La correzione fraterna e filiale al superiore è veramente possibile solamente nella Chiesa cattolica perché in Essa vige, per Divina Volontà, il primato della Verità. Le correzioni fraterne a papa Francesco non sono contro di lui, ma per lui (e per noi stessi), affinché compia fedelmente la missione che ha giurato di adempiere il giorno della sua elezione alla Cattedra di San Pietro.
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Delitto e premio. Francesco promuove vescovo il teologo che “arruolò” l’anti-Ratzinger
Il sacerdote torinese don Roberto Repole è il nuovo arcivescovo-metropolita di Torino. Papa Francesco lo conosce bene: è il teologo che curò la collana delle Libreria Editrice Vaticana “La teologia di papa Francesco” che Benedetto XVI rifiutò di recensire nel 2018.
Continua a leggere “Delitto e premio. Francesco promuove vescovo il teologo che “arruolò” l’anti-Ratzinger”Papa Francesco, che difende la perresìa, da cinque anni non risponde sui Dubia di Amoris Laetitia
La parresìa (dal greco παρρησία, composto di pan (tutto) e rhema, ciò che viene detto) nel significato letterale è non solo la “libertà di dire tutto” ma anche la franchezza nell’esprimersi, dire ciò che si ritiene vero e, in certi casi, un’incontrollata e smodata propensione a parlare.
Nell’omelia della messa celebrata lunedì 13 aprile del 2015 a Santa Marta, Papa Francesco ha affrontato il tema del «coraggio cristiano» che è una «grazia che dà lo Spirito Santo». Proprio su quest’ultima parola — “franchezza” — si è soffermato il Pontefice rilevando come in quella preghiera comune si legga: «“E ora, Signore, volgi lo sguardo alle loro minacce e concedi ai tuoi servi” non di fuggire: “di proclamare con tutta franchezza la tua parola” – È la “parresìa”. I due apostoli, affermò il Papa: «dal timore sono passati alla franchezza, a dire le cose, con libertà »….
Nell’articolo precedente abbiamo letto sulle autocontraddizioni di Papa Francesco, vedi qui, ed ora vi offriamo questo editoriale del professor Roberto de Mattei: a che punto siamo con i famosi Cinque Dubia sulle ambiguità contenute in Amoris Laetitia?
Continua a leggere “Papa Francesco, che difende la perresìa, da cinque anni non risponde sui Dubia di Amoris Laetitia”Ecco i miei dubia. Radio Spada intervista Aldo Maria Valli
L’articolo di Aldo Maria Valli intitolato Roma senza Papa ha suscitato diverse reazioni in Italia e nel mondo intero, essendo stato tradotto in varie lingue. Purtroppo però i più si sono fermati al titolo, buttandola sul sedevacantismo, mentre invece l’Autore voleva — come ha precisato — mettere in risalto «quale tipo di Dio ci viene proposto da Bergoglio. A mio modestissimo parere, ci propone un dio sminuito, un dio annacquato, un dio che non è padre ma compagno». Per spiegare meglio il suo pensiero, il dottor Valli ha rilasciato un’intervista a Radio Spada, che proponiamo ai nostri lettori, per far riflettere meglio sul fatto che la crisi nella Chiesa non comincia — né tanto meno finirà — con questo pontificato.
Continua a leggere “Ecco i miei dubia. Radio Spada intervista Aldo Maria Valli”Che senso ha indire due Anni, quando bastava quello al Custode della Divina Famiglia?
Confessiamo che non ci ha sorpresi più di tanto l’indizione di un ulteriore Anno speciale, quale quello dedicato all’Amoris Laetitia dal 19 marzo 2021 (Solennità di san Giuseppe) al giugno 2022… ci ha sorpresi di più l’indizione dell’Anno dedicato a San Giuseppe!! Battute (vere e sincere) a parte, non possiamo trascurare una domanda fondamentale: se San Giuseppe è il Custode della Sacra Famiglia, che senso ha indire un Anno speciale nell’Anno già speciale, specificando che è dedicato ad “Amoris Laetitia”? Che un Papa si autoproclamasse a tal punto da dedicare – in forma così narcisistica – niente meno che un anno speciale ALLE SUE IDEE e al suo programma, non s’era mai visto, non era mai accaduto.
