“I due Papi” dalla tragedia alle comiche, per non dire di peggio… tutto in un film

Le masse non hanno mai avuto sete di verità. Chi può fornire loro illusioni diviene facilmente il loro comandante; chi tenta di distruggere le loro illusioni è sempre la loro vittima.” (Gustave Le Bon)

Ci provarono l’anno scorso con la presentazione di un film – solo su Bergoglio uscito nell’ottobre 2018 – che si è rivelato puntualmente un flop tremendo, persino di incassi… potrete leggere qui la presentazione. Ma ora arriva il meglio, eh! Già dall’anno scorso si annunciava l’ennesimo marketing perché, per quanto ci stiano provando in mille modi di promozionare questo pontificato, non c’è nulla da fare… ma proprio non gli riesce!

Per capire, ora, la nuova promozione del nuovo film che ha per protagonisti Benedetto XVI e Francesco Primo, vi proponiamo l’articolo dal sito “campairedemaistre” a firma di Paolo Filipazzi perché, a ben leggere, è quanto avremo detto noi stessi. Tra gli aspetti più scandalosi in questa farsa è che, nel trailer, si afferma “da una storia vera“… mentendo così fin dal suo esordio dal momento che, tutto il contenuto del film, non contiene neppure un dialogo, neppure una frase, tra Ratzinger e Bergoglio, che sia mai stata detta dal vero…. I due soggetti, nella vita reale, non si sono mai frequentati e tutti i dialoghi sono costruiti dal nulla, sono letteralmente inventati per dare vita alla farsa. Se di storia “vera” si voleva parlare, bisognava andare a reperire il “Diario” del cardinale Gottfried Danneels, e su questo spiegare – con la storia vera – il ruolo avuto da Bergoglio nel pre-conclave…. e cosa accadde già dal 2000 e poi nel 2005 contro Ratzinger….

Come diceva Abba Eban: “La propaganda è l’arte di convincere gli altri di ciò in cui non si crede…”, ma non sarà che neppure loro, chi idealizza queste propagande, questi film, questi dialoghi, non credono neppure loro in ciò che fanno? Una vera “bergoglionata” per non dire anche una vera cialtroneria.


 

____ I DUE PAPI FILM VERGOGNOSO 3

Il trailer grossolano di “I due Papi”

di Paolo Filipazzi
Ci è capitato sotto gli occhi il trailer de I due Papi, produzione di imminente uscita di Netflix nota per essere satura, oltre che di ciarpame propagandistico LGBT, di altro allegro materiale in cui si trattano, in termini di fascinazione, tematiche amene quali il satanismo e la magia nera (Le terrificanti avventure di SabrinaLuciferThe Order), il suicidio di adolescenti (13 reasons why) e il satanismo (Santa Clarita Diet). Solo questo sarebbe sufficiente per farsi precise aspettative sul tenore del film che, come avrete capito, tratterà del rapporto tra Ratzinger Bergoglio.

Visionato il trailer, che è di quelli tali da riassumere il film di fatto rendendone superflua la visione, non solo l’aspettativa è confermata, ma addirittura rafforzata dall’impressione che il tutto sia stato confezionato con una malizia ed una disonestà intellettuale che nemmeno cercano più di dissimularsi. Proprio per questo, però, vale la pena di parlarne: infatti se, da un lato, ci troviamo di fronte ad un vero e proprio manifesto della hybris consustanziale all’intero pontificato bergogliano, dall’altro esso è talmente sfacciato da tradirne la vera natura.

Il trailer è un montaggio di scene che vedono per lo più interagire Benedetto XVI (per la cui interpretazione hanno scomodato nientemeno che Anthony Hopkins) e il cardinal Bergoglio (con l’attore Jonathan Pryce), suggerendo sottotraccia l’esistenza di un rapporto di perenne confronto che, nella realtà, non è mai esistito. Viene descritto apertamente il contrasto fra i due. Ovviamente Ratzinger è sempre presentato in una luce crepuscolare e malinconica, mentre Bergoglio ha perennemente stampato sul viso un sorrisone smagliante, mentre è intento a fare cose come girare in bicicletta dando il cinque a tutti quelli che incontra o a guardare la partita nei bar in mezzo alla gente.

La prima scena significativa è quella in cui Ratzinger – Hopkins apostrofa Bergoglio: “Sei sempre stato tra i miei critici più severi. Come vivi è una critica, le tue scarpe sono una critica”. Nel frattempo ci vengono mostrati un intero set di scarpe rosse e poi un primo piano sulle scarpe nere di Bergoglio, per giunta slacciate. L’espediente è tanto triviale quanto efficace.

Già a questo punto si impone una prima considerazione. Sono ormai note le intemerate che, dal Vaticano e ambienti vicini sono piombate, anche di recente, contro i biechi critici di Bergoglio, tanto infami a strumentalizzare Benedetto XVI al fine di creare l’impressione di una contraddizione tra i due che in realtà non esisterebbe assolutamente.

