Papa Francesco all’arcieparchia di Ernakulam-Angamaly: “una paterna esortazione” Versus Deum

«Ricordiamo che, secondo un’antica tradizione, l’Apostolo Tommaso evangelizzò prima la Siria e la Persia (così riferisce già Origene, riportato da Eusebio di Cesarea, Hist. eccl. 3, 1) poi si spinse fino all’India occidentale (cfr Atti di Tommaso 1-2 e 17ss), da dove infine raggiunse anche l’India meridionale. ». (Benedetto XVI, Udienza generale, 27 settembre 2006).

La Chiesa che nasce dall’attività dell’Apostolo S. Tommaso, conosciuta tradizionalmente come la Chiesa dei cristiani di san Tommaso, oggi viene chiamata Chiesa siro-malabarese. Questa Chiesa, insieme alle altre tre, cioè Caldea-cattolica, Assira dell’Oriente e Antica dell’Oriente, condividono la stessa tradizione siro-orientale, erroneamente chiamata “nestoriana” (cfr. Dichiarazione cristologica comune tra la Chiesa cattolica e la Chiesa Assira dell’Oriente, 11 novembre 1994). La chiesa Siro-Malabarese ha sempre mantenuto la vera fede, ricevuta in eredità dall’apostolo Tommaso, e rimane ancora oggi una vigorosa Chiesa orientale che ha sempre riconosciuto l’autorità Petrina di Roma, ricca del Vangelo e della Tradizione e viva nell’impegno della testimonianza della vita cristiana. Questa Chiesa è «coronata come una sposa e colma di ogni grazia e benedizione».  (dal Qurbana).

Da diversi mesi (e anche anni), la posizione del celebrante nella messa è diventata oggetto di disputa nella Chiesa cattolica di rito siro-malabarese, che, con le sue trenta diocesi in India, riunisce quasi cinque milioni di fedeli… La disputa ruota attorno al “rinnovamento liturgico” e, tuttavia questa volta, la Santa Sede interviene per preservare l’aspetto della posizione del celebrante “Versus Deum”, ossia con i fedeli rivolti verso Dio, verso oriente. La questione liturgica è stata ampiamente all’ordine del giorno nella prima sessione del sinodo: pochi giorni prima dell’apertura del sinodo, un sacerdote del seminario di Mary Matha, mons. Varghese Njaliath, si è dichiarato pubblicamente a favore della celebrazione faccia al popolo, nel nome dello “spirito del Concilio Vaticano II”… è evidente che ci si ritrova davanti all’ennesimo abuso di pensiero e parole, a tal punto che – questa volta – la Santa Sede ha deciso di intervenire, a nome del Papa stesso.

  • Questo “rinnovamento liturgico” non è di oggi. Già nel 2003 così scriveva Giovanni Paolo II alla Chiesa in Siria:
  • “La liturgia della Chiesa Siro-Malabarese, da secoli parte della ricca e varia cultura indiana, è l’espressione più viva dell’identità dei vostri popoli. La celebrazione del mistero eucaristico col rito Siro-Malabarese ha svolto un ruolo vitale nel forgiare l’esperienza della fede in India (cfr Ecclesia in Asia, n. 27). Il riunirvi attorno all’altare nella “pienezza di colui che si realizza interamente in tutte le cose” (Ef 1, 23) non solo vi definisce come popolo eucaristico, ma è anche una fonte di riconciliazione che aiuta a superare gli ostacoli che possono impedire il cammino verso l’unità delle menti e dei fini. Come principali custodi della liturgia, siete chiamati sempre a essere vigili affinché si evitino sperimentazioni ingiustificate da parte di singoli sacerdoti che violano l’integrità stessa della liturgia e possono arrecare anche grave danno ai fedeli (cfr Ecclesia de Eucharistia, n. 10). Vi incoraggio nei vostri sforzi volti a rinnovare il vostro “patrimonio rituale” alla luce dei documenti conciliari, prestando particolare attenzione all’Orientalium Ecclesiarum e nel contesto del Codice di Diritto Canonico delle Chiese Orientali e della mia Lettera Apostolica Orientale lumen. Sono certo che con prudenza, pazienza e una adeguata catechesi questo processo di rinnovamento recherà frutti abbondanti. I molti risultati positivi già ottenuti dai vostri sforzi rendono questo compito meno scoraggiante e, in effetti, saranno una fonte di forza futura. Vi incoraggio a proseguire questo lavoro fondamentale di modo che la liturgia non venga solo studiata, ma anche celebrata in tutta la sua integrità e bellezza.” (qui il testo)

…ma qualcosa sta andando storto…. fino alla: “clamorosa protesta con cui un gruppo di laici a Ernakulam ha dato alle fiamme due manichini con i volti del cardinale Alencherry e del prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, il cardinale Leonardo Sandri, che lo scorso 11 marzo aveva già espresso la stessa indicazione ora messa nero su bianco anche dal papa….”

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L’ultima “vaticanata” di Padre Lombardi

Sì, l’ultimo, probabilmente, comunicato ufficiale di Padre Lombardi che lascia il suo ruolo di portavoce ufficiale della Santa Sede, del Papa, e dedicato, a quanto pare, neppure alle parole del Papa ma, al Prefetto del Culto divino, il cardinale Sarah (vedi qui). Il contenzioso quale è? Niente meno che il rito cattolico della Messa.

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