Sì! Dio ci castiga=purifica, ma per salvarci! Lo dice la Scrittura…

Ama il dolore, perchè è il mezzo per l’espiazione…” (san Padre Pio)

Cari Amici, siccome non siamo “autoreferenziali”, vi proponiamo le riflessioni del domenicano Padre Riccardo Barile che condividiamo alla lettera…. Qui la prima parte, aggiornatevi più avanti perché posteremo qui anche la seconda parte…. Non trascurate di leggere la bellissima intervista rilasciata qui da mons. Carlo Maria Viganò… L’importante è non leggere la Scrittura “alla lettera” come fanno le sétte e, più in generale, i movimenti protestantici-pentecostali… ma dalla Lettera, dal Verbo, da questa Parola, che si è “consegnata” a LA CHIESA per essere spiegata… non dobbiamo discostarci e non dobbiamo manomettere, o accomodare a seconda dei tempi e delle mode!

Il “castigo” è l’atto di “rimettere in riga”…  qualcuno. Se rispondi male all’insegnante, non dovrai sorprenderti se ti mette in “castigo“, soprattutto quando viene infranta quella che si chiamava “educazione civica“….
La radice del nome “castigo” è latina, dal verbo “castigàre”, e contiene la parola “castus”, ossia rendere puro, pulito. Rimproverando con le parole, o con i fatti, infatti, l’intento di chi castiga è quello di ritornare ad una condizione di purezza, come quella precedente all’aver commesso la marachella. Il castigo è largamente utilizzato nelle Sacre Scritture: Dio si “adira” (non che si “arrabbia“…) con l’uomo quando perde la retta via, e vorrebbe che tornasse a ben agire e a non commettere malvagità. Allo stesso modo la mamma ci mette in castigo tutte le volte che combiniamo qualcosa che non avremo dovuto fare….

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Davvero la Chiesa non ha avuto per secoli Maestri della Sacra Scrittura?

Continua la campagna diffamatoria del clero modernista contro la Chiesa di sempre. Chi ricorre alla menzogna — consapevolmente o inconsapevolmente — è palesemente nel torto, diventando un “utile idiota del diavolo”. La neochiesa ha il potere, ma è alle strette, perché è vero che la Chiesa cattolica difende la Verità, ma è altrettanto vero che è la stessa Verità il difensore della Chiesa di sempre.

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Il fondamentalismo “papal-popolare” di Papa Francesco

Partendo dalle riflessioni che abbiamo letto qui, scaturite dalle parole del Papa sull’aereo in ritorno dalla Polonia, a riguardo dei cristiani “che uccidono la suocera”, violenti e perciò, dice il Papa, fondamentalisti cattolici… ci soffermiamo in alcune brevi considerazioni proprio sul termine “fondamentalisti” così usato – come paragone – contro alcuni gruppi di cristiani, o i singoli battezzati che… uccidono qualcuno.

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“Clericalate”, il vescovo di Cagliari censura la Sacra Scrittura

Che succede quando un sacerdote (Don Massimilino Pusceddu) fa il suo dovere durante un’omelia e ricorda — citando la Lettera ai Romani — che l’omosessualità è un peccato contro natura che grida vendetta davanti a Dio e, quando non c’è pentimento, porta alla morte dell’anima? Succede che il primo a metterlo alla gogna è il suo vescovo (Arrigo Miglio), censurando non solo il sacerdote, ma addirittura il beato Apostolo Paolo!

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“Rahneriani anonimi”

Il modernismo, la «sintesi di tutte le eresie» (San Pio X, Pascendi, 1907), non parlava di cambiamenti dottrinali, ma di “evoluzioni” dei dogmi e delle dottrine, per riuscire in qualche modo a “modernizzare” la Chiesa per metterla “al passo con i tempi” del mondo del XX secolo, frutto della rivoluzione illuminista e massonica del 1789. Ebbene, il suo erede è il progressismo, il cui laboratorio ideologico è la nouvelle theologie. Il progressismo spaccia per progresso teologico della Rivelazione Divina tutte le opinioni personali e filosofiche (soprattutto nella teologia morale) di quegli odierni “dottori della legge” che pensano di aver capito la Sacra Scrittura meglio degli autori sacri, che sono stati veramente ispirati dallo Spirito Santo. Il più importante esponente del progressismo è stato il gesuita tedesco Karl Rahner (1904-1984), un vero e proprio eresiarca, il cui velenoso pensiero pseudo-teologico è disgraziatamente riuscito a penetrare persino nelle teste di alcuni che lo hanno criticato, chiedendone la condanna da parte della Gerarchia.

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