C’era una volta il Papato

Sottoponiamo alla vostra attenzione un’ottima analisi di Tommaso Scandroglio sulle dichiarazioni che papa Francesco ha rilasciato al giornalista Nelson Castro. Ormai col metodo del primato della prassi, si sta snaturalizzando la missione della Chiesa e il ruolo del papato. Duole dirlo, ma se si va avanti così, non solo Francesco, ma qualsiasi papa potrebbe alzarsi una mattina e fare proprio l’errore, con la scusa del prendere atto di qualcosa che esiste di fatto, benché non abbia il minimo fondamento teologico, dottrinale e neppure pastorale. Infatti è stato il suo predecessore, Benedetto XVI, a creare quell’abominio teologico che è il “papato emerito”.

Il papato secondo papa Francesco

di Tommaso Scandroglio (03-03-2021)

Il giornalista e medico Nelson Castro ha dato alle stampe il libro La salud de los Papas (La salute dei Papi) che è in uscita in questi giorni. In esso compare anche un’intervista a Papa Francesco, rilasciata dallo stesso nel febbraio del 2019, che il quotidiano argentino La Naciòn ha pubblicato in anteprima il 27 febbraio scorso.

Nell’intervista vi sono molte curiosità relative alla salute del Pontefice, curiosità che possono mutarsi altresì in riflessioni su alcune tematiche di grande rilievo. Vogliamo qui però mettere l’accento sulle parole finali del Pontefice che chiudono l’intervista. Castro domanda al Papa: «Come immagina la sua morte?». La risposta: «Come Papa, in carica o emerito».

Nel 2014, di ritorno da un viaggio apostolico in Corea, Papa Francesco così si espresse in merito alla vexata quaestio del “papa emerito” scoppiata dopo la rinuncia di Benedetto XVI: «penso che il Papa emerito non sia un’eccezione, ma dopo tanti secoli, questo è il primo emerito[…]. Io penso: 70 anni fa anche i vescovi emeriti erano un’eccezione, non esistevano. Oggi i vescovi emeriti sono una istituzione. Io penso che “Papa emerito” sia già un’istituzione. Perché? Perché la nostra vita si allunga e a una certa età non c’è la capacità di governare bene, perché il corpo si stanca, la salute forse è buona ma non c’è la capacità di portare avanti tutti i problemi di un governo come quello della Chiesa. E io credo che Papa Benedetto XVI abbia fatto questo gesto che di fatto istituisce i Papi emeriti. Ripeto: forse qualche teologo mi dirà che questo non è giusto, ma io la penso così. I secoli diranno se è così o no, vedremo. Lei potrà dirmi: “E se Lei non se la sentirà, un giorno, di andare avanti?”. Farei lo stesso, farei lo stesso! Pregherò molto, ma farei lo stesso. Ha aperto una porta che è istituzionale, non eccezionale».

Non vogliamo qui tentare di dipanare la matassa intricatissima relativa alla tematica della figura del pontefice emerito, ma solo tentare di individuare quale potrebbe essere l’interpretazione fornita dal Pontefice regnante non tanto della figura del Papa emerito, bensì della natura del Papato stesso. E lo facciamo partendo proprio dalle sue parole riguardo al “papa emerito”. Il Codice di diritto canonico al canone 332 § 2 prevede la rinuncia dell’ufficio petrino da parte del Romano Pontefice ma come eccezione. Per quale motivo lo possiamo affermare? Perché a differenza degli altri vescovi, quello romano non va in pensione. Il suo munus è vitalizio. E la storia lo testimonia bene: i casi di rinuncia sono stati assai rari. Dunque la norma è che se vieni eletto Papa, muori da Papa.