Poi salta fuori un film come questo e fa cadere il velo di Maya di schopenaueriana memoria sulla realtà: che il contrasto fra i due papi è stato costruito fin dal primo istante di pontificato dai tifosi di Bergoglio; che l’apprezzamento nei confronti dell’attuale papa ha la sua stessa ragion d’essere nell’ostilità verso il suo predecessore; e che il messaggio di rottura, mai formulato verbalmente, è stato però dato in modo inequivocabile dall’argentino tramite una serie di simboli chiarissimi, a partire dalla scelta delle scarpe.

Il trailer continua con la pura propaganda, incentrandosi integralmente sulla promozione di Bergoglio quale figura positiva in quanto anti-Ratzinger. E così lo vediamo rampognare sulla Chiesa fuori dal mondo (tra l’altro: che palle…), o sulle “risposte” che dovrebbero essere date a due miliardi e mezzo di persone (quali risposte? E a proposito di cosa? Boh, ma del resto il genio è lui…).

Il guizzo finale consiste in Ratzinger – Hopkins che, con sarcasmo, afferma: “C’è un detto: Dio corregge un Papa dando al mondo un altro Papa. Voglio ammirare la sua opera”. Insomma, Ratzinger sfida Bergoglio e Dio stesso, sicuro di vincere. Qui è evidente la strizzata d’occhio degli autori del “capolavoro”, che si compiacciono del fatto che, alla fine, abbia vinto il loro beniamino e il cattivo Ratzinger abbia preso una bella legnata da Dio stesso.

E qui ci chiediamo se davvero chi ha ideato questa roba sia convinto che, dopo Bergoglio, Dio non manderà più nessun altro Papa, con annessa facoltà di correggere il predecessore…

 

 

6 pensieri riguardo ““I due Papi” dalla tragedia alle comiche, per non dire di peggio… tutto in un film

  1. Non ci sarà bisogno di andare a vedere il film per capire dove si vuole arrivare. Bergoglio è l’astro nascente di una nuova chiesa moderna e progressista che si lascia consigliare dal suo “nemico” numero uno, Ratzinger, l’ultimo astro decadente di una chiesa del passato da cancellare e far dimenticare.
    Bergoglio, nel film ne esce vincitore dopo una lotta intestina fatta di incontri e di dialoghi surreali, tra segreti detti e non detti con un Ratzinger stanco di lottare, ma che sentendosi responsabile davanti a Dio arriva a sfidarlo per poi arrendersi, dando piena fiducia al suo successore. Così il papato stesso viene identificato non certo nella storia di Pietro e della Chiesa e della sua missione divina, ma si chiude nell’esperienza tra due persone che finiscono per fare della chiesa il luogo del confronto e delle decisioni personali.
    Se tutto ciò non è vergognoso, cosa è per questi registi la vergogna?
    Maurizio L.

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  2. nel trailer più che di confronto sembra di assistere ad uno scontro tra diplomatici che finiscono per mettersi d’accordo per spartirsi il bottino che è la chiesa. Vergognoso è poco, direi davvero schifoso!

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  3. E’ evidente lo scontro tra tradizione e modernismo, Ratzinger e Bergoglio, in una cornice che è sempre suggestiva e sempre vincente: la Chiesa coi suoi intrighi di palazzo, i suoi segreti presunti o veri. Uno scontro che mette in confronto i conservatori e i progressisti, due partiti, due tifoserie, ma che finiranno per mettersi d’accordo. La vittima vera di tutto ciò è la chiesa cattolica, il papato stesso, Gesù Cristo stesso usato come oggetto di frustrazione tra i due protagonisti.

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  4. Non vidi il fim su Bergoglio e non vedrò questo! Dalle curiosità più innocenti per i dettami della storia ciò che è stridente ed inaccettabile per un cattolico è come viene trattata la chiesa di Cristo Gesù e come viene immaginato il papato moderno, contro un papato passato tutto da cestinare. L’antico e il nuovo, il passato e il futuro rappresentato da Ratzinger e Bergoglio in un gioco al cui massacro si sacrifica la Verità, l’eterno presente che viene affossato da chi da una parte, con Ratzinger, vuole dimenticare il proprio passato, e dall’altra con Bergoglio proiettati verso un futuro che pieghi Dio, quello vero, alle leggi del pueblo!

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  5. Io non guardo nemmeno il trailer. Si può pensarla in molti modi su Papa Benedetto XVI e sulla sua vicenda, ma trovo mostruoso che la sua figura sia interpretata da quel demoniaco attore che è Hopkins. Trovo anche un segno di decadenza girare un film pseudo-storico su personaggi ancora viventi. Ma tant’è: di questi tempi basta che passi un paio di mesi da qualsiasi sciagura (terremoti, guerre ecc.) che qualche iena di regista è pronto a trarne un’ “opera”. Che tristezza!
    Bruno PD

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