Il 3 ottobre ad Assisi papa Francesco firmerà la sua nuova enciclica: Fratelli tutti. Sulla fraternità e l’amicizia sociale. In attesa del testo completo, concentriamoci sul titolo.
È ufficiale: papa Francesco ha scritto la sua terza enciclica; per sua espressa volontà la firmerà durante la sua visita pastorale ad Assisi il 3 ottobre, ovvero nella città e nella vigilia della solennità del Santo di cui ha voluto prendere il nome – ma non certamente il vero insegnamento – da romano Pontefice. E secondo quanto riportato dall’agenzia Ansa è stata ispirata dalla pandemia.
Ispirato dalla pandemia?! Beninteso che un papa può prendere spunto da qualsiasi avvenimento pertinente per scrivere ai vescovi e ai fedeli, ma non crediamo che un virus abbia la divina facoltà di ispirare nessun uomo, figuriamoci un papa!
Ironia a parte, al momento sappiamo solo l’argomento trattato e il titolo: Fratelli tutti. Sulla fraternità e l’amicizia sociale. In attesa del testo completo, concentriamoci sul titolo, che è anche un programma, un progetto, un’ideologia, più che un vero e proprio magistero.
Si ritorna purtroppo allo slogan umanista della fraternità universale fra tutti gli uomini e al dio-unico dell’ecumenismo sincretista del Documento sulla fratellanza umana e per la pace mondiale e la convivenza comune firmato ad Abu Dhabi il 4 febbraio 2019.

È vero che l’incipit – informano dalla Sala Stampa della Santa Sede – è tratto dalle Ammonizioni di San Francesco («Fratelli tutti, guardiamo il buon pastore che per salvare le sue pecore sostenne la passione della croce», 6, 1: FF 155), ma il Santo di Assisi – la cui vita è stata manipolata dalla propaganda massonica e da quella modernista – si rivolgeva ai suoi frati, i membri del suo ordine, e ai suoi fratelli nella fede, i battezzati. E richiama anche al vero unico Dio, quello che Gesù Cristo ci ha rivelato: la SS. Trinità.
Già immaginiamo l’obiezione di molti: ma il Signore stesso ha detto che siamo tutti fratelli! (cfr. Mt 23, 8). Sì, è vero – rispondiamo –, ma se si legge attentamente il Vangelo si noterà che il Divin Maestro e Signore non si rivolgeva a tutti gli uomini, ma soltanto ai suoi discepoli. Solo i cristiani sono tutti fratelli perché sono gli unici uomini che possono chiamare “Padre” Dio (Creatore di tutti gli uomini) per mezzo del sacramento del Battesimo (cfr. Rm 8, 14-15). E il comandamento nuovo dell’amore fraterno Cristo lo ha dato soltanto ai suoi discepoli (cfr. Gv 13, 34-35; 15, 9-14). È appunto impossibile amare come Egli ci ha amato senza la Grazia santificante, come mirabilmente spiega il venerabile mons. Fulton John Sheen (1895-1979) nel suo libro Amatevi gli uni gli altri (Fede&Cultura, Verona, 2019).
Tutti gli uomini hanno lo stesso Creatore, ma non tutti, purtroppo, ne sono diventati figli adottivi in Cristo Gesù (cfr. Gal 3, 26-28). Tutti gli uomini sono chiamata ad amare, ma solo i discepoli di Cristo possono amare totalmente (cfr. 1Gv 4, 7-11). Per questo Cristo ha dato alla sua Chiesa il comando di evangelizzare e battezzare tutte le creature (cfr. Mc 16, 15-18).
L’utopia ideologica-umanista della fratellanza universale nasce e si diffonde con la massoneria, il cui fondamento è la negazione del peccato originale e il rifiuto di tutta la rivelazione cristiano-cattolica.
Come ha potuto una tale aberrazione penetrare così profondamente nella Chiesa cattolica fino alla Cattedra più alta? Col modernismo, un modo nuovo di pensare la Fede, più che negarne questa o quella verità, come aveva spiegato – e smascherato – San Pio X.
«[I modernisti] Per la nozione di fraternità… stabiliscono la base nell’amore degli interessi comuni, oppure, al di là di tutte le filosofie e di tutte le religioni, nella semplice nozione di umanità, comprendendo così nello stesso amore e in un’eguale tolleranza tutti gli uomini con tutte le loro miserie, tanto intellettuali e morali quanto fisiche e temporali», scriveva il grande Papa santo nella Notre Charge Apostolique, di cui quest’anno ricorre il 110° anniversario.
