Caro mons. Viganò, è stato coraggioso, faccia ora un ulteriore passo…

Vi lasciamo riflettere, oggi, con un Appello-Lettera del reverendo Don Felice Prosperi a Sua Ecc.za il vescovo Carlo Maria Viganò….


APPELLO A SUA ECC.ZA, MONS. CARLO MARIA VIGANÒ

Sua Eccellenza esca dal nascondimento e isolamento, in cui si è confinato, e lo faccia allo scopo di incontrare il Santo Padre Francesco, dopo aver chiesto Udienza con lui, e averla ottenuta, con data precisa e certa.

Il colloquio, se concesso (se negato… confermerebbe solo la cattiva volontà del Papa), condotto alla pari per la stessa dignità di due figli di Dio, pur nella distinzione dei ruoli e con l’obbedienza dovuta al Sommo Pontefice in materia di Fede, di Disciplina e di Morale, verta a servizio della Chiesa di Cristo e sia basato sulla verità dei fatti e dei documenti possibilmente prodotti, lasciando il giudizio conclusivo a Dio e alla coscienza personale.

Non ci sarà bisogno di ulteriori Comunicati o Dichiarazioni, al termine dell’appuntamento, a meno che il Santo Padre e Sua Eccellenza decidano diversamente, in accordo o in disaccordo non importa, purché ognuno si prenda la responsabilità delle proprie scelte, anche davanti al Popolo di Dio.

Lei, Eccellenza, ha avuto coraggio e spirito profetico nel denunciare la situazione gravemente immorale in cui si trova la Chiesa, Sposa di Cristo, a causa soprattutto dei suoi cattivi Pastori, e ha avuto l’ardire di coinvolgere nella sua accusa la persona di Francesco. Ha fatto bene. Noi le crediamo. Crediamo alla sua onestà, confermata dal suo giuramento di sincerità a Dio e alla Santa Madre di Dio, Maria.

Magari Jorge Mario Bergoglio avesse fatto lo stesso, avesse giurato solennemente per confermare la verità… macché, non ha affatto risposto, nemmeno ‘sì’ o ‘no’, come ci insegna e ci esorta invece a fare il Nostro Signore, del quale egli si accredita interprete autentico e originale, quando invece è capace di stravolgere, nascondere e confondere la Sua Divina Parola, cosa avvenuta puntualmente in tutto il mese di settembre nelle sue ‘meditazioni quotidiane’ (ciò che lei stesso ha rilevato nella sua seconda lettera, critica con il comportamento del Santo Padre).

È semplicemente penoso come il Vicario di Cristo abbia strumentalizzato il Santo Vangelo, che la Liturgia ci propone ogni giorno, per insistere sul concetto del Demonio come “Il Grande Accusatore” (il quale lo è veramente), nascondendosi dietro le sue ali ribelli per insinuare, maldestramente e velatamente, che ‘tu’ sei eguale a Satana, mentre egli è “il povero Cristo, che soffre in Croce e rimane in silenzio di fronte alle provocazione dei suoi nemici”.

Ancora più grave il Comunicato della Sala Stampa del Vaticano, del 29 settembre 2018, il quale, avallando la fasulla e capziosa narrazione bergogliana dei fatti, indice strumentalmente il Mese di Preghiera del Santo Rosario, coinvolgendo la Chiesa Cattolica in un impegno, che molti hanno già preso con la Madonna, apparsa a Fatima, e che ora, da bravi fedeli, hanno accolto con rinnovato fervore, aggiungendo l’invocazione all’Arcangelo Michele e il “sub tuum praesidium” alla Santa Madre di Dio.

Perché a Bergoglio non stanno a cuore le intenzioni del Cuore Immacolato di Maria, da lui vilipese, affossate e trascurate a Fatima, con luciferino atteggiamento di superbia, di vera sfida all’Immacolata, il tutto avvenuto in una ambientazione celebrativa di ispirazione massonica, sovrapposta alla sacralità del luogo delle Apparizioni, per la cui colpa il Vescovo di Roma e il Vescovo di Leiria-Fatima (ridicolmente da lui poi promosso Cardinale) dovranno presto rendere conto a Dio, (“è terribile cadere nelle mani del Dio vivente” [Ebrei 10,31], tanto più essere schiacciati dal piede della Donna di Genesi 3,15!).

