Trento, cacciati in cinque anni i seminaristi “troppo” cattolici

Fedeltà al cattolicesimo: l’unico peccato imperdonabile della neochiesa.

È di dominio pubblico, perché pubblicato oggi sul giornale trentino del quale vi alleghiamo l’immagine. Una lettera accorata da parte di un gruppo di fedeli che non comprende perché, la Diocesi, abbia rimandato a casa un ottimo seminarista.

Noi qualcosa sappiamo, ma come è comprensibile di più non possiamo dire. Possiamo avvisare voi cari lettori, che questo non è un caso isolato – a Trento – e in pochi anni sono stati rimandati a casa almeno una decina di candidati al Sacerdozio solo per il sospetto – e l’accusa – di essere “troppo cattolici”.

Laddove si denuncia carenza di Vocazioni al sacerdozio, anche la Nuova Bussola ne sta parlando, in verità questi futuri ed ottimi seminaristi e sacerdoti, vengono mandati a casa o, costretti, a tagliare ogni contatto con chi – in qualsiasi diocesi in Italia – operano sacerdoti o gruppi detti “tradizionalisti”. La situazione è uguale un poco ovunque sul territorio italiano, ma questa a Trento le supera davvero tutte, o quasi, a causa del gran numero di seminaristi allontanati, senza alcun capo d’accusa plausibile.

Lasciamo a Voi ora di leggere la Lettera dei Fedeli inviata alla Diocesi la quale, ovviamente, non ha trovato alcuna risposta. Una protesta legittima che, a quanto pare, non è degna di una risposta da parte del Vescovo Lauro Tisi, della cui “teologia tisica“, ne parlammo qui. Solitamente…. non si offre mai voce a quei “casi” che non riguardano il mondo del pornografico… oggi si premiano certi preti  e si mandano a casa quelli davvero moralmente onesti e dottrinalmente validi e bravi.

Quanto leggerete rafforza incredibilmente la Lettera che abbiamo pubblicato due giorni fa, vedi qui. Mentre indichiamo anche questo interessante commento da Anonimi della Croce: “Breve appunto: Dat e diocesi di Trento. Le ambiguità di un comunicato” di Fra Cristoforo


“Siamo fedeli dell’Unità Pastorale Cristo Salvatore (Bassa Valle di Non, decanato di Mezzolombardo) ed abbiamo saputo della fine del percorso verso il sacerdozio di E.C., un seminarista che ha trascorso molto tempo nelle Parrocchie della nostra Unità Pastorale.

Ci colpisce il fatto che non è una decisione sua, ma che gli viene imposta. Questo ci sorprende ed è per noi incomprensibile. Il giovane seminarista, da come lo abbiamo conosciuto, ha sempre dimostrato una fede ed una vocazione fortissima. Da noi è stato molto apprezzato e tutti gli hanno voluto bene per il suo impegno, per il suo stile, per le sue capacità e per la vicinanza ai nostri ragazzi e agli anziani.

Ci ha trasmesso la gioia e la speranza, che per noi era certezza, della sua Ordinazione che sapevamo ormai vicina, avendolo spesso seguito anche dopo che aveva lasciato i nostri paesi per la Vallagarina. Il seminarista è comunque tornato di frequente nella nostra zona per incontrare persone, soprattutto alcuni nelle difficoltà e nella malattia.

Ci chiediamo cosa sia avvenuto e manifestiamo grande dispiacere e tristezza pregando perché un dono così bello non vada sprecato.

Non da ultimo, questa situazione potrebbe scoraggiare altri giovani dall’intraprendere la strada del sacerdozio già di per sé carico di sacrificio e difficoltà”.

2 pensieri riguardo “Trento, cacciati in cinque anni i seminaristi “troppo” cattolici

  1. L’articolo non esplicita se l’accusa di “essere troppo cattolici” sia stata mossa formalmente ai seminaristi prima dell’espulsione, o meno.
    Ad ogni modo, con l’aria che sta tirando nella neochiesa, non vorrei che ora dai seminaristi si pretendano formalmente delle caratteristiche molto pe^CUL^iari.

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