Cari gesuiti: ignaziani sì, arrupiani no!

Il 31 luglio la Chiesa cattolica ricorda Sant’Ignazio di Loyola, sacerdote e fondatore della Compagnia di Gesù, l’Ordine a cui appartiene dal 1958 papa Francesco. I gesuiti hanno un grandissimo attaccamento alla loro Compagnia. Ma sono rimasti fedeli al loro Sanctus Pater noster, cioè la Fondatore?

Durante la conferenza stampa di ritorno dal Canada[1], rispondendo ad alcune domande di Caroline Pigozzi, giornalista francese, papa Francesco ha voluto rimarcare ancora una volta il suo essere gesuita. In particolare ha spiegato qual è la “chiave” della vocazione del gesuita[2].

È interessante che abbia parlato di questo proprio il giorno prima della memoria liturgia di Sant’Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù.

Tutti i gesuiti hanno un attaccamento morboso per la loro Compagnia, per essi è additura la Madre[3]. Ma sono rimasti fedeli al loro Sanctus Pater noster, cioè al Fondatore? Pare proprio di no, purtroppo.

Diverse volte vi abbiamo parlato della caduta e della deriva della Compagnia, invitandovi ad un doveroso approfondimento[4].

Papa Francesco è discepolo di Pedro Arrupe, colui che portò a compimento il processo di mordernizzazione — sarebbe meglio dire di decattolizzazione — del glorioso Ordine di Sant’Ignazio.

Ma la deriva della Compagnia ha radici lontante ed è stata notata con cocente preoccupazione da molti, tra cui il Ven. Pio XII (1958-1939) e il Servo di Dio Don Dolindo Ruotolo (1882-1970).

«Si stampano su riviste cattoliche e da Sacerdoti, errori, veri errori contro la Madonna e le cose più sante delle tradizioni della Chiesa. Si parla di aggiornamento ai tempi, ma c’è in realtà un aggiornamento al mondo ed allo spirito satanico», denunciava don Dolindo[5]. «Non cooperate alla demolizione — aggiungeva rivolgendosi direttamente ai gesuiti — di quello che fa del vostro Ordine uno dei più belli della Chiesa. Rimanete puntello della Chiesa in questi tempi così pericolosi». «Occorrono le parole che disse Pio XII ai Gesuiti: “O rimanete quali siete, nello spirito del fondatore, o è meglio che non siate più”[6]», concludeva.

Oh Sant’Ignazio, converti i tuoi soldati!

NOTE

1] Conferenza stampa del Santo Padre durante il volo di ritorno dal Canada (30-07-2022)

2] «Il discernimento è chiave nella vocazione del gesuita. Questo è importante. Sant’Ignazio in questo era molto fermo, perché è stata la sua propria esperienza del discernimento spirituale che lo ha portato alla conversione. E gli esercizi spirituali sono davvero una scuola di discernimento. Così, il gesuita dev’essere per vocazione un uomo di discernimento, discernere le situazioni, discernere la propria coscienza, discernere le decisioni da prendere» (Papa Francesco, ibidem).

3] «La madre è la Compagnia, e ce ne basta una» (Papa Francesco, Dialogo con i gesuiti dell’America centrale, in La Civiltà Cattolica, 16-02-2019).

4] Studio sulla caduta dei Gesuiti (dossier di Cooperatores Veritatis)

5] Fui chiamato Dolindo che significa dolore. Pagine di autobiografia (Don Dolindo Ruotolo, Casa Mariana Editrice, 2020)

6] “Dovete rimanere fedeli a Sant’Ignazio” (Allocuzione del ven. Pio XII alla Compagnia di Gesù in occasione della XXIX Congregazione generale, 17-09-1949)

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