Monasteri di apertura? “Claustrale-fobia” contagiosa?

 Nel 2009 uscì un libro molto provocatorio, con scene teatrali,  e contro la Chiesa Cattolica (di cui non staremo a fare pubblicità) la quale, da “cattiva matrigna” quale sarebbe stata e la si dipinge oggi, avrebbe forzato nel Cinquecento “migliaia” (numeri davvero esagerati e fuori controllo) di povere donne “difficili”  a consacrarsi nelle Clarisse claustrali… La storia che si vorrebbe narrare e che parte pur sempre da fatti reali – perché  spesse volte erano i genitori e non la Chiesa ad obbligare queste consacrazioni – ha però in questo nostro tempo la superba ostentazione del becero femminismo Sessantottino…. Parla di RESISTENZA FEMMINILE, l’autrice, che arriva a dire, proprio sulle Claustrali: «una società basata sul potere femminile potrebbe favorire la vita delle comunità. Per loro natura le donne sono portate a difendere, ad accudire, a proteggere. Sarebbe una rivoluzione…»…

Cosa c’entra tutto questo con quanto ci offre di meditare ora il nostro amico l’ing. Claudio Gazzoli? E’ una breve presentazione a ciò che è accaduto in questi giorni in un piccolo Monastero delle Clarisse… una “piccola RIVOLUZIONE”, forse anche insignificante in se stessa se i Media non avessero colto al volo l’occasione d’oro – che forse attendevano da tempo – per farne scempio, una reazione della quale le Monache avrebbero dovuto pensarci bene prima e consultarsi, magari con il proprio sacerdote. Ma questa volta e a differenza di quanto narrato in apertura, non è “contro la Chiesa” (si fa per dire), ma si tira in ballo Nostro Signore Gesù Cristo, il Vangelo, per farGli dire tutto e il contrario di tutto, specialmente l’atto classico degli anarchici, dei rivoluzionari: il classico striscione da balcone contro qualcuno…. Solo che questa volta non si tratta di politica – o almeno così non avrebbe dovuto essere – quanto (al dir della badessa che si è giustificata) un atto “d’amore”, compiuto da delle Monache Clarisse di oggi…. Segni dei tempi?

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