Il blog MessaInLatino.it riferisce che papa Francesco è scontento dei vescovi perché non stanno applicando secondo la sua volontà il suo motu proprio Traditionis Custodes. Per questo la Congregazione per il Culto Divino sta cercando, come si suol dire, di correre ai ripari.
Martedì 7 dicembre 2021 — Nostre fonti, in altissimo loco, ci riferiscono che il S. Padre Francesco si sia rattristato (è un eufemismo…) per la, a suo dire, cattiva applicazione del Motu Proprio Traditionis Custodes; infatti il documento, che pure ha prodotto danni considerevoli ai fedeli e alle comunità legate alla S. Messa di sempre, non sarebbe stato applicato in maniera rigida da tutti i vescovi. Riferiscono di una non benevola paternale al card. Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna, “reo” di non aver del tutto soppresso le celebrazioni della S. Messa di sempre.
Al fine di rimediare, è stato “suggerito” alla Congregazione per il Culto Divino e la disciplina dei Sacramenti di modificare, nel testo ufficiale latino di prossima pubblicazione, l’art. 4 del documento.
L’attuale formulazione recita: “Art. 4. I presbiteri ordinati dopo la pubblicazione del presente Motu proprio, che intendono celebrare con il Missale Romanum del 1962, devono inoltrare formale richiesta al Vescovo diocesano il quale prima di concedere l’autorizzazione consulterà la Sede Apostolica”. La modifica consisterebbe nel sostituire la parola “consulterà” (la consultazione non prevede un potere di diniego) con un’espressione di tipo autorizzativo (p.e “previa autorizzazione della Sede Apostolica”, o analoghe formule).
Le stesse fonti ci informano anche che la Congregazione per il Culto Divino sarebbe già stata istruita a negare sempre tale autorizzazione. Il mutamento della formula può sembrare un piccolo cavillo giuridico, ma ha una grande portata. Sarebbe così definitivamente impedito ai novelli sacerdoti la possibilità di celebrare secondo l’uso antiquior.
Le pie illusioni del card. Sarah sulla cosiddetta paterna benevolenza di Francesco sul tema sono ulteriormente destinate ad infrangersi contro la ferrea volontà papale di distruggere tutto il patrimonio liturgico tridentino.
Da notare, qualora fossero confermate queste informazioni, l’assurdità giuridica di modificare un testo legislativo appena pubblicato. Una sorta di articolo 4 bis introdotto surrettiziamente per puro dispetto.
(fonte: messainlatino.it)