Mentre in questi giorni si sta svolgendo in insulso, inutile, ideologizzato Sinodo sui Giovani, messo in manifesto con l’etichetta della sigla-acronimo delle perversioni sessuali, alzando il nuovo Mosè argentino il bastone biforcuto e cornuto, quale segno che li dovrebbe guidare… dove? Poveri giovani abusati, manipolati e traditi! Avessero loro insegnato almeno a non lasciare quintali d’immondizia, dopo l’Incontro con il Santo Padre al Circo Massimo di Roma, dove il fiore della Gioventù  cattolica italiana vi ha fatto una pessima figura!

Se lei è consenziente alla proposta di vedersi e parlarsi con il Vicario di Cristo, sempre che Francesco glielo conceda, dovrà prima chiedere perdono a lui per avere invocato le sue dimissioni, riconoscendo che la conclusione logica della sua denuncia (quello che il Papa ha preteso da altri Vescovi, lo deve applicare a se stesso) non può tradursi in una conclusione teologica.

Non si può chiedere a un Papa di dimettersi, se è Dio che ce lo ha dato (o ce lo ha inflitto, come diceva San Vincenzo di Lérins), sarà Dio a toglierlo! Ma preghiamo che Francesco non si tolga la vita, quando il Demonio “Grande Accusatore” gli presenterà non ‘tutto il mondo da conquistare’, che non ha conquistato né a Cristo né alla Pace, ma vorrà farlo disperare per il disastro, che finalmente vedrà, procurato alla Chiesa Sposa di Cristo, che sta sanguinando e gridando aiuto, da lui inascoltata, anzi offesa e maltrattata.

Eccellenza, preghi anche per l’ex Papa Benedetto XVI. Se a un Papa non si può esigere di dimettersi, come si è permesso egli di dimettersi? Se è Gesù, che lo ha chiamato e gli ha detto: “Tu seguimi!”, può il Maestro un altro giorno chiamarlo e dirgli: “Tu sei vecchio, ti manca il vigore del corpo e dello spirito, in coscienza ti devi dimettere!”?

Ma preghiamo Te, “Santa Madre di Dio, sotto la Tua protezione cerchiamo rifugio, non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta”. Infatti nella Chiesa vale il Principio Mariano e il Principio Petrino, come lo ha illustrato e lo ha vissuto San Giovanni Paolo II Magno, che non si è dimesso e ci ha consacrati tutti al Tuo Cuore Immacolato!”

Don Felice Prosperi

Morichella di San Ginesio 9 Ottobre 2018

12 pensieri riguardo “Caro mons. Viganò, è stato coraggioso, faccia ora un ulteriore passo…

  1. Prego il Signore e Maria Santissima perchè proteggano il vescovo Viganò da ogni ritorsione per la sua coraggiosa denuncia, anche ispirandogli di restarsene accuratamente NON RINTRACCIABILE (**)
    Non è bastato questo sfiancante e lunghissimo tempo di ‘gesta’ bergogliane per convincerci del tipo di persona con cui abbiamo a che fare???????
    Inutile iniziare a dettagliare, ci vorrebbero venti tomi e rinfocolerebbero ogni volta lo scandalo infinito.
    Solo una parola su quanto ha detto oggi papa Bergoglio sul tema dell’aborto:
    “E’ come affittare un sicario per risolvere un problema.”
    Sorvolando sull’improprietà del verbo ‘affittare’ (!) riferito a una persona, sono solo io che ho provato un brivido nel sentire quella frase e nell’aver temuto che fosse un avvertimento trasversale per il cardinal Viganò? Non sarebbe nè la prima nè la seconda volta che J.M. Bergoglio si avvarrebbe di messaggi obliqui (il parlare a nuora perchè suocera intenda…) per comunicare qualcosa, Senza farsi mancare frasi ingiuriose molto dirette, d’accordo, ma ci sono situazioni che anche secondo lui richiedono qualche velatura.

