“smettete di fare della casa del Padre mio una casa di mercato” (Gv.2,13-25)

“La Pasqua dei Giudei era vicina e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio quelli che vendevano buoi, pecore, colombi, e i cambiavalute seduti. Fatta una sferza di cordicelle, scacciò tutti fuori dal tempio, pecore e buoi; sparpagliò il denaro dei cambiavalute, rovesciò le tavole, e a quelli che vendevano i colombi disse: «Portate via di qui queste cose; smettete di fare della casa del Padre mio una casa di mercato». E i suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo della tua casa mi consuma».

I Giudei allora presero a dirgli: «Quale segno miracoloso ci mostri per fare queste cose?» Gesù rispose loro: «Distruggete questo tempio, e in tre giorni lo farò risorgere!» Allora i Giudei dissero: «Quarantasei anni è durata la costruzione di questo tempio e tu lo faresti risorgere in tre giorni!» Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando dunque fu risorto dai morti i suoi discepoli si ricordarono che egli aveva detto questo; e cedettero alla Scrittura e alla parola che Gesù aveva detta” (Gv 2,13-25). Ma si legga anche Mc.11,15-19


Il 4 marzo 2018 all’Angelus, nel commentare questa pagina del Vangelo, Papa Francesco disse un chiarissimo “No” alla tentazione di approfittare di attività buone per i propri interessi. Non cita gli scandali di alcune organizzazioni umanitarie coinvolte in ogni diabolico e perverso abuso, ma il pensiero è certamente rivolto anche a loro, o almeno è così che anche noi dobbiamo pensarlo. E ancora il papa ha ricordato che «questo insegnamento di Gesù è sempre attuale, non soltanto per le comunità ecclesiali, ma anche per i singoli, per le comunità civili e per le società. È comune, infatti, la tentazione di approfittare di attività buone, a volte doverose, per coltivare interessi privati, se non addirittura illeciti».

Tutto bello e tutto giusto eppure i conti non tornano… il magistero di questo pontificato continua a confondere, continua ad essere ambiguo ed è indiscutibile che per noi è una prova davanti alle scelte che dobbiamo compiere. Non si delegittima un papa, un pastore, un sacerdote, a causa del suo magistero, ma se ne correggono gli errori e si prega, si resiste all’errore e si combatte l’errore condividendone le ansie, i timori, la stessa giustizia che prima o poi rimetterà le cose nel proprio giusto ordine. Nella sua Patria terrena, in Argentina, è passata la legge sull’aborto, ma il papa non ha detto nulla, non ha fatto nulla… mentre i fedeli si attendono una parola di incoraggiamento per la buona battaglia contro l’aborto! Si è vero che il papa in molte occasioni ha condannato esplicitamente aborto, gender e quant’altro di perverso si sta oggi approvando con le leggi di Cesare, ma non si esprime quando dovrebbe farlo e se lo fa, quelle rare volte in cui lo fa, la risposta non è limpida, ma di facile interpretazione a seconda di come la si vuole capire.

SACRIFICI –  Non ci si mette a mercanteggiare con Dio! Non si può pagare Dio per ottenere da lui dei favori. Alcuni, però, al tempo di Gesù come anche oggi, ritengono che per essere in buoni rapporti con Dio non è importante a quale dio ci si rivolga, l’importante è fare “opere buone”, non è necessario offrirgli sacrifici (personali) costosi, o realizzare il suo progetto sulla CONVERSIONE al Cristo, o fare rinunce (personali) dolorose. Ci sono alcuni che fanno queste cose perché hanno paura di Dio, e questo è certamente un atteggiamento sbagliato, ma il suo contrario è ben peggiore, diventa lassismo…. Non si ama veramente Dio, quando ci si mette a mercanteggiare con lui, come se si volesse comprarlo!! Si possono fare dei sacrifici, opere buone, senza metterci il cuore, senza farlo IN SUO NOME e ciò è fattibile per chi il Cristo non lo ha mai conosciuto, ma non è più giustificabile per chi è battezzato o per chi il Cristo lo ha conosciuto in qualche modo E NE RIFIUTA LA DOTTRINA!! perché allora saranno dei sacrifici vuoti d’amore! Ma Dio è un Padre, che si è rivelato IN GESU’ CRISTO ed è pieno d’amore e tutto quello che si attende è l’amore dei suoi figli, E’ LA CONVERSIONE A LUI! L’amore che il Cristo ha portato, non ha niente a che vedere con i calcoli inevitabili di chi mercanteggia un dio unico ad Abu-Dhabi…, nulla da spartire con i nostri personali PROGETTI RIVOLUZIONARI, nulla a che spartire con chi vuole CAMBIARE LA SUA SPOSA, LA CHIESA!


CHE COSA E’ UNA CASA DI PREGHIERA?  I cristiani si radunano in chiesa per pregare il nuovo Culto a Dio ed insieme per lodare questo Dio e non altro. La chiesa è la casa in cui viene proclamato pubblicamente, ufficialmente, il Vangelo di Gesù, che è un messaggio che invita a cambiar vita secondo le sue regole. E’ lì, durante l’Eucaristia, che Gesù, realmente presente, vivo e vero in “Corpo, Sangue, Anima e Divinità” è in mezzo ai suoi, offre il suo corpo e il suo sangue per la vita del mondo. E’ lì che in tutti i momenti della loro esistenza, dalla loro nascita alla loro morte, i cristiani LO TROVANO, LO INCONTRANO IN “SPIRITO E VERITA'”, si riuniscono per dire: “Signore, sei tu la nostra speranza. Sei tu che ci fai vivere!” E’ evidente perciò, che usare la Chiesa, il pulpito della liturgia della Parola per dire altro, stendere programmi e progetti RIVOLUZIONARI per imporre le nuove visioni di una “chiesa che piace”, o come “la vorrei”, evitando (o addirittura vietando) di proclamare LA CONVERSIONE AL CRISTO, DIO UNICO E VERO nella SS.ma Trinità, diventa un mercanteggiare nel Tempio e ricevere la disapprovazione del Cristo.


