Bergoglio attore di se stesso? Ma la sua parola è il vero problema!

Vi sono momenti in cui un cattolico è obbligato a scegliere tra la codardia e l’eroismo, tra l’apostasia e la santità. Fu quanto accadde nel IV secolo, è quanto accade anche oggi.” (prof. Roberto de Mattei, qui testo integrale che consigliamo)

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Da Roma un grido di dolore…

Nella primavera del 2017 ricevemmo la seguente email indirizzata ad una collaboratrice del nostro sito che, per motivi che comprenderete nel leggerla, decidemmo di non pubblicare immediatamente. Il mittente non è anonimo,  ma dobbiamo pubblicare l’email in anonimato, almeno per ora, il perché lo capirete. Attualmente, questa persona, non opera più laddove è stato indicato nel testo, anche per questo motivo abbiamo deciso di renderla pubblica oggi.

Inoltre, l’argomento trattato qui: Quella resistenza cattolica che a Bergoglio proprio non piace….  e quella pubblicata oggi dal sito amico: No santo Padre Francesco! La Chiesa non è “il” popolo, ci hanno fatto capire che forse questo è il momento provvidenziale per dare giustizia a chi ha vissuto queste esperienze direttamente e, per chi non per gossip, ma per amore alla verità, vuole sapere davvero come stanno le cose – che se non proprio tutte le cose – almeno in parte.

Eventuali grassetti o link nel testo sono nostri, anche per dimostrare che — di molti riferimenti — noi stessi ne avevamo ampiamente discusso in vari editoriali. Qualche parentesi potrà invece oscurare alcune parti troppo personali, ma nulla sarà tolto al senso originale del testo e delle intenzioni dell’autrice.

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Quella resistenza cattolica che a Bergoglio proprio non piace….

“Chi possiede la vera Dottrina se non il Vangelo e il Catechismo stesso?”

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Non nobis Domine, non nobis, sed nomini tuo da gloriam

“Non a noi, o Signore, non a noi, ma al tuo nome da’ gloria”. Così vogliamo rispondere a questo “gemellaggio” con gli “Anonimi della Croce” di Fra Cristoforo che abbiamo pubblicato qui, attraverso il nostro “pignolo” ed amico Atanasio, Dottrina per la vera Fede, al quale lasciamo volentieri l’opportunità di dire la sua e condividerla con voi.

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Il caso Don Minutella non deve dividerci, al contrario, dobbiamo unirci

Premessa: scrivendo questa “Lettera aperta” a Don Alessandro Minutella, sapevamo che ci saremo immersi tra le corsie di due tifoserie micidiali: i pro e i contro, che sempre tentano di imporre un pensiero che travalica, soggettivamente, i contenuti di quanto si è voluto dire oggettivamente. Abbiamo trascorso il pomeriggio e la serata di ieri, a rispondere (pubblicamente e a molti in privato) con santa pazienza agli insulti, alle assurdità, ai vaneggiamenti di quanti, sollecitati dallo spirito soggettivistico, e senza portare alcun argomento valido alla discussione, insistevano sul tema senza alcun riferimento – o contributo – utile alla disputa. Lo ha fatto per noi un nostro amico Lettore al quale, ora, lasciamo volentieri questo spazio per condividere con Voi la sua Lettera a noi.

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San Bruno di Segni, il vescovo che resistette a papa Pasquale II

Rivolgendosi direttamente al Papa Pasquale II, San Bruno, vescovo di Segni e abate di Montecassino, afferma: «I miei nemici ti dicono che io non ti amo e che sparlo di te, ma mentono. Io infatti ti amo, come devo amare un Padre e un signore. Te vivente, non voglio avere altro pontefice, come assieme a molti altri ti ho promesso. Ascolto però il Salvatore nostro che mi dice: “Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me”. “(…) Devo dunque amare te, ma più ancora devo amare Colui che ha fatto te e me» (Mt. 10-37). Con lo stesso tono di filiale franchezza, Bruno invitava il Papa a condannare l’eresia, perché «chiunque difende l’eresia è eretico» (Lettera Inimici mei, in PL, vol. 163, col. 463 A-D).

(fonte: corrispondenzaromana.it)