All’opposto, Papa Francesco, lasciando l’ultima parola alla storia che tutto può mutare, a chiare lettere afferma che il Papa emerito da eccezione deve diventare una istituzione. Insomma si tratterebbe di una scelta equipollente a quella di rimanere «in carica», per usare le parole del Pontefice. Questo ci fa comprendere che, per l’attuale Papa, il pontificato è più simile ad un lavoro che ad una vocazione, più somigliante ad una carica dirigenziale di una multinazionale (il lemma “cattolico” non significa più “universale”, bensì “internazionale”, acquisendo una sonorità più socialisticheggiante) che ad una istituzione di carattere divino. In breve fare il Papa parrebbe essere una professione e come tale, ad un certo punto e per motivi personali, si potrebbe lasciare e decidere di andare in pensione. Si dismette un ufficio che, così interpretato, non ha più una dimensione trascendente – il termine “pontifex” significa letteralmente “costruttore di ponti” tra il mondo sensibile e quello ultrasensibile, compito affidato nell’antica Roma ad un sacerdote – bensì solo immanente.

Questa visione pragmatica del papato è assolutamente coerente con l’orientamento culturale dell’attuale pontificato così impregnato da spinte storiciste che vogliono innescare processi senza mete (Benedetto XVI secondo Francesco «ha aperto una porta» che nei secoli futuri potrà rimanere aperta o chiudersi) e proprie delle filosofie fenomenologiche. L’orizzonte in cui si colloca la figura del Pontefice è asfittico perché chiuso in una prospettiva solo temporale, solo secolare. La fede ha perso di trascendenza, la morale di metafisica. Se queste sono le premesse culturali, le conclusioni, in merito all’interpretazione della figura del Papa, non possono che essere coerenti con tali premesse: la Chiesa è sostanzialmente una ONG o un’azienda al cui vertice viene nominato un presidente o un amministratore delegato (il Papa non è più vicario, ma delegato di Cristo in Terra), il quale, a causa dell’età e per motivi di salute, può andare in pensione. Il Papato viene ridotto al suo mero esercizio, tra l’altro privo di afflati divini e legato solo alle capacità psico-fisiche di governo, e scompare la figura del “dolce Cristo in Terra”.

(Fonte: Corrispondenza Romana)

3 pensieri riguardo “C’era una volta il Papato

  1. Scusatemi, ma la questione”PAPATO” è troppo importante per un “Cristiano” credente e praticante per cui mi permetto di
    dire la mia dopo aver letto molte interpretazioni sull’argomento.
    Partiamo dal fatto che Papa Benedetto XVI ha dato le dimissioni rinunciando a uno solo dei poteri in suo possesso, ovvero al “Ministerium” che riguarda l’esercizio pratico da svolgere nella Chiesa.
    Mentre si è tenuto ben stretto il “Minus Petrino” che è il primato di Pietro, ovvero il potere divino.
    Questa cosa non è nuova perché durante la vita della Chiesa è stata praticata altre volte. Perciò Papa Benedetto mantiene il suo potere divino e governa la Chiesa di Cristo per le sue competenze di Vicario di Cristo in tutto e per tutto.
    Papa Francesco è il Papa che sbriga le pratiche umane con tutte le sue pecche a cui abbiamo purtroppo assistito, scivolando persino nell’eresia.
    Così, senza scandalizzare nessuno abbiamo due papi: “la mente”(Benedetto) che si occupa delle cose spirituali e il “braccio” (Francesco) che si occupa delle cose materiali.
    Tutto qua.
    Ludovico Nobili

