A colpi di motu propri papa Francesco legittima la “sua Chiesa”

Arriva Summa Familiae cura per distruggere definitivamente la Familiaris consortio. Del resto, Giovanni Giolitti († 1928) cinicamente ma realisticamente sentenziava: «Per i nemici le leggi si applicano, per gli amici si interpretano».

Estate infuocata, come abbiamo raccontato qui, analizzando le notizie di cronaca papale. E se durante la siccità l’unico fluido è stato un magistero estivo caldo e soffocante, ora con l’arrivo delle bombe d’acqua, nubifragi e l’allerta arancioni, ci ritroviamo con uno tsunami di Motu Propri atti a mettere la parola fine alla vera dottrina della Chiesa Cattolica.

Non ci soffermeremo sulla questione liturgica recentemente discussa da un altro MP di Bergoglio e abilmente trattato dal domenicano padre Riccardo Barile, vedi qui e pure qui, piuttosto vogliamo soffermarci sul MP uscito proprio stamani e che riguarda la Famiglia – clicca qui – Summa Familiae cura, un vero suffragio (si fa per dire, sic!) alla memoria di San Giovanni Paolo II e del cardinale Caffarra…. ed è forse meglio dire che è questo una lapide tombale alla Familiaris Consortio.

L’ultimo incontro fra il card. Caffarra e papa Bergoglio. Un abbraccio di circostanza davanti alle telecamere.

Perché parliamo di lapide tombale? Perché mentre la Familiaris Consortio è una esortazione apostolica, documento magisteriale papale a seguito di un sinodo e dunque di carattere pastorale, il Motu Proprio ha valore esecutivo e legale, è, in un certo senso, più canonico, più importante ai fini della sua applicazione e perché obbliga i cattolici alla sua applicazione.

E’ interessante che tranne per un passaggio, il resto del MP cita se stesso… cioè, Papa Francesco, pur ribadendo di restare nel solco della Familiaris Consortio, in realtà cita se stesso per affondarla, ecco un passaggio inquietante ed aberrante: “Il cambiamento antropologico-culturale, che influenza oggi tutti gli aspetti della vita e richiede un approccio analitico e diversificato, non ci consente di limitarci a pratiche della pastorale e della missione che riflettono forme e modelli del passato. Dobbiamo essere interpreti consapevoli e appassionati della sapienza della fede in un contesto nel quale gli individui sono meno sostenuti che in passato dalle strutture sociali, nella loro vita affettiva e familiare. Nel limpido proposito di rimanere fedeli all’insegnamento di Cristo, dobbiamo dunque guardare, con intelletto d’amore e con saggio realismo, alla realtà della famiglia, oggi, in tutta la sua complessità, nelle sue luci e nelle sue ombre…”.

Abbiamo inteso bene? Forme e modelli del passato? Perché quanti ce n’erano?? aiutateci a capire!! L’unica forma e modello del passato – e biblico – è uno solo: uomo+donna=famiglia, figli…. (e per i battezzati, naturalmente, un solo Sacramento del Matrimonio). Esiste forse una “pratica della pastorale e della missione” del passato che riflettono altri modelli? Dunque, afferma el Papa Francisco, che dobbiamo – dovremmo… – farci interpreti e consapevoli DI NUOVE FORME E MODELLI… e come al solito, senza specificare mai di cosa si tratta.

Ci domandiamo, leggendo il Documento: se dobbiamo rimanere fedeli all’insegnamento di Cristo, dove sta scritto, nei Vangeli, che esistono altri modelli ed altre forme di FAMIGLIA? La Divina Famiglia non è forse il modello e la forma che Dio stesso scelse per darcene testimonianza? Luci ed ombre ci sono sempre state nella vita degli uomini single, come nella famiglia, negli sposati, nelle storie dei fidanzati, nelle storie dei consacrati, ma forma e modello è sempre stato uno solo.

Non si può rimanere “nel limpido proposito” di piacere a Dio se, sotto, sotto, si impone ai fedeli, si impone alle future generazioni, si impone alle nuove catechesi e ai preti che esistono altre forme ed altri modelli di famiglia, perché questo è FALSO! E ben profetizzava il Patriarca di Venezia nel 1883, mentre difendeva già allora l’Istituto della Famiglia espresso dall’allora Pontefice Leone XIII, e affermava: “Solo rimedio a tutto questo noi lo vediamo nei santi principi, onde la famiglia fu rialzata e ristorata da Gesù Cristo; nel Sacramento che dà la grazia necessaria agli sposi per mantenersi reciprocamente quell’ affetto che diventa un dovere…” clicca qui per il testo.

E se qualcosa vi fosse ancora sfuggito, ecco la marchetta che definiamo essere la lapide tombale sia sulla Familiaris Consortio sia sul cardinale Caffarra dal momento che, tutto il suo accurato magistero in materia, è ora legalmente sepolto, ecco le parole del MP: “Con il presente Motu proprio istituisco il Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia, che, legato alla Pontificia Università Lateranense, succede, sostituendolo, al Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia, stabilito dalla Costituzione apostolica Magnum Matrimonii sacramentum, il quale pertanto, viene a cessare. Sarà, comunque, doveroso che l’originaria ispirazione che diede vita al cessato Istituto per Studi su Matrimonio e Famiglia continui a fecondare il più vasto campo di impegno del nuovo Istituto Teologico, contribuendo efficacemente a renderlo pienamente corrispondente alle odierne esigenze della missione pastorale della Chiesa…”.

