Ciò che resta dopo il passaggio di una tempesta… per ricominciare

Accusare un papa di eresia sembra oramai l’opzione nucleare negli argomenti cattolici. Ma rischiamo di entrare in un vortice senza via d’uscita, un cane che si morde la coda.. per altri sembrerebbe anche la via più facile, un modo per tagliare corto ed evitare ogni ulteriore discussione in attesa, magari, di un prossimo papa più “ortodosso”. D’altra parte la situazione di grande confusione è palese e reale, la dottrina sostiene che un papa non può sbagliare quando parla delle questioni centrali della fede; quindi se ha torto, non può essere papa. D’altra parte però, se questo papa ha ragione, tutti i suoi predecessori devono aver sbagliato…. non si scappa, a meno che…!

… a meno che siamo “noi” a capire male questo magistero e di ritrovarci con un papa che, alla fine della giostra, potrebbe offrire a noi figli un bel sonoro ceffone d’ortodossia per dimostrare all’Urbe e all’Orbe che la sua era tutta una tattica – magari spiritosamente gesuitica – ma in qualche modo rimanente nell’orbita cattolica e della sua sana dottrina. Che il tutto possa riportarci ad un fiabesco mondo di Alice nel Paese delle meraviglie, lo dimostrammo qui, e pure prima nel 2016 qui…. Ma a voler bene sottolineare in quanti “capiamo male noi“, la lista è lunga  e fatta di firme illustri come le prime di 4 cardinali coi famosi Dubia… e non di rado diversi Vescovi che si oppongono non tanto a “questo” pontificato, ma che richiedono giustamente al Papa la chiarezza del suo stesso magistero; ma poi anche le firme di molti Laici studiosi della Chiesa, cattolici praticanti, veri papisti… si legga qui. Senza dimenticare come lo stesso papa Francesco, quasi divertito, affermò ai giornalisti di essere ben consapevole che la sua RIVOLUZIONE avrebbe portato divisione nella Chiesa, e che sarebbe stato ricordato come il papa che “divise” la Chiesa….

Possiamo già qui vedere che se dovessimo accettare per vero che Benedetto XVI ha rinunciato al Pontificato per evitare di dividere la Chiesa, un successore che si dice ben contento di passare alla storia come Papa che ha diviso la Chiesa, è evidente che qualcosa non quadra.

Quale è, allora, il vero compito di un Pontefice? La risposta più semplice ed evangelica è quella del Cristo stesso: “.. e tu, una volta ravveduto, conferma gli altri nella fede” (Lc.22,32), passaggi molto importanti raccolti qui dalla penna preziosa di Aldo Maria Valli mentre, dal recente Sinodo sui giovani, durante la festaiola dell’incontro conclusivo tra balli e contorcimenti, il giovane portavoce ha affermato: “… perciò ti ringraziamo papa Francesco, perché con questo sinodo hai dato spazio a noi giovani, hai fatto in modo che anche noi avessimo un posto e una voce in questo momento storico…” (????)

… e già, forse siamo sempre “noi” a capire male! ma se qualcuno fosse in grado di spiegarci cosa hanno imparato i giovani da questo sinodo e cosa hanno insegnato i Vescovi – e il Papa – ai giovani, gliene saremo molto grati! Il tutto si riduce a RIVENDICAZIONI di posti e di ruoli nella Chiesa, sembra essere ritornati agli slogan del Sessantotto che – altra coincidenza? – furono in gran parte guidati e gestiti dalle truppe dei gesuiti modernisti di Pedro Arrupe, qui tutte le prove. Che nel “cuore” di certo ambiente inquieto gesuitico abbia da sempre abitato il senso DELLA RIVOLUZIONE, non ce lo inventiamo noi, appena fondati già san Carlo Borromeo dovette lamentarsene:

  • «Carlo Borromeo scrisse al suo confessore che la Compagnia di Gesù, governata da leader che erano più politici che religiosi, stava diventando troppo potente per preservare la moderazione e la sottomissione che erano necessari… “Essa domina re, principi e signoreggia, sia sulle faccende temporali, che su quelle spirituali. Questa “pia” istituzione ha perso lo spirito che originariamente l’animava e per questo motivo saremo costretti ad abolirla”…» (vedi qui la fonte)

Qualcuno ci rimprovera questi continui accostamenti al mondo gesuitico ma, perdonateci, se non studiate la storia dei Gesuiti, specialmente la corrente Modernista di questi ultimi settant’anni, è chiaro che non vi sarà poi facile capire non solo il metodo usato da Bergoglio ma, soprattutto, il concetto di rivoluzione che egli ha adottato e la chiesa che vuole imporre all’Urbe e all’Orbe cattolico e non: un vero sposalizio tra la chiesa modernista e il mondo contemporaneo. Del resto rimane valido l’aneddoto, possiamo dire, che ci regala il seguente quadro storico: Pedro Arrupe venne ricevuto da Paolo VI il quale lo aveva convocato per una “tirata d’orecchie” quando emerse, dalla famosa Congregazione XXXII dei Gesuiti, una chiarissima distorsione del concilio per la sua applicazione. Pedro Arrupe si sentì amareggiato e disse a Paolo VI: “ma santità…. noi abbiamo fatto ciò che Ella ha chiesto di fare…” Paolo VI colpito e “affondato” diremo noi, rispose: “MI AVETE CAPITO MALE…!”