UNA CASA APERTA? Sì, apertissima, nessuno è escluso ma… A DETERMINATE CONDIZIONI imposte dal Cristo!! Gli amici di Gesù, quelli che scelgono di vivere secondo il Vangelo, formano la comunità dei cristiani, la Chiesa della quale ne diventano LE MEMBRA. Questa chiesa non è più solo una casa: è un popolo che ha le sue fondamenta in quella STIRPE REGALE RI-GENERATA descritta già in Genesi 3,15. E tutti sono invitati a farne parte! Per tutti c’è un posto, per i grandi e per i piccoli, per la gente di qualsiasi colore o provenienza, per i peccatori CHE PERO’ DEVONO DIVENTARE santi. Chi entra in questa Chiesa, infatti, non vi entra perché è nato “puro e santo”, ma perché LO VUOLE DIVENTARE! Si nasce TUTTI (tranne la Vergine Maria) impuri, peccatori, ciechi, indegni….. ma proprio nel riconoscersi tali, tutti sono i benvenuti. Nessuno è tenuto fuori. Non c’è nessuna barriera che separa se non L’ABBANDONARE IL PECCARE, LA CECITA’, L’IMPURITA’… CHI NON VUOLE ABBANDONARE LE PROPRIE MISERIE, MA VUOLE USUFRUIRE DEL TEMPIO PER GIUSTIFICARE IL PROPRIO PECCARE, DIVENTA UN MERCANTE... Questo popolo deve avere una sola preoccupazione: mettersi al servizio di Dio. Ha un solo compito: insegnare agli uomini cosa vuol dire condividere LA SALVEZZA, secondo l’esempio e l’insegnamento di Gesù Cristo che troviamo ben descritto e definitivo nel Catechismo e in tutta l’esegesi ufficiale bimillenaria della Chiesa; questo popolo, con i suoi Pastori, deve insegnare che la priorità non è un paradiso terrestre, ma IL REGNO DI CRISTO, un dio non generico senza volto e senza nome…

Concludiamo…. “Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere”. Il tempio di Gerusalemme era la dimora del gran Sovrano (Cf. Ps 47/48,3; 67/68,17; 75/76,3; 131/132,13; Ab 2,20, ecc.). Il nuovo tempio è Gesù (soprattutto nella Divina Eucaristia), in lui abita corporalmente tutta la pienezza della divinità (Col 2,9). Gesù conosce che i Giudei hanno pensieri di morte nei suoi confronti: il timore che Gesù col progredire del suo consenso tra il popolo giungesse ad abolire gli abusi fatti all’ombra del tempio, era già ragione sufficiente per loro per metterlo a morte. I Giudei a lui ostili distruggeranno il tempio del suo corpo, ma lui dopo tre giorni lo farà risorgere. Il discorso non era poi tanto enigmatico per i capi del tempio. Capirono cosa voleva dire “questo tempio”, poiché Gesù certo con la mano non indicò il tempio di pietra, ma trasferirono tutto sul piano terreno come Nicodemo all’inizio dell’incontro con Gesù. Capirono che Gesù conosceva i loro pensieri di morte, ma non accettarono di pensare che aveva il potere di fare risorgere se stesso. I discepoli non capirono perché erano lontano mille miglia dal pensiero che sarebbe stato messo a morte, ma i Giudei che lo rifiutavano sì. Così come oggi, molti cattolici anche tra il Clero, i Pastori, o fingono di non capire, oppure si adeguano per L’IGNAVIA – leggere qui, ed anche qui – “insegnando” al Cristo IL BUONISMO, IL MISERICORDISMO: sì, Gesù abbiamo capito, ma NON usare il frustino, non rovesciare i banchi del mercanteggiare, non impedirci di conciliarci con il peccato, i tempi sono cambiati...”
Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti”. Gesù fece durante la festa di Pasqua molti miracoli e molti aderirono a lui, ma con fede che guardava all’utile umano (GV.6,26; 8,31). Gesù non si fidava di loro perché da essi non sarebbe venuta nessuna testimonianza autentica per lui. La testimonianza su di lui uomo non era quella che desiderava, ma quella sulla sua identità di Figlio di Dio, DI DIO STESSO, IL VERO ED UNICO MESSIA, secondo la testimonianza di Giovanni Battista, e sua per mezzo dei segni che compiva. Giovanni chiama i miracoli “segni” perché indicativi dell’identità divina di Cristo. Eppure, anche per il povero Giovanni Battista, assistiamo ad una nuova interpretazione dei fatti: Giovanni AVEVA PAURA E DUBITO’ DEL CRISTO…. ne abbiamo parlato qui.

Buon Anno a tutti!!

Un pensiero riguardo ““smettete di fare della casa del Padre mio una casa di mercato” (Gv.2,13-25)

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