Per il cardinale Koch la “riforma” protestante fu cosa positiva

No! Eminenza, noi non siamo d’accordo, e neppure il magistero della Chiesa è d’accordo.

“A tali condizioni è chiaro che la Sede Apostolica non può in nessun modo partecipare alle loro riunioni e che in nessun modo i cattolici possono aderire o prestare aiuto a siffatti tentativi; se ciò facessero, darebbero autorità ad una falsa religione cristiana, assai lontana dall’unica Chiesa di Cristo” (Pio XI a riguardo del rapporto con i Protestanti, Mortalium animos del 1928).

Di male in peggio: la “falsa chiesa” vista dalla beata Suor Caterina Emmerich nel 1820, evidentemente è quella che noi oggi siamo obbligati a tollerare in nome di “qualcosa” che Dio sta permettendo, per motivi a noi ancora sconosciuti ma, certamente, che esulano da un obbligo di tacere sui fatti e di rispondere, piuttosto con modi adeguati, contrariamente all’imposizione di queste idee moderniste. Tollerare, infatti, non significa capitolare, arrendersi e subire.

Dalla fonte ufficiale del Sir, l’alto prelato dice: “l’unità è un dono dello Spirito Santo. Non esiste un percorso del popolo e uno dei teologi”… bene, qui il prelato sembra contraddire Paolo VI e Papa Francesco quando dicono che “noi intanto camminiamo vicini facendo quello che possiamo, i teologi lasciamoli da parte a fare la loro”, che proviene dalla famosa battuta di Atenagora a Paolo VI di mandare tutti i teologi in un’isola deserta a fare la loro parte, così da NON ostacolare l’ecumenismo del camminare insieme con ciò che ci UNISCE.

Dunque è Bergoglio – nel suo spirito conciliarista – che divide i due percorsi e Koch sembra così non essere affatto d’accordo con lui! Ma ciò che dice poi Koch è di una gravità inaudita. Per l’illustre cardinale, quello fatto finora è “un percorso che ha permesso di giungere, da parte cattolica, ad un’immagine più positiva della Riforma e, da parte protestante, ad una visione differenziata della situazione in cui, nel tardo Medioevo, si trovava la cristianità occidentale”.

L’affermazione è gravissima perché sta riconoscendo che la Chiesa cattolica ha ceduto, avendo oggi una VISIONE PIU’ POSITIVA NELLA RIFORMA PROTESTANTE…. Koch in fondo sta dicendo la verità di quanto da tempo noi denunciamo e per la qual denuncia ci accusano di antipapismo… Ratzinger aveva detto che la Chiesa andava protestantizzandosi, nella famosa intervista a Messori, ma dopo la sua Rinuncia vien da chiederci: si è dimesso perché regna la falsa chiesa, o perché è d’accordo con quanto sta accadendo?

Ratzinger spiegava quanto segue e non cambiò mai parere: «Chi oggi parla di “protestantizzazione” della Chiesa cattolica, intende in genere con questa espressione un mutamento nella concezione di fondo della Chiesa, un’altra visione del rapporto fra Chiesa e vangelo. Il pericolo di una tale trasformazione sussiste realmente; non è solo uno spauracchio agitato in qualche ambiente integrista…» (Rapporto sulla Fede, cap.11 Fratelli ma separati).

La trasformazione è avvenuta, il cardinale Koch lo conferma. Quanto stiamo subendo è il mutamento nella concezione DELLA CHIESA in chiave protestante.

Così spiegava Ratzinger questa trasformazione in Rapporto su la Fede: “…il protestantesimo è nato all’inizio dell’epoca moderna ed è pertanto molto più apparentato che non il cattolicesimo con le idee-forza che hanno dato origine al mondo moderno. La sua attuale configurazione l’ha trovata in gran parte proprio nell’incontro con le grandi correnti filosofiche del XIX secolo. È la sua chance ed insieme la sua fragilità questo suo essere molto aperto al pensiero moderno. Così può nascere l’opinione (proprio presso teologi cattolici che non sanno più che fare della teologia tradizionale) che nel “protestantesimo ” si possano trovare già tracciate le vie giuste per l’intesa fra la fede e il mondo moderno”…

Conclude così il cardinale Koch: “Per questo, ognuno è chiamato a formarsi ed informarsi, imparando a conoscere la teologia della propria Chiesa, collaborando fraternamente con le altre Chiese, senza nascondere che vi siano delle difficoltà su alcuni aspetti del dialogo…”.

E’ la capitolazione della vera Chiesa di Cristo! O meglio, è il trionfo dell’affermazione della falsa chiesa che mette a tacere la vera Chiesa di Cristo. Le difficoltà non stanno affatto nel “dialogo” ma in quella perversa volontà di voler nascondere le differenze DOTTRINALI – come tutti e sette i Sacramenti; il Peccato Originale, Purgatorio, Paradiso ed Inferno nella corretta teologia Cattolica – per non parlare dell’autentica mariologia, del Santo Rosario, e non per ultimo… la Divina Eucaristia nella Sua Presenza reale, con tutto ciò che questo comporta per la Liturgia cattolica. Le difficoltà stanno laddove vogliono imporre la loro idea protestante di Chiesa.