    Quanto allo ‘scandalo’ della richiesta di dimissioni del papa da parte di mons. Viganò, credo che questi possa avere qualche elemento in più del popolo per ritenere che la famosa elezione del 13.03.13 non abbia tutti i crismi della validità (vedi i maneggi della cordata elettorale della c.d. ‘mafia di San Gallo’, vedi il grande burattinaio di detta cordata nella persona dello scandaloso personaggio dell’ (ex?) cardinal McCarrick, …)

    (**) Abbiamo dimenticato che il Vaticano è stato più volte teatro di morti decisamente ‘non limpide’? (eufemismo)

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  2. Ottima lettera.
    Mons. Viganò potrebbe chiedere ufficialmente udienza al papa Francesco ma alla luce del sole, cioè informando il popolo fedele della sua volontà di chiarire la questione, se lo dovesse fare in modo privato potrebbe essere……….sbranato, che poi gli venga concessa nutro fortissimi dubbi, visto i precedenti.
    In merito al Santo Rosario, e delle due preghiere (le quali sono ben felice di recitarle, ho fatto negli anni 50 il chierichetto) sono convinto che sia stato una mossa per gettare un po di fumo agli aderenti alla Traditio.

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  3. Nella costituzione apostolica Universi Dominici Gregis promulgata da Papa G.P.II, si cammina la scomunica Latae Sententiae per i cardinali che si accordassero fuori dal Conclave sul nome del papa da eleggere. Questo significa che esiste la possibilità che ciò possa succedere e che quindi possa essere eletto un papa non su ispirazione dello Spirito Santo ma sulla base di accordi politici sottobanco. In questo caso il papa non ce lo dona o infligge Dio, ma la malizia umana. Se non ho letto male, il Cardinale Daneels si è vantato a più riprese di essere un componente della “mafia di San Gallo” che avrebbe pilotato l’elezione di Bergoglio. A questo punto la domanda è questa: siamo obbligati noi cattolici ad obbedire a “papa Francesco” ?. C’è qualcuno che mi sa rispondere ?

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    1. Gentile Badiano,
      senza dubbio alcuno che la situazione che stiamo vivendo è anomala e complessa, unica nel suo genere, e perciò è impensabile per molti anche in buona fede al fatto che si possa avere un pontefice “eretico”. Questa fu del resto la grandissima difficoltà che ebbero ad esporre e ad esprimere i grandi Dottori della Chiesa quali il gesuita san Bellarmino e il grande domenicano san Tommaso d’Aquino, insieme a tanti altri.
      Essi stessi non hanno potuto risolvere la questione a tal punto che – questa – no è neppure stata introdotta nel Diritto Canonico il quale, infatti, parla solo del diritto di un Pontefice ad abdicare.

      Chiarito questo, anche noi pensiamo che l’attuale situazione sia scaturita da una ingerenza e non obbedienza alle esplicite richieste imposte (e non semplice chieste optionalmente) da Giovanni Paolo II per l’elezione del Successore.
      E quindi? La questione non ricade su di noi laici, ma sui cardinali e sui vescovi i quali, fino a quando non si pronunceranno in modo diverso, con loro anche noi abbiamo l’obbligo morale di riconoscere la legittima elezione di Bergoglio al soglio petrino.
      Facciamo bene attenzione che il come Bergoglio sia arrivato al conclave non inficia assolutamente la sua elezione se tutti i cardinali dimostrano questa legittimità, compreso lo stesso predecessore Benedetto XVI il quale lo ha riconosciuto tale.
      Diverso è parlare dell’obbedienza.
      Cosa intendiamo per obbedienza? Nessun pontefice (ma neppure vescovi e sacerdoti), legittimo o meno, può imporre obbedienza a dottrine errate o persino eretiche.
      Noi obbediamo al Sommo Pontefice nel senso più biblico del termine che significa: riconoscerlo pastore, ed ascoltare(=obbedire); ob- = dinnanzi col verbo audere = ascoltare. Obbedire significa letteralmente ascoltare chi sta dinnanzi, in altri termini, prestare ascolto.
      Su questa prestanza verso il Pastore supremo della Chiesa – indipendentemente dalla legittimità di cui sarà la storia a decidere in merito – noi dobbiamo fare il sano discernimento a ciò che ci viene detto.

