Proseguono le reazioni dal mondo cattolico riguardo alle affermazioni (manipolate sì, ma non chiarite) del papa nel docu-film Francesco sulle unioni civili. Dodici omosessuali anti-LGBT (cattolici e non) scrivono alla Santa Sade per chiedere un chiarimento da parte di Papa Francesco. E un gruppo di fedeli cattolici, guidati da Alexander Tschugguel, il giovane che buttò la Pachamama nel Tevere, manifestano e pregano davanti a Piazza San Pietro domandando al Papa di parlar chiaro.
“Santo Padre, chiediamo chiarezza sulle unioni civili omosessuali”
di Edward Petin (24-10-2020)
L’iniziativa nasce in risposta alle affermazioni di Papa Francesco, riportate in un nuovo documentario, in cui ha dato il suo più chiaro sostegno alle leggi sull’unione civile per le coppie dello stesso sesso.
Un gruppo di fedeli laici e sacerdoti si è riunito questo pomeriggio in Piazza San Pietro per chiedere a Papa Francesco di chiarire le sue affermazioni sulle unioni civili tra persone dello stesso sesso che i media e i politici di tutto il mondo hanno interpretato come un cambiamento significativo nell’insegnamento della Chiesa.

Il gruppo, guidato dal laico austriaco Alexander Tschugguel che è salito alla ribalta lo scorso anno dopo aver gettato le statue della Pachamama nel Tevere durante il Sinodo dell’Amazzonia, si è riunito all’ombra della basilica di San Pietro verso le 17:00 dove sono rimasti fermi e si sono inginocchiati in preghiera silenziosa.
Davanti a loro, vicino alla recinzione perimetrale della piazza, i partecipanti hanno tenuto in alto un grande striscione con la scritta: “Santo Padre, chiediamo chiarezza sulle unioni civili omosessuali” che le autorità vaticane hanno permesso di esporre per 10 minuti prima di chiedere che venisse rimosso.
È un fatto raro che venga permessa l’esposizione di un grande striscione di questo così vicino alla piazza e in modo da avere un tale risalto.
L’iniziativa nasce in risposta alle affermazioni del papa, riportate in un nuovo documentario intitolato Francesco, in cui ha dato il suo più chiaro sostegno alle leggi sull’unione civile per le coppie dello stesso sesso. Il Vaticano deve ancora offrire chiarimenti o risposte ai commenti in merito.
I critici affermano che le considerazioni del Papa, sebbene espressi come opinione personale, significano una rottura con l’insegnamento della Chiesa sulle unioni civili tra persone dello stesso sesso, in particolare un documento del Vaticano del 2003 che le si opponeva chiaramente e gli hanno chiesto una ritrattazione.
Molti politici e media, poi, hanno distorto le frasi del Papa insinuando che stava dando non solo un tacito appoggio allo stile di vita omosessuale, ma anche all’adozione omosessuale, cose alle quali si è invece fermamente opposto in passato.
“L’obiettivo del nostro incontro qui non era quello di provocare scandalo, ma di portare un messaggio al Santo Padre”, ha detto Tschugguel che gestisce l’Istituto San Bonifacio, un’organizzazione fondata per aiutare i laici cattolici a farsi sentire.
Ma Tschugguel ha aggiunto che “il problema con questa citazione del Papa è che viene usata per portare avanti un duro programma anticattolico”. Si è riferito in particolare al presidente venezuelano Nicolas Maduro che giovedì ha chiesto al parlamento del suo Paese di discutere di “matrimonio” tra persone dello stesso sesso, citando le parole del Papa. “Maduro ora si sente autorizzato a fare questo grande passo”, ha detto Tschugguel.
Anche i promotori di un disegno di legge sulle unioni civili nelle Filippine, tra cui il Presidente, hanno usato le osservazioni del Papa per spingere affinché la legge passi, mentre almeno un quotidiano ampiamente diffuso nel Regno Unito ha interpretato le osservazioni del Papa sulle unioni civili tra persone dello stesso sesso come benedizione al “matrimonio gay”.
