Francesco fa notizia perché la notizia è Bergoglio e non Gesù il Cristo

Continuando i ragionamenti sviluppati in questo precedente editoriale: Sei anni di colpi di scena: ma nulla da festeggiare, occorre ora procedere facendo un passetto indietro per tentare di capire la situazione attuale. Ci faremo aiutare da un libro non certo “contro” papa Francesco, al contrario, è un libro che ne esalta la teologia (ma non dice quale è); le virtù… la politica (filo sudamericana), fino all’affermazione e riconoscimento di un magistero completamente NUOVO e senza dubbio SCOLLATO e scardinato dalla Tradizione della Chiesa. A dirlo sono i “suoi Amici“, mica noi!

E così questi “Amici” di papa Francesco ci forniscono materiale atto a provare ciò che diciamo. Il libro in questione si intitola: “Leggere Francesco” di Emilce Cuda nel cui lavoro la scrittrice dalla doppia formazione (teologica e politica, in un minestrone di applicazione ed interpretazione) sottolinea principalmente che non si può capire papa Francesco se non si conosce il Sud America…. la sua evoluzione, la sua cultura, il suo cristianesimo… Insomma, per capire “papa Francesco” devi essere “sudamericano”, devi conoscerlo dal suo punto di vista POLITICO-RELIGIOSO latino-americano in cui è nato, vissuto e cresciuto, formando la propria coscienza.

Il problema, però, non è prettamente questo dal momento che ogni Pontefice ha portato con sé la propria formazione sociale e culturale, caratteriale, anche politica e religiosa, con la quale ha poi governato la Chiesa. La storia di Giovanni Paolo II per la sua amata Polonia con la vicenda Solidarnosc è un esempio per tutti e per tutto, mantenendo però chiaro come in questo operare, quel Papa, non ha mai obbligato od imposto alla Chiesa di modificare la sua prassi in funzione di Solidarnosc…. questo particolare è fondamentale per comprendere i fatti, né ha mai preteso che ci formassimo alla “cultura polacca” per comprendere la sua “teologia”….

La Cuda per giustificare la TEOLOGIA DEL POPOLO (TdP) di Bergoglio arriva a dire: «profeta che denuncia l’ingiustizia e pastore che promuove la conversione»… ma se Bergoglio è “profeta che denuncia l’ingiustizia” ci chiediamo che fine abbiano fatto tutte le visite di Giovanni Paolo II in terra latino americana con le sue DENUNCE  in ben 25 anni di pontificato!! Non a caso segnalammo, già l’anno scorso, come in visita in queste terre, Bergoglio, NON abbia MAI citato il suo Predecessore. E per quale motivo? Semplice: Giovanni Paolo II denunciava proprio ciò che invece Bergoglio sdogana, la Teologia della Liberazione SENZA L’USO DELLE ARMI E SENZA VIOLENZA, e dunque traghettando nella Teologia del Popolo. La recente riabilitazione di Gutierrez – maestro della TdL condannato da Giovanni Paolo II – da parte di Bergoglio, senza che il soggetto abbia fatto abiura per gli errori dottrinali, la dice lunga su questo scollamento tra i due Pontefici!

Per la Cuda, così, l’ingiustizia in America Latina (e perciò nel mondo) si risolverebbe IMPONENDO  la Teologia del Popolo di papa Francesco, senza violenza fisica naturalmente…. Quanto a quel: «… che promuove la conversione», la questione si fa più complessa perché, alla situazione attuale non solo non ci risulta una conversione di massa, ma in sei anni un bel peggioramento! Alcuni diranno: “è ovvio, fino a quando la TdP non sarà applicata alla lettera e come vuole Bergoglio, non ci saranno conversioni!” Pensiero ragionevole ma… una conversione simile non avrebbe nulla a che spartire con il Vangelo di Gesù Cristo, mentre avrebbe a che fare con il Progetto politico-gesuitico di cui abbiamo discusso nell’editoriale precedente, con tanto di prove.

