelli precedenti, appare sempre più evidente che ciò che si vuole ribadire NON è la Dottrina sociale della Chiesa, ma ‘la chiesa sociale di papa Francesco’ con tutto il suo stile e con tutta l’imposizione al suo specifico magistero SOCIALE senza dottrina.”

Il titolo de ilmessaggero del resto è chiaro: Il cardinale Parolin alla Lega: noi insisteremo a predicare a favore dei migranti. E chi ha mai detto il contrario? La Santa Sede e la Chiesa intera non potrebbero fare diversamente, pena sarebbe venire meno ad uno dei suoi compiti fondamentali: l’evangelizzazione, perché a questo serve la “predicazione” nei confronti dei migranti!

Ma c’è un problema di fondo: cosa si intende in quel “a favore dei migranti”? Il Segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin ha fatto un intervento ufficiale all’Assemblea Plenaria della Commissione Internazionale Cattolica per le Migrazioni (ICMC) – clicca qui testo ufficiale e non mediaticocapovolgendo di fatto le intenzioni e lo scopo per il quale, questo Ufficio, venne fondato.

Ed è lo stesso Parolin a rimarcare i passaggi salienti, ecco le sue parole:

“Tutti qui sappiamo che l’ICMC è nata a seguito degli sconvolgimenti causati dalla II guerra mondiale, per volontà del Papa Pio XII, che l’aveva voluta per far fronte al massiccio spostamento di rifugiati, come organismo cattolico internazionale di informazione, di coordinamento e di rappresentanza per le migrazioni. Sin dai suoi inizi, gli Episcopati delle nazioni più implicate nel fenomeno delle migrazioni furono coinvolti, tramite rappresentanti, nell’elaborazione del suo statuto, poi formalmente approvato dal Santo Padre con Lettera del 12 aprile 1951 a firma del Sostituto della Segreteria di Stato, Mons. Giovanni Battista Montini. La Commissione aveva lo scopo principale di promuovere l’applicazione dei principi cristiani in tema di migrazioni e di politiche riguardanti le popolazioni e di far adottare tali principi dalle organizzazioni internazionali, governative e non-governative, in modo particolare in favore della protezione dei diritti della famiglia…”.

Le parole in grassetto chiariscono quali fossero le intenzioni del Venerabile Pio XII:

  1. far fronte alla grave immigrazione causata dalla guerra, come organismo cattolico;
  2. con lo scopo di promuovere l’applicazione dei principi cristiani;
  3. in modo particolare favorire la protezione dei diritti della famiglia…

Parolin ripercorre così tutto l’iter storico che ha caratterizzato l’ICMC nominando una sola volta – al finale – il contesto attraverso il quale, questo Ufficio, ha la sua ragion d’essere: la Dottrina Sociale della Chiesa.

Infatti dice: “In questa dimensione di comunione anche al vostro interno, siete chiamati a rafforzare le strutture e la coesione di quanti lavorano per l’ICMC circa principi, orientamenti e finalità, alla luce della Dottrina Sociale della Chiesa, affinché il vostro lavoro non rimanga soltanto in un ambito strettamente umanitario, ma attraverso questo, le persone aiutate percepiscano l’influsso di “testimonianza” che solo un vissuto personale di fede potrà offrire…“.

La frase è molto ambigua, come al solito, perché se da una parte Parolin ribadisce questi “principi, orientamenti e finalità” alla luce della Dottrina sociale della Chiesa, affinché la sua missione non si fermi “solo agli interventi umanitari“, dall’altra parte però non si capisce cosa voglia intendere con quella “testimonianza” che solo un vissuto personale di fede potrà offrire… dal momento che si da man forte ad uno espiscopato e ad un clero “compagnone”, sinistroide e tutto dedito a testimoniare l’eresia e l’apostasia!

Certo, noi l’abbiamo capito bene, con le intenzioni di Pio XII: chi si occupa di migranti deve essere un vero cattolico dedito a vivere in prima persona TUTTA la Dottrina sociale della Chiesa perché, alla fine della fiera, ciò che conta è la testimonianza che potrà “parlare”… Tuttavia è evidente come questa DOTTRINA sia stata separata dal “sociale”, ma di ciò Parolin non dice nulla.

L’intervento, infatti, sembra più orientato ad una sorta di “decorazione sul campo” all’ICMC, orientato ad un lungo elenco BUROCRATICO E DIPLOMATICO che – mettendo di fatto da parte la DOTTRINA – per il suo orientamento sociale ha ricevuto nel tempo elogi da un’altro lungo elenco di UFFICI DEL MONDO, DI STAMPO MASSONICO…. Insomma un grande elogio ai Cesare di turno a braccetto con la chiesa-sociale che, di fatto, annulla gli scopi originari voluti da Pio XII inoltrandosi piuttosto verso una identità MONDIALISTA.

Dice infatti Parolin: “È un’esperienza concreta ed esperta di dialogo che, mi auguro, possa continuare ed estendersi, per creare e sostenere quella rete di solidarietà, l’unica che può rispondere alle grandi urgenze attuali e, insieme, garantire l’attuazione delle intese di cui si sente grande necessità a livello internazionale…”.

Dunque, l’esperienza concreta NON è più l’approdo agli scopi originali dell’ICMC, ma piuttosto:

  1. IL DIALOGO…..
  2. rete di solidarietà col nemico…
  3. la solidarietà col nemico E’ L’UNICA che può rispondere e garantire le grandi intese a livello mondiale…. non dunque il Vangelo e Gesù Cristo il quale, infatti, è il grande assente nel Discorso.

E LA DOTTRINA CHE FINE HA FATTO?