Capito bene?  Il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia, voluto da San Giovanni Paolo II che mise a capo il cardinale Caffarra, il quale si oppose alle derive dottrinali dei due recenti sinodi sulla Famiglia, è oggi sostituito da Papa Francesco con nuove norme e nuove dottrine. E si legge anche la presa per i fondelli, laddove si dice che “l’ispirazione che diede vita all’Istituto” deve continuare a fecondare… ma fecondare che cosa? Il cambiamento antropologico-culturale della Famiglia… è ovvio! Ed è altrettanto ovvio che non era questo lo spirito con il quale venne fondato l’originario Istituto, non è questa la dottrina della Chiesa sulla Famiglia.

Oggi è Memoria delle Apparizioni de La Salette, a Maria Santissima, Regina della Famiglia, quella voluta e fondata da Dio, quella che è sempre è stata e sempre sarà fino alla fine del mondo, illumini il Clero e i Vescovi, e aiuti noi piccolo gregge nella resistenza e nella buona battaglia contro l’eresia.

IPXE DIXIT

«Roma perderà la fede e diventerà la sede dell’Anticristo» (Nostra Signora di La Salette, 19 settembre 1846).

«Verranno mode che offenderanno molto Gesù. Le persone che servono Dio non devono seguire la moda. La Chiesa non ha mode. Gesù è sempre lo stesso… I peccati che portano più anime all’inferno sono i peccati della carne» (Santa Giacinta Marto di Fatima, “Le memorie di Suor Lucia Dos Santo”).

«Lo scontro finale tra il Signore e il regno di Satana sarà sulla famiglia e sul matrimonio» (Suor Lucia Dos Santos in una lettera al card. Carlo Caffarra).

«La Chiesa di Roma corre il rischio di spaccarsi in due… False teorie sull’Eucaristia, sui sacramenti, sulla dottrina, sul sacerdozio, sul matrimonio e sulla procreazione dei figli. Essi vengono traviati e tentati dallo spirito della falsità, da satana e dal modernismo. La dottrina divina e le leggi valgono per tutte le epoche e sono come nuove per ogni tempo. (…) La Chiesa di Roma deve rimanere la Chiesa di Roma» (Nostra Signora di Amsterdam, 31 maggio 1965).

«Quello che ho sognato non si avveri mai, è troppo doloroso e spero che il Signore non permetta che il Papa neghi ogni verità di fede e si metta al posto di Dio. Quanto dolore ho provato nella notte, mi si paralizzavano le gambe e non potevo più muovermi, per quel dolore provato nel vedere la Chiesa ridotta a un ammasso di rovine» (Bruno Cornacchiola, 21 settembre 1988.  “Il veggente. Il segreto delle Tre Fontane”, di Saverio Gaeta, Salani editore).

«Le tenebre di Satana stanno oscurando ormai tutto il mondo e stanno oscurando anche la Chiesa di Dio. Preparatevi a vivere quanto io avevo svelato alle mie piccole figlie di Fatima» (Nostra Signora di Civitavecchia, 19 settembre 1995).

5 pensieri riguardo “A colpi di motu propri papa Francesco legittima la “sua Chiesa”

  1. Articolo condivisibile, solo una piccola riflessione.
    L’articolo dice ” il Motu Proprio ha valore esecutivo e legale, è, in un certo senso, più canonico, più importante ai fini della sua applicazione e perché obbliga i cattolici alla sua applicazione.”
    Se così fosse non si capirebbe perché il MP di Benedetto VI non abbia vincolato tutti i cattolici, cioè le Diocesi, lasciando confusione su chi lo permette (pochi vescovi) e chi lo rifiuta (molti vescovi).e tutt’ora è una battaglia per la sua applicazione.

    "Mi piace"

    1. Beh! la motivazione appare lampante 😉 Benedetto XVI non imponeva ma desiderava far comprendere che ripristinare il Vetus Ordos fosse anche una questione di giustizia ecclesiale, nonché anche aiuto e sostegno per correggere gli abusi avanzati nel Novus Ordo….
      Il suo Successore, invece, impone i cambiamenti generati dall’eresia modernista e portati avanti dai gesuiti modernisti come Rahner ed altri.
      Comunque va fatta una precisazione riguardo a questi “obblighi”. Il MP in questione non parla di Catechismo o di diritto Canonico, ma di prassi della nuova pastorale. Questo aspetto è importante per dire chiaramente che nessun membro della Chiesa, dal Clero al Fedele laico, dal parroco al cardinale, ha l’obbligo di obbedire a questo documento.
      Il Papa impone il testo con una formula che non è nuova ma appartiene a tutti i MP e documenti ufficiali della Chiesa (anche al Summorum Pontificum), ma i contenuti possono essere sempre discussi in base alla dottrina e del Catechismo della Chiesa di sempre.
      Se mancano questi presupposti, non si è obbligati all’obbedienza!

      "Mi piace"

  2. Chi lo ha fatto eleggere adesso chiede il conto.
    Nella chiesa erano gia’ presenti tutte queste eresie, ora si stanno liberando.
    Che Dio ci aiuti!!!

    "Mi piace"

  3. Anche Riccardo Cascioli, da La Bussola, evidenzia le gravi preoccupazioni del Motu Proprio :-(  Un nuovo Motu Proprio – Summa Familiae Cura – dà l’assalto all’Istituto per il Matrimonio e la famiglia creato da san Giovanni Paolo II, che cambia denominazione e status. Un forte segnale di discontinuità che sottolinea la totale diversità di giudizio, rispetto a Giovanni Paolo II, sulla realtà attuale della famiglia e della società e sul compito della Chiesa. http://www.lanuovabq.it/it/famiglia-attacco-alleredita-di-giovanni-paolo-ii

    "Mi piace"

Lascia un commento