Il “dio” di Luigino in Avvenire è bestemmia, ma i Vescovi tacciono: per ignoranza o per altro?

“Che cosa si popone Luigino? Come mai è ospitato da un Quotidiano cattolico non avendo nulla di cattolico ed anzi dando contro il cristianesimo e sconfinando nelle bestemmie? E l’Avvenire che cosa si attende dagli articoli di Luigino? Vuol preparare i motivi ideologici per chiudere i battenti o per rovinare la Chiesa dall’interno, quella che San Paolo VI chiamava l’«autodemolizione della Chiesa»?” (Padre G. Cavalcoli OP)

Vi lasciamo riflettere su questa analisi drammatica ma interessante, del domenicano Padre Giovanni Cavalcoli. E’ vero che non siamo molto d’accordo su tutto ciò che ha detto anche in passato, specialmente sulla questione papale odierna, con il reverendo Padre e teologo, ma è certo che quando si esprime in  materia di sua competenza e lo fa con modo imparziale, allora c’è ancora qualcosa da imparare e da condividere.

In definitiva assistiamo ad un ribaltamento teologico e della vera Fede, che stiamo denunciando da anni attraverso i nostri editoriali, proprio sulla questione che “siamo noi ad arricchire DIO; la Bibbia non è un libro su Dio ma per l’uomo” ed altre amenità simili, siamo noi alla fine della fiera a crearci un dio a nostra immagine…. Solo che, mentre noi denunciamo il fatto quale gravità inaudita che porta all’eresia ed alla apostasia, il giornale Avvenire CI CREDE DAVVERO…. e questo è imperdonabile se non per mezzo di una abiura…

Da anni ci chiediamo che fine hanno fatto i Vescovi che dovrebbero essere i garanti della sana Dottrina…. e ci chiediamo se questa assenza non dipenda dalla loro ignoranza in materia o se – Dio non voglia – per rimarcare il detto che chi tace acconsente?

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Luci e tenebre a duello. Ne parlano per noi Aldo Maria Valli e mons. Bux

Condividiamo – ringraziando – quanto segue dal sito Il Pensiero Cattolico.

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Un Avvocato scrive a Lorefice: BASTA!! con questa fede contraffatta…

Mi auguro che Lei, ed i suoi confratelli, possiate un giorno provare quella santa e soprannaturale vergogna… per aver lasciato senza guida il gregge a voi affidato, esponendolo così al gran pericolo della morte eterna…

con queste parole si chiude un’accorato Appello che, l’Avvocato Roberto De Petro, di Palermo, ci ha inviato per conoscenza, di una Lettera indirizzata al suo Vescovo, Corrado Lorefice.

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Siamo d’accordo con lei, mons. Schneider ma… manca la soluzione o la decisione?

“Oggi – lo sappiamo – non mancano le difficoltà e le prove per la fede, spesso poco compresa, contestata, rifiutata. San Pietro diceva ai suoi cristiani: «Siate sempre pronti a rispondere, ma con dolcezza e rispetto, a chiunque vi chiede conto della speranza che è nei vostri cuori» (1 Pt 3,15). Nel passato, in Occidente, in una società ritenuta cristiana, la fede era l’ambiente in cui si muoveva; il riferimento e l’adesione a Dio erano, per la maggioranza della gente, parte della vita quotidiana. Piuttosto era colui che non credeva a dover giustificare la propria incredulità. Nel nostro mondo, la situazione è cambiata e sempre di più il credente deve essere capace di dare ragione della sua fede. (..) la fede è messa alla prova anche nell’epoca contemporanea, attraversata da forme sottili e capziose di ateismo teorico e pratico… (..) c’è infatti una forma di ateismo che definiamo, appunto, «pratico», nel quale non si negano le verità della fede o i riti religiosi, ma semplicemente si ritengono irrilevanti per l’esistenza quotidiana, staccati dalla vita, inutili. Spesso, allora, si crede in Dio in modo superficiale, e si vive «come se Dio non esistesse» (etsi Deus non daretur). Alla fine, però, questo modo di vivere risulta ancora più distruttivo, perché porta all’indifferenza verso la fede e verso la questione di Dio.” (Benedetto XVI – Udienza generale – 14 novembre 2012)

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Idolatria è prostituzione, adulterazione della vera Fede in Gesù, unico Dio

Il rimprovero di san Paolo alla comunità dei Corinzi (1Cor.11,17-34; in particolare il verso 34: “E se qualcuno ha fame, mangi a casa“…) era indirizzata a quella cultura greca che vedeva – quale massima espressione dell’appagamento col divino, o la divinità – le libagioni, banchetti funebri con relative danze, confondersi con i riti sacri, continuata anche nelle prime comunità diventate però cristiane.

Lo stesso san Gregorio il Taumaturgo fu costretto, per un tempo di transizione, ad istituire alcune feste dei martiri per soddisfare alcune abitudini dei pagani convertiti al cristianesimo… disciplinando così la transizione tra il piacere profano (balli e banchetti) e la serietà del culto sacro con la vera gioia spirituale. Fu poi san Giovanni Crisostomo ad “imporre” ad Antiochia la sobrietà e la DECENZA all’interno della Chiese, rimproverando quanti credevano di fare “opera pia” chi onorava il culto a Dio o il culto ai defunti, attraverso banchetti, balli e danze che con la “gioia spirituale” non avevano nulla a che fare. La stessa questione fu di pari passo espressa a riguardo degli idoli, contro i quali però, non vi fu mai tolleranza e neppure ospitalità nei riti e nel Culto all’unico vero Dio. Ossia, gli idoli sono sempre stati denunciati dalla Chiesa come qualcosa di diabolico, pervertitore, assolutamente inaccettabile in qualsiasi forma lo si proponesse.