      Stiamo perciò attenti a chi, con tanta facilità cerca di porre ostacoli a questo ascolto, tolto il quale non saremo in grado di fare alcun discernimento e, peggio ancora, rischieremo di diventare seminatori di zizzania arrivando a compromettere l’obbedienza alla Sede Petrina imposta dal Cristo stesso.

      Incaricato dalla Redazione a dare “ragioni della speranza che è in noi”, spero di essere riuscito a chiarire l’attuale situazione, i cui problemi restano, ma che non spetta a noi risolvere.
      Laudetur Jesus Christus, Atanasio

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      1. Gentile Atanasio, comprendo bene (spero) le sue parole, ma credo che converrà che la situazione è da vero mal di testa e che si rischia di dare l’impressione di giocare con le parole nel tentare impossibili equilibrismi.
        Don Felice – che è sempre da ringraziare – è molto chiaro nella denuncia delle attuali storture, ed è per questo che mi ha molto sorpreso la sua esortazione a mons. Viganò, a mio avviso assolutamente imprudente (per non dire pericolosa!).
        Cordialmente.

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  4. Gentile Redazione,
    perfetta risposta. Dobbiamo, da laici, pregare intensamente perche’ davvero lo Spirito Santo illumini piu’ di un cardinale affinche’ vengano allo scoperto. Detto questo, non consiglierei affatto a monsignor Vigano’ di farsi vedere. Alla sua eta’, un qualsiasi accidente cardiovascolare passerebbe del tutto inosservato e chiunque si insospettisse verrebbe tacciato di mania di persecuzione e dietrologia/complottismo. Finche’ non scarichera’ la “bomba” finale, spero con documenti incontestabili alla mano, meglio che stia dove e’ ora. Ho molto apprezzato questo articolo https://www.aldomariavalli.it/2018/10/09/per-purificare-la-chiesa-non-serve-la-macchina-del-tempo-ma-la-santita/

    Concordo che senza una profonda conversione, soprattutto a livello dei consacrati, verso la santita’, chiunque venga dopo Bergoglio fara’ solo danni, anche se apparisse piu’ tradizionale.