Oggi però abbiamo un successore di Paolo VI che, all’epoca dei fatti era un giovane sacerdote gesuita promettente, devoto discepolo di Pedro Arrupe, fedelissimo al progetto rivoluzionario di Arrupe e dell’ala Modernista dei nuovi Gesuiti… e devoto possiamo dire di Paolo VI, quel Montini però enigmatico, machiavellico, spesso incomprensibile che – di quel suo “mi avete capito male” – ne ha fatto oggi l’asse portante del suo pontificato, tutto in chiave gesuitica naturalmente.

In un giornale cattolico d’oltre oceano del settembre scorso, da dove abbiamo preso l’immagine significativa di una statua di san Giuseppe col Bambino Gesù sopravvissuta all’uragano Katrina e nello sfondo la chiesa distrutta , da una nostra traduzione si legge quanto segue:

  • «La chiesa cattolica ha passato gran parte del secolo scorso a combattere contro la rivoluzione sessuale, tanto quanto ha combattuto contro quel velenoso Modernismo denunciato anche profeticamente, dal santo Pontefice Pio X, e in questa lotta è stata costretta a difendere una posizione che radicata nel Vangelo e nei Comandamenti di Dio, era ora diventata dottrina discutibile e che trovò una rocca forte e di resistenza contro il magistero ufficiale dei Papi, proprio da gruppi di gesuiti che qui in America provvedevano a porsi nei venti contrari. In sostanza essi si opposero poi a Paolo VI contro la sua enciclica Humanae vitae, per essi e molti vescovi e teologi liberali, assolutista ed insostenibile, non solo contro la contraccezione, ma anche contro al divieto della chiesa sul sesso al di fuori del matrimonio cattolico. Pope Francis si pone a volte su posizioni mediane, dice di ispirarsi a Paolo VI che ha voluto canonizzare, ma per andare d’accordo con lui deve stravolgere la Humanae vitae e tutti gli altri suoi divieti, così come ha attentato di cambiare il pensiero di Giovanni Paolo II sulla Familiaris consortio, per sostenere il suo contrario nell’Amoris laetitia. Ciò che avrebbe dovuto essere una riforma della Curia della Sede romana (si legga anche qui), è diventato oramai una propria rivoluzione senza precedenti nella chiesa cattolica e che sta letteralmente dividendo la chiesa, dove i buoni cattolici sono emarginati e sospinti lontano da lui stesso, i rivoluzionari vengono invece promossi e messi a guidare le comunità.
  • L’insegnamento ufficiale della chiesa che ha millenni alle spalle ed un magistero infallibile, non può essere messo in discussione, ma nessuno dei due può essere obbedito insieme, o uno o l’altro: se Pope Francis finge di non cambiare dottrina cattolica ma nella prassi egli predilige clero di parrocchia e vescovi che di fatto lo fanno dando la comunione ai divorziati risposati contro l’articolo 1650 del Catechismo della chiesa cattolica, aprono a benedizioni di unioni di persone con lo stesso sesso, fa sinodi ai giovani senza parlare loro di castità, purezza dei costumi e conversione, e fa capire al mondo che non è più necessario la conversione ma che basta accogliere immigrati e cenare con altre religioni e protestanti, per andare in paradiso, allora nessun cattolico ha più il dovere di obbedirgli.  Qualcosa egli deve dare per la credibilità e l’infallibilità della dottrina, e quando lo farà e se lo farà nel modo corretto, l’esplosione risultante potrebbe fratturare e frantumare la chiesa, e resteranno con Pope Francis solo quei cattolici che lui stesso, oggi, sta offendendo e continuamente degradando, insultando, mettendoli ai margini. Noi che viviamo in terre di uragani, sappiamo quanto sia difficile dopo la tempesta rimetterci al lavoro, senza mai aver smesso di adoperarci anche durante il ciclone più doloroso. Ci ritroveremo nelle rovine, ma si ricostruirà con i sopravvissuti e con tutto ciò che la tempesta avrà risparmiato, per la grazia del Nostro Signore Gesù Cristo. »

DOPO TANTO CAMMINARE, parafrasando un quadro drammatico descritto da Aldo Maria Valli qui, attendiamo il testo ufficiale del sinodo giovani di Papa Francesco…. la fiducia non ci manca, la speranza neppure, ma non siamo utopisti e neppure quelli del bicchiere mezzo pieno, o mezzo vuoto a seconda delle circostanze. Al momento ci è sufficiente aver saputo – per poter meditare seriamente – come alla Natura non bastava rompere per tre volte il gancio che manteneva la Corona del Rosario fra le mani della Madonna del Rosario sul Santuario di Pompei, in un solo anno da aprile ad ottobre…. ma il Cielo non contento, forse, della caparbietà nostra nel rifiuto a voler cogliere “i segni”, ha spalancato la Porta Santa del Santuario medesimo, una porta bloccata da anni… e che nessuno riusciva più ad aprire, vedi qui.

