“Diteci voi se non c’è da piangere”…

Se tre indizi fanno una prova: “giudicate voi non secondo le apparenze, ma secondo giustizia” (Gv.7,24).

Vogliamo offrirvi a Reti unificate, l’imponente riflessione di Padre Ariel dall’Isola di Patmos, vedi qui, non per una semplice e superficiale “condivisione” ma perché la situazione è talmente grave e seria che noi stessi da tempo lo andiamo sottolineando con diversi editoriali trovando così, in queste riflessioni, quel famoso detto “mal comune mezzo gaudio”… purtroppo è necessario constatare, invece, quel più serio consiglio paolino: piangete con quelli che sono nel pianto…. (Rm.12,15), da qui prendiamo in prestito anche la frase conclusiva delle riflessioni dolorose di Padre Ariel, quale titolo.

Colui che mente a se stesso e dà ascolto alla propria menzogna arriva al punto di non saper distinguere la verità né dentro se stesso, né intorno a sé e, quindi, perde il rispetto per se stesso e per gli altri.” (Fedor M. Dostoevskij)

A volte ci accusano di essere irriverenti con le cover, immagini di copertina. Ci chiediamo se non siano piuttosto irriverenti certi scandali, certe menzogne, quel non parlare con il “sì, sì e il no sia no” perché il di più, come avverte Nostro Signore Gesù Cristo, non viene da Dio, ma dal demonio… quell’usare Gesù Cristo non per spingere la gente alla conversione a Lui abbandonando il peccato, ma per giustificare la divinizzazione dell’uomo ed ogni sorta di menzogna, pur di soddisfare il progetto di una chiesa che “piace” al pontefice di turno…. Per chi non lo sapesse il vero e sano umorismo, quel saper sorridere (non ridere che è un’altra cosa) in casa nostra e dei problemi in casa nostra, anche verso i superiori (in modo sempre garbato e non volgare e non mentitore), proviene proprio dal Cristianesimo, dai Padri del deserto, dagli eremiti, dai Santi….

E dunque: cosa c’è da piangere o – come si dice a Roma – da buttarla in casciara, tanto da dedicarci un editoriale condiviso? Vi ricordiamo intanto che abbiamo già tentato di spiegarvi, più volte, che papa Francesco o mente sapendo di mentire, oppure si è volutamente circondato di consiglieri che non conoscono la storia della Chiesa, e neppure le sue glorie e fatiche. Perdonate ora l’elenco che segue, ma è la dimostrazione che la verità si impone da se stessa:

Santità, anche per il suo bene, basta dire bugie!
Bergoglio fa un mea culpa, ma son lacrime di coccodrillo!
Arriva il Comunicato su McCarrick ma… non smentisce Viganò, anzi
Un Papa che mente sapendo di mentire è imbarazzante (sulla questione gravissima dei Dubia, quando Bergoglio arrivò ad affermare, sapendo di mentire, che lui non seppe nulla di quella lettera, smentito dai cardinali firmatari e dal povero cardinale Caffarra, fatto morire di crepacuore);
Santità, sulla schiavitù, se non il magistero, almeno studi la storia!
Cose mai viste – né udite – dal Soglio Petrino nella storia della Chiesa

Così come avevamo messo in guardia anche dall’imbarazzante atteggiamento assunto dal Segretario di Stato del Vaticano, spinto spesse volte a dover mentire per ordine della scuderia “santaMarta“… vedi qui: Le “parolinate” del card. Parolin; e come nel caso del novello Robin Hood, cardinale elettricista, vedi qui,  che “ruba la corrente ai poveri veri, per far star bene i gruppi anarchici…“. Come quando, infine, si parlava già della Emergenza  immigrazione clandestina, ma ci chiedevamo: «Santo Padre, chi paga?»…. Quando la “lombardite” supera le “bergoglionate”… e non dimentichiamo l’allarme lanciato anche da Aldo Maria Valli: “possiamo dire che esistono già due Chiese…”, analisi perfetta di una situazione schizofrenica interna alla chiesa. E vi ricordate questo fatto? Quando la toppa è peggio dello strappo… è meglio tacere!…. per non dimenticare la menzogna ai danni di Benedetto XVI da parte di Dario Viganò, il consulente di Bergoglio per l’immagine… il marketing, le telecomunicazioni…. qual triste vicenda che fu: Complimenti a Viganò per la pessima figura. Se tre indizi fanno una prova, giudicate voi non secondo le apparenze, ma secondo giustizia (Gv.7,24).