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  5. Cara Marisa,
    rispondo qui perché non mi offre il tasto di risposta.
    Comprendo il suo disorientamento e quello di tanti altri, ma se la situazione fosse più semplice e la soluzione a portata di mano, penso che l’avrebbero usata gli stessi quattro cardinali dei Dubia, compreso appunto il povero Caffarra che dovette difendersi dall’accusa di voler agire contro il Pontefice regnante o, addirittura, dichiararlo “eretico” con il sotto inteso invito ad andarsene.
    Ci ha provato lo stesso professor de Mattei riportando alla luce, nel 2016, il prezioso testo del 1970 sulla “ipotesi teologica di un papa eretico” del recente scomparso filosofo cattolico, il brasiliano Arnaldo Vidigal Xavier da Silveira.
    Si è riacceso il dibattito, ma non si arriva ad una conclusione perché, attualmente, non c’è e il riconoscimento di Benedetto XVI del suo successore, ha posto, al momento, la parola fine ad ogni dubbio a riguardo persino della validità della sua elezione.
    Tutte le nostre “supposizioni”, alla fine, servono a nulla e rischiano di farci perdere del tempo prezioso che faremo bene ad impegnare per organizzarci, in tanti, in difesa della sana Dottrina, in attesa che il Cielo faccia la sua parte.
    E’ dal mal di testa, sì! Ed è anche un gioco di equilibrio perché qui è in gioco la salvezza delle nostre anime che rischiamo di perdere se, poco, poco, dovessimo essere noi responsabili di uno scisma o di seminare zizzania, o alimentare un partito, o alimentare l’odio verso il pontefice.
    Posso solo considerare quanto ci insegnano i Santi e condividerlo con lei e con tutti i nostri lettori.
    Essi ci insegnano quanto sia stato difficile, per loro stessi in vita, sopportare ed amare i superiori – Papi compresi – che gli remavano contro. E’ vero che la situazione è diversa, ma come sta reagendo quel povero Padre Stefano Maria Manelli, da cinque anni tenuto prigioniero senza alcun capo d’accusa?
    Ha chiesto al Papa di essere ricevuto, ma il papa non risponde, e lo tiene chiuso, ed ha permesso la devastazione di un Ordine mariano glorioso.
    Ma è così che si diventa Santi! E’ facile amare un papa “che piace”, più difficile è fare andare d’accordo la carità verso il Papa con l’obbedienza alla vera Fede della Chiesa della quale dottrina, il papato e il papa regnante, fanno parte.
    E’ un tempo di grande prova, ma proprio per questo dobbiamo far nostre, ora più che mai, le parole di Gesù: chi avrà perseverato fino alla fine, sarà salvo. Gli inviti pressanti di Maria Santissima ci avvertono di questo e ci accompagnano al santo discernimento.
    In Cordibus Jesu et Mariae
    Atanasio

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  6. Grazie di aver di nuovo ricordato i Francescani dell’Immacolata. Dal mio punto di vista, questa e’ la vicenda piu’ sordida e triste di questo disastroso papato. Preghiamo per Padre Manelli e tutti i frati e suore della congregazione, veri consacrati e veri profeti (altro che baggianate a proposito di spirito profetico dei giovani al sinodo!). Per il resto, che Dio ci aiuti perche’ davvero siamo testimoni di un terremoto nella Chiesa che ha ben pochi precedenti (forse solo Lutero era riuscito a far di “meglio”, condannando milioni di anime all’inferno).

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  7. Reverendo Don Felice Prosperi, (Onofrio è il mio vero nome di battesimo), vorrei far risaltare una considerazione che forse, nella sua richiesta a mons. Viganò, deve esserle sfuggita.
    Mons. Viganò spiega, infatti, di aver commesso un reato e lo spiega nella seconda lettera inviata ad Aldo Maria Valli: https://cronicasdepapafrancisco.com/2018/09/27/mons-vigano-risponde-alle-accuse-forse-il-papa-vuole-sostituirsi-a-gesu/
    Queste le sue parole a riguardo: “Certo, alcuni dei fatti che stavo per rivelare erano coperti dal secreto pontificio che avevo promesso di osservare e che ho fedelmente osservato fin dall’inizio del mio servizio alla Santa Sede. Ma la finalità del secreto, anche di quello pontificio, è di proteggere la Chiesa dai suoi nemici, non di coprire e diventare complici di crimini commessi da alcuni suoi membri. Io ero stato testimone, non per mia scelta, di fatti sconvolgenti, e come sta scritto nel Catechismo della Chiesa Cattolica (par. 2491), il sigillo del segreto non è vincolante quando la custodia del segreto dovesse causare danni molto gravi ed evitabili soltanto mediante la divulgazione della verità. Solo il sigillo del segreto sacramentale avrebbe potuto giustificare il mio silenzio.”

