Quella tempesta sedata, taciuta nella Laudato sì, ora riaffiora con timore?

Molti di noi si sono riuniti ieri pomeriggio alle 18:00 per “pregare con il Papa“, ricevere una benedizione particolare Urbi et Orbi con l’indulgenza plenaria e poter così sperare che questa emergenza finisca al più presto.

Nel testo del Pontefice – leggi qui quello ufficiale – possiamo cogliere il cuore del Discorso che tende a farci riflettere sul famoso brano del Vangelo di san Marco 4,35 e ss. il quale però, come accennato nel titolo di questo editoriale, non è stato mai menzionato, neppure tra le note, nella enciclica di Bergoglio “Laudato sì“….  Sono anni che ci chiediamo come mai – in un testo che parla di eventi naturali, del creato, del pianeta – non abbia fatto tesoro di questo episodio… Non abbiamo ricevuto mai una risposta, ma forse dovevamo attendere questo tempo per poterlo riascoltare…

Le critiche agli aspetti esteriori di questo evento, non li discuteremo… nel senso che nessuno di noi si aspettava di vedere questo Papa, magari scalzo, arrivare sul sagrato e buttarsi inginocchio davanti al maestoso Crocefisso che salvò Roma dalla peste.. o inginocchiarsi davanti alla Salus Populi Romani, o davanti al Santissimo solennemente esposto… e magari sentirlo supplicare agli Uomini “di buona volontà” l’immediata conversione, magari usando le parole del Signore che si usano all’inizio della Quaresima: «ritornate a me con tutto il cuore» (Gioele 2,12) o Malachia 3,7: «Tornate a me e io tornerò a voi».

  • “… la preghieraha espresso un padre domenicano di recente – non si limita alla richiesta di essere liberati dalla “tristezza presente”, ma anche di poter un giorno fruire della “letizia eterna”. In altri termini, neppure in occasione del Coronavirus, non possiamo mai pregare restando unicamente nell’orizzonte di questo mondo e di questa vita, ma siamo invitati a chiedere che la liberazione dai mali presenti si risolva con il rafforzamento di un cammino verso il paradiso. Che senso infatti avrebbe una liberazione dal Coronavirus per intercessione di Maria se poi la liberazione fosse vissuta come un riprenderci la libertà di vivere come prima e magari lontano dal Signore?

Qualche Lettore potrebbe farci notare che forse “non siamo contenti mai di nulla!“, no! Tutto sommato poteva andare peggio!!!

C’è chi, infatti, non ha saputo fare di meglio che immaginare madonne fluorescenti o fosforescenti o con lampade accese… apparire sul cielo grigio e piovoso di Roma , mentre il Papa leggeva il suo Discorso…. questi sì che diventano video ed immagini virali che stordiscono – e forse uccidono – maggiormente del Covid-19 e non perché noi qui non crediamo al soprannaturale, ma perché la Vergine stessa non avrebbe mai distolto lo sguardo dal Suo Figlio – lì in croce e sotto la pioggia – e da lì a poco PRESENTE VIVO E VERO nel Santissimo Sacramento.

La vogliamo spiegare al meglio con una riflessione di Biagio Buonomo, sulle pagine di facebook:

UN GESTO CHE VA OLTRE LE PAROLE DETTE E NON DETTE

  • Ieri sera, in una piazza San Pietro non spettrale, come han detto in molti, ma invece restituita agli antichi silenzi che conobbe quando altro non era che l’Ager Vaticanus in cui Pietro trovò la morte e la sepoltura, il suo successore ha pregato da solo e benedetto la città di cui è vescovo e il mondo in cui vicarialmente guida, per un segmento di storia, il gregge di Cristo.
  • Abbiamo sentito il rumore dei passi sotto la navata della grande basilica, il ticchettare della pioggia sul sagrato, qualche sirena in lontana e il singhiozzo triste dei gabbiani. E le preghiere del Vicario. Mute e recitate a voce. Lo abbiamo visto contemplare il Santissimo, brandirlo e benedirvi ogni uomo e ogni donna.
  • Ci basta. E non daremo peso a quel che è stato detto o non detto al di là della preghiera.
  • Non c’importa se Bergoglio ha affermato che questo “Non è il tempo del giudizio di Dio ma del giudizio dell’uomo”. L’uomo non ha giudizio o buon senso: non impara dai suoi errori. Per questo il Signore pedagogicamente lo colpisce; non c’importa se il suo “Nessuno si salva da solo” evocasse scenari solidaristici invece che un abbandonarsi all’infinita misericordia di Dio che, giudice ingiudicabile, ci sta percuotendo con la sua mano perché scarsi ci ha trovati sulla bilancia. E neppure ci importa che abbia accennato a un “pianeta malato”. Il pianeta gode di ottima salute. La natura ha le sue leggi, dimentiche di noi e della nostra perduta signoria. La natura sta bene. Siamo noi malati. Nello spirito e ora anche nel corpo. E, infine neppure ci importa che Bergoglio non abbia chiesto perdono a Dio per le mancanze e le infedeltà della Chiesa. Non quelle commesse secoli fa. Ma quelle presenti, attuali, ancora praticate e iterate con superbia cieca.