Non a caso, secondo l’ultimo Annuario Pontificio ci troviamo davanti ad un vistoso calo di sacerdoti, e di un aumento di LAICI impegnati fra diaconi e catechisti… una vera e propria SECOLARIZZAZIONE DELLA CHIESA, ma senza dimenticare che è parte del progetto gesuitico: mantenere loro LA GERARCHIA (la Chiesa gerarchica) e laicizzare tutto il resto, cattolicizzando ciò che non è cattolico (senza conversione) e, ciliegina sulla torta, l’accusa di clericalismo generalizzata, senza andare però all’origine del problema vero.

La Cuda pone rilievo sul fatto che la Teologia del Pueblo di Bergoglio sarebbe la perfetta chiave politica. Tutto prenderebbe forma dal famoso Documento di Puebla, l’incontro dei Vescovi latino americani a Medellìn nel 1968, nel quale si improntò la famosa “corsia preferenziale per i poveri…“. Da qui lo scollamento, già in embrione che ci fu con una parte di Gesuiti modernisti che imbracciarono la Teologia della Liberazione non solo con l’uso delle armi, ma divenendo alcuni di loro Ministri di alcuni governi locali. Un sistema che senza dubbio a Bergoglio, come allo stesso Pedro Arrupe, non piacque mai! Bisogna anche considerare come, Bergoglio oggi, nel mentre reputa superato il Magistero dei suoi Predecessori, specialmente gli ultimi due, insista su questo Documento datato 1968… il perché è presto detto: questo Documento, pur condannando già il germe della TdL, di fatto preparava le basi per una TdP.

Del resto non va dimenticato che la conferenza di Medellín fu molto simbolica ed ottenne risonanza mondiale al suo tempo, dal momento che fece emergere una nuova forma di coscientizzazione dei popoli e di azione dei vescovi, alla presenza di Papa Paolo VI che, per la prima volta di un Papa, incontrava i campesinos a Bogotá… Uno dei motivi per cui papa Francesco ha un legame molto stretto e di riconoscenza verso Paolo VI. Insomma, il Documento di Puebla fu fatto in chiave ed in funzione di una sola “Chiesa particolare“, quella latino-americana. Ciò che però non si approfondisce sono due aspetti-domande: la prima è chiedersi fino a che punto, Paolo VI, si rendeva conto di venire frainteso, come fu lui stesso ad affermare a Pedro Arrupe e dimostrato nell’editoriale precedente? La seconda è chiedersi fino a che punto, oggi, qualcuno si rende conto di come Gesù Cristo sia stato UMANIZZATO per essere usato sociologicamente e politicamente come dimostrato dalla dottrina eretica del gesuita Karl Rahner?

4bdd29f9-197f-34de-a333-a895e442ce17Tra i motivi che spinsero Giovanni Paolo II nel 1981 a commissariare la Nuova Compagnia di Gesù, vedi qui, c’è sempre l’America Latina. L’adesione dei gesuiti al Vaticano II ed alla sua scelta dei poveri (quando mai la Chiesa non si impegnò mai per i poveri!!??), l’accoglienza di quanto i vescovi latino-americani deliberarono a Medellín nel 1968 (una Chiesa tra i poveri, povera, capace di giudicare la sua storia di oppressione e la sua voglia di liberazione), con il Decreto IV della famosa XXXII Congregazione Generale dei gesuiti che metteva in intimo inscindibile rapporto l’annuncio della fede e la promozione della giustizia, ma in chiave tutta politica, con il Gesù Compagnone alla “Jesus Christ superstar“: questo, ed altro, determinarono una tale diffidenza presso la Santa Sede  che – quando fu eletto, papa Wojtyla raccogliendo il Dossier sui Gesuiti fatto preparare da Paolo VI e passato poi ad Albino Luciani (Giovanni Paolo I) – comprese subito il pericolo, perche ideologicamente promotori di quella TdL che finì, infatti, per essere poi condannata dalla Congregazione per la Dottrina della Fede (CdF). Giovanni Paolo II proveniva da una condizione sociale e culturale che aveva visto e provato i due peggiori regimi della storia moderna, conosceva perfettamente il comunismo e conosceva le trame occulte dell’ideologia marxista, tanto da poterla sgamare subito, laddove essa si insinuava.

