Don Felice Prosperi analizza il suo “enigma Ratzinger”

Prima di lasciarvi meditare e riflettere su alcune considerazioni personali, sviluppate da Don Felice Prosperi, desideriamo tenere a mente quanto segue. Il pericolo principale per TUTTI NOI laici ma anche per i sacerdoti … è cadere nello scoraggiamento, o pretendere di risolvere da noi stessi certi problemi attuali, pretendere o pensare di essere “NOI” i salvatori della Chiesa, e Dio ce ne scampi da certi fondamentalismi che rischiano di farci perdere il contatto con la realtà seppur, questa realtà, non è mai disgiunta – per noi – dal soprannaturale…. in quel “Dio delle volte permette che…

Dobbiamo assolutamente ricordarci e trasmettere, anche con i nostri interventi, che più si ha l’impressione che la situazione sia senza speranza, più si avvicina il momento della vittoria. San Pio X lo diceva sempre per incoraggiare le persone. Questa OSCURITA’ (se vogliamo, dunque, anche la Rinuncia di Benedetto) non può che essere funzionale allo splendore della verità quando trionferà il Cuore Immacolato di Maria…. E’ importante per noi  che facciamo cronaca e che siamo costretti a scrivere cose anche dure sui fatti che viviamo – ma sempre CORREDATI DI PROVE E NON  DI SUPPOSIZIONI – mantenere l’unica visione soprannaturale e che davvero conta. Qualsiasi cosa stia succedendo oggi sarà usata da Dio per mostrare un trionfo più grande, più luminoso, più soprannaturale della Sua Chiesa e della Verità.

C’è nella Bibbia, per esempio, un certo “personaggio”, molto particolare, strettamente legato alla realizzazione di questi “ultimi tempi”, che non si capisce bene chi possa essere: il katéchon… “il kate …chi?”, il katéchon, ovvero: colui o ciò, che impedisce l’avvento dell’anticristo e con questo la conseguente parusia. Non è chiaro se si parli di qualcuno o di qualcosa perché il termine greco viene usato sia nella forma neutra e significa: “l’impedimento” ma anche quale participio maschile che significa: “chi trattiene” (ndr: chi trattiene l’anticristo)…. (2Tess.2,6-7)

Questo “katéchon” appare solo in una occasione in tutta la Scrittura, nella seconda lettera ai Tessalonicesi, al capitolo due, ed è legato indissolubilmente alla parusia, perché la venuta di Gesù non avverrà finché l’anticristo non abbia manifestato pienamente tutta la sua potenza e il katéchon impedisce, trattiene, questa manifestazione. Non siamo “esegeti” o teologi, perciò ci limitiamo solo a sottolineare che, questo “soggetto”, è uno dei più criptici di tutto il Nuovo Testamento, nonostante la sua unicità nell’essere stato citato. Infatti è anche uno dei meno commentati, dai Padri stessi, della Sacra Scrittura. È sufficiente dire che lo stesso Sant’Agostino, commentando quasi tutta la Scrittura, di questo enigmatico katéchon fa, solo, un breve commento, altrettanto misterico: «…io davvero confesso che ignoro ciò che intendeva dire (ndr: San Paolo)» (De civitate Dei – libro XX – cap. 19, 1-3).

E ciò che non comprendiamo non va mai scartato, bensì, come insegna Maria Santissima e come Lei: conserviamo questi fatti nei nostri cuori, con la Preghiera e la Fede in Cristo Gesù, Lui che salva e salverà la Sua Chiesa, la Sua Sposa.


ENIGMA RATZINGER

Nella spaventosa attuale situazione della Chiesa Cattolica, l’appello al Cardinale Joseph Ratzinger, da parte di alcuni individui e gruppi, per invitarlo a prendere di nuovo in mano il timone della Chiesa, suona altamente drammatico e stridente con la realtà, quella personale dell’ex-Sommo Pontefice e quella della Costituzione del Corpo Mistico di Cristo.

