Che tempo che fa? Spaventoso!

Riguardo l’intervista di papa Francesco rilasciata a Fabio Fazio durante la trasmissione Che tempo che fa di domenica 14 gennaio 2024, abbiamo trascritto il video-editoriale al riguardo del prof. Corrado Gnerre, perché condividiamo tutte le sue riflessione e le facciamo nostre.

Quattro riflessioni in merito all’intervista a papa Francesco da Fabio Fazio

di Corrado Gnerre (16 gennaio 2024)

Cominciamo con questa premessa: San Tommaso d’Aquino dice chiaramente che c’è l’obbligo della correzione all’autorità, ovviamente utilizzando il dovuto rispetto; e quest’obbligo della correzione deve avvenire privatamente qualora le affermazioni eventualmente erronee fossero fatte in maniera privata da parte dell’autorità, ma deve avvenire pubblicamente, a beneficio delle anime, qualora queste dichiarazioni invece fossero fatte in maniera pubblica.

Quali sono le quattro riflessioni che voglio offrirvi?

La prima riflessione riguarda ciò che Papa Francesco ha detto nell’intervista in merito alla dichiarazione Fiducia Supplicans.

La seconda riflessione in merito a ciò che Papa Francesco ha detto sulla questione del dover perdonare sempre e comunque.

La terza riflessione in merito alla questione dell’inferno vuoto di cui tanto si sta parlando.

E poi la quarta riflessione in merito a quello che sarebbe la maggiore preoccupazione da parte di Papa Francesco ai giorni d’oggi.

La Fiducia Supplicans: “dire bene” del peccato?

Allora, iniziamo con la questione della Fiducia Supplicans.

Il Papa ha ribadito che si possono benedire le persone, anzi si ha l’obbligo di benedire le persone per mostrare tutta la benevolenza del Signore nei confronti delle persone, ma questo non significa dover benedire il peccato.

Il problema però è che giriamo sempre intorno alla questione, senza di fatto assumersi la nostra responsabilità.

Se questo era il problema, cioè se il problema era ribadire il fatto che le persone si devono sempre e comunque benedire, a che pro scrivere una dichiarazione come la Fiducia Supplicans, laddove si parla esplicitamente di coppie.

Ora noi sappiamo che poi c’è tutto il problema di utilizzare la parola “coppia”, prescindendo da quello che è il rapporto naturale tra l’uomo e la donna, e quindi la dimensione coniugale, ecc., ma si parla di coppie, diciamo irregolari, di divorziati-risposati o una coppia di omosessuale, chiedono di essere benedetti. In quel caso lì si va oltre la possibilità di benedire la persona, ma si benedice di fatto, anche a livello di segno di testimonianza, in questo caso di contro-testimonianza che scandalizza, un rapporto di coppia che è ovviamente peccaminoso.

Quindi il discorso è molto semplice: continuare a dire che si benedicono le persone, si vogliono benedire le persone, non si benedice il peccato, si tratta di un’affermazione che però gira intorno al problema senza assolutamente centrarlo.

Un “diritto” al perdono?

Passiamo adesso alla seconda questione, che si evince da questa intervista di Papa Francesco nella trasmissione Che tempo che fa, ed è la questione in merito al dover perdonare tutti.

Papa Francesco ha insistito sempre su questo punto: bisogna perdonare tutti, bisogna perdonare tutti, la Chiesa è madre, la Chiesa accoglie tutti, ecc.

Ora capite bene che questo tipo di affermazione è un’affermazione che da una parte vuole denunciare un atteggiamento impropriamente rigoristico, neogiansenista, lo possiamo definire in tante maniere, ovviamente da cui giustamente bisogna prendere le distanze.

Però è inevitabile che questo tipo di affermazione vada a confondere un po’ le idee, soprattutto dimenticando quelle che sono le condizioni fondamentali perché il sacramento della Confessione possa essere valido.

Sappiamo benissimo che tra queste condizioni che rendono valido il sacramento della confessione vi è il sincero, chiaro proposito di non peccare più.

Lui stesso, Papa Francesco ha detto: “Io mi sono trovato solamente in un’occasione”, ha detto nell’intervista, “di non poter dare la soluzione per una questione, d’ipocrisia”. Quindi anche lui riconosce ovviamente che ci sono delle condizioni in cui la soluzione non si può dare.

