Delitto e premio. Francesco promuove vescovo il teologo che “arruolò” l’anti-Ratzinger

Il sacerdote torinese don Roberto Repole è il nuovo arcivescovo-metropolita di Torino. Papa Francesco lo conosce bene: è il teologo che curò la collana delle Libreria Editrice Vaticana “La teologia di papa Francesco” che Benedetto XVI rifiutò di recensire nel 2018.

Dobbiamo fare una doverosa digressione. Nel marzo del 2018 la Libreria Editrice Vaticana pubblicò una collana di undici libretti intitolata La teologia di papa Francesco, che fu presentata con grande solennità durante una conferenza stampa da mons. Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la Comunicazione, il quale cercò di far credere all’opinione pubblica che Benedetto XVI approvasse tale iniziativa — e il nuovo paradigma teologico che presentava — manipolando la lettera con cui invece il precedente e vivente Pontefice negava addirittura la propria recensione.

Scoppiò uno scandalo internazionale, così D.E. Viganò fu costretto a dimettersi, ma papa Francesco lo “salvò”, creando un incarico proprio per lui nella stessa Segreteria per la Comunicazione.

Vi rammentiamo questo vergognoso — e ignobile — accaduto della storia del Vaticano degli ultimi anni, perché è giunta dalla Santa Sede una notizia importante riguardo il curatore di quella collana, il teologo torinese don Roberto Repole (tra poco diremo di cosa si tratta), che volle “arruolare”, in quell’occasione, colleghi teologi che — durante i pontificati di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI — si erano distinti per la loro opposizione al magistero pontificio che ribadiva il Depositum Fidei e che, con questo Papa, finalmente ottenevano la propria rivincita.

In particolare vi era il tedesco Peter Hünermann che «durante il mio pontificato si è messo in luce per aver capeggiato iniziative anti-papali», scrisse Benedetto XVI nella sua lettera di diniego a recensire la collana di don Repole. Inoltre costui «attaccò in modo virulento l’autorità magisteriale del Papa — aggiunse Benedetto XVI — specialmente su questioni di teologia morale».

Hünermann fu, infatti, uno dei più grandi oppositori della Veritatis Splendor di Giovanni Paolo II, l’enciclica implicitamente negata dall’Amoris Laetitia, come hanno rilevato i famosi cinque dubia dei quattro cardinali Brandmuller, Burke, Caffarra e Meisner, a cui Francesco non ha mai voluto rispondere.

Don Roberto Repole ha finalmente avuto da papa Francesco il “premio” — questa è la notizia accennata sopra — per aver saputo “arruolare” i teologi — anzi, gli ateologi — giusti in quell’occasione, ma soprattutto per aver ben capito il suo pensiero, il suo “cambio di paradigma”: è stato nominato, a soli 55 anni, arcivescovo-metropolita di Torino. Egli — a differenza di mons. Corrado Lorefice (responsabile del caso Don Minutella) — saprà, come si suol dire, “giocare bene le sue carte” e ottenere la berretta cardinalizia e… chissà che non ce lo ritroveremo anche futuro presidente della CEI… vista l’urgenza di papa Francesco di piazzare i “suoi” entro il completamento del Sinodo 2023, benedicendo poi il tutto con l’Anno Santo 2025… A pensar male si fa peccato, diceva qualcuno, ma spesso ci si azzecca!

Francesco critica e denuncia — giustamente — il clericalismo e il carrierismo, ma poi sceglie uomini che purtroppo sono, diciamo così, “affetti” da queste diaboliche deformazioni che colpiscono il ministero dei sacerdoti.

Chi cerca la ricompensa in questa vita, quasi sicuramente riuscirà ad ottenerla, ma sarà fine a se stessa e non verrà sicuramente dal Cielo, ma dagli uomini (cfr. Mt 6, 1). I falsi profeti e i cattivi maestri ottengono le lodi, in questo mondo, da questo mondo (cfr. Lc 6, 26).

Per questo, come aveva ricordato il card. Giacomo Biffi, bisogna dissentire dai falsi profeti, non da quelli di sventura.


«Guai ai pastori che fanno perire e disperdono il gregge del mio pascolo». Oracolo del Signore. Perciò dice il Signore, Dio di Israele, contro i pastori che devono pascere il mio popolo: «Voi avete disperso le mie pecore, le avete scacciate e non ve ne siete preoccupati; ecco io mi occuperò di voi e della malvagità delle vostre azioni. Oracolo del Signore. Radunerò io stesso il resto delle mie pecore da tutte le regioni dove le ho lasciate scacciare e le farò tornare ai loro pascoli; saranno feconde e si moltiplicheranno. Costituirò sopra di esse pastori che le faranno pascolare, così che non dovranno più temere né sgomentarsi; di esse non ne mancherà neppure una». Oracolo del Signore.

Geremia 23, 1-4

E non siamo soli ad aver commentato i fatti: vedi qui Korazym

 Praemonitus praemunitus, ovvero, uomo avvisato mezzo salvato. Intelligenti pauca, ovvero, a buon intenditor poche parole…

IL SUCCESSORE DI NOSIGLIA
Don Repole, un vescovo per una Chiesa umiliata
di Luisella Scrosati

Il nuovo arcivescovo di Torino, Roberto Repole, è noto per la collana in cui chiamò a collaborare due autori in aperta antitesi a Ratzinger e alla CDF, nonché don Fumagalli con il suo «matrimonio progressivo». Lui stesso è stato relatore a un incontro, dal titolo ambiguo, di cristiani omosex. E applica il suo «pensiero umile» perfino ai dogmi.
… la nomina di don Roberto Repole, 55 anni, ad arcivescovo metropolita di Torino, nonché vescovo di Susa, corrisponde perfettamente ai desiderata del pontificato corrente, nel quale egli si è inserito con particolare scaltrezza.