Tschugguel ha detto che “non ha importanza” che il Papa la pensi diversamente e abbia sostenuto il matrimonio tradizionale solo tra un uomo e una donna. “Sappiamo che lo pensa, ma i media di tutto il mondo, dal giornalino della metropolitana ai grandi quotidiani, non lo riportano. Non dicono che non è un cambiamento di dottrina, ma tutti dicono che potrebbe significare un cambiamento delle regole”.

I circa 50 partecipanti, tra i quali un gruppo di 15 austriaci dai 20 ai 30 anni arrivati da Vienna oltre a persone di molte altre nazionalità, si sono poi inginocchiati per mezz’ora in silenziosa preghiera in piazza e che hanno concluso con il Salve Regina.
“Preghiamo perché se chiedi qualcosa senza preghiera è inutile”, ha detto Tschugguel.
“Non vogliamo che accada nulla di brutto a causa della nostra azione di oggi”, ha aggiunto. “Vogliamo solo chiedere rispettosamente al Santo Padre di darci chiarezza su questo.”
(fonte: ncregister.com; traduzione: sabinopaciolla.com)
Lettera a VaticanNews di 12 omosessuali (cattolici e non) anti-LGBT: “Parlate chiaro”
Spett. Redazione,
Noi omosessuali cattolici e non cattolici, ma comunque contrari all’ideologia LGBT+ e all’utero in affitto contro cui ci battiamo con forza in quanto degrado della dignità umana, siamo sgomenti dalle dichiarazioni emerse di Papa Francesco sul tema della famiglia omosessuale: dalla sorta di collage fatto emergere.
Il vostro silenzio non è ammissibile.

Ci aspettavamo in particolare almeno da questa redazione parole chiare vista la sconcertante strumentalizzazione delle parole del Santo Padre. Sono ovunque le reazioni di tripudio di tutto il mondo LGBT, di quelle agenzie della “colonizzazione ideologica” gender che tanto preoccupa il Papa, e sono reazioni contro di noi.
Dopo l’uso e l’abuso di tali dichiarazioni da parte di media, politici ed esponenti di spicco del pensiero laicista e anticlericale ci aspettiamo almeno una rettifica, una delucidazione, un chiarimento.
Gli omosessuali che cercano di vivere eroicamente la sfida del messaggio cristiano ora sono spaesati, non consolati.
E coloro che invece non hanno il dono della fede o che non seguono la totalità dei precetti della Dottrina, ma che comunque hanno ben chiare le laiche e immutabili leggi della vita e della biologia e vogliono difenderle, sono altrettanto sgomenti.
Giusta l’accoglienza di tutti e la misericordia. Ma possibile che non sia pervenuta nessuna parola di ripudio della maternità surrogata o della mondana logica del “figlio a ogni costo”? Siete consapevoli che si sta prestando il fianco alle peggiori ideologie anti-umane a cui il Papa ha espresso più volte contrarietà e ai fautori di leggi liberticide che potrebbero a breve impedire la libera espressione sia del pensiero cristiano che del pensiero autenticamente scientifico, specie in merito a filiazione, genitorialità e identità di genere?
Non ricordate quanto è stato arduo arginare le derive ideologiche e garantire ai bambini il diritto ad avere un padre e una madre quando la legge sulle unioni civili era in approvazione qui in Italia? Qualcuno per caso ha disprezzo del lavoro fatto dal mondo cattolico e dalla società civile in quel periodo e finora per la famiglia naturale?
Parlate chiaro. Esprimetevi.
Lo smarrimento è grande.
Non sono più tempi per diplomazia e mondanità.
Noi ci siamo.
Grazie.
Cordialmente,
Umberto La Morgia
Carlotta Marcianesi
Giorgio Ponte
Lorenzo Liberato
Alessandro Gobbetti
Paolo Olivieri
Marco Travaglio (non il giornalista)
Giovanni Luca Perrella
Pierpaolo Napoli
Tommaso Zarattin
Francesco Padula
Stefano Gibellini
(Fonte: Facebook.com/it)
Camisasca: “La prassi pastorale della Chiesa sugli omosessuali è già cambiata, e non da ieri”
Il filmato montato ad arte e le dichiarazioni di Francesco. “Rimane a me misterioso perché il Vaticano non abbia chiarito l’accaduto”. Parla il vescovo di Reggio Emilia

di MATTEO MATZUZZI 27 OTT 2020
La differenza tra orientamento e preferenza, la domanda che la Chiesa non puo’ eludere. “Ascoltare sempre, anche se ti insultano. Nessuno va emarginato, etichettato o sbeffeggiato”.
