“a Te sospiriamo gementi, piangenti, in questa valle di lacrime…”

Il Nostro Signore Gesù Cristo è Colui che, avendo patito il dolore per noi, ed essendo morto in croce per noi, “dà origine alla fede e la porta a compimento” (Eb 12,2)

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Chiediamo al Papa di intervenire per Alfie e per la Siria

“Non accontentatevi delle piccole cose. Dio le vuole grandi. Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutta Italia”. “Avete taciuto abbastanza. E’ ora di finirla di stare zitti! Gridate con centomila lingue. Io vedo che a forza di silenzio il mondo è marcito”. (Santa Caterina da Siena al cardinale di Ostia)

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Mons. Paglia offende noi genitori

Condividiamo la Lettera della mamma di Emanuele (Mele) Campostrini, un bambino affetto da una malattia genetica grave e rarissima, pubblicata stamani da La Nuova Bussola Quotidiana, che facciamo nostra, parola per parola. Mons. Paglia ha davvero superato i limiti della decenza e, i Pastori, devono ascoltare e devono reagire. Noterete in questo modo che, i molti nostri editoriali che sollecitano i Vescovi a “non più tacere” sono davvero tanti, e tanti sono gli argomenti, i temi contro i quali l’apostasia avanza.

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Le parole della Chiesa vera sono Vita e non morte: ignavia del Vaticano

Il giudice Hayden ha condannato a morte il piccolo Alfie, strumentalizzando alcune dichiarazioni ambigue di papa Francesco per motivare la sua decisione. Dalla Santa Sede non è giunta nessuna dichiarazione che smentisse l’uscita del magistrato inglese, neppure una a sostegno dei genitori del bambino malato, i quali chiedono che il figlio venga curato, non ammazzato.

Come nel caso dell’eutanasia a Charlie Gard, l’attuale Vescovo di Roma non si alzerà in piedi per difendere la vita di un innocente, preferendo starsene in disparte, facendo intendere che non vuole essere coinvolto. Ma questa volta avrà una diretta responsabilità in quest’infanticidio, se non smentirà — e siamo propensi a pensare che non lo farà — l’uscita del magistrato Hayden.

È facile difendere i deboli — soprattutto quelli ideologici (tipo i migranti) — a parole, è difficile farlo con i fatti, in modo particolare quando si rischia di attirare le critiche di quel “mondo moderno” dichiaratamente anticristiano da cui si vogliono lodi e applausi.

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