  • Nella linea del pensiero umile è anche la scelta di affidare la trattazione della teologia morale di papa Francesco a don Aristide Fumagalli; il quale colse l’occasione per propagandare il «matrimonio progressivo» (vedi qui), che apre la porta all’idea che azioni intrinsecamente cattive possano diventare, all’interno del matrimonio progressivo, l’unico bene possibile in un dato momento. (..)
    E poi c’è lui medesimo, don Repole, che presenta l’ecclesiologia del Papa nel libretto Il sogno di una Chiesa evangelica, in un modo che porta alla sovrapposizione tra il suo pensiero e quello di Bergoglio, senza che si riescano più a distinguere l’uno dall’altro.
  • Con queste premesse, la Chiesa umile diviene facilmente la Chiesa umiliata.

3 pensieri riguardo “Delitto e premio. Francesco promuove vescovo il teologo che “arruolò” l’anti-Ratzinger

  1. E se avesse ragione ?
    ( è una domanda che pongo pure a me stessa… troppe cose non quadrano )
    Ovviamente non faccio parte del cosiddetto “ piccolo resto” minutelliano … ( per ora) quindi continuo a frequentare le messe in comunione con papa Francesco .
    Ma di dubbi ne ho molti … troppi…
    Troppe cose non quadrano con la situazione attuale di due papi e di tutto cio che fa Bergoglio che ormai chiaramente va contro il cattolicesimo cosi come è stato e lo abbiamo conosciuto in passato.
    Stanno demolendo tutto con la supervisione di Bergoglio e tentando di costruire una Chiesa che non è piu cattolica ma “ un altra cosa”…
    Questo nessuno lo puo negare perché è sotto gli occhi di tutti ( tranne di chi non vuol vedere).
    A questo punto se cio che ho detto prima è vero che Bergoglio alias papa Francesco sia legittimo o un impostore ha poca importanza .
    Che tempi brutti ! Non conosco la storia della Chiesa se non molto approssimativamente … ma ho l impressione che questo buio Bergogliano con queste caratteristiche non ci sia mai stato nella storia della chiesa .
    Ho visionato questo breve filmato

    Ero scettica sulla veridicità… ho fatto delle ricerche sia in italiano che spagnolo e inglese … ed è tutto vero.
    Sono in crisi….

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    1. Gentile Miriam, ci scusiamo per averle censurato quel video ma proveremo a spiegarle il perchè.
      La ricostruzione storica dei fatti che hanno visto Jorge Mario Bergoglio davanti al miracolo eucaristico a Buenos Aires, quando era Vescovo e poi anche primate cardinale, è stato da Don Minutella esasperato, falsificato e distorto…
      Affermare che una cosa è stata “murata viva”, significa non poter accedere da alcuna parte mentre, nella Cappella (e dunque c’è una Cappella dedicata al miracolo) è ben visibile LA PORTICINA… la quale viene aperta in determinate occasioni…
      Ora, possiamo discutere sui gusti dell’opera “artistica”, ma non si può dire che il miracolo “è stato nascosto, murato vivo” perché ciò non corrisponde ai fatti. Entrare poi “in crisi” (di fede??) perché un Vescovo non vuole troppo chiasso attorno ad un miracolo (perché di questo si tratta), ci appare esagerato. Cara Miriam la Fede è ben altra cosa e non la si perde per queste cose, anzi per nulla al mondo, chi la perde è perché non l’aveva… credeva di averla…
      Tornando ai fatti il problema (che non è affatto solo Bergoglio) va ricercato in tutta la Chiesa, nei Pastori ovviamente, da dopo il Concilio Vaticano II, molti dei quali hanno perso quella Fede genuina nella Presenza Reale eucaristica… ed altro secondo elemento importante è la SUPERSTIZIONE che nel frattempo è dilagata internamente nella Chiesa, in molte comunità a causa della quale la gente CERCA IL MIRACOLISMO… e cresce su una fede fragile pronta a perdersi assai facilmente, come lei stessa ha dimostrato.
      Jorge Mario Bergoglio ha sempre creduto in quel miracolo tanto da affidarlo a ben tre commissioni proprio per avere le prove da consegnare alla sua Diocesi… se non vi avesse creduto lo avrebbe fatto sparire… Certo, egli chiese ai sacerdoti coinvolti di MINIMIZZARE i fatti, di evitare il chiasso… se fece bene o male lo dirà il Buon Dio…
      Nel frattempo, delle Ostie sanguinanti, l’unica rimasta e sopravvissuta è quella del 1992, ed è quella custodita nel vano dietro l’ostensorio del Santissimo Sacramento… quindi, Bergoglio, non ha occultato un bel nulla… anzi ci sarebbe da chiedersi come mai il Signore ha voluto e permesso che le altre due si “estinguessero”?
      Dubbi?? O sì, gentile Miriam, dubbi ne avremo sempre tanti ma per confidare maggiormente in Dio e nella Sua Chiesa che non è mai abbandonata dallo Sposo, non certo dubbi di fede o altro. Se Gesù ha detto che le porte degli inferi non prevarranno, ciò deve bastare alla nostra Fede.
      Cordiali saluti dallo Staff

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