In onore a san Giuseppe, Patrono della Chiesa Cattolica

Volentieri facciamo questa pausa per pensare e meditare il grande prodigio di Dio che è stato, anche, il nostro amatissimo san Giuseppe. Lo faremo con la dottrina, scritta in rima e poesia, da Don Felice Prosperi che ringraziamo. Al termine vi offriamo l’audio con l’Inno, oggi sconosciuto eppure ufficiale, dedicato a san Giuseppe dalla nostra viva Tradizione della Chiesa e poi con la Preghiera, anch’essa ufficiale, composta da papa Leone XIII ed arricchita di indulgenze.


IN ONORE DI SAN GIUSEPPE PATRONO DELLA CHIESA UNIVERSALE
(“a te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione, ricorriamo…”)

All’Annunciazione di San Gabriele Divina Parola dolce come il miele
Dolce come il miele su Maria scende la Madre di Dio feconda la rende

Feconda la rende del Verbo Incarnato che poi a Natale sarebbe Lui nato
Sarebbe Lui nato cioè partorito pieno di premura Giuseppe il marito

Giuseppe il marito d’Amor La circonda nella gravidanza faceva gioconda
Faceva gioconda la Madre di Dio cantandole in pancia: ehilà Piccin mio

Ehilà Piccin mio quando vieni fuori sicuro che piango sapendo che muori
Sapendo che muori pei miei peccati però posso dire che molto Vi ho amati

Che molto Vi ho amati a Te e Mamma Tua di Spirito Santo la Sposa è la Sua
La Sposa è la Sua però anche mia La tengo ben stretta la cara Maria

La cara Maria guai chi me La tocca Le bacio la fronte negli occhi la bocca
La bocca Le sfioro così leggermente e Lei sta al mio gioco ride allegramente

Ride allegramente la Madre di Dio ‘a che cosa debbo’ che il padre sia io
Che il padre sia io di Dio sulla terra la gioia e timore insieme mi afferra’

Insieme mi afferra ma vado al lavoro meglio non ci penso sennò quasi moro
Sennò quasi moro e sempre morivo quando nel mio cuore me La presentivo

Me La presentivo lassù nel Calvario avvolto Suo Figlio nel bianco Sudario
Nel bianco Sudario il caro mio Bimbo cos’è che succede? Gesù scende al Limbo

Gesù scende al Limbo dove sono io mi ordina: presto usciam papà mio
Usciam papà mio andiamo da Mamma Regina del Cielo è Lei che comanna

È Lei che comanna non vuol distinzioni non è una sola son due le Assunzioni
Son due le Assunzioni Giuseppe e Maria ti dono il tuo corpo e ti porto via

E ti porto via con me in Paradiso compriamo al mercato un bel fiordaliso
Un bel fiordaliso e lo regaliamo all’Immacolata che tanto La amiamo

Che tanto La amiamo non è sufficiente vogliamo sia amata da tutta la gente
Da tutta la gente e popoli e razze amar la Madonna specie le ragazze

Specie le ragazze che vergini e caste sian Suore o Sposate non donne rimaste
Non donne rimaste si dice zitelle ma tutte felici tutte sono belle

Tutte sono belle da Te sian protette la Sposa Tua Santa a loro permette
A loro permette che ti amino tanto affatto gelosa decreto pertanto

Decreto pertanto: ‘Andate a Giuseppe’ Papà ‘l’uomo giusto’ che amare mi seppe
Mi seppe insegnare il suo mestiere… il Regno dei Cieli è tutto un cantiere!

Don Felice Prosperi – Morichella di San Ginesio 19 marzo 2019 Solennità di San Giuseppe Sposo della Beata Vergine Maria


INNO A SAN GIUSPPE «Te, Joseph, celebrent»

Inno attribuito a Gersone (+ 1429) grande apostolo della direzione a S. Giuseppe – a Papa Clemente X che l’inserirà nel breviario – al Card. Bona – e – quasi certamente del P. Giovanni della Concezione carmelitano spagnolo (1665). Per interessamento di Suor Chiara (Vittoria Colonna), Carmelitana, fu introdotto nel Breviario (1671).

Analisi: Sposalizio (Str. 1) – rivelazione del mistero dell’Incarnazione (Str. 2) – Natale, Fuga, Smarrimento (Str. 3) – Gioie di Nazareth (Str. 4) – Lode e Gloria alla Santissima Trinità (Str. 5).

TESTO LATINO

Te, Joseph, celebrent agmina cælitum
Te cuncti résonent christíadum chori
Qui clarus meritis junctus et inclytæ
Casto fúdere Virgini.

Almo cum tumidam germine conjugem
Admirans, dubio tangeris anxius
Afflatu superi flaminis angelus
Conceptum puerum docet.

Tu natum Dominum stringis, ad exteras
Aegypti profugum tu séqueris plagas;
Amissum Solymis quæris, et invenis,
Miscens gaudia fletibus.

Post mortem reliquos sors pia consecrat,
Palmanque emeritos gloria suscipit:
Tu vivens, superis par, frùeris Deo
Mira sorte beatior.

Nobis, summa Trias, parce precantibus
Da Joseph meritis sidera scandere:
Ut tandem liceat, nos tibi perpetim
Gratum pròmere canticum. Amen.

TRADUZIONE ITALIANA

Ti lodino, o Giuseppe

Te, o Giuseppe, lodino le celesti schiere,
tutti i cori del fedeli inneggino a te che,
illustre per meriti, sei unito
con caste nozze all’inclita Vergine.

Quando scorgi la sposa feconda di germe divino,
sei oppresso da doloroso dubbio,
ma ecco che l’Angelo ti svela che
il fanciullo è concepito di Spirito Santo.

Il nato Signore stringi al seno,
ma profugo lo segui nelle straniere regioni dell’ Egitto.
Lo cerchi smarrito in Gerusalemme,
ma lo ritrovi, alternando la gioia al pianto.

Una santa morte beatifica gli altri santi
e la gloria accoglie chi meritò la palma,
tu, invece, più beato, ancor vivente al par dei Santi
godi di Dio per meravigliosa sorte.

O Augusta Trinità, a noi supplici perdona
e, per i meriti di Giuseppe, concedici di salire alle stelle,
affinché ci sia finalmente concesso di scioglierti
per tutti i secoli un degno inno. Amen


A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio, dopo quello della tua santissima Sposa.
Deh! Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno, la cara eredità che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto soccorri ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido Custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo; allontana da noi, o Padre amantissimo, la peste di errori e di vizi che ammorba il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta contro il potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del Bambin Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora sopra ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso possiamo virtuosamente vivere, piamente morire, e conseguire l’eterna beatitudine in cielo. Amen.

***

Questa preghiera fu composta da Leone XIII in calce all’enciclica Quamquam pluries del 15 agosto 1889. La devozione a san Giuseppe, già dichiarato patrono della Chiesa universale dal beato Pio IX l’8 dicembre 1870, fu particolarmente sostenuta da Leone XIII che, eletto papa il 20 febbraio 1878, mise fin dall’inizio il suo pontificato «sotto la potentissima protezione di san Giuseppe, celeste patrono della Chiesa» (allocuzione ai cardinali del 28 marzo 1878).

 

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