Così come non troviamo casuale la statua di san Giuseppe con il Divino Bambino… sopravvissuta all’uragano!

Non affrettiamo alcuna conclusione, ci occupiamo di “cronaca”… non di “Misteri”, ma di cronaca si tratta. Nel mentre la disputa centrale tra i cattolici è spesso quella del “papa-eretico; Bergoglio-non-è-papa” et similia; tra quelli che (come noi) credono che la chiesa dovrebbe smetterla di adattarsi al mondo e coloro che pensano che il mondo debba stabilire l’agenda per la chiesa e che questo Papa e i futuri successori dovrebbero diventare una sorta di “Pastore sincretista”, generando un misto di questi orientamenti, il Cielo che parlò non solo a Fatima inviando la Celeste Regina del Santo Rosario continua piuttosto ad ammonirci soprattutto a riguardo di una immagine di “chiesa perseguitata” che, infatti, ancora non vediamo se escludiamo quei luoghi in cui i Cristiani sono pesantemente martoriati. Vediamo piuttosto l’avanzare predominante di una chiesa che si distacca sempre più dalla Dottrina ed un Papa, attualmente, che sembra appoggiare e sostenere la corrente eretica….

Cari Laici, lamentiamoci di meno e rimboccandoci le maniche, in assoluta fedeltà alla santa Chiesa di ogni tempo, diamoci da fare, come sembra rinforzare da questa parte il cardinale Brandmuller, qui.

Laddove è vero che la santa Chiesa PROSPERA, si dilata e cresce proprio grazie alle persecuzioni, è fondamentale capire che esiste da sempre anche una santità che si acquista quando si viene perseguitati internamente nella Chiesa dai Superiori non affatto buoni e che i loro modi di fare e procedere sono sempre concessi da Dio per “provare”, saggiare la Fede dei “Suoi” i quali non hanno mai costituito le maggioranze, ma sono parte integrante di quel “piccolo resto” che però sopravvivrà perché, credendo umilmente che non è un caso come si sia spalancata la Porta Santa a Pompei, procederà silenziosamente verso quella Porta attraverso il Cuore Immacolato di Maria, attendendo con fede il Suo Trionfo, partecipando del “REGNO DI MARIA” come aveva preannunciato il Venerabile Pio XII il primo novembre del 1954, vedi qui.


Risultati immagini per Athanasius Schneider

ATTENZIONE, abbiamo saputo pochi minuti or sono che: Il vescovo ausiliare di Astana, e precedentemente vescovo di Karaganda, Athanasius Schneider,  ha ricevuto un’ingiunzione verbale dal Vaticano che gli chiede di ridurre la frequenza dei suoi viaggi all’estero.

In pratica gli viene revocato il permesso di predicare….. Non aggiungiamo alcun commento, non ve n’è bisogno, qui il resto dei fatti.  Sottolineiamo e rimarchiamo la nostra solidarietà al Vescovo e la più fervida preghiera, riconoscendoci con lui, figli in certo senso “domiciliarati”  anch’essi….

 

 

2 pensieri riguardo “Ciò che resta dopo il passaggio di una tempesta… per ricominciare

  1. In questo papato se ne sono viste e udite talmente tante, da vendere e da spendere, che la notizia suona assolutamente verosimile e credibile.
    Rimane però che non ci si può accontentare della ‘verosimilità’ ma occorre accertare la verità dei fatti.
    Se la notizia dell’ingiunzione verbale non verrà smentita a breve dal Vaticano credo che mons. Schneider si attiverà, se già non l’ha fatto, per chiedere FORMALMENTE una CONFERMA SCRITTA della misura restrittiva, misura che sarebbe degna davvero del miglior stalinismo d’antan (considerato che non si parla di un prelato deviante a vario titolo ma di un ecclesiastico in lotta per l’affermarsi della verità).
    Dopo questo, se all’interessato non pervenisse neanche uno straccio di risposta (**) – com’è d’uso vigente e corrente in questo papato – allora si potrà legittimamente dedurre che la notizia è vera.

    (**) risposta data nei tempi in uso fra le persone civili di questo mondo e non in tempi biblici.

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    1. http://www.marcotosatti.com/2018/11/06/il-papa-impone-i-domiciliari-al-vescovo-athanasius-schneider-niente-di-scritto-cosi-non-e-possibile-il-ricorso/?fbclid=IwAR32h21knVkPDmp4G_1R4oyWvlKigfFHbFxS7XyAq0oJAXDjJvnO0zoZKbc

      La notizia pare ben fondata e risale gia’ a qualche mese fa. Evidentemente da allora il vescovo ha dovuto chiedere il “permesso” per viaggiare e quindi la sua situazione e’ diventata di dominio pubblico. E’ molto evidente il contrasto fra il trattamento da lui subito e le famose misure non ufficiali imposte a McCarrick da Papa Benedetto XVI ma molto rilassate da PF. Sembra la trama di un film mafioso. Ormai mi aspetto il peggio ma anche un deciso intervento divino, fosse anche uno scisma.

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