Il vescovo di Reggio Emilia-Guastalla, mons. Massimo Camisasca, è stato fra i primi a dubitare delle ricostruzione fornite dai media sul passaggio “incriminato” del documentario “Francesco”, in cui il Papa sembrava benedire la famiglia omosessuale, con tanto di prole, quasi fosse uguale a quella composta da mamma e papà. Ne è seguito un dibattito su cosa volesse davvero dire Francesco. Non è la prima volta che accade in questi sette anni e mezzo di pontificato.
Ma insomma, il Papa ha cambiato la dottrina e innovato la prassi, o è stato vittima di una trappola?
“Offro una lettura di quello che è accaduto”, risponde Camisasca al Foglio: “Naturalmente è una mia lettura, di una persona che non possiede tanti elementi per valutare con più profondità. Il Papa ha rilasciato un’intervista nel maggio del 2019 a una giornalista messicana. In quest’intervista, che era per un pubblico latinoamericano e che ha come sfondo l’esperienza di Bergoglio in America latina, Francesco ha sostanzialmente detto due cose. Innanzitutto, che i giovani omosessuali devono poter essere riconosciuti dalle proprie famiglie come figli di Dio, come persone, come soggetti che non devono in alcun caso essere espulsi dalla famiglia e respinti. Il riferimento, qui, è a una prassi ancora presente in America latina. Quindi, chi ha interpretato la frase del Papa ‘le persone omosessuali devono avere una famiglia’ come ‘devono essere una famiglia’, ha volutamente o non volutamente equivocato quanto detto dal Santo Padre. Se si va a leggere la frase in spagnolo, essa mi sembra inequivocabile. Un secondo aspetto riguarda ciò che il Papa chiama in spagnolo ‘ley de convivencia civil’. Effettivamente egli, come arcivescovo di Buenos Aires, per evitare che nell’ordinamento argentino le unioni omosessuali fossero equiparate ai matrimoni, favorì una ‘ley civil’ che riconoscesse i diritti delle persone. Da questo punto di vista, mi sembra che non ci sia alcuna innovazione della dottrina come ben hanno capito gli esponenti del movimento lgbt in Argentina che, non a caso, hanno accolto negativamente le parole del Papa nell’intervista. Il Vaticano deve però aver avvertito che questa seconda risposta del Papa poteva essere strumentalizzata, e così è stata tagliata. Non si sa da chi, questa parte è stata data al regista russo che ha composto il film documentario intitolato ‘Francesco’. Rimane a me misterioso – prosegue Camisasca – perché il Vaticano non abbia chiarito l’accaduto. Forse, si sta cercando chi ha operato questo passaggio. Per quanto riguarda l’altra parte della domanda, la prassi pastorale, io penso che sia mutata: non solo con Papa Francesco, ma lentamente anche con i Pontefici precedenti. Effettivamente c’è un grosso interrogativo nella Chiesa oggi a riguardo della vita di persone omosessuali o addirittura di coppie omosessuali. Dal documento Persona Humana della congregazione per la Dottrina della fede (1975), al Catechismo fino ai pronunciamenti più recenti, penso ad Amoris laetitia, la Chiesa ha compiuto un percorso reale di scoperta delle persone con orientamento omosessuale, accogliendo loro e accogliendo il loro mistero, valutandone l’integrazione nella vita pastorale delle parrocchie, delle comunità e dei movimenti. Soprattutto, però, la Chiesa si è posta l’interrogativo sulla questione più dirimente e importante: se una persona ha orientamenti omosessuali fin dalla nascita, questo rivela un disegno di Dio su di lui? E’ una vocazione? E quindi come giudicare l’affetto di una persona con orientamento omosessuale verso una persona con analogo orientamento? Penso che questo sia davvero un tempo propizio per riflettere e per coniugare ascolto e attenzione con la strada che la Chiesa ha ritenuto nei secoli di dover indicare a queste persone”.