Chiarito, necessariamente tutto ciò, vi lasciamo alcuni spezzoni delle riflessioni di Padre Ariel, lasciando poi di andarvi a leggere il tutto integralmente.


Il Sommo Pontefice ha mentito? Si, ha mentito ed è bugiardo. Però non scandalizzatevi: Simone detto Pietro, scelto da Cristo stesso e non da un conclave di cardinali, era più bugiardo di lui…
Autore
Ariel S. Levi di Gualdo

Nell’uomo Jorge Mario Bergoglio ho riscontrata una caratteristica che nel corso del tempo è emersa in miei rapporti con diversi e illustri membri della Compagnia di Gesù, di quelli piazzati ai livelli più alti: la propensione a mentire. Affermando ciò non intendo dire che i Gesuiti mentano in quanto tali, intendo bensì affermare di avere avuto lunghe relazioni con Gesuiti, posti in vari ruoli di dirigenza della Compagnia di Gesù, che all’occorrenza mentivano senza pudore, sentendosi non solo con la coscienza a posto, ma pure irritandosi se qualcuno non prendeva sul serio e per vere le loro menzogne. A suo tempo, un insigne Gesuita, mi creò persino problemi dando su di me un giudizio negativo all’Autorità Ecclesiastica, solo perché mi ero rifiutato di prendere per buone delle sue palesi menzogne e di lasciarmi con esse manipolare. L’Autorità Ecclesiastica comprese a tal punto bene da dirmi: «Il problema coi Gesuiti era stato finalmente evitato, fin che quel sant’uomo del Sommo Pontefice Pio VII — sbagliando gravemente — rifondò nel 1814 la Compagnia di Gesù [cf. Cum bolla Sollicitudo omnium ecclesiarum, 1814].

L’uomo Jorge Mario Bergoglio è un soggetto che in modo analogo a certi suoi confratelli mente sapendo di mentire. Poi, tramite i suoi fedeli killers, non esita a farti impallinare nel peggiore dei modi se tu non prendi per buone le sue menzogne e se non ti prodighi a tutelarle e diffonderle come verità. Ecco il motivo per il quale, una delle caratteristiche di questo pontificato è data dal fatto che quest’uomo si è circondato di persone mediocri, cattive, immorali e soprattutto ricattabili. Perché dalla prima all’ultima egli conosce tutte le loro nefandezze, per questo li può gestire con l’arma peggiore: il ricatto. Invece, come avrebbe potuto gestire uomini di fede dalla vita pubblica e privata immacolata come il Cardinale Carlo Caffarra, o come il Cardinale Gerhard Müller? Non a caso: il primo, è morto di crepacuore dopo essersi vista negare per oltre un anno una domanda di udienza privata, il tutto mentre l’uomo Jorge Mario Bergoglio riceveva i peggiori indiavolati di questo mondo. Dal canto suo, il Cardinale Gerhard Müller, com’egli stesso ha narrato, allo scoccare dei cinque anni di mandato è stato liquidato nel corso di un minuto e mezzo e sostituito presso la Congregazione per la dottrina delle fede da un gay friendly.

Cosa quest’ultima che scrissi con cognizione di causa e di prove nel 2017, senza mai essere stato né smentito né ad alcun titolo richiamato all’ordine [cf. QUI]. O più semplicemente: il diretto interessato avrebbe potuto chiamarmi o farmi chiamare presso il suo dicastero per chiedermi conto e ragione di quel mio scritto. Però non lo ha fatto, anche perché la mia risposta sarebbe stata: «Perché mi chiami per chiedermi conto di ciò che tu sai e di ciò che tu hai realmente fatto, favorendo in ogni modo soggetti ad altissimo rischio, in modo particolare uno che ha finito poi col dare uno scandalo mondiale di proporzioni immani?» [cf. QUI QUI]. E tutti coloro che devono sfuggire al confronto, di questi tempi e sotto questo pontificato così meraviglioso, anzi «epocale», o meglio «rivoluzionario», dinanzi alla verità detta anziché taciuta, sono solo capaci a reagire affondandoti un coltello nella schiena. E qualcuno la chiama persino «Chiesa della misericordia» (!?). Insomma … ‘ridatece Alessandro VI detto il Borgia. Perlomeno, sotto il suo pontificato, prima di procedere a una condanna si faceva un regolare processo garantendo soprattutto ogni miglior diritto alla difesa dell’imputato, mica come l’attuale e ridicolo Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, dove se tu hai ricevuta una delle peggiori ingiustizie da parte di un cardinale o di un curiale attraverso un abuso di autorità che vìola tutte le fondamentali leggi canoniche, se per disgrazia ti rivolgi a loro, questi dinanzi al potente prepotente si spaventano al punto tale da costringerti a correre in farmacia a comprargli — per buon cuore e carità cristiana — una scorta di assorbenti per le mestruazioni, tanto repentino giungerebbe il ciclo fuori tempo a quella combriccola di …