E aggiungeva: «Non vi è vera fraternità al di fuori della carità cristiana, che per amore di Dio e del suo Figlio Gesù Cristo, nostro Salvatore, abbraccia tutti gli uomini per confortarli tutti e tutti condurre alla stessa fede e alla stessa felicità celeste. Separando la fraternità della carità cristiana intesa in tal modo, la Democrazia, lungi dall’essere un progresso, costituirebbe un disastroso regresso per la civiltà».
Attenzione dunque – avverte San Pio X – a tutti quelli che dicono: «“Non si lavora per la Chiesa: si lavora per l’umanità”», anche e soprattutto se vestono una talare bianca e siedono sulla Cattedra più alta.
Concludiamo dicendo a Papa Francesco ciò che affermò il personaggio fra’ Pasquale da Casoria dei Vedovi Scalzi, interpretato dal grande Totò nel film Il monaco di Monza: «Macché fratello e fratello?! Io sono figlio unico!».
Riporto quanto segue perché rende l’idea di cosa ci attende.
NOTIZIA CLAMOROSA
( di Augusto Sinagra )
“La Sala Stampa del Vaticano ha annunciato che, edita dalle Edizioni Paoline, è stata oggi pubblicata l’Enciclica di Papa Bergoglio “MORS TUA VITA MEA”.
Il Direttore della Sala Stampa del Vaticano, Prof. Frank Penynkul, ha illustrato la nuova Enciclica del papa sottolineandone la aderenza, in piena ortodossia, alla ricostruzione della vita terrena di nostro Signore, spiegando, non in chiave dogmatica ma con forte analisi critica nella ricostruzione degli eventi, come Barabba aveva assolutamente ragione assieme ai suoi sostenitori; che bene fece Ponzio Pilato ad astenersi da ogni decisione per incompetenza territoriale.
L’Enciclica, infine, segnala come Gesù Cristo non era in alcun modo Figlio di Dio. Infatti, Papa Bergoglio correttamente spiega che fu proprio Gesù Cristo a negare la sua discendenza divina quando, alla domanda del Gran Sacerdote del Sinedrio se Egli fosse il figlio di Dio, rispose: “Tu l’hai detto!”.
L’Enciclica sarà oggetto di discussione ad una Tavola Rotonda che si terrà a Lampedusa sabato prossimo.
Tra gli altri, parteciperanno alla Tavola Rotonda teologi di chiara fama: il giapponese Kisapoko Kakapoko, il rumeno Sparu Minchiatu e il tedesco Gross Katzaten”.
Augusto Sinagra
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Purtroppo è così, nascondendolo sotto un riso-amaro, di un disastro ecclesiale epocale. Esaurite tutte le dotte disquisizioni, si arriva giustamente a concludere come “cabalmente” (cfr. Bergoglio che approva l’interpretazione dei vescovi argentini di Amoris laetitia, che hanno semplicemente “copiato” la “sua interpretazione” inviata loro e a lui da loro rispedita e da lui “chiaramente” approvata, per coprire il suo “silenzio-rifiuto” ai 4 Cardinali dei 5 dubia che ancora stanno in attesa di una sua risposta che non arriverà mai, almeno certamente non in tempo in cui i restanti due Cardinali saranno ancora in vita. In sintesi: dopo l’eresia, anche la presa in giro sprezzante di uno che si fa scrivere libri su libri del tutto logorroici, insignificanti, esaltati su una “ignorantia theologica” , addirittura ammessa (“… io ho paura di rispondere alla presenza del grande teologo cardinale qui presente… è una domanda difficile…”), tra cui uno con il titolo: “La mia porta è sempre aperta” solo ed e esclusivamente per i suoi “amici” eretici come lui e che con lui saranno chiamati al “redde rationem” !!! scoperta superbia ammantata di umiltà, anzi, una ignoranza elevata a medaglia al valore…! Tristezza per una Chiesa in mano ad un eretico, apostata, pericoloso socialmente (fautore e promotore di un “sostituzione etnica”, previsto per il 2050, quando gli italiani diventeranno minoranza nella propria nazione e diventare specie estinta, fisicamente, culturalmente, religiosamente…). Per un attimo è giusto … sorridere amaramente, ma le premesse sono nere, sia in parte per noi, sia soprattutto per i nostri figli. Non ci rimane che pregare, implorare la SS.ma Trinità, con il patrocinio della SS.ma Vergine Maria che si compia la promessa di Cristo Gesù che le “forze degli inferi non prevarranno”.
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