A-Dio Summorum Pontificum: il moto è più veloce verso la fine…

Motus in fine velocior” «il moto è più veloce verso la fine» – Come disse Gesù a Giuda: “Quello che devi fare, fallo subito“….

Era nell’aria, ed è arrivato proprio oggi, Festa della Beata Vergine del Monte Carmelo, il tanto atteso Motu Proprio di Papa Francesco che si pone, di fatto, contro il Summorum Pontificum (SP) di Benedetto XVI, sostituendolo con il suo dal titolo: «TRADITIONIS CUSTODES» (TC) vedi qui testo originale, (vedere qui la Lettera di accompagnamento del Papa, ai Vescovi) sulla regolamentazione dell’uso del rito detto antico, quello che Benedetto XVI definì “forma straordinaria”… Quindi da oggi, chi pratica il rito antico non dovrà più parlare del “Summorum Pontificum” di Benedetto XVI ma del “Traditionis Custos” di Papa Francesco.

Chiariamo subito che non ci stracciamo le vesti e che abbiamo ben ponderato due aspetti importanti dal testo: uno negativo ed uno positivo. Non si tratta di guardare al bicchiere mezzo pieno, anzichè mezzo vuoto e neppure di mero ottimismo, bensì di sano realismo poiché abbiamo a che fare con due elementi fondamentali: l’unità della Chiesa ma anche il Culto a Dio. Stracciarsi le vesti non serve a nulla! E’ necessario, ora e più che mai, affrontare l’argomento con serenità e sano realismo. Il colpo è stato dato e lo si attendeva, saper incassare bene… è molto importante per non perdere il controllo e non farsi prendere dai sentimenti peggiori. A scanso di equivoci non ci riteniamo “fondamentalisti” del rito nella forma antica. Laddove ci è stato possibile assistervi, lo abbiamo sempre fatto con immensa gratitudine e ringraziamento, cercandola dove era possibile trovarla, ma generalmente siamo persone che vivendo nelle proprie realtà parrocchiali, assistiamo alla forma ordinaria, anche se con molta sofferenza a causa degli abusi sui quali, però, il Papa (e i Vescovi che sapendo tacciono) non ha avuto una sola parola di condanna.

Vediamo l’aspetto negativo:

  • Non è buono il cavaliere se non si prova sul campo della battaglia: così l’anima vostra si deve provare alla battaglia delle molte tribolazioni; e quando si vede fare prova buona di pazienza, e per impazienza non volta indietro il capo scandalizzandosi di quello che Dio permette, allora può godere ed esultare, e con perfetta allegrezza aspettare la vita durabile…” (Santa Caterina da Siena)
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Reti Unificate: bestiario episcopale! Ci aiuti santa Caterina da Siena!

Dopo i recenti fatti che – con la scusa dell’emergenza della pandemia – vedono sempre più coinvolti alcuni appartenenti alle Forze dell’Ordine, agire con una inaudita sopraffazione contro inermi sacerdoti nel mentre celebrano la Santa Messa, pur nel rispetto delle regole straordinarie che stiamo vivendo, ci troviamo a dover subire non un semplice “silenzio” dei nostri Vescovi, il qual silenzio potrebbe essere motivo di dolore e di lutto con penitenza ma, al contrario, ci tocca sentire dai loro comunicati una vera e propria capitolazione delle proprie responsabilità, una sorta di resa non tanto alle leggi dello stato che tutti noi stiamo cercando di rispettare, quanto l’udire un drammatico BESTIARIO episcopale!

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Cari Vescovi c’è un popolo che aspetta… attenti a non sfidare, troppo, Dio!

Quando l’eresia s’impadronirà della Chiesasappiate che non ci sarà prova di vera fede e di cristianità se non con le Sacre Scritture, perché quelli che si volgeranno altrove periranno” (san Giovanni Crisostomo nella sua “Homelia 49, Mattheum”).

Ne parlammo qui circa il peccato di ignavia di Vescovi e Cardinali… e gli eventi continuano a precipitare… Anche Corrispondenza Romana lancia un ulteriore appello, vedi qui, ma sembra proprio che la nostra Gerarchia abbia deciso di “arrendersi” mentre, all’interno del popolo cattolico crescono le preoccupazioni, dubbi e domande.

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La vera devozione alla Cattedra di Pietro

Sabato 7 aprile a Deerfield (Illinois) su invito di Catholic Family News e lunedì 9 aprile a Norwalk (Connecticut), ospite di The Society of St Hugh of Cluny, il prof. Roberto de Mattei ha parlato sul tema Tu es Petrus: la vera devozione alla Cattedra di Pietro… vedere qui fonte ufficiale.

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La neochiesa non s’illuda: depravati e pervertiti non entreranno nel Regno dei Cieli

La neo chiesa sdogana i rapporti contro natura e i Vescovi tacciono (è l’ignavia, della quale abbiamo già messo in guardia i vescovi in questo editoriale), perciò condividiamo questo articolo perché riporta due Lettere importanti e che, ci auguriamo, possano risvegliare il torpore di quel Clero ancora sano, e possano convertire i sacerdoti apostati che non fanno danno solo a se stessi, ma anche alle Anime da risanare, anziché compiacere….


Riportiamo una famosa Lettera di santa Caterina da Siena che riprendiamo da questo testo in formato Kindle. La notizia è di dominio pubblico, addirittura la Diocesi di Torino che sdoganacorsi per fidanzati gay“; sacerdoti che escono trionfalmente allo scoperto per affermare che la Chiesa “deve chiedere perdono alle coppie gay” … l’elenco è in crescita e ci chiediamo – chiediamo ai Vescovi – perché tacete? E’ evidente che questa gente NON crede affatto all’esistenza dell’Inferno e ritiene, molto probabilmente, che lo stesso Dio e Signor Nostro Gesù Cristo, sia oramai una sorta di ESPERIENZA SIMBOLICA, non affatto una Presenza Reale per la quale l’uomo (uomo e donna) è TEMPIO DELLO SPIRITO SANTO.

Vi è anche del sadico in tutto ciò, cioè, in quel “piacere, crudele e perverso, di tormentare” la santa Chiesa vera di Gesù Cristo, che nei suoi veri Santi ha sempre combattuto quei “peccati CONTRO NATURA” perché uccidono l’uomo, lo degradano, ed è un peccato, la sodomia (termine scomparso dalle predicazioni della neo chiesa), che fa schifo persino ai Demoni, come insegnano san Pier Damiani e santa Caterina, Dottori della Chiesa.

Ed anzi, per troppi Vescovi Sodoma e Gomorra non furono neppure distrutte, clicca qui e, il termine sodomia, è letteralmente scomparso nell’esame della coscienza e nel contesto dei peccati mortali, della neo chiesa…

CLICCARE QUI per leggere e meditare sui due testi di san Pier Damiani e di santa Caterina da Siena.

Si “rinuncia” alla GMG, non al Papato!

Se un Papa si dimette a causa della Gmg, i conti non tornano.

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