Il buon Marco Tosatti, il 29 maggio riporta nel suo blog un’intervista inquietante [cf. QUI]. In breve: intervistato dalla giornalista Valentina Alazraki, il Sommo Pontefice risponde ad una sua domanda affermando che della vicenda riguardante il molestatore sessuale seriale e per lungo tempo impunito, Cardinale Theodor McKarrick:

 «[…] non sapevo nulla, naturalmente, nulla. L’ho detto diverse volte, non sapevo nulla, non ne avevo idea».

Il giornalista italiano, nel riportare la sconcertante notizia commenta tra le righe postillando a giusta ragione:

«Questa affermazione rasenta l’inverecondia. “Diverse volte”? A chi? Quando? Dove? Non ha mai detto nulla di pubblico, o anche di privato riportato poi in pubblico. Un’affermazione del genere o è pura menzogna, o è frutto di un disequlibrio».

Replico a Marco Tosatti che questa risposta con la grave affermazione in essa contenuta, è frutto dell’una e dell’altra cosa: della propensione dell’uomo Jorge Mario Bergoglio a mentire e del suo evidente squilibrio psicologico.

A chi proprio non fosse chiaro ricordo che la Chiesa non è stata fatta neppure precipitare nelle peggiori forme di dittature latinoamericane, bensì proprio nelle forme di dittatura tipiche del giovane dittatore coreano Kim Jong. Basti solo ricordare come hanno reagito e agito i giornalisti della moderna Pravda sovietica del Vaticano: riportando l’intervista hanno cancellata questa frase, come fa notare sempre Marco Tosatti, salvo poi reintegrarla successivamente, dopo che lui aveva riportato nel suo blog Stilum Curiae sia il testo originale sia il testo ufficiale della Santa Sede nel quale, questa grave affermazione, non era invece presente [cf.QUI]. Dopodiché, i capocomici della Pravda vaticana hanno tentato di dare a credere che la frase in questione era sfuggita dalla traduzione dallo spagnolo all’italiano.

A queste povere persone, convinte che il Popolo di Dio sia davvero formato da un ammasso di beoti, merita ricordare che loro, agendo a questo modo, sono come quel tal negoziante che ogni tanto, quando i clienti si accorgevano che il resto a loro dato era sbagliato, si giustificava dicendo: «Oh, mi scusi, mi sono sbagliato!». Ebbene vi dico e vi dimostro perché questi dirigenti della Pravda vaticana sono in totale malafede….

IL RESTO LO TROVATE INTEGRALMENTE QUI.

 

3 pensieri riguardo ““Diteci voi se non c’è da piangere”…

  1. Accattivante e bel ritorno di don Ariel, pungente come sempre, satira intelligente. Complimenti al duro lavoro del sito, certe fatiche saranno ricompensate, per chiunque lavora per la verità. Difendiamo la santa chiesa e non certi governicchi di oggi, da fare rimpiangere persino alla cattività avignonese con tutti gli intrighi dell’epoca. Questi passano, la vera chiesa resta.

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  2. Stamattina, nella chiesa dove, di solito, vado a messa, due manifesti all’ingresso annunciavano il nuovo Padre Nostro, con in grassetto rosso, ovviamente, le parti modificate. Anche la data mi sembra opportuna, della serie “ora che ti abbiamo rimandato a casa possiamo cominciare, sul serio, a fare come ci pare…”.

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