    In sostanza, mons. Viganò, afferma ed è consapevole di aver commesso un reato per il quale, però si sente protetto dal Catechismo che lo avrebbe “svincolato” dall’aver commesso reato.
    Ora, la Città del Vaticano è una Città con tutte le sue leggi. Mettendo da parte la reazione misericordiosa di un pontefice che potrebbe non avvalersi di certe leggi, mons. Viganò, chiedendo udienza, rischierebbe davvero l’arresto e forse per questo ha ritenuto opportuno nascondersi. In definitiva dovrebbe essere proprio il Pontefice a fare il primo passo, mandarlo a chiamare garantendogli l’incolumità. Ma con questo Papa sarebbe davvero al sicuro?
    Padre Stefano Manelli fa anticamera da cinque anni, e la fa da recluso per non aver commesso alcun reato, è agli arresti domiciliari e il Papa non lo convoca nonostante le ripetute richieste di udienza: cosa potrebbe sperare mons. Viganò?
    Cordiali saluti, Onofrio

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  8. Gentile signor Onofrio Marchese e tutti voi, che avete commentato l’articolo, comprendo dal vostro contributo di riflessione che l’appello rivolto a Mons. Viganò risulta idealistico. L’invito a incontrarsi con il Santo Padre, sottintende certo tutte le garanzie personali necessarie, espresse nell’invocare “pari dignità di figli di Dio” in un eventuale colloquio e la prudenza di non uscire allo scoperto se Francesco non dimostrasse buona intenzione e buona volontà di ascoltarlo. La questione verte sul contenuto dell’ipotetico incontro. Non si i tratta di discutere se è vero o non è vero che il Papa sapeva di McCarrick e della sua depravazione (è chiaro che lo sapeva, per questo non ha risposto), quanto del bene della Chiesa e della urgenza di sanarla dalla piaga infetta e dilagante dell’omosessualità, praticata e addirittura giustificata in parte del Clero e della Gerarchia cattolica, come Sua Eccellenza Viganò ha denunciato e documentato seriamente. Inoltre, nuove circostanze (quale la responsabilità e la presenza di Coccopalmerio al festino omosessuale in Vaticano, nascosta e non castigata) e il reiterato abuso del Papa, anche nell’omelia del giorno 16 ottobre, di piegare e spiegare la Parola di Dio per difendersi da chi lo accusa (perché evidentemente si sente in colpa), non lasciano trasparire speranza di chiarimento personale né di alcun apporto al bene della Chiesa. Eppure, oltre la preghiera, la conversione, la penitenza (personale e comunitaria) dobbiamo chiedere a Dio, per intercessione della Sua Santa Madre Maria, il dono di un Profeta, che sia mandato a confrontarsi direttamente con il Vescovo di Roma, forte della Fede, del senso di Fede, del coraggio della Fede. Questo vuol dire un uomo di Dio, dotato dell’integrità dello Spirito per accettare il Papa, amandolo fino a dare la vita per lui, e accettare il Concilio Vaticano II, accogliendo la Dottrina secolare e dandole nuovo impulso intellettuale, biblico e sapienziale. Penso, per esempio, alla bellezza del compito di trattare la Teologia dei ‘Novissimi’, compreso l’argomento del Limbo, non più nel modo anacronistico e crudele come lo ha presentato ancora recentemente ‘Radio Spada’, ma con il metodo illuminante usato da don Giovanni Stefano di Maria nel capitolo decimo del suo libro ‘FELIX V’. Condanno quindi le disgustose dichiarazioni del nuovo Superiore della Fraternità di San Pio X, che confermano la ribellione all’ultimo Concilio, e la orrida insensatezza del signor Enzo Bianchi, che accredita praticamente alla Madonna di Fatima l’accusa di ‘antisemitismo’, per non avere menzionato la ‘Shoah’ nelle Sue apparizioni ai tre pastorelli! E se il nuovo Papa scomunicasse gli uni e l’altro? Vi lascio con questa ‘provocazione’, vi ringrazio e vado a dormire. La mia benedizione sacerdotale a tutti.

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  9. Stimato signor Francesco Franco Coladarci, mi rivolgo a lei per avere capito, dai suoi interventi, letti e apprezzati in altri siti internet, che è sensibile, attento e preparato sul tema del LIMBO. Pertanto vorrei mandarle il testo, citato nel mio precedente commento, per avere le sue osservazioni in merito. A tale scopo chiedo conoscere il suo indirizzo e-mail, e qui le lascio quello a cui scrivermi: dongiovannistefanodimaria@gmail.com. Grazie

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