Per concludere è necessario e fondamentale tornare a riflettere per il resto della Quaresima e della quarantena… all’episodio della Tempesta sedata. Non è un semplice “affidarsi” al Signore Gesù, ma molto di più… è quel ….«ritornate a me con tutto il cuore» «Tornate a me e io tornerò a voi».

Il pianeta Terra anche se “usato e abusato” gode ottima salute… ha le sue risorse e sempre si rinnova, trova sempre il modo di ripartire e questo non perché vive di vita propria o perché “dipende tutto da noi“, ma perché Dio ha tutto sotto controllo!!! Da noi dipende o salvarci l’anima o danneggiarla per sempre, all’inferno per l’eternità… non c’è altro fine, altro scopo per cui viviamo su questa terra… rispettando poi, certamente, anche la Natura: «ritornate a me con tutto il cuore» «Tornate a me e io tornerò a voi».

Infine il Papa in questa “preghiera” ha detto: Signore, ci rivolgi un appello, un appello alla fede . Che non è tanto credere che Tu esista, ma venire a Te e fidarsi di Te …..

Nella parabola del Figliol prodigo – il Padre – attende il nostro ritorno, non si muove affatto, attende che usciamo dal porcile nel quale ci siamo infilati, solo quando ci vedrà tornare a Lui (vera conversione) allora Egli ci verrà incontro per fare festa… Dunque… CREDERE CHE IL PADRE ESISTA non solo è fondamentale per evitare di andare dietro alle chimere, ai tanti dio ignoti… alle divinità sparse qua è là… ma è fondamentale per poterci poi fidare in quel RITORNARE al vero Padre. Il Figliol prodigo, infatti, che si era perduto seguendo i suoi sogni, ritorna dal Padre che BEN CONOSCE e dunque può fare una differenza con la situazione da lui scelta e che lo aveva portato alla rovina…

La fede e la ragione, scriveva Giovanni Paolo II in apertura dell’enciclica Fides et Ratio, «sono come le due ali con le quali lo spirito umano s’innalza verso la contemplazione della verità». Perchè “CREDO IN DIO…” e che esiste è fondamentale per saper spiegare e argomentare, senza complessi di inferiorità, la propria fede….

Se non fosse importante credere che Dio, Gesù Cristo ESISTE DAVVERO, e dunque LA FEDE VERA esiste, a chi ci dovremo affidare? a chi riporre la nostra fiducia? Potremo usare anche l’episodio del Buon Ladrone: a chi ha creduto? a chi ha rivolto la sua supplica? da chi è stato salvato? «ritornate a me con tutto il cuore» «Tornate a me e io tornerò a voi».… altrimenti la tempesta continuerà…


RICORDA CHE….

crocefisso

Nel 1519 un incendio, nella notte, distrugge completamente una Chiesa in Via del Corso, a Roma, intitolata a San Marcello. Il mattino seguente l’intero edificio è ridotto in macerie ma fra le rovine emerge integro il crocifisso dell’altare maggiore, ai piedi del quale arde ancora una piccola lampada ad olio. Tre anni dopo l’incendio, Roma viene colpita dalla “Grande Peste”. Il popolo porta il crocifisso in processione, riuscendo a vincere anche i divieti delle autorità, comprensibilmente preoccupate per il diffondersi del contagio. Il crocifisso viene prelevato e portato per le vie di Roma verso la basilica di San Pietro. La processione dura per 16 giorni: dal 4 al 20 agosto del 1522. Man mano che si procede, la peste dà segni di regressione, e dunque ogni quartiere cerca di trattenere il crocifisso il più a lungo possibile. Al termine, al momento del rientro in chiesa, la peste è del tutto cessata. Questa è la storia. Ognuno la mediti… «ritornate a me con tutto il cuore» «Tornate a me e io tornerò a voi».

