Ma la CEI capisce quello che dice, oppure è incapace d’intendere e di volere?

La CEI fa gli auguri all’induismo, nulla di male, diciamolo subito!! Il problema non è l’invio di un biglietto di Auguri, ma è il contenuto a diventare ridicolo – per non dire di peggio – quando a scriverlo deve essere per forza una Segreteria che non conosce affatto le “altre religioni”, finendo per attribuirgli una sorta di credo cattolicizzato…. e poichè quel “cattolicizzare ciò che non è cattolico” è un pallino almeno centenario del gesuitismo modernista, non è che lo fanno di proposito per far cambiare al proprio gregge la mentalità cattolica?

A pensare male si fa peccato… ma qualche volta ci si azzecca!!

Non sappiamo quali induisti alla matriciana frequentano questi della CEI, ma l’ignoranza è enorme… Per l’induismo (vero) non esiste una dottrina nella quale ci sarebbe una luce ad infrangere le tenebre, ossia non è quella LUCE Divina portata dall’unico VERO DIO… e per l’induismo, per tutte queste CULTURE orientali, dopo la morte non c’è la vita eterna dell’individuo e non c’è la risurrezione della carne, ma il Karma….

Detto in breve: dopo la morte il Linga (anima-spirito) permane come un fantasma (preta) , come un sogno, per una dozzina di giorni, poi è pronto per l’inferno, i paradisi del Brahman (il dio-energia e non persona) o per la rinascita (reincarnazione, di volta in volta con nuove vite fino all’espiazione dei peccati). Se l’individuo ha raggiunto la Liberazione (Moksa) allora il Linga viene trasceso ed esso non può più reincarnarsi, e non ci sarà più rinascita ma immortalità. Questa “immortalità” però, non è la VITA ETERNA DELL’INDIVIDUO e l’Anima NON è individuale e non ha più nulla di personale, si PERDE, SI FONDE, SI DISSOLVE…

La parola stessa Diwali deriva dal Sanscrito e significa “fila di luci”. E’ UN FESTIVAL… DELLE LUCI… Gli induisti festeggiano durante questa ricorrenza Ganesha, il dio con la testa di elefante e Lakshmi, dea della luce, della fortuna e della saggezza. Non c’entra nulla quella vittoria della luce sulle tenebre

Il Diwali viene celebrato ANCHE con altri significati, anche dai buddisti (anniversario della conversione dell’Imperatore Ashoka al buddismo), dai jainisti (raggiungimento del Nirvana da parte di Mahavira) e dai sikt (ritorno di Guru HarGobind dalla detenzione al Gwalior Fort).

Nella religione induista la festa del Diwali rappresenta la divina unione di Laksmi, la benevola Madre Divina, con il Dio Visnu. Luci e candele vengono accese in onore della sua venuta sulla Terra, per rischiararle il cammino e accoglierla come portatrice di abbondanza e prosperità.

Una domanda viene spontanea alla Segreteria della CEI: CHI E’ VENUTO – per voi – SULLA TERRA????

Nei secoli, poi, la tradizione popolare ha sovrapposto al culto della dea Laksmi il ricordo di un evento della storia di Rama, eroe dell’epica Ramayana e considerato una delle divinità più importanti nella religione induista. È una storia d’amore l’incipit del Diwali in versione epica: si narra la storia di Rama, settima incarnazione (Avatara) di Viṣṇu, sovrano ideale e guerriero valoroso, e della sua sposa, Sita. Rama, o se preferite Visnu (il ricostruttore, uno dei tre componenti fondamentali della religione induista insieme a Bhrama il creatore e a Shiva il distruttore) è un principe guerriero che salva la moglie (Sita) da un demone malvagio (Ravana) e dopo averlo ucciso torna assieme alla moglie nella sua terra, trovando lungo il percorso numerose lampade accese a guidare il loro cammino…. ma prima… l’esercito affronta l’armata dei demoni, e Ravana viene ucciso in duello da Rama, che torna vittorioso, e viene incoronato re. Rama, per rispettare la legge e la tradizione, è costretto a ripudiare Sita, a causa del sospetto che abbia ceduto a Ravana. Per dare prova della sua purezza, Sita accetta di sottoporsi alla prova del fuoco, ed esce indenne dalle fiamme…