L’indizione di un “Anno speciale” è stato di recente finalizzato (negli ultimi 100 anni in cui ha avuto origine) a sviscerare quanto di più sacro c’è ed è nella santa Chiesa. L’ultimo serio è stato quello indetto da Benedetto XVI per l’Anno Sacerdotale”, vedi qui, finalizzato ad una riforma seria del Clero avendo quale modello il Santo Curato d’Ars, San Giovanni Maria Vianney e per il suo 150° Anniversario del “dies natalis”…. ma MAI e nessun Papa aveva usato un proprio scritto (l’esortazione apostolica in questo caso) per indire un anno speciale! Ripetiamo: che senso ha aprire un Anno dedicato a San Giuseppe e poi un altro ancora, dentro lo stesso, per sacralizzare una esortazione apostolica? Inoltre quello dedicato a San Giuseppe non è stato annunciato come avrebbe meritato, non c’è stata alcuna preparazione, nessuna anticipazione in nessun Angelus mentre, quello di AL non solo a tre mesi dal suo inizio, ma anche con un annuncio dall’Angelus, ed anche con una chiusura più allungata, oltre l’anno. San Giuseppe è Patrono della santa Chiesa Cattolica ma anche CUSTODE della Sacra Famiglia, alla quale andava semmai il riferimento dell’Anno, quale MODELLO per tutte le Famiglie cristiane e non.
Si dice che a pensare male si fa peccato, ma qualche volte ci si azzecca… e allora: ma non sarà che l’Anno a San Giuseppe è stato “consigliato” all’ultimo al Papa la cui intenzione era solo quella di indire l’Anno ad AL lasciando fuori il povero San Giuseppe con la “sua Sacra Famiglia”?? Non cerchiamo risposta, come del resto il Papa non rispose mai ai famosi “Dubia”, ma risponde oggi con questo scherzetto alla memoria del povero cardinale Caffarra… che a noi sembra una vera… bergoglionata!
Al resto lasciamo commentare al professore Stefano Fontana.
Buon Anno a tutti.
Continua a leggere “Che senso ha indire due Anni, quando bastava quello al Custode della Divina Famiglia?”Perché un gesuita rimane gesuita anche da papa?
Proponiamo ai nostri lettori la traduzione di un articolo del giornalista americano Dominic Lynch scritto nel dicembre del 2016, quando la discussione nata dal fatto che papa Francesco si rifiutò di rispondere ai cinque dubia dei quattro cardinali sull’Amoris Laetitia era ancora, diciamo, calda. L’articolo è molto attuale non solo per il motivo che sono passati appena due anni e non c’è stata ancora nessuna risposta, ma anche perché l’autore spiega la ragione dell’atteggiamento eterodosso dell’attuale Vescovo di Roma: l’essere gesuita.
Quando il Newsweek domandò se papa Francesco fosse cattolico, ci fu chi rispose: No, è gesuita. Non condividiamo tutte le osservazioni di questo giornalista, ma la sua analisi sul pontificato del primo gesuita diventato papa è assolutamente indovinata. Ciò che dovrebbe sorprendere di un gesuita – sostiene Dominic Lynch – non è l’eterodossia, bensì l’ortodossia. Per cui noi ci auguriamo – e preghiamo – che papa Francesco ci sorprenda, prima o poi, difendendo l’ortodossia. In fondo, finché c’è vita, c’è speranza…
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E’ morto Spaemann, il grande difensore della ragione cattolica
Sì, è vero, aveva 91 anni ma quando si tratta di persona che senti vicina a te, quasi come “un genitore”, l’età non conta, si capisce solo di aver perso in terra un grande condottiero. Robert Spaemann – in tal senso – è stato un grande nella buona battaglia in difesa della Dottrina Sociale della Chiesa, in difesa della ragione Cattolica, in difesa del pensiero e della nostra cultura cattolica.