 

Non bisogna demonizzare tutto ma… non possiamo tacere l’apostasia di certa gerarchia

«Il Cristo è stato il riformatore dell’umanità, predicando e manifestando il bene morale nella sua vita, io invece sono chiamato ad essere il benefattore di questa umanità, in parte emendata e in parte incorreggibile. Darò a tutti gli uomini ciò che è loro necessario. Il Cristo, come moralista ha diviso gli uomini secondo il bene e il male, mentre io li unirò con i benefici che sono ugualmente necessari ai buoni e ai cattivi. Sarò il vero rappresentante di quel Dio che fa sorgere il suo sole e per buoni e per i cattivi e distribuisce la pioggia sui giusti e sugli ingiusti. Il Cristo ha portato la spada, io porterò la pace. Egli ha minacciato alla terra il terribile ultimo giudizio. Però l’ultimo giudizio sarò io e il mio giudizio non sarà solo un giudizio di giustizia ma anche un giudizio di clemenza. Ci sarà anche la giustizia ma non una giustizia compensatrice bensì una giustizia distributiva. Opererò una distinzione fra tutti e a ciascuno darò ciò che gli è necessario…» (Vladimir Sergeevic Soloviev, I tre dialoghi e il racconto dell’Anticristo, 1900, vedi qui).

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Episcopato mondiale di Bergoglio, verso la deriva ambientalista

Piangere sulla fine del mondo, e sugli eventi drammatici che verranno per purificare gli uomini, è tipico di coloro che lo amano e vi hanno messo le proprie radici del cuore e non cercano altro, non aspirano alla Vita futura, non si aspettano, oppure rifiutano che questa Vita esista per davvero. Ma noi che abbiamo conosciuto i gaudi eterni della Celeste Patria, dobbiamo anelare di giungere ad essa, e dobbiamo incoraggiare il prossimo su questa via.” (San Gregorio Magno, Omelia I, sulle catastrofi naturali che incombevano ai suoi tempi su Roma)

Per la verità non è una novità quanto sta accadendo e non è neppure un caso che il cognome di Bergoglio faccia rima con “imbroglio” perché, con la sua nuova idea imposta a riguardo della supremazia delle Conferenze episcopali del mondo, può accadere che se un Vescovo non fosse d’accordo con le istanze prese e sposate dai vertici, si troverebbe automaticamente “FUORI DELLA COMUNIONE”. E se questo potrebbe sembrare buono ai fini della sana e corretta dottrina, diventa una catastrofe quando, nel prendere certe decisioni, ci si muove in campo POLITICO E IDEOLOGICO.

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Mons. Viganò risponde alle accuse: forse il Papa vuole sostituirsi a Gesù?

Entriamo nella “cronaca” a causa di una GRAVISSIMA Lettera di mons. Carlo Maria Viganò – non a caso firmata per la Festa di San Michele Arcangelo Patrono della santa Chiesa – fatta recapitare ad Aldo Maria Valli con la preghiera di essere pubblicata. Il Vescovo non solo tenta di difendersi dall’accusa di aver violato il “segreto pontificio” fornendo ulteriori ragioni gravissime verso il comportamento assunto da papa Francesco, e non soltanto nei suoi confronti, ma soprattutto contro il vero bene della Chiesa. Ma vi lasciamo ora a due parole espresse dal Valli perché è corretto che andiate anche alla fonte originale qui, e poi vi lasciamo la Lettera….

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Finché la barca va…

Il titolo di quanto andremo a leggere, non è l’originale, ma ci aiuta a comprendere l’attuale situazione che stiamo vivendo e di come, a pochi mesi dall’elezione di Bergoglio al Soglio Petrino, il suo amico e successore sulla sede di Buenos Aires disse, in una intervista, che aveva trovato il nuovo papa talmente bene, e talmente a suo agio che, quando gli chiese come e quanto poteva essere duro il mestiere di Papa, Bergoglio rispose ridendo: ” non mi stanco per niente, è divertente fare il papa…

Giocare fa bene, ma come ogni gioco nel quale si superano i limiti, tale gioco può diventare pericoloso, nocivo e pure diabolico… Che Bergoglio abbia preso parte, in tutta la sua vita e in tutta la sua esperienza ecclesiale acquisita, ad un gioco DELLE PARTI, è provato proprio dalle tante biografie a lui dedicate, così come dal suo ricco frasario, e così anche nei comportamenti.

Tutto questo per presentarvi l’articolo di Don Felice Prosperi che deve essere letto alla luce di questa tempesta che sta sballottando la Barca petrina di qua e di là, senza risparmiarle nulla, facendoci anche dubitare che forse il Signore Gesù stia dormendo… (cfr.Mc.4,35-41).

Ma il Signore non dorme…. la Chiesa è Sua, questa certezza non deve inficiare da parte nostra, una sana presa di coscienza di quanto sta accadendo, prendendo anche atto di questo INEDITO sui Gesuiti degli anni ’70.

Buona lettura.

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