Va detto come chiunque, anche Bergoglio, difensore di una presunta onestà della TdL verso i poveri e la loro liberazione…, abbia sempre ritenuto la Santa Sede, la stessa CdF con il suo Prefetto l’allora cardinale Ratzinger e, di conseguenza lo stesso Giovanni Paolo II, “incapaci di capire la cultura e la situazione dell’America Latina“… per Bergoglio “solo Paolo VI” aveva capito l’importanza di quella NUOVA TEOLOGIA…. mentre Paolo VI continuava a dire ad Arrupe di essere frainteso e capito male!! Nel 2018, a 50 anni dall’incontro di Medellín, infatti, hanno elaborato un bilancio: un incontro in cui hanno riflettuto, tra gli altri temi, sulla sua “attuale validità”, sulla “opzione per i poveri e la povertà” e sul “volto di una Chiesa autenticamente povera, missionaria e pasquale”… arrivando ad affermare che “SOLO OGGI, CON PAPA FRANCESCO, SARA’ POSSIBILE PORTARE A COMPIMENTO QUESTO PROGETTO“…. In primo piano ritroviamo all’opera quel gesuitismo modernista che Giovanni Paolo II tentò di bloccare in tutti i modi per ben 25 anni, più gli 8 di Benedetto XVI.

Da questo stesso incontro è stato affermato quanto segue:

  • “…nel febbraio 2017 la Scuola di Teologia e Ministero del Boston College aveva tenuto il primo Incontro Ispanoamericano di Teologia in cui più di 50 teologi dell’America Latina, della Spagna e latini del Nord America avevano iniziato un percorso di dialogo teologico-pastorale nei contesti iberoamericani.
  • Ora a Bogotá abbiamo iniziato un percorso triennale con sostegno della Compagnia di Gesú e anche di Papa Francesco – che ci ha ricevuto in Vaticano nel novembre scorso – con l’obiettivo di unire in rete gli sforzi delle facoltá di teologia di tutto il continente delle americhe per approfondire il cammino di riforma tracciato da Fancesco, anche nell’ottica di collaborazione tra istituzioni teologiche Nord-Sud del mondo “gettando ponti” come ispira Francesco”

14849a002ce79d2a-jpgSULLA TEOLOGIA DI FRANCESCO… CAMMINO DA LUI RIFORMATO ma quale è questa “teologia” di Bergoglio? E che cosa avrebbe riformato?

Per capire ed onestamente dire che una “teologia di Bergoglio” proprio NON esiste, dovete avere la pazienza di documentarvi qui quando, Dario Viganò (non il Vescovo) tentò una operazione meschina e perversa per promuovere ciò che Bergoglio non possiede… I “teologi” di Bergoglio e ai quali egli ha affidato le sue encicliche e il suo magistero, sono teologi che mossero guerra a Giovanni Paolo II ed alla Chiesa stessa… a dirlo mica siamo “noi”, ma è proprio Benedetto XVI che si rifiutò di firmare una Premessa ai famosi 5 libretti, vedi anche qui, intitolati alla “teologia di Bergoglio” e che, infatti, non è sua, ma firmata da questi teologi che Benedetto XVI ritiene NON idoneamente cattolici… ecco le sue parole famose, censurate:

  • “Solo a margine vorrei annotare la mia sorpresa per il fatto che tra gli autori figuri anche il professor Hunermann, che durante il mio pontificato si è messo in luce per avere capeggiato iniziative anti-papali. Egli partecipò in misura rilevante al rilascio della “Kolner Erklarung”, che, in relazione all’enciclica “Veritatis splendor”, attaccò in modo virulento l’autorità magisteriale del Papa specialmente su questioni di teologia morale. Anche la “Europaische Theologengesellschaft”, che egli fondò, inizialmente da lui fu pensata come un’organizzazione in opposizione al magistero papale. In seguito, al sentire ecclesiale di molti teologi ha impedito questo orientamento, rendendo quell’organizzazione un normale strumento d’incontro fra teologi.
  • Sono certo che avrà comprensione per il mio diniego e la saluto cordialmente”
  • Suo
  • Benedetto XVI