E’ magicamente scomparsa! Ed è “naturale: laddove si toglie LA DOTTRINA si oscura Gesù Cristo che è questa “Dottrina”, è LUI! Trasformando così la Chiesa Cattolica in una sorta di enorme ONG, anche se poi è Papa Francesco a ripetere come un mantra che la Chiesa NON è una ONG… Si ribadisce sempre che scopo della Chiesa e di tutte le sue opere e attività servono per “portare Cristo e il vangelo”, ribadisce Bergoglio usando persino la “Visita di Maria alla cugina santa Elisabetta”, all’udienza di ottobre 2017, ma di fatto LA DOTTRINA sociale quando e come verrebbe applicata oggi dalla Chiesa?

Come abbiamo fatto spesso notare in diversi editoriali: si fa presto a parlare di “Dottrina sociale della Chiesa” ma, quando togli la dottrina cosa ti rimane? Solo IL SOCIALE… ed è questo nuovo stile di evangelizzazione, che poi abbracciò, sposò, papa Francesco nei suoi famosi incontri con i Movimenti Popolari per i quali – lo sponsor ufficiale – fu infatti niente meno che “ilmanifesto“, l’organo di stampa più estremista del comunismo italiano, vedi qui i fatti.

Se, come afferma lo stesso Parolin, tutto il mondo applaude il carattere “sociale” della Chiesa Cattolica, come non ci si fa a chiedere se: “qualcosa non torna”?  LA DOTTRINA CHE FINE HA FATTO? E’ evidente che questa chiesa piace al mondo: una chiesa SENZA DOTTRINA ma che si occupa del sociale, è persino da PREMIARE, tanti infatti sono i riconoscimenti ricevuti a questa chiesa da parte di gruppi mondialisti massonici…

Fa pensare, infatti, che in tutto il Discorso di “laudature e sbavature fra di loro”, e tolta la citazione a Pio XII che non poteva essere altrimenti, Pietro Parolin abbia citato SOLO papa Francesco, ma assolutamente nulla sugli altri Pontefici o sulla Centesimus Annus di Giovanni Paolo II, scritta proprio per ricordare i Cento Anni dalla Rerum Novarum di Leone XIII, la prima enciclica sulla Dottrina sociale della Chiesa nella quale, nominandola per ben oltre 25 volte nei suoi contesti, ribadisce: La dottrina sociale, inoltre, ha un’importante dimensione interdisciplinare. Per incarnare meglio in contesti sociali, economici e politici diversi e continuamente cangianti l’unica verità sull’uomo, tale dottrina entra in dialogo con le varie discipline che si occupano dell’uomo, ne integra in sé gli apporti e le aiuta ad aprirsi verso un orizzonte più ampio al servizio della singola persona, conosciuta ed amata nella pienezza della sua vocazione…“.

Ma di queste parole, nel testo di Parolin non vi è alcun riferimento…. e non è un caso! Non è un caso se la Centesimus Annus è ricca di riferimenti magisteriali e di citazioni dal Vangelo, mentre Parolin è tutto dedito ad elogiare gli applausi del mondo per questa chiesa sociale senza più dottrina… Appare sempre più evidente lo scollamento di questo Pontificato con quelli precedenti, appare sempre più evidente che ciò che si vuole ribadire NON è la Dottrina sociale della Chiesa, ma “la chiesa sociale di papa Francesco” con tutto il suo stile e con tutta l’imposizione al suo specifico magistero SOCIALE senza dottrina.

Se non siete d’accordo, portateci le prove per dire che siamo “superficiali” e che abbiamo preso un granchio, nessuno più di noi sarebbe felice di dire “abbiamo sbagliato“. E però con i fatti, non con le proprie opinioni. Grazie.


ATTENZIONE

L’immigrato è il nuovo proletario

«Per la sinistra comunista la denuncia della xenofobia e del razzismo contro gli immigrati è in continuità diretta con quella difesa del movimento rivoluzionario della Lega dei comunisti, dal Manifesto comunista, la Prima Internazionale, la sinistra della Seconda Internazionale e i partiti comunisti ai loro inizi» (Jerry Grevin, Immigrazione e movimento operaio, 14-03-2010).

Come la Madonna aveva predetto a Fatima, la Russia ha diffuso i suoi errori nel mondo, arrivando fino ai massimi vertici della Gerarchia della Chiesa.

3 pensieri riguardo “Parolin e la chiesa sociale di papa Francesco

  1. da quest’anno ho smesso di dare l’8 per mille alla chiesa cattolica italiana (VENDUTA!); facciamo tutti così perchè questi falsi profeti se lo guadagnino il loro pane quotidiano come fanno tutti i padri di famiglia. di questa ITALIA. E non sono pentito! Anzi! Sonio cattolico praticante e non me ne vergogno!

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  2. Spero solo che si giunga a riflettere su questo:
    Diceva Suor Lucia do Santos: “La Madonna a Fatima ci spiegò bene che una moltitudine di gente andava all’Inferno e rischiava di andarci non perché non vi fosse chi li sfamasse, ma perché non c’era chi pregasse per loro e per la loro conversione, non c’era chi si occupasse di queste Anime da redimere!”
    Questa è dottrina, il resto è sociologia….. già a Fatima la Vergine Santa aveva individuato il problema 😉

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  3. Equilibrismi sintattici e verbali per nulla.
    Dall’esito delle urne è uscito un responso chiaro anche per la neochiesa.

    È triste per i cattolici avere la sensazione (che non è un ‘percepito’ ma è purtroppo una constatazione, pur se da sottoporre a verifica) di avere un vertice composto da zucche vuote.
    Come si possono altrimenti definire delle persone che continuano a suonare lo stesso ritornello a disco rotto – al netto di sofismi che non incantano più nessuno – come se NULLA fosse accaduto?
    Il principio di realtà, questo sconosciuto.

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