Benedetto ha annunciato, ha giustificato, ha confermato, ha difeso le sue dimissioni dalla Cattedra di Pietro, quale Vescovo di Roma. Si è risentito con il Card. Brandmüller, il quale gli ha contestato il titolo attribuitosi di ‘Papa emerito’ e l’uso della veste bianca. Non ha risposto all’accorato invito del Sacerdote don Alessandro Minutella a rompere il suo silenzio, per il bene della Chiesa (quelle poche volte che lo ha fatto è stato umiliato e intimato a tacere da uomini dell’entourage di Francesco, il quale poi lo va a salutare nel giorno del suo compleanno). E naturalmente… è più vecchio e stanco di sei anni fa, quando rinunciò perché “gli mancava il vigore del corpo e dello spirito”.

Egli non ha aspettato l’elezione del nuovo Papa per definire la sua posizione di Pontefice rinunciatario, rispettando le indicazioni che da questi avrebbe potuto ricevere (per esempio quella di lasciare il Vaticano, dove invece si è fatto allestire in anticipo l’appartamento dove ora risiede) e ha avuto nelle sue scelte l’avallo di Francesco, del quale immediatamente elogiò il “suo evidente carisma”, quasi a dimostrazione e auto-consolazione della bontà della sua storica rinuncia.

Quelli che attendono un suo (impossibile) gesto di ribellione  e di riscossa, per guidare la resistenza contro Bergoglio, disgustati e scandalizzati dall’ignobile esercizio del Ministero Petrino svolto dall’Argentino, preferiscono credere e sono convinti che le dimissioni di Benedetto XVI siano state forzate e quindi sono invalide, per cui il vero Papa sarebbe ancora lui.

Ora, il primo a sapere, secondo la legge della Chiesa, codificata nel Codice di Diritto Canonico, che le dimissioni del Sommo Pontefice regnante, ottenute contro la sua volontà e con la coercizione di qualsiasi tipo (anche quella del ricatto finanziario alla Santa Sede, del quale si è parlato), sono nulle e invalide, è proprio lo stesso Papa, il quale, avendole date in queste condizioni, sottoscriverebbe un falso chiaro e lampante prima di tutto contro la sua coscienza.

I nostalgici di Benedetto XVI hanno rimosso dalla loro memoria il fatto che Ratzinger, da Cardinale, aveva prospettato l’eventualità della rinuncia da parte di un Papa gravemente ammalato, non applicando però in quel momento questo caso a San Giovanni Paolo II°, come al contrario stavano facendo alcuni alti prelati e diversi ‘teologi’. Soprattutto pesa nella valutazione della sua scelta l’intervista da Papa nel 2010 con lo scrittore tedesco Peter Seewald, pubblicata con il titolo: “Luce del mondo”, nella quale alla domanda sulle dimissioni di un Papa, egli sentenziò che queste non solo erano possibili, ma in talune condizioni, non specificate, addirittura “doverose”.

Sarebbe curioso che proprio colui che giustifica le dimissioni da Papa, sia poi stato costretto a farlo.

Nessun altro lo ha mai prospettato, ma per me sarebbe invalida la stessa elezione di Papa Benedetto XVI, qualora al momento dell’accettazione egli avesse avuto la riserva mentale di dimettersi, se lo avesse ritenuto secondo lui opportuno in futuro. Sarebbe sullo stesso livello del nubendo, che rende invalido il suo matrimonio mentre lo celebra, pensando che divorzierà se un giorno gli sembrasse giusto. È vero che l’elezione di un Sommo Pontefice non costituisce un atto sacramentale, ma l’unicità e l’universalità del Vicario di Cristo comporta un impegno di fedeltà assoluta e perpetua alla sua chiamata. E comunque approvo il giudizio del professor Roberto de Mattei, per il quale la rinuncia di Ratzinger è stata “immorale”.