Pochi sanno, altro esempio, che quando fu eletto…. Benedetto XVI chiese espressamente all’allora cardinale Bergoglio di trasferirsi a Roma a capo di un dicastero, anche per la preparazione del grande incontro di Aparecida, Bergoglio rifiutò categoricamente. Non diamo alcuna interpretazione al fatto, ma non è un segreto l’atteggiamento negativo di Bergoglio verso tutta la Curia Romana, l’ostilità nei confronti degli ultimi due Pontificati durante i quali egli continuava a marciare per la sua strada, ignorando sempre gli “ordini” da Roma, pur senza mai entrarvi in conflitto, il famoso gesuitico “libertà ed obbedienza” trattato nell’editoriale precedente. Mentre oggi, chiunque NON obbedisce “cadavericamente” al suo magistero, incorre nelle scomuniche, alla gogna, ed alla sospensione… dati alla mano!

Per giungere ad una conclusione, la Cuda privilegia e premia – di Bergoglio – quella Teologia del PUEBLO perché questo popolo è “già evangelizzato nella sua cultura, evangelizza continuamente se stesso, di modo che questa è sì evangelizzata, ma anche evangelizzatrice, e il popolo stesso è soggetto non solo di storia e cultura, bensì anche di evangelizzazione…”

Verrebbe da chiedersi, a questo punto, a cosa serve LA CHIESA e a cosa servono i Sacramenti, a cosa serve la Sua specifica Missione data espressamente dal Cristo Gesù: la Chiesa è missionaria per sua natura, inviata da Cristo a tutti i popoli, per farli discepoli. (CCC. n.767), perché popoli e nazioni SI CONVERTANO A GESU’. Per papa Francesco esistono solo i MOVIMENTI indipendentemente dalla Fede… e indipendentemente dal fatto se questo PUEBLO sia o meno battezzato, cattolico e cristiano… leggasi qui.

I punti che contestiamo sono teologici e dottrinali, e li stiamo dimostrando, mentre non contestiamo affatto una missione della Chiesa atta a LENIRE le sofferenze dei Popoli più sfruttati. Ciò che è alieno ed indigesto a Bergoglio in quanto proprio Gesuita Modernista è accettare che la Chiesa non è stata fondata dal Cristo per “far stare bene le persone su questa terra”….. non è “ingaggiare LOTTE E RIVOLUZIONI SOCIALI” anche se contro le armi e la violenza, poiché esiste l’arma psicologica che non è meno distruttrice di un mitra o delle bombe, leggasi qui.

_0030 bergoglio e la maschera 3E sempre per onestà è importante sottolineare come nell’omelia da santa Marta del 26 novembre 2018, Bergoglio abbia sentenziato che Gesù non era comunista e che il consumismo è una malattia psichiatrica…. Dire tutto e il contrario di tutto, sembra questo lo sport preferito di questo Pontificato confusionario tanto che in un editoriale dell’11.11.2016 sull’Osservatore Romano, papa Francesco disse testuali parole “…sono i comunisti che la pensano come i cristiani…” cliccare qui. Se dunque Gesù non era comunista…. e al tempo stesso  sono i comunisti che la pensano come i cristiani… non vi sembra che qualcosa stoni?

Concludendo: la missione della Chiesa, l’unica e la sola istituita da Gesù, non è quella di rendere la gente felice su questa terra, ma soprattutto di insegnare quello che ci aspetta dopo questa vita, nell’aldilà: una vita felice con Dio, oppure una eternità disperata senza Dio, all’inferno: i dimenticati NOVISSIMI, IL PURGATORIO! Il magistero liquido di papa Francesco, oggi IMPOSTO categoricamente dai Vescovi come mai è accaduto nei Pontificati precedenti, evita accuratamente di occuparsi dell’aldilà. È un tema che dà fastidio. Per quelli poi che fanno professione di ateismo, come l’amico di Bergoglio Eugenio Scalfari, il problema non si pone neppure, perché, secondo loro, dopo questa vita  non c’è nulla e il Papa li appoggia, li sostiene, gli dice loro che non è necessario convertirsi, leggi qui.

