Francesco è il legittimo papa della Chiesa?

Con quest’editoriale vogliamo rispondere a quanti sostengono che la nostra posizione nei confronti di papa Francesco non sarebbe chiara. E, allora, specifichiamo subito senza alcuna ambiguità: Egli è il legittimo 266° Successore del Beato Apostolo Pietro e come tale lo rispettiamo e preghiamo per lui. Questo però non significa chiudere gli occhi davanti ai gravissimi errori, e la tanta confusione, del suo governo. Ma non spetta a noi il giudizio ultimo e definitivo sul suo pontificato, men che meno addirittura sulla sua persona, questo è compito specifico ed esclusivamente della Santa Madre Chiesa e dei futuri Successori del Beato Apostolo Pietro.

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Desiderio Desideravi? Un desiderio ardente di chiarezza dal Papa

La correzione fraterna e filiale al superiore è veramente possibile solamente nella Chiesa cattolica perché in Essa vige, per Divina Volontà, il primato della Verità. Le correzioni fraterne a papa Francesco non sono contro di lui, ma per lui (e per noi stessi), affinché compia fedelmente la missione che ha giurato di adempiere il giorno della sua elezione alla Cattedra di San Pietro.

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Per Papa Francesco tutto è negoziabile, fuorché lo “spirito” del Concilio. Però i Media giocano sporco!

Chi vuole essere obbediente al Concilio, deve accettare la fede professata nel corso dei secoli e non può tagliare le radici di cui l’albero vive...” (Benedetto XVI – Lettera ai Vescovi 10.3.2009)

Sta facendo discutere – e dividere – il Discorso che il santo Padre Francesco ha fatto alla CEI, all’Ufficio Catechistico internazionale del 30.1.2021 – vedi qui il testo integrale. Premettiamo subito che il testo in sé è abbastanza accettabile per noi cattolici, ed è però anche lineare con il suo progetto di “nuova chiesa”. Questa premessa farebbe pensare subito ad un nostro ardire schizofrenico e contraddittorio poiché: se il Discorso è accettabile per noi cattolici, come lo si potrebbe accettare se pensiamo che è anche lineare con il suo progetto di una “nuova chiesa”?

E’ l’ambiguità che non solo procede da ben oltre cinquant’anni, ma è l’ambiguità che da sette anni è diventata parte integrante di questo magistero che si nasconde dietro le parole, i pensieri e l’applicazione (o l’imposizione) di “aprire le porte, aprire i processi senza chiuderli…” in nome non tanto del Concilio (come vedremo) ma dello “spirito” di quel Concilio che, però, fu ripetutamente denunciato da Giovanni Paolo II quanto da Benedetto XVI. La stessa ambiguità procede con il nuovo modo di pensare alla sinodalità della quale però parleremo in altra sede, dal momento che è necessario affrontare questo argomento con il Documento alla mano “Communionis notio“.

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L’altare papale inutilizzato da mesi. Simbolo del vuoto magisteriale di questo pontificato

Un grande vuoto dopo il culto della pachamama a San Pietro: l’altare papale inutilizzato da mesi.

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La gravissima accusa di mons. Viganò: La Gerarchia ha detronizzato Cristo Re

Durante il meeting annuale dei membri di LifeSiteNews, avvenuto il 6 agosto, mons. Carlo Maria Viganò vi ha preso parte telefonicamente, meditando sull’importanza della regalità sociale di Nostro Signore Gesù Cristo e del diabolico piano per distruggerla fuori e dentro la Chiesa. Abbiamo tradotto per voi l’intera meditazione.