Una curiosità: i 7 libri che compongono in “canti e versi” il poema, ebbe una prima stesura verso il VI-V secolo a.C., mentre la stesura definitiva è del II secolo d.C. … Rama è l’incarnazione del Dharma che è la divinità della “rettitudine”. Per raggiungere gli altri tre obbiettivi che sono: Artha (la ricchezza), Kama (il desiderio) e Moksha (la liberazione), questi possono essere acquisiti solo aderendo fedelmente al Dharma… Nella scuola di pensiero induista del Vedānta esistono quattro sentieri di base per raggiungere la salvezza: Jñāna Yoga, Karma Yoga, Bhakti Yoga e Raja Yoga….. lasciamo a voi giungere alle conclusioni.

Ora… con questo articolo non si vuole dare un giudizio alla religione Induista, non ci compete e non ci interessa neppure, rispettiamo profondamente LE CULTURE e le storie epiche di altri popoli, ma non possiamo tacere sulle parole USATE DALLA CEI per fare – a nome della Chiesa (e dunque nostro) – un biglietto di auguri che falsa il vero SIGNIFICATO DELLA LUCE, DELLE TENEBRE, DELLA VERITA’ (che è il Cristo) E DELLA MENZOGNA… parole, quelle usate dalla CEI che acquistano, piuttosto, il sapore dello “zuppone alla porcara“…

Natale del Signore nostro Gesù Cristo, il Dio fatto Uomo… è la Festa della Luce…
Il Natale è la solennità per eccellenza, che celebra il Mistero dell’Incarnazione di Dio nel Bambino Gesù. Il suo tempo liturgico è molto lungo: dopo un periodo di preparazione costituito dalle quattro domeniche d’Avvento, inizia con i Vespri della Vigilia per concludersi con il Battesimo del Signore
come si fa a paragonare il Natale di Gesù Cristo equiparandolo ad un festa delle “luci” induista? Come fa la CEI a parlare niente meno che di lotta TRA LA VERITA’ E LA MENZOGNA, TRA LA VITA E LA MORTE, mettendole sullo stesso piano??

Lo ripetiamo: non stiamo giudicando o criticando le altre religioni, ma non è accettabile quanto ha scritto la CEI e noi lo rigettiamo in tutto.

L’altra festa delle luci, se vogliamo continuare questa “associazione di idee” è la Presentazione di Gesù Bambino al Tempio, un episodio dell’infanzia di Gesù riferito dal Vangelo secondo Luca (2,22-39), ed è tradizione antica che i fedeli portino le proprie candele alla chiesa locale per la benedizione… da cui il nome della CANDELORA…. E’ vero che molte feste popolari cristiane nascono anche da feste preesistenti, pagane, alle quali però si andava SOSTITUENDO gli idoli alla Fede del Cristo-Dio, vera Luce del mondo, Via-Verità-Vita, RE GLORIOSO DELL’UNIVERSO al quale tutto è stato sottomesso, e che tornerà vittorioso per giudicare i vivi e i morti e – termina il nostro Credo – con la resurrezione della carne e della vita eterna…

Nel contestare la Pachamama portata in processione in san Pietro nel giorno della Festa della Madonna del Rosario (il 7 ottobre 2019), un Padre Domenicano commentava, sulla scusa dell’inculturazione:

È vero, si cita spesso una lettera di san Gregorio Magno († 604) sulla evangelizzazione degli Angli (XI,56 del 18.7.601), che permette di continuare l’uso festivo di costruire capanne di frasche e consumare banchetti presso i luoghi sacri, però Papa Gregorio: a) se raccomanda di non abbattere i templi, prescrive di abbattere gli idoli; b) è preoccupato che tutte le usanze cultuali siano cristianizzate in modo esplicito; c) almeno per tre volte dice che quanto si praticava prima da parte di quelle popolazioni era culto dei demoni….

Un conto è augurare agli Altri una buona festa propria… altra cosa è unire agli auguri pensieri assolutamente non condivisibili perchè non veri…. O la VERITA’ E’ UNA SOLA ed è il Cristo, oppure è contraffazione … nulla di condivisibile… o crediamo nella vita che verrà e nella resurrezione, o non se ne fa nulla di condivisibile, non abbiamo affatto la stessa fede e non abbiamo per nulla una festa delle luci “simile”.

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