Anzi, costoro accusano – con lo stesso Bergoglio – il popolo CREDENTE E CATTOLICO, quello che ancora si preoccupa della salvezza della propria anima (con tutti i limiti e i difetti di questo mondo), di avere un comportamento RIGORISTA, da fariseo…, e quindi, tutto sommato, ipocrita, meschino. Non ci si rende più conto che la “salvezza” offerta dalla vera fede non è un bene materiale… del quale neppure un Papa può disporre a proprio piacimento. E’ la Chiesa l’unica MADRE E MAESTRA dalla quale il Popolo semmai apprende ed impara, non il contrario! E’ la Chiesa che santifica il Popolo, non il popolo la Chiesa…. ma non una chiesa ideologica con le teologie dal basso, una chiesa istruita dal Pueblo, come pretenderebbe Bergoglio.

Da un articolo di Cristina Siccardi, qui, riportiamo questo passaggio:

  • “Scriveva san Girolamo, esausto dalle lotte intestine fra le Chiese d’Oriente, che «continuano a scontrarsi tra loro, e riducono a brandelli la tunica inconsutile del Signore, tessuta da cima a fondo senza cuciture. Delle volpi devastano la vigna di Cristo; in mezzo a cisterne spaccate e senz’acqua è difficile capire dove si trovi quel fonte sigillato, quell’orto chiuso da un recinto, di cui parla la Scrittura (cf Cant. 4, 12). Per questo ho deciso di consultare la cattedra di Pietro», prosegue il Padre della Chiesa nella sua missiva indirizzata a Papa Damaso, «dove si trova quella fede che la bocca di un apostolo ha esaltato; vengo ora a chiedere un nutrimento per la mia anima lì, dove un tempo ricevetti il vestito di Cristo [il battesimo ndr]».
  • Dove oggi troviamo nutrimento per le nostre anime? La Chiesa per il momento non dà risposte certe, ma fomenta dubbi e confusioni, è come in preda ad un’affannosa ricerca di autogiustificazioni e di rovinosi dribbling, invece di guardare in faccia all’unica Verità salvifica di Cristo…”

 

3 pensieri riguardo “Francesco fa notizia perché la notizia è Bergoglio e non Gesù il Cristo

  1. Non si hanno parole, quante cose davvero disconosciamo, ma è proprio vero che c’è stato tutto un piano ed un progetto lungo al quale Bergoglio ha partecipato fin dalla prima ora. Ottimo articolo, insieme a quello precedente, fa luce su molti lati oscuri e fa capire perché ci stiamo davvero autodistruggendo.
    Importante anche il video di don Morselli, anche lui insiste ad andare agli inizi del Novecento quando i veri nemici della Chiesa iniziarono la loro battaglia contro dal di dentro.
    Per certi versi sarebbe meglio non sapere nulla e fidarsi della vera fede della Chiesa di sempre, questo pontificato passerà anche se come Attila lascerà terra bruciata, ma l’erba tornerà a spuntare più bella e più fresca dopo il trionfo di Maria Santissima.
    Sursum corda da Carlo.

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  2. Di certo non vi manca una bella dose di coraggio ad essere segno scomodo nel mondo, il mondo variegato cattolico dove da una parte si diventa bersaglio dei progressisti modernisti, accusati di essere complottisti, non volendo ammettere loro le prove lucidissime portate. D’altra parte si diventa bersaglio dei bergogliani o bergogliosi perché, anche davanti ai fatti reali, papa Francesco non si tocca. E c’è sempre quel ritornello, sono sempre gli altri a capire male, anche quando le prove sono cristalline.

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