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“Laudato sì”.. non “mi Signore” ma… Madre Terra…

“Si costituì allora un esercito di popolo, i “cristeros”, i quali combattevano al grido di “Viva Cristo Re! Viva la Vergine di Guadalupe! Viva il Messico!”. Con le stesse parole sulle labbra versavano il loro sangue…”

C’era una volta… il panteismo spinozano… ma non vogliamo farla difficile o prenderla alla lontana, ci basterebbe studiare il gesuita Teilhard de Chardin per comprendere l’evoluzione di questo new-panteismo fatto giungere, appunto, ad una forma nuova di cristianesimo con il suo “Cristo cosmico“… oppure giungere – o ripartire – dall’allegra brigata gesuitica modernista con i “perfezionisti” del nuovo umanesimo di Karl Rahner  e il suo “cristianesimo anonimo” e Pedro Arrupe, il promotore della Teologia del pueblo

Girandola come volete questo è il panteismo – antico o moderno – una concezione secondo la quale Dio non è “persona” ma è in ogni cosa e in ogni luogo, così come ogni cosa è “dio”… Ciò che accomuna tutte le varie forme di panteismo, sviluppatesi nel tempo e nella storia, è un rigetto, un rifiuto a non ripresentare Dio, ma renderlo presente rivolgendosi a lui direttamente attraverso una “presenza” materializzata in una delle sue creazioni. Cosa vuol dire ciò? Vuol dire semplicemente ed esplicitamente che ci si deve rivolgere a Dio mediante la CREAZIONE che è opera sua, “immagine sua”, piuttosto che rivolgersi alle “immagini” che ci facciamo noi di Dio… In definitiva ci si rivolge alle rocce, al mare, alla foresta, ai fiori, agli alberi, persino guardando l’alba o un tramonto, quale “dio personificato” AD IMMAGINE E SOMIGLIANZA DELL’UOMO e in ciò in cui lui crede, praticando di fatto il culto della natura, una sorta di idolatria senza la fabbricazione di idoli…

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Mons. Viganò spiega perché resiste in faccia a Bergoglio

L’ex vaticanista Aldo Maria Valli ha intervistato il vescovo mons. Carlo Maria Viganò con con il quale ha parlato delle più scottanti usciste di papa Bergoglio, nei confronti del quale l’ex Nunzio apostolico non ha mai mancato una resistenza in faccia (cfr. Gal 2, 14) anche con recenti atti di accusa.

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Bergoglio come Giuda? “Tu l’hai detto”: l’atto di accusa di mons. Viganò.

Le profanazioni eucaristiche, i sacrilegi sacramentali, l’apostasia di Abu Dhabi, l’adorazione della Pachamama, la denigrazione della SS. Vergine, il propagare delle eresie, ecc., sono crimini che il Cielo non poteva lasciare impuniti: la pandemia del coronavirus è il giusto castigo (come hanno spiegato i vescovi mons. Carlo Maria Viganò e mons. Athanasius Schneider). Ma papa Jorge Mario Bergoglio non vuole capirlo e continua dritto per la sua strada: il 3 aprile si è scagliato ancora una volta contro il massimalismo mariano, arrivando addirittura ad affermare che la SS. Vergine non è Regina; nell’annuario pontificio di quest’anno (pubblicato il 25 marzo) ha voluto solo il suo nome secolare e ha fatto classificare i poteri e i ruoli del Romano Pontefice come meri “titoli storici”. S. E. mons. Carlo Maria Viganò, intrepido difensore del Depositum Fidei, non ha taciuto — come già fece lo scorso dicembre — e nel seguente atto d’accusa richiama papa Jorge Mario Bergoglio.

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Bergoglio a Scalfari: mi sento vicario di un Cristo “di cui poco ne sappiamo”, ma per Bassetti DOBBIAMO TACERE!

“…abbatteranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata”. (Lc.19,39-44)

In questo editoriale delle cronache ci concentreremo su due interventi recenti: quello del “vangelo secondo Scalfari di Repubblicadel 16 gennaio cm, il quale ha riportato di un recente colloquio con papa Francesco… e l’intervento del Presidente della CEI il quale ha affermato quanto segue:

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Non possiamo tacere, attenzione alle “tonteras”… le vere bergoglionate!

“Cosa dobbiamo fare? Dobbiamo creare un’altra Chiesa affinché le cose possano aggiustarsi? Questo esperimento già è stato fatto ed è già falli­to. Solo l’amore e l’obbedienza a nostro Signore Gesù Cristo possono in­dicarci la via giusta. Proviamo perciò innanzitutto a comprendere in modo nuovo e in profondità cosa il Signore abbia voluto e voglia da noi…” (Benedetto XVI – Appunti aprile 2019 – vedi qui)

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