Perché papa Francesco dice quello che dice e fa quello che fa?
Riguardo le recenti “bergoglionate” mariologiche — «[Maria] Non si è mai presentata come co-redentrice. No, discepola» — e cristologiche — «Maria Madre “meticcia” Dio, vero Dio e vero uomo, nel suo Figlio» — che papa Francesco ha detto, parlando a braccio e in spagnolo, durante l’omelia per la festa di Nostra Signora di Guadalupe, oltre al prof. Roberto de Mattei, anche altre “penne” più esperte di noi ne hanno parlato, facendone emergere le infondatezze dottrinali.
La teologa Maria Guarini, in un post ottimamente argomentato nel suo blog Chiesa e post-concilio, ha definito quello di Bergoglio un «guazzabuglio». È «Evidente anche la volontà pervicace di abbassare la Theotòkos al ruolo del discepolato, ignorando il dogma dell’Assunzione». «Infine, dopo l’eresia arriva anche la bestemmia nell’affermazione che Maria era una “meticcia”, che si è “meticciata” con Dio», spiega la dott.ssa Guarini. «Dunque quanto a “Dio meticcio” e “Maria meticcia”, il Bergoglio politicamente corretto con l’ossessione pro migranti, l’ha sparata grossa ancora una volta. Si tratta di un’eresia cristologica. […] la Persona di Cristo Signore non era una miscela o una confusione tra l’elemento umano e l’elemento divino».
«Io non sono certamente un mariologo», scrive il già vaticanista del TG1 Aldo Maria Valli nel suo blog Duc in altum, «ma, in quanto semplice fedele, mi sembra che la Chiesa veda da sempre nella madre di Gesù non una semplice “discepola”, bensì colei che ha reso possibile l’opera redentrice di Cristo». «D’altra parte, pur non avendo riconosciuto il dogma, — continua il dott. Valli — alcuni pontefici, come Pio XI e Giovanni Paolo II, hanno fatto riferimento all’opera corredentrice di Maria». Perciò «riferirsi a lei come a una “discípula” appare, quanto meno, riduttivo». «Se il popolo di Dio (quel popolo al quale Francesco fa così spesso riferimento) — chiosa l’ex vaticanista — da secoli parla di Madre, Vergine, Tabernacolo, Dimora, Torre, Stella e Regina, e non di Discepola, evidentemente un motivo c’è». «Circa la questione dei dogmi da riferire a Maria», conclude il dott. Valli, «Francesco ha esortato a non perdersi “en tonteras”, ovvero in sciocchezze. Ma, mi chiedo, i dogmi della Chiesa possono essere definiti così? E può farlo un papa?». Risponderemo a questa domanda (retorica) alla fine di quest’editoriale.
Il giornalista Sabino Paciolla, nel suo blog Oltre il Giardino, ha trascritto alcune parti di una conferenza che mons. Brunero Gherardini (1925-2017), uno dei più importanti teologici ecclesiologi degli ultimi tempi, tenne nel 2011 intitolata Assunta in Cielo perché Corredentrice. «[…] sì, il Redentore è Cristo, è soltanto Cristo. Ma la rivelazione del progetto salvifico — spiegò il grande teologo romano — attesta che la Redenzione non si sarebbe effettuata – parlo dell’economia storica rivelata, non parlo della potenza infinita di Dio – entro questa economia storica rivelata, si può dire che la Redenzione non si sarebbe mai effettuata senza il personale, diretto ed immediato contributo di Maria».
Anche il teologo domenicano P. Giovanni Cavalcoli — che pure cerca sempre di giustificare ogni “bergoglionata” di papa Francesco (talvolta arrampicandosi sugli specchi) — nel suo blog personale, ha scritto che «Questa negazione del titolo di corredentrice lascia molto sorpresi, perché, benché non si tratti di un titolo dogmatico come l’immacolata concezione o l’assunzione al cielo, il termine o quanto meno il concetto, anche se non espresso con quel termine, ha una solida base biblica e nella Tradizione occidentale ed orientale sin dai primi secoli […]». Poiché «[…] il termine corredentrice, se rettamente inteso, non presenta alcuna difficoltà per il semplice fatto che ogni cristiano in fin dei conti è un corredentore, un collaboratore o imitatore di Cristo redentore, ossia partecipa dell’opera della redenzione, la fa propria, si fa strumento di redenzione, lascia che sia Cristo stesso a redimere e ad agire in lui. E come Cristo redime e salva gli uomini, così il cristiano in Cristo o Cristo nel cristiano si fa redentore e salvatore dei fratelli. […]». Dunque «[…] Maria ha realizzato in modo unico, eccellentissimo ed inimitabile quel partecipare all’opera redentrice, che è proprio del cristiano come tale. […]».
Gli amici di Cooperatores-Veritatis.org hanno dedicato un video-briefing al riguardo, intitolato Piaccia o no, Maria è Corredentrice. Papa Francesco — spiegano nel “briefing” — è seguace del minimalismo mariano dei progressisti, che toglie de facto alla Madonna tutti i privilegi che il suo Figlio le ha dato, per abbassarla a mero modello della Chiesa, anzi a modello della loro nuova “Chiesa”. Infatti — concludono — una falsa mariologia è “sintomo” prima di tutto di una falsa cristologia, oltre che di una falsa ecclesiologia. La “prova del nove” dell’identità del Figlio è quella della Madre, perciò è la Debellatrice di tutte le eresie.
Ma, in quest’editoriale, più che confutare le ultime — ma non saranno le ultime — “bergoglionate”, vorremmo spiegare perché papa Francesco dice quello che dice e fa quello fa. Dunque ecco la nostra risposta alla domanda (retorica) di Aldo Maria Valli.
La spiegazione è stata data niente meno che dal cardinale Walter Kasper, il quale — in un’intervista recente al giornalista spagnolo José Manuel Vidal per il giornale Religion Digital — ha affermato che
«[Papa Francesco] è convinto che lo Spirito lo abbia chiamato a cambiare o, piuttosto, a rinnovare la Chiesa. E ci sta lavorando».
Può farlo un Papa? No, non può.
Kasper: “Papa Francesco è convinto che lo Spirito lo abbia chiamato a cambiare, o piuttosto a rinnovare la Chiesa. …”.
La domanda che questa affermazione suscita è quella di sempre su papa Bergoglio:
” Ma… lo spirito di CHI ???????”
E la risposta non è PER NULLA scontata, neppure se si tratta di un papa…
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Mi dispiace ma ogni volta che Bergoglio parla e straparla avverto sempre più la distanza tra la fede che mi è stata trasmessa e quello che egli afferma. Ha per caso cambiato religione?
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