Perché il Successore di Pietro, Benedetto XVI, sentendosi ‘debole nel corpo e nello spirito’, non ha coinvolto i suoi collaboratori nello sforzo di assumersi la responsabilità della Chiesa, sempre sotto la sua direzione e seguendo le sue direttive, e perché non ha confidato e richiesto l’aiuto della Chiesa, che, come allora per il Pescatore di Galilea, “elevasse a Dio una preghiera incessante per lui, mentre era tenuto in prigione”? (cfr. Atti degli Apostoli 12,5).

La Parola solenne del Nostro Signore Gesù Cristo: “Tu sei Pietro e su  questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa” (Matteo 16,18), sono state dunque disattese da Joseph Ratzinger, il quale avrebbe avuto paura dei nemici della Chiesa, dei Massoni chissà, dei finanzieri che forse avrebbero danneggiato l’economia del Vaticano, del Demonio addirittura, degli Ecclesiastici che lo odiavano, o solo di se stesso, pensando che non ce l’avrebbe più fatta, come se il Maestro non avesse detto: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Matteo 18,20)?

Ratzinger deve rispondere a Dio e ai fedeli che in tanti lo interpellano, alla storia, che ha registrato un evento inconsueto e sconvolgente con le sue dimissioni, come da più di sette secoli non si verificavano, dopo San Celestino V. Egli afferma che ha fatto la sua scelta in coscienza e in preghiera davanti a Dio. Era davvero una coscienza la sua ispirata al Vangelo? È proprio Gesù, che ha detto al Suo Vicario: “Pietro, tu sei debole e vecchio, ritirati!”?

Giacché abbiamo apostrofato il Bergoglio di essere ‘Argentino’, cioè non Cattolico e universale, e poiché un grande Papa ‘Polacco’ non pensò affatto di dimettersi in una situazione di salute molto peggiore della sua, si merita il ‘Tedesco’ l’aspro rimprovero del Cristo, dato a Pietro: “Lungi da me, satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!” (Matteo 16,23).

Non riesco a pregare per l’ex Papa Benedetto XVI. A che scopo dovrei? Per la sua Salvezza? Egli sa benissimo che ci si salva per mezzo della Croce del Signore Nostro Gesù Cristo, e non può dire, come ha detto, che “rimane sulla croce in altro modo”. Non c’è altro modo di stare sulla Croce (per lui da Papa), se non inchiodati, e fino a spirare su di essa.

Temo per la sua Salvezza, e credo che l’unica apertura di Salvezza per lui sia quella di riconoscere che ha fallito il suo Pontificato dando le dimissioni da esso, sia che credesse di fare bene, nella sua intelligenza pervertita, a giustificare la sua rinuncia, sia che fosse stato costretto a farlo, ma questo, come abbiamo dimostrato… non è vero, non è stato e non è possibile. Egli stesso ha sempre affermato e ripetuto che si è dimesso senza alcuna costrizione e in piena libertà. Altrimenti andrebbe all’Inferno per essere un Mentitore, come il Diavolo, per avere detto non una piccola bugia, ma una Grande Menzogna, ingannando e tradendo la Chiesa!

Francesco, invece di tanti abbracci e convenevoli, e finendola di essere ridicolo chiamandolo “nonno”, dovrebbe proporgli di dire la verità, l’altra verità, che cambia tutta la vicenda di Ratzinger e il giudizio su di essa: “Quando hai accettato di essere Papa, hai pensato o no in quel momento che un giorno ti saresti dimesso?”. Capite che se c’è una risposta affermativa, se c’è un ‘sì’… non c’è più Papa Benedetto XVI!

Per Francesco invece si fa ancora in tempo a pregare, sperando nella sua conversione e volendo lucrare le Indulgenze della Chiesa. Se invece continuasse imperterrito nel suo modo infame di agire come Papa, fino alla morte, fa sempre in tempo il suo successore a radiarlo dall’Albo dei Sommi Pontefici!