Ora torna a ripetere, di insistere in un tempo, in un clima, in una situazione in cui si è perso completamente il senso del peccato. Perché, lo sappiamo molto bene, la grande questione non è che l’uomo pecca o l’uomo continua a peccare — poi ci possono essere dei dati che ci fanno capire come è maggiormente diffuso il peccato rispetto al passato —, ma l’uomo è sempre comunque peccatore.

Il grande problema di oggi è che si è perso il senso del peccato. Questa è la tragedia contemporanea, ed è indubbio che questo tipo di affermazioni da parte di Papa Francesco aiutino ancora di più a confondere le idee e a far perdere, appunto, il senso del peccato.

Inferno vuoto?

E veniamo alla terza questione, quella dell’inferno vuoto, laddove il Papa ha detto: “Io, questa mia dichiarazione non è una dichiarazione magisteriale, però a me piace sperare che l’inferno sia vuoto”.

Ora, indubbiamente è speranza di tutti che nell’inferno ci siano quanto meno anime possibili, però, vedete, questa questione dell’inferno vuoto è una questione che ovviamente non regge.

Non regge sul piano del sensus fidei. Perché non regge sul piano del sensus fidei?

Perché sono tantissime le apparizioni private in cui alcuni santi, alcuni veggenti, hanno beneficiato della vista, anche se drammatica, tragica, dell’inferno, di un inferno con le anime. Capisco che per quanto riguarda le apparizioni private c’è tutta una grande questione di discernimento, ecc. però che c’è un numero consistente da questo punto di vista, è un numero consistente.

Quindi questa dichiarazione da parte del Papa, che non è la dichiarazione di un signore qualsiasi, ma stiamo parlando del Romano Pontefice, è una dichiarazione che disorienta.

Allora, dicevo, la questione dell’inferno vuoto non regge sul piano del sensus fidei, ma non regge nemmeno sul piano della logica. Perché non regge sul piano della logica?

Perché noi sappiamo che c’è la verità di fede dell’esistenza dell’inferno, e va bene, ma c’è anche la verità di fede dell’esistenza del demonio e il demonio sta all’inferno, cioè gli angeli ribelli sono stati condannati e sono nell’inferno.

Quindi non si capirebbe perché Dio abbia questa “misericordia” — che va contro poi, andrebbe poi contro la sua, la virtù della giustizia — in favore dell’uomo e poi non l’abbia avuto per quanto riguarda gli angeli ribelli. Perché comunque nell’inferno, sicuramente per verità di fede, ci sono gli angeli ribelli, cioè ci sono i demoni. Quindi questo discorso dell’inferno vuoto, torno a ripetere, non regge né sul piano del sensus fidei né su quello della logica.

Poi il Vangelo parla chiaramente: Gesù tante volte parla dell’inferno. In Luca 13 si parla del fatto che ci si può salvare solamente attraverso la porta stretta; e poi ci sono altri punti del Vangelo in cui Gesù fa capire che si bussa la porta ma la porta rimane chiusa.

Insomma, mi sembra che questo tipo di affermazioni vadano oltre il dato evangelico e oltre ciò che Cristo stesso ha detto. e sappiamo benissimo che il Papa è il vicario di Cristo.

Inoltre, dinanzi a quelle obiezioni che si dicono sì però non c’è il dogma che dice che nell’inferno ci sono le anime dannate ecc, vi voglio leggere ciò che Benedetto XII scrisse nella Benedictus Deus del 21 gennaio del 1336 dove si legge questo:

«Noi inoltre definiamo che secondo la generale disposizione di Dio le anime di coloro che muoiono nel peccato mortale attuale subito dopo la morte discendono all’inferno dove sono tormentate con supplizi infernali e che tuttavia nel giorno del giudizio tutti gli uomini con i loro corpi compariranno davanti al Tribunale di Cristo per rendere ragione delle loro azioni, per ricevere ciascuno ciò che gli spetta con inconseguenza di quello che ha fatto quando era nel corpo sia di bene che di male».

E qui Benedetto XII poi riprende la 2Cor 5, 10.

Continua ancora Benedetto XII:

«Quanti si trovino all’inferno non lo sappiamo. Gesù ha parlato di molti che non riusciranno a passare per la porta stretta».