Si comprende così perché assistiamo da un anno a questa parte vedi qui, ed anche qui, ad un trionfante riconoscimento sempre più di stampo protestante non solo della memoria di Lutero, ma soprattutto della sua dottrina. Sdoganare Lutero, la sua persona, non interessava affatto alla chiesa modernista, interessava suscitare UNA CERTA NOSTALGIA DI LUTERO per poter imporre la sua dottrina, l’unica che potrebbe risolvere lo sdoganamento del divorzio, della comunione agli adulteri, dell’abolizione del celibato ecclesiastico, della diaconia al femminile, e quante altre diavolerie ancora potranno inventarsi, perché il protestantesimo, per chi non lo sapesse, è alla radice del liberalismo politico in Europa, è la libertà dalla legge divina e naturale, è la libertà dalla dottrina di Cristo e della Chiesa, per imporre le proprie dottrine


RICORDA CHE:

«…che cos’è diventato il cattolicesimo… un tale fiume limpido e impetuoso è stato captato, nel suo corso, dai moderni nemici della Chiesa e d’ora innanzi forma solo un misero affluente del grande movimento di apostasia , organizzato, in tutti i paesi, per l’instaurazione di una Chiesa universale, che non avrà né dogmi, né regole per lo spirito, né freno per le passioni, e che, con il pretesto della libertà e della dignità umana, ristabilirebbe nel mondo, qualora potesse trionfare, il regno legale dell’astuzia e della forza…

(…) i veri amici del popolo non sono né rivoluzionari, né novatori, ma tradizionalisti…» (San Pio X – Lettera Notre charge apostolique – 25 agosto 1910)

Così spiegava anche mons. Negri, vedi qui Lutero, una differenza incolmabile.

Padre Riccardo Barile, vedi qui, il non detto del Papa a Lund“Ferma restando la necessità del dialogo ecumenico, è però importante rendersi conto che non è vero che tra cattolici e luterani ci unisce la fede e ci dividono solo delle interpretazioni teologiche. È vero invece che sui sacramenti, l’Eucarestia, l’approccio alle Scritture, il ministero sacerdotale, la Messa come sacrificio, la Madonna è proprio la fede che ci divide…”.

Se non siete ancora convinti, ascoltiamo Pio XI: “Vi sono però taluni che affermano e ammettono che troppo sconsigliatamente il Protestantesimo rigettò alcuni punti di fede e qualche rito del culto esterno, certamente accettabili ed utili, che la Chiesa Romana invece conserva. Ma tosto soggiungono che questa stessa Chiesa corruppe l’antico cristianesimo aggiungendo e proponendo a credere parecchie dottrine non solo estranee, ma contrarie al Vangelo, tra le quali annoverano, come principale, quella del Primato di giurisdizione, concesso a Pietro e ai suoi successori nella Sede Romana.

Tra costoro ci sono anche alcuni, benché pochi in verità, i quali concedono al Romano Pontefice un primato di onore o una certa giurisdizione e potestà, facendola però derivare non dal diritto divino, ma in certo qual modo dal consenso dei fedeli; altri giungono perfino a volere lo stesso Pontefice a capo di quelle loro, diciamo così, variopinte riunioni. Che se è facile trovare molti acattolici che predicano con belle parole la fraterna comunione in Gesù Cristo, non se ne rinviene uno solo a cui cada in mente di sottomettersi al governo del Vicario di Gesù Cristo o di ubbidire al suo magistero. E intanto affermano di voler ben volentieri trattare con la Chiesa Romana, ma con eguaglianza di diritti, cioè da pari a pari; e certamente se potessero così trattare, lo farebbero con l’intento di giungere a una convenzione la quale permettesse loro di conservare quelle opinioni che li tengono finora vaganti ed erranti fuori dell’unico ovile di Cristo.

A tali condizioni è chiaro che la Sede Apostolica non può in nessun modo partecipare alle loro riunioni e che in nessun modo i cattolici possono aderire o prestare aiuto a siffatti tentativi; se ciò facessero, darebbero autorità ad una falsa religione cristiana, assai lontana dall’unica Chiesa di Cristo. Ma potremo Noi tollerare l’iniquissimo tentativo di vedere trascinata a patteggiamenti la verità, la verità divinamente rivelata? Ché qui appunto si tratta di difendere la verità rivelata… (Mortalium animus – Pio XI – 6.1.1928).

Un pensiero riguardo “Per il cardinale Koch la “riforma” protestante fu cosa positiva

Lascia un commento