Don Felice Prosperi                  Morichella di San Ginesio  23 marzo 2019

16 pensieri riguardo “Don Felice Prosperi analizza il suo “enigma Ratzinger”

  1. C’è un peccato, per il quale l’Apostolo dice di non pregare, “quello che conduce alla morte” (cfr. 1 Giovanni 5,16), che naturalmente non è adulterio o furto, ecc… dai quali ci si può e ci si deve benissimo allontanare con il pentimento e per i quali si ottiene il perdono. Per Ratzinger non è questo e nemmeno credo sia il raffreddamento dell’amore a Dio e ai fratelli. Egli si è ‘cristallizzato’ in una scelta, che lui ritiene buona e dalla quale quindi non si distanzia, né si pente (ricevendo da questo momento gli elogi del mondo, che fino a poco prima lo aveva odiato e disprezzato, e ora parla di lui come un papa profetico e blatera di una nuova primavera nella Chiesa), ciò che per me invece è stata un tradimento della Chiesa e una Grande Menzogna. Questo gliel’ho scritto e mandato per lettera (senza ricevere alcuna risposta, proprio come fa Francesco), perché sono preoccupato per la sua Salvezza eterna, che non mi auguro di certo possa perdere. Se esprimo la mia difficoltà a pregare per lui, non è per dare l’esempio agli altri, tanto meno scoraggiarli a farlo. Sono in ansia per lui, perché lo vedo in pericolo spirituale e non c’è nessuno che glielo dica, se non io. Sono portato a farlo, sentendomi ispirato profeticamente dalla Santa Madre di Dio (scelto da Lei non certo perché sono il migliore, ma perché sa che ho un po’ di Fede e molta tigna, pure necessaria). Anche il caro don Alessandro Minutella sente di ubbidire alla Madonna nel dire sul Cardinal Ratzinger cose contrarie a quelle che sto scrivendo io. Non dico con ciò che uno di noi due sia un ‘falso profeta’, ma certamente uno di noi due sbaglia. E non dico che sia lui, ma nemmeno che sia io.

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  2. Noi speriamo in un intervento Divino che spazzi via tutto l’ecumenismo, il modernismo e le eresie iniziate dal Concilio Ecumenico Vaticano II. E che si possa finalmente tornare alla vera e sana dottrina della Santa Chiesa Cattolica Romana che da quasi 50 anni sembra aver perso la strada buona per corteggiare le cose mondane e il denaro.

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    1. Se la preghiera fatta con quella fede capace di spostare le montagne,ci rende potenti nel cuore di Dio,non smettiamo di chiedere il suo divino intervento. O Dio tu solo sei il mio Dio Trinità adorata

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  3. credo che Benedetto XVI non sia stato costretto a dimettersi ma sia stato consigliato a farlo ( “per il bene della Chiesa”) da traditori che avevano già ordito (con conseguente scomunica automatica) l’elezione di Bergoglio. E’ noto infatti come la cosidetta “mafia di San Gallo” avesse già deciso (per ammissione di uno dei partecipanti a quelle riunioni segrete..) il nome del successore di Benedetto XVI.
    Dunque Benedetto XVI resta l’unico e legittimo pontefice, visto che Bergoglio (e gli altri “mafiosi”) è scomunicato. D’altronde non si capirebbe come lo Spirito Santo potesse scegliere un anticristo come Bergoglio..Gesù ha chiarito che un regno non combatte contro se stesso. Chi crede il contrario (che lo Spirito Santo abbia scelto Bergoglio) semplicemente non ha fede in Dio e nel suo amore per la Santa Chiesa.

    Pace e bene

    Alex

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    1. 1 Ottobre 1975
      Romano Pontificis Eligendo di Paolo VI
      Costituzione Apostolica
      Capitolo VI
      n82
      È vero, secondo questa norma, i cardinali riuniti per decidere in segreto quale membro votare sono caduti in Scomunica secondo questa norma Apostolica.