E poi Benedetto XII conclude citando Mt 7, 13:

«Entrate per la porta stretta perché larga la porta spaziosa, la via che conduce alla perdizione e molti sono quelli che vi entrano».

Quindi anche questo terzo punto in merito, all’inferno vuoto, è un’affermazione che disorienta e disorienta non poco.

Cosa preoccupata questo Papa?

E vengo alla quarta questione, sollecitato da una domanda di Fabio Fazio a proposito del fatto di cosa preoccupasse di più il Papa, gli facesse più paura, ebbene Papa Francesco ha risposto dicendo la guerra.

Già all’inizio dell’intervista si parla molto della guerra, di tutte le questioni diciamo di carattere politico, di carattere di politica internazionale, ecc., e il papa risponde la guerra quindi la possibilità anche che i conflitti si possono estendere si possono utilizzare armi di sterminio come le armi nucleari e via discorrendo.

Ora che vi sia la possibilità di una terza guerra mondiale devastante, sia una preoccupazione che debba essere, che debba toccare tutti gli uomini, in particolar modo anche il Romano Pontefice, questa è fuori discussione.

Ma la domanda era una domanda chiara: “Che cosa le fa più paura?”.

Ebbene qui un papa come deve rispondere? Certo addolora dirlo, addolora fare questa correzione, ma un Papa che cosa deve rispondere? È il peccato, è il peccato grave, è il peccato morale, mortale, che uccide, che uccide le anime.

E Gesù lo dice chiaramente: “Non temete coloro i quali hanno la possibilità di uccidere i corpi, temete piuttosto coloro i quali hanno possibilità di uccidere le anime, hanno la possibilità di uccidere l’anima”, ed è appunto il peccato mortale. Poi sappiamo benissimo che il peccato è alla radice di tutti gli altri problemi; gli altri problemi sono l’effetto del peccato.

Ma d’altronde vedete l’impostazione neomodernista è questa, cioè un’impostazione in cui implicitamente si crede che tutti quanti abbiano il diritto alla salvezza, che la stessa Incarnazione di Cristo automaticamente abbia prodotto la salvezza di tutti.

Allora è chiaro che se tutti voi vanno in paradiso ecc., i problemi sono altri, ma qui stiamo in un cambio totale, come abbiamo spesso insistito, in un cambio totale di paradigma di quello che è l’annuncio della fede.

Preghiamo per il Papa

Concludendo, la nostra posizione la conoscete molto bene, che è una posizione comunque di riconoscimento della legittimità di Papa Francesco, ma nel stesso tempo purtroppo di un sentimento molto critico nei confronti di molte sue espressioni e quindi anche del suo magistero.

Se noi non riconoscessimo la legittimità di Papa Francesco ovviamente non avremmo fatto questo intervento.

Lo facciamo proprio tenendo presente, come abbiamo detto all’inizio, quello che San Tommaso dice, cioè il dovere anche a beneficio delle anime di correggere eventuali dichiarazioni erronee da parte dell’autorità che vengono fatte pubblicamente.

Tutto questo ci deve spingere sempre di più la preghiera nei confronti del Papa, la preghiera nei confronti della Chiesa che sta attraversando ormai da diversi decenni una crisi che purtroppo deve essere definita spaventosa.

Perché è una crisi spaventosa? Vedete anche a proposito di quello che abbiamo detto dell’inferno vuoto, teniamo presente perché la Madonna parve a Fatima.

Fatima trionferà

La Madonna parve a Fatima dicendo che troppe anime vanno all’inferno.

È chiaro che la Madonna parlava anche per il futuro, e quindi troppe anime vanno all’inferno anche perché molti pastori non difendono più il gregge dei lupi, cioè dagli errori.

Allora tutto questo ci deve spingere ad amare ancora di più la Chiesa, ad amare ancora più l’istituzione Petrina, a pregare per il successore di Pietro, a pregare per la Chiesa, e nello stesso tempo non ci deve spingere ad un atteggiamento ansioso, occuparci di questo problema ma mai preoccuparcene perché sappiamo benissimo che la Chiesa è sempre sotto il manto dell’Immacolata che la protegge e che sicuramente quando lei vorrà, per volontà di Dio, interverrà perché questa crisi possa completamente risolversi.

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