Nella chiesa di Bergoglio, anche per gli aggettivi cristiani, arriva lo spoglio…

La Chiesa è intransigente sui princìpi, perché crede, ma è tollerante nella pratica, perché ama. I nemici della Chiesa sono invece tolleranti sui princìpi, perché non credono, ma intransigenti nella pratica, perché non amano (R. Garrigou-Lagrange)

Cominciamo subito con il chiarire che, quanto segue, non intende assumere il ruolo del professore di italiano e dunque non si intende correggere papa Francesco nel suo uso – e consumo – della lingua italiana… Tuttavia essendo stato proprio Bergoglio ad aver fatto una lezione di “grammatica cristiana” e ad averci offerto il tutto su di un piatto d’argento, riteniamo doveroso intervenire per salvare certi aggettivi dall’impietoso e –  regal-papale – abbattimento.

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La grande dissimulazione…

Da che ‘l primo uomo aperse gli occhi, e conobbe ch’era ignudo, procurò di celarsi anche alla vista del suo Fattore; cosí la diligenza del nascondere quasi nacque col mondo stesso, ed alla prima uscita del difetto, ed in molti, è passata in uso per mezzo della dissimulazione; ma considerando l’odio che si tira appresso chi mal porta questo velo, e che nel bel sereno della vita non si dee dar luogo all’importuna nebbia della menzogna, la qual in ogni modo convien che resti esclusa, ho deliberato di rappresentar il serpente e la colomba insieme, con intenzion di raddolcir il veleno dell’uno e custodir il candor dell’altra“ (Torquato Accetto – filosofo e scrittore italiano 1590/98  – 1640)

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Mi opposi a lui faccia a faccia, perché si era messo dalla parte del torto.

«Il cattolico non è quasi mai spaventato dall’immagine che i protestanti gli offrono del cattolicesimo, mentre a volte teme l’immagine cattolica del cattolicesimo; il che può essere un buon motivo per non sottolineare in maniera eccessiva gli aspetti difficili o sconcertanti della dottrina. Per il bene del convertito, bisogna anche ricordare che una parola sciocca pronunciata all’interno della Chiesa fa più danni di migliaia di parole sciocche dette al suo esterno…» (G.K. Chesterton in La Chiesa Cattolica)

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La canonizzazione di Martin Lutero

In occasione del quinto centenario della riforma luterana avvenuto nel 2017, papa Francesco, parlando di fronte alla Presidenza della Federazione Luterana Mondiale, ebbe a  ringraziare Dio per il cammino ecumenico degli ultimi decenni e ha invitato i cristiani «ad abbandonare gli antichi pregiudizi, come quelli su Martin Lutero», per continuare e rafforzare la comunione tra cristiani. Insomma come a dire che a Trento, il Concilio, si sbagliò, fu pieno di pregiudizi…. Così, Lutero, fu l’artefice di una riforma che trasse la Chiesa fuori dalle tenebre papali per guidarla alla luce di una fede genuina e santa…. naturalmente oggi da imitare.

In verità questo monaco tedesco, ex agostiniano,  provocò la più grande e grave frattura della storia della Chiesa dando vita al protestantesimo o, meglio, a quella famiglia (rissosa) dei protestantesimi che prima ha spaccato l’unità europea e poi ha frammentato il mondo, si legga anche qui.

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Per il cardinale Koch la “riforma” protestante fu cosa positiva

No! Eminenza, noi non siamo d’accordo, e neppure il magistero della Chiesa è d’accordo.

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Signori vescovi e cardinali, guai a sfuggire al martirio!

Supplichiamo i signori Vescovi e Cardinali a dare testimonianza di vero martirio, prima di ritrovarci a dover festeggiare “san Lutero, martire della Chiesa — brutta e cattiva — del passato”.

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