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  4. Pur essendo un amico di Don Felice Prosperi, mi permetto di dissentire completamente dalle sue critiche a Benedetto XVI. A mio modesto avviso, il vero problema non è il fatto che Benedetto XVI si sia dimesso (questa possibilità infatti rimane aperta per ogni Papa fin dal primo momento della sua elezione, come hanno fatto diversi Pontefici nel corso della storia, senza con ciò essere cancellati dall’Albo dei Papi); ma il MODO INNOVATIVO come si è dimesso (conservando cioè “un esercizio contemplativo” del suo Ministero petrino, con tanto di nome, titolo, veste e residenza). Ecco il punto. Prima di criticarlo, si provi a rispondere a questa semplice domanda: “Perché, potendolo fare, non si è ritirato per completo, ma si è ritirato in una forma del tutto innovativa che ancora lo mantiene in gioco?”. Grazie.

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    1. Concordiamo con lei, Padre Gabriele, e Don Felice questo lo sa perfettamente, tanto che abbiamo fatto di proposito l’ampia introduzione, atta a far meditare anche su altre riflessioni…. e su altri pensieri.
      Grazie per il suo intervento.

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    2. Caro Padre Gabriele, grazie della tua dichiarata amicizia. Ti voglio bene, quale confratello Sacerdote, tanto più per lo stesso amore che abbiamo alla Madonna e la comune Consacrazione al Suo Cuore Immacolato. Ho citato nel post un altro innamorato di Maria Vergine, don Alessandro Minutella e, come vediamo, nonostante tutto, le nostre idee divergono. Un’ altra importante differenza tra noi è che voi due state ‘pagando’ per quello che dite e fate, io invece sto ancora ‘passeggiando’. Senza polemica quindi, ma da fratelli in Cristo, ribatto ai tuoi concetti di: MODO INNOVATIVO DI DARE LE DIMISSIONI e ESERCIZIO CONTEMPLATIVO DEL MINISTERO PETRINO, riferiti al nostro amato BENEDETTO XVI (che io chiamo non ‘emerito’, ma ex Papa). Nelle storia della Chiesa sono stati pochi i Sommi Pontefici che hanno rinunciato alla loro missione, non so chi siano e perché l’abbiano fatto. L’unico di cui so qualcosa, colui che ha rassegnato più di 700 anni fa, prima di Ratzinger, è stato San Celestino V. Dopo le dimissioni egli è scappato da Roma e si è ritirato di nuovo in un eremo a pregare, altrimenti i cardinali elettori lo avrebbero imprigionato. Non c’è quindi nessun confronto possibile con la cronaca precedente per attribuire a Joseph Ratzinger un MODO INNOVATIVO di dare le dimissioni, possiamo solo definirlo INVENTIVO. Se l’è inventato lui da solo e lo sta perpetrando, perché un ‘antipapa’ (rispetto a lui), come Francesco, lo sta avallando, coccolando… e controllando! Guai se sgarrerà più di tanto! Inoltre, ammesso per ipotesi che con le sue dimissioni egli intendesse comunque mantenere un ESERCIZIO CONTEMPLATIVO DEL MINISTERO PETRINO, l’avrebbe continuato tranquillamente a svolgere, insieme ALL’ESERCIZIO ATTIVO di esso, senza alcuna necessità di dimettersi! Ma egli lo ha fatto, e bisogna stare alle ragioni e motivazioni scritte del suo gesto, altrimenti facciamo di lui un bugiardo,che mente alla Chiesa e alla sua coscienza! Io, con questo articolo e con le lettere che gli mandai a suo tempo (prima ancora che giungesse il giorno annunciato della sua rinuncia), esprimo il mio giudizio morale negativo su quanto accaduto, responsabilmente preoccupato della sua Salvezza eterna, lasciando di sicuro a Dio Padre il giudizio finale e definitivo su Joseph Ratzinger, ex Papa Benedetto XVI.