Certe volte (…anzi molte volte, troppe…) ci chiediamo se la Santa Sede fece bene a ricostituire nel 1814 i Gesuiti (sciolti nel 1773)…. cliccare qui per capire cosa sta accadendo, oggi…

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Profanata la Chiesa di Santa Maria in Traspontina: noi c’eravamo…

Appena ricevuto in email un resoconto dettagliato da La Fede Quotidiana, vedi qui, siamo stati raggiunti da un nodo alla gola perché… noi c’eravamo e credevamo di vivere un incubo, un sogno malefico… Vi raccontiamo quanto segue… Dopo aver partecipato all’incontro di Preghiera, vedi qui,  e dopo aver trascorso un santo ed istruttivo pomeriggio ascoltando alcuni incontri con Don Federico Bortoli, vedi qui, e mons. Nicola Bux vedi qui, giunta la sera del 5 ottobre, erano circa le 20,00 e stavamo passando davanti la chiesa in Traspontina quando abbiamo udito cori festanti provenire da dentro e ci siamo detti: andiamo a salutare Gesù, magari stanno finendo un Rosario

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NOTTE DELLA CHIESA: Sarah e oltre

(di Claudio Gazzoli) Il Corriere della Sera presenta il cardinale Sarah come “Il porporato africano, punto di riferimento dei conservatori”. Il fatto che il maggiore quotidiano nazionale usi categorie politiche di classificazione non meraviglia, ma la medesima tecnica di mistificazione viene usata nella comunicazione della Chiesa.

Sono molti gli aspetti bizzarri, alcuni anche molto scontati, di questa intervista ma vale la pena di esaminarne solo alcuni perché molto significativi della situazione drammatica della Chiesa di oggi.

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Non bisogna demonizzare tutto ma… non possiamo tacere l’apostasia di certa gerarchia

«Il Cristo è stato il riformatore dell’umanità, predicando e manifestando il bene morale nella sua vita, io invece sono chiamato ad essere il benefattore di questa umanità, in parte emendata e in parte incorreggibile. Darò a tutti gli uomini ciò che è loro necessario. Il Cristo, come moralista ha diviso gli uomini secondo il bene e il male, mentre io li unirò con i benefici che sono ugualmente necessari ai buoni e ai cattivi. Sarò il vero rappresentante di quel Dio che fa sorgere il suo sole e per buoni e per i cattivi e distribuisce la pioggia sui giusti e sugli ingiusti. Il Cristo ha portato la spada, io porterò la pace. Egli ha minacciato alla terra il terribile ultimo giudizio. Però l’ultimo giudizio sarò io e il mio giudizio non sarà solo un giudizio di giustizia ma anche un giudizio di clemenza. Ci sarà anche la giustizia ma non una giustizia compensatrice bensì una giustizia distributiva. Opererò una distinzione fra tutti e a ciascuno darò ciò che gli è necessario…» (Vladimir Sergeevic Soloviev, I tre dialoghi e il racconto dell’Anticristo, 1900, vedi qui).

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Ma il Papa è eretico: sì o no? Il prof. Radaelli spiega i limiti e invita ad andare alle radici del problema.

Cari Amici, a “Reti unificate” con il sito cooperatoresVeritatis, ed in procinto di diradare sempre più gli articoli in vista della pausa estiva (per tornare a pieno regime, a Dio piacendo, dopo il 25 agosto), vogliamo offrirvi un testo che certamente è lungo, per gli standard di un sito o di un blog, ma che di questo argomento non se ne sa mai abbastanza lo dice il momento critico e confuso che stiamo vivendo.

I recenti “schieramenti” e di “partito” tra chi è favore ora di una teoria, ora di altra… non ci aiutano a concentrarci sempre sulle origini del problema, o dei problemi. A tratti sembrano avere ragione “tutti”, a tratti alcuni… altre volte nessuno. Per non parlare di certa papalatria che impedisce ogni sereno dibattito, ogni onesto confronto, facendosi tutti scudo – all’occorrenza – dell’infallibilità papale… oppure tentando di risolvere i problemi con il sostenere l’ereticità di un Pontefice così da dichiarare, per una ragione o per altra, che egli “non è più Papa“…. Inevitabile la domanda: ma chi ha ragione?

  • Ciò non vuol dire – spiega il prof. Radaelli – che Papa Bergoglio non sia riconosciuto autore di orrende e ingiustificate invenzioni para-teologiche che gridano vendetta a Dio per la loro inaudita violenza concettuale anti-cattolica, per la loro inusitata spericolatezza nel calpestare un articolo di fede dopo l’altro come farebbe una torma di inferociti cinghiali sguinzagliati tra i filari di una vigna: la forma è salva, ma materialmente il Sommo Pastore, tramutato così nel suo nemico più acerrimo, e sappiamo bene tutti di chi si sta parlando, un danno maggiore di certo non lo potrebbe fare.”

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Anche Clemente XIII e Pio VIII avevano detto “NO” alla apostasia che oggi vogliono imporre

L’enciclica di Pio VIII, del 24 maggio 1829 che potete leggere qui integralmente, possiamo definirla quasi “profetica”… se non altro per aver avuto il merito di come rispondere, oggi, alle stesse problematiche sollevate al suo tempo, seppur in modi diversi: ieri l’attacco era soprattutto esterno alla Chiesa, oggi è interno, parte dal suo interno! E non è una differenza di poco conto.

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