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    1. Gentile Ludovico, nel ringraziarla per le sue riflessioni, che il “papato” sia così importante anche per noi, desideriamo ricordare e specificare che – il concetto delle INTERPRETAZIONI sull’argomento – per “noi”, non significano delle mere opinioni personali, ma che trattiamo questi argomenti alla luce della Dottrina della Chiesa Cattolica.
      Partiamo perciò dal fatto che nel dare le sue dimissioni, Papa Benedetto XVI, nelle parole della DECLARATIO non ha mai diviso il munus poichè egli sa bene che non può farlo e non lo ha fatto!
      E sottolineiamo che non è affatto vero che in passato abbiamo avuto una situazione simile…. nessun Papa rinunciatario è mai diventato un “emerito”…
      Il titolo e concetto dell’EMERITO è sopraggiunto una settimana DOPO le dimissioni… e qui Benedetto XVI ha accolto questa posizione.
      Tra il Discorso fatto nell’ultimo mercoledì dell’udienza generale e l’ultimo saluto-discorso fatto dalla finestra di Castel Gandolfo, ci sono due frasi che si contraddicono, ma solo apparentemente:
      “Il “sempre” è anche un “per sempre” – non c’è più un ritornare nel privato. La mia decisione di rinunciare all’esercizio attivo del ministero, non revoca questo. Non ritorno alla vita privata, a una vita di viaggi, incontri, ricevimenti, conferenze eccetera. Non abbandono la croce, ma resto in modo nuovo presso il Signore Crocifisso. Non porto più la potestà dell’officio per il governo della Chiesa, ma nel servizio della preghiera resto, per così dire, nel recinto di san Pietro. ” (Udienza 27.2.2013)
      – “Voi sapete che questo mio giorno è diverso da quelli precedenti; non sono più Sommo Pontefice della Chiesa cattolica: fino alle otto di sera lo sarò ancora, poi non più. Sono semplicemente un pellegrino che inizia l’ultima tappa del suo pellegrinaggio in questa terra.” (ultimo saluto ai fedeli Caste Gandolfo 28.2.2013)
      Le parole di Benedetto non lasciano spazio a dubbi, non esiste un Papa orante ed un Papa governante… è una aberrazione teologica come a dire: Gesù che è il Capo invisibile della Chiesa NON governa più la sua Chiesa, ma prega per lei, mentre il Pietro di turno la governa solo fisicamente…
      IL MUNUS PETRINO E’ UNO SOLO ed è indivisibile, ma chi GUIDA veramente la Chiesa è sempre il Cristo… il quale ha assicurato per Pietro una preghiera speciale (Lc.22,31-34) per la quale abbiamo l’infallibilità nella conservazione essenziale della dottrina.
      La sua interpretazione, Ludovico, è scandalosa e scandalizzante!!
      Primo perché la sua interpretazione è eretica; secondo perché Bergoglio eletto Papa e riconosciuto da Benedetto XVI quale suo successore non è a metà servizio, sarebbe come ammettere che abbiamo un Papa che NON PREGA….
      Dividere il munus come sta facendo lei è divulgare che abbiamo due papi A META’ SERVIZIO!!
      E allora che cosa è accaduto?
      Certamente Benedetto XVI ha dato vita ad una pericolosa situazione che riteniamo morirà con lui!! Egli ha accettato l’EMERITO ma lo stesso Paolo VI che creò l’emerito per i Vescovi diocesano, puntualizzò che per il Vescovo di Roma NON ESISTEVA IL PENSIONAMENTO, affermò che l’emerito non avrebbe mai potuto riguardare il Vescovo di Roma proprio per la sua peculiarità unica di essere Pontefice di tutta la Chiesa.
      Ciò che possiamo fare e che possono fare esperti canonisti (come di fatto sta avvenendo) è STUDIARE e cercare di capire perché Benedetto XVI ha messo la Chiesa in questa situazione ANOMALA ED UNICA, inaccettabile teologicamente parlando per il papato…
      Infine va considerato come mai Benedetto XVI ma neppure Papa Francesco, nessuno dei due si è preso l’onere di fare un Documento UFFICIALE con il quale stabilire il ruolo del papa emerito?
      Francesco, come Benedetto, sanno perfettamente che nessun Papa può modificare IL MUNUS che è di ordine divino e non umano, e che nessuno può modificarlo. Entrambi sanno di trovarsi in un momento storico unico e particolare e che morirà con loro!!
      NON ABBIAMO DUE PAPI e non abbiamo due Papi a mezzo servizio! Attualmente il Papa è uno solo ed è Francesco, semplicemente perchè lo ha confermato il suo predecessore (questa è l’anomalia dal momento che il predecessore di solito è morto) e TUTTA la Chiesa lo ha riconosciuto, punto!! Cosa deciderà la Chiesa in futuro su questa situazione, lo dirà il Buon Dio.
      Lo Staff di cronicas.

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