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      1. Don Felice, basta così. Il tempo ci dirà se Benedetto XVI, nel rinunciare in quel modo “innovativo” (o “inventivo”, come dici tu) sapeva quello che stava facendo, oppure no. Io sono convinto che lo sapeva perfettissimamente!

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  5. E allora, perché ogni vescovo di qualsiasi diocesi arrivato a 75 anni si dimette? Scendono tutti dalla Croce quindi? Il Papa non è forse un vescovo anche lui?

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    1. No, Bobo, la situazione è completamente diversa perché mentre per il Vescovo è il Papa che conferisce il mandato e l’Ordinazione, per il Papa non è la stessa cosa e NON è un “sacramento” a parte, egli è già vescovo.
      Il Papato è UN RUOLO il cui mandato proviene direttamente e solamente da DIO…. e permane fino alla morte.
      Il pensionamento a 75 anni lo ha inserito Paolo VI ma, da sempre nella Chiesa, un vescovo troppo anziano o malato poteva “farsi da parte”… essi “non scendono dalla Croce” se non ce la fanno a governare una diocesi, perché in tal caso il Papa può mandare un’altro, mentre NESSUNO può sostituire un Papa e nessuno può delegare il suo mandato ad altri.
      E’ questo anche uno dei problemi gravi sollevati dalla TIPOLOGIA DELLA RINUNCIA di Benedetto XVI che non è stata completa… ma “per metà”…. e che la Chiesa dovrà chiarire… se non addirittura RISANARE….

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  6. Lei caro don dimentica che DIO e Misericordioso fa splendere il sole per buoni e per i cattivi, io invece prego per lei ne ha bisogno, non siamo DIO lasci a lui il giudizio su chi e cosa si e fatto ,lei pensi a salvare le anime come le comanda nostro Signore

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    1. Gentile signora Concetta
      Credo di replicare anche al suo commento, se leggerà la risposta che ho dato al confratello P. Gabriele. Ho lasciato il giudizio finale al Dio (noi possiamo dibattere solo storicamente sui fatti, e limitatamente), pensando alla mia Salvezza, a quella di Ratzinger, e ora anche alla sua, per la quale pregherò. La benedico.

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  7. La misericordia a buon mercato non è da Dio, ma degli uomini che ne approfittano, diversamente Gesù sarebbe morto invano. Impariamo a considerare prima la giustizia di Dio, e non la misericordia. Senza pentimento e proposito di cambiare stile di vita, la misericordia non esiste. Non facciamo dire al Vangelo ciò che Gesù non ha mai detto. ( vizio ormai frequente)

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  8. Questo articolo mi addolora. Secondo me il mistero è molto più profondo e complesso.
    Ma ci penserà Nostra Signora a portare la Luce del Cielo, al momento giusto.
    Preghiamo! Sta partendo dalla parrocchia di Fatima un Rosario mondiale per il centenario dalla morte di Francisco Marto, sarà il 4 aprile dalle 20.45 alle 22.00, ora italiana. Se voi di Cronicas volete promuoverlo posso inviare tutto il materiale. Grazie.
    https://materfatima.org/
    Bruno PD

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  9. Io seguo con interesse e non sono in grado di prendere posizione (fortunatamente, non mi compete). Ma posso fare domande.

    Mons. Schneider, in perfetta coerenza tradizionalista (ma, beninteso, non so se abbia ragione o no) con il suo ultimo documento dice che, anche nei casi peggiori, non è possibile che alcuno deponga o dichiari decaduto un Papa dal momento che, in venti secoli, non ci sono precedenti. Dice proprio che una tale operazione, in quanto innovativa, sarebbe improponibile. E allora non si dovrebbe dedurre che avrebbero dovuto essere improponibili anche le modalità innovative con cui Benedetto XVI si è dimesso?

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