È domanda posta dall’editorialista americano Matthew Schmitz.
di Marco Tosatti (30-09-2016)
Papa Francesco ha fallito? Non se lo chiede il vostro povero blogger, ma la domanda è il titolo di un editoriale del New York Times, firmato Matthew Schmitz, che è anche il responsabile di The First Things. Ve ne proponiamo qualche brano perché difficilmente potreste trovare qualche cosa di analogo sui giornali italiani, fatta salva qualche rara eccezione. E molto difficilmente sulle più grandi testate.
L’editorialista ricorda l’elezione, e lo stupore per le scelte fuori protocollo e fuori programma. «Gli osservatori hanno predetto che il calore, l’umiltà e il carisma avrebbe creato un “Effetto Francesco”, riportando cattolici dispersi in una chiesa che non sembrava più così proibitiva e fredda».

Schmitz ricorda che un biografo del Papa aveva predetto che la posizione morbida di Bergoglio in tema di comunione ai divorziati-risposati «potrebbe dare vita a un ritorno su larga scale alle parrocchie».
Ma a dispetto della sua popolarità le previsioni si sono avverate? «I cattolici stanno ritornando? Negli Stati Uniti, per le meno, questo non è accaduto. I risultati di una ricerca del Centro specializzato della Georgetown University suggeriscono che non c’è stato un effetto Francesco. O, almeno, non positivo. Nel 2008 il 23 per cento dei cattolici americani andavano a messa ogni domenica. Otto anni più tardi la presenza alle messe è rimasta più o meno identica, il 22 per cento». E dati non confortanti vengono anche dal mercoledì delle ceneri: nel 2008 il 50 dei Millennials aveva ricevuto le ceneri, e quest’anno erano solo il 41 per cento. “A dispetto della popolarità personale del Papa, i giovani sembrano allontanarsi dalla fede”.
Schmitz pensa che le frequenti e ripetute accuse del Pontefice verso i cattolici siano una delle componenti del fenomeno. «Descrive i sacerdoti delle parrocchie come ‘piccoli mostri’, che ‘gettano pietre’ ai poveri peccatori. Ha diagnosticato il personale di Curia come malato di ‘Alzheimer spirituale’. Sgrida gli attivisti pro-life per la loro ‘ossessione’ dell’aborto», e così via. «Queste denunce demoralizzano i cattolici fedeli, senza offrire a quelli che si sono allontanati una buona ragione di tornare. Perché unirsi a una Chiesa i cui preti sono piccoli mostri e i cui membri amano tirare pietre? Quando il papa in persona esalta gli stati spirituali interni sull’osservanza del rito, c’è poco motivo di mettersi in fila per la confessione, o svegliarsi per andare a messa».
Schmitz osserva che anche sul piano delle riforme le aspettative sono andate deluse. E afferma: «Francesco ha costruito la sua popolarità a spese della Chiesa che guida. Ma quelli che vogliono vedere una Chiesa più forte devono attendere un tipo diverso di papa… confrontare un’età ostile con le singolari pretese della fede cattolica può non essere popolare, ma nel tempo può rivelarsi più efficace. Anche Cristo fu accolto dalle beffe della folla».
(fonte: marcotosatti.com)
Capita inconsapevolmente, alle persone affamate di popolarità, di appiattirsi e conformarsi a ciò che piace alla maggioranza, di ‘fare sconti appetitosi’ sulle idee e sui principi, nella convinzione erronea di scalare facilmente la cima e arrivare in vetta senza fatica.
La realtà, al contrario, dice che – non appena gli altri hanno avuto il tempo di prendere le misure e di pesare il personaggio – se ne allontanano a causa della caduta della stima che consegue al vedere, da parte loro, lo svendere a prezzo infimo delle realtà preziose.
Paradossalmente questo atteggiamento è più vivo e severo in chi non crede e vive quindi come se Dio non esistesse.
Costoro non hanno alcuna intenzione (almeno nell’immediato) di convertirsi e di cambiare vita. Ma hanno un bisogno quasi fisico di sapere che la Roccia esiste e c’è chi la difende e la difenderà a costo della sua stessa vita, fisica, psicologica e spirituale. Anche sfidando la derisione e l’emarginazione (= morte sociale).
Questa è almeno la mia ormai consolidata esperienza.
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“Papa Francesco ha fallito?”
Dipende in quale contesto, se sotto l’aspetto squisitamente antropologico, possiamo dire di no, in ogni suo atto come nel caso della “Misericordia” pone l’uomo al centro, quindi fa dell’antropocentrismo la sua “dottrina”, relegando il cristocentrismo ad un “accidente”, questo è ben evidente dalla sua determinazioni ad “unificare le chiese”, non tenendo in nessun conto che per tale scopo si deve necessariamente fare un compromesso nella fede, questo non è possibile, non è accettabile e soprattutto non è nella “Traditio”, di esempi ve ne sono moltissimi, non ultimo la statua dell’eretico Lutero nell’aula Paolo VI con circa un migliaio di luterani, ma quello che lascia una certa attenzione è il 31 Ottobre quando parteciperà insieme con gli eretici protestanti alla celebrazione del 500° anniversario della “Riforma” additando la medesima o parte della medesima con un “Dono per la Chiesa”.
E’ evidente che in questo breve pontificato Papa Francesco ha trasmesso più dubbi, incertezze, perplessità che non confermare i fedeli cattolici nella fede.
Bisognerebbe che sua Santità rispondesse ad una breve domanda, “Dove vuol portare la Chiesa Cattolica?”
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