Fa davvero pensare come, in questo triste pontificato stiano scomparendo, uno dietro l’altro, i più grandi difensori della nostra Fede Cattolica…. Muore un altro grande Amico di Benedetto XVI, e non solo “amico”, ma soprattutto un GRANDE ALLEATO di Benedetto XVI e della Dottrina Cattolica…. ed è come se, pur lentamente, in silenzio ed inesorabilmente, Nostro Signore ci stia togliendo quel “Katechon” di cui parla san Paolo: «Ora voi sapete ciò che lo trattiene affinché sia manifestato a suo tempo. Infatti il mistero dell’empietà è già in atto, soltanto c’è chi ora lo trattiene, finché sia tolto di mezzo.» (2Tess.2,6-7).
Il concetto del Katéchon, potere o persona che «trattiene» il mysterium iniquitatis, ritorna spesso, soprattutto in questi nostri tempi, ad interpellare le Scritture per tentare di capire o dare una identificazione… Tra i Padri e i Santi nella Chiesa si è sempre pensato a due punti di riferimento: LA DOTTRINA E IL PAPATO…. Ma non è questo il momento di approfondire il tema, vogliamo ora piuttosto unirci alle parole di Stefano Fontana, che facciamo nostre, ringraziando Spaemann per tutto ciò che ha fatto per noi e per la mole di testi che ha consegnato a noi ed alla storia stessa.
Rèquiem aetèrnam, dona eis, Domine, et lux perpètua lùceat eis. Requiéscant in pace. Amen.
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Nessuno avrà mai risposte da Bergoglio: nel gesuitismo modernista l’imbroglio
Cari Amici, è necessario fare questo editoriale di cronaca a fronte anche dell’ultima Lettera di mons. Carlo Viganò, la trovate qui integrale, perché se non si arriva alla radice del problema, non solo non si potrà fare mai la diagnosi, ma neppure capire la cura giusta. Stiamo forse dicendo che papa Francesco è malato? Sì e no! Ci sono le malattie vere e proprie e queste, se già catalogate dalla medicina, sono facili da riconoscere, diagnosticare e trovare la cura adatta. Ma esistono anche le patologie…. La patologia studia gli effetti patologici, le conseguenze o le derive di disturbi non facilmente individuabili, uno stato PATOLOGICO appunto, che procura nel soggetto quei disturbi per i quali l’individuo non si accorge, o spesso non si rende conto, oppure che…. ??
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Un Papa che mente sapendo di mentire è imbarazzante
Cari Amici, riportiamo integralmente l’editoriale della Nuova Bussola a firma di Riccardo Cascioli, perché c’è poco da aggiungere! C’è di che pregare per Bergoglio perché non è la prima volta che dice le bugie facendole passare come “non sono stato informato; mi hanno informato male”… Qui non può affermare neppure questo perché c’è la testimonianza del cardinale Caffarra del quale, ora, si insozza persino la Memoria! UNA VERA BERGOGLIONATA!!
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Le critiche del prof. Pierantoni alla Gaudete et Exsultate
Il prof. Claudio Pierantoni smaschera la strategia della recente esortazione apostolica Gaudete et Exultate di identificare come aderenti a “gnosticismo” e “pelagianesimo” coloro che criticano le posizioni del papa in rottura con la fede e la dottrina della Chiesa. Ciò secondo lui rappresenta una sorta di “contrattacco” nei confronti di quei cardinali, vescovi, sacerdoti e fedeli che si oppongono all’Amoris Laetitia, che contraddice Gesù Cristo e il Nuovo Testamento, promuovendo la Santa Comunione agli adulteri impenitenti.
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