Riportiamo la trascrizione ufficiale e il video delle risposte che papa Francesco ha dato ai giornalisti riguardo il suo predecessore, Benedetto XVI, e sull’omosessualità, durante il volo di ritorno dal suo viaggio apostolico in Sudan. Non commentiamo, precisando solo che non possiamo giudicare le intenzioni perciò, se papa Francesco afferma che Benedetto XVI era d’accordo con lui, è evidente che quanto dice va INTERPRETATO come insegna il magistero della Chiesa e il Catechismo .. se poi c’è qualcuno che ha barato o sta barando, risponderà a Dio…. come anche noi risponderemo a Dio se avremo ignorato questi fatti o li avremo giudicati malamente… Lasciamo a ciascuno le proprie considerazioni.
Bruce De Galzain (Radio France): Santo Padre, prima di partire per il suo viaggio apostolico lei ha denunciato la criminalizzazione dell’omosessualità. In Sud Sudan e in Congo non è accettata dalle famiglie. Ho incontrato questa settimana a Kinshasa cinque omosessuali, ognuno dei quali era stato rifiutato e persino cacciato dalla propria famiglia – mi hanno spiegato che il loro rifiuto viene dalla educazione religiosa dei loro genitori – alcuni di loro vengono portati da sacerdoti esorcisti perché le loro famiglie credono che siano posseduti da spiriti impuri. La mia domanda Santo Padre: cosa dice alle famiglie del Congo e del Sud Sudan che ancora rifiutano i loro figli e che cosa dice ai preti, ai vescovi?
Su questo problema ho parlato in due viaggi, prima (tornando, ndr.) dal Brasile: se una persona di tendenza omossessuale è credente, cerca Dio, chi sono io per giudicarlo? Questo ho detto in quel viaggio. Secondo, tornando dall’Irlanda, è stato un viaggio un po’ problematico perché quel giorno era uscita la lettera di quel ragazzo… ma lì ho detto chiaramente ai genitori: i figli con questo orientamento hanno diritto di rimanere in casa, non potete cacciarli via di casa. E poi ultimamente ho detto qualcosa, non ricordo bene cosa, nell’intervista alla Associated Press. La criminalizzazione dell’omosessualità è un problema da non lasciar passare. Il calcolo è che, più o meno, cinquanta Paesi, in un modo o in un altro, portano a questa criminalizzazione – mi dicono di più, ma diciamo almeno cinquanta – e anche alcuni di questi – credo siano dieci, hanno la pena di morte (per gli omosessuali n.d.r.) – questo non è giusto, le persone di tendenze omosessuali sono figli di Dio, Dio gli vuole bene, Dio li accompagna. È vero che alcuni sono in questo stato per diverse situazioni non volute, ma condannare una persona così è peccato, criminalizzare le persone di tendenza omosessuale è una ingiustizia. Non sto parlando dei gruppi, ma delle persone. Alcuni dicono: fanno dei gruppi che fanno chiasso, io parlo delle persone, le lobby sono un’altra cosa, sto parlando delle persone. E credo che il Catechismo della Chiesa Cattolica dice: non vanno marginalizzati. Credo che la cosa su questo punto sia chiara.
Alexander Hecht (ORF TV): Una domanda al Papa: si è parlato molto in questi ultimi giorni di unità, si è vista anche una dimostrazione di unità della Cristianità, in Sud Sudan, anche di unità della Chiesa Cattolica stessa, vorrei chiederle se lei sente che dopo la morte di Benedetto XVI è stato più difficile per lei il suo lavoro e la sua missione, perché si sono rafforzate le tensioni tra le diverse ali della Chiesa Cattolica?
Su questo punto, vorrei dire, che ho potuto parlare di tutto con Papa Benedetto. (Anche per, ndr.) cambiare opinione. Lui sempre era al mio fianco, appoggiando e se aveva qualche difficoltà, me la diceva e parlavamo. Non c’erano problemi. Una volta che io ho parlato del matrimonio delle persone omosessuali, del fatto che il matrimonio è un sacramento e che noi non possiamo fare un sacramento, ma che c’è una possibilità di assicurare i beni tramite la legge civile, che è cominciata in Francia… qualsiasi persona può fare una unione civile, non necessariamente di coppia. Le vecchiette che sono in pensione ad esempio… perché si possono guadagnare tante cose. Una persona che si crede un grande teologo, tramite un amico di Papa Benedetto, è andato da lui e ha fatto la denuncia contro di me. Benedetto non si è spaventato, ha chiamato quattro cardinali teologi di primo livello e ha detto: spiegatemi questo e loro lo hanno spiegato. E così è finita la storia. È un aneddoto per vedere come si muoveva Benedetto quando c’era una denuncia. Alcune storie che si dicono, che Benedetto era amareggiato per quello che ha fatto il nuovo Papa, sono storie da “telefono senza fili” (il Papa usa per significarlo l’espressione “storie cinesi”, ndr.). Benedetto anzi io l’ho consultato per alcune decisioni da prendere. E lui era d’accordo. Era d’accordo. Credo che la morte di Benedetto sia stata strumentalizzata da gente che vuole portare acqua al proprio mulino. E quelli che strumentalizzano una persona così brava, così di Dio, quasi direi un santo padre della Chiesa, direi che è gente non etica, è gente di partito non di Chiesa… si vede in ogni parte, la tendenza a fare di posizioni teologiche dei partiti. Queste cose cadranno da sole, o se non cadranno andranno avanti come tante volte è accaduto nella storia della Chiesa. Ho voluto dire chiaramente chi era papa Benedetto, non era un amareggiato.
(fonte: vaticannews.va)