A seguito di questa vecchia cronaca del 2015, ci è giunto un messaggio davvero curioso al quale non volevamo dare alcun seguito, ma essendo l’autore un diacono e futuro prete, così sembra, vantando attività missionaria, abbiamo ritenuto utile inserire l’argomento nelle cronache e comprendere in quali situazioni, allucinanti… ci troviamo.
Questo il messaggio del diacono del quale ometteremo il nome:
- “Bevo normalmente tè di coca; ho vissuto come missionario in Bolivia e me ne procuro ogni volta che ci ritorno.Si può introdurre in Italia; una bustina di tè di coca ha un bassissimo contenuto di ” droga”. Le foglie di coca vanno masticate con il bicarbonato per ottenerne effetti dopanti. Al contrario un tè di coca aiuta la digestione, non è dopante e fa bene. Prima di gridare ” al lupo, al lupo…” meglio informarsi o ancor meglio vivere tra la gente boliviana. “Bolear coca ” è una cosa, bere un tè di coca è altro, se vuole l’invito a bere un tè con me …”
Sappiamo bene che esistono molte controversie sulla questione e sul concetto delle “droghe libere”, così come sappiamo che ciò che va bene “per una comunità” non è detto faccia bene a tutti… Ma la questione è molto più complessa. Tanti dicono che le erbe di coca(ina) usate come bevanda non farebbero male, al contrario… ma la comunità scientifica non è d’accordo e comunque sia non si è mai espressa favorevole all’unanimità.
Noi abbiamo chiesto consigli ad un esperto del settore, questa la risposta che abbiamo anche inviato, privatamente, al diacono.
- Ammesso e non concesso che la coca non elaborata chimicamente, non trattata per ottenere la droga non produce gli effetti devastanti della droga, resta scientificamente dimostrato, che anche un te fatto con le foglie al naturale, produce dipendenza, tanto è vero che lei stesso non si rende conto di questa dipendenza.
- Inoltre è scientificamente dimostrato che la coca assunta abitualmente in natura dalla gente del posto, produce nel tempo effetti devastanti al cervello, ai denti, alla circolazione del sangue, demenza senile precoce perché creata dalla dipendenza del suo contenuto. Tutte le droghe, assunte sotto controllo, producono effetti benefici, molte vengono usate al Pronto Soccorso e in medicina, arrestano perfino un infarto in corso, ma si tratta di medicamenti che si assumono sotto controllo medico e gestiti una tantum, ciò che invece lei propone è una lenta ma inesorabile devastazione del cervello e della dipendenza, a piccole dosi, appunto.
- Gli antichi usavano queste erbe come medicinale, non come bevanda salutare quotidiana. Laddove ciò è accaduto, si registrano comunità dove la gente non produce nulla, vive come inebetita, chiusi nel proprio mondo, incapaci di esprimere se stessi. Comprendo che il dibattito è aperto e i pareri continuano a scontrarsi, ma ciò accade per gente incosciente come lei che non pensa minimamente alla vera salute del suo prossimo e, soprattutto a quella libertà che da gente come voi dovrebbe essere tutelata e protetta da qualunque cosa che possa far loro del male.
- Comprendo chi, politicamente fa discorsi come i suoi, ma che ciò provenga da un prete è davvero scioccante. La sua droga dovrebbe essere l’Eucaristia, la bevanda, l’acqua pura!
- Un consiglio? si dedichi ai sacramenti e lasci alla scienza l’uso delle droghe in medicina.
Le foglie di coca contengono un quantitativo minimo dell’alcaloide della cocaina. Da sempre gli abitanti delle Ande le masticano per trarne un blando effetto stimolante. Dalla pianta si ricava anche un infuso (il mate) e un tipo di farina. Ma l’esplosione globale del consumo di cocaina (e per confezionare il mate) richiede di coltivare la pianta in quantitativi sempre maggiori, perchè questa bevanda crea dipendenza.
Non siamo contro “il mate” fatto con altri ingredienti, del resto siamo dipendenti da molte altre cose come il caffè, il fumo, gli inglesi con il te, che un coca-party offerto da un futuro prete, davvero, ce lo potevamo risparmiare.
Non create piú confusione. Il mate é un´altra pianta non il modo di berlo. O bevi mate o bevi un infusione di fogli di coca. Il mate lo hanno diffuso i missionari gesuiti(quelli buoni di ant´Ignazio) tra i guaraní (che non sono gli inca che bevono la coca per potere resistere il poco ossigeno nelle altitudini della Ande) per toglierli da altre dipendenze.
Per il resto sono d´accordo un prete non dovrebbe diffondere l´uso del té di coca e di nient´altro.
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RISPONDIAMO QUI
Ci perdoni “blaspas59” .. se legge bene abbiamo specificato: “Non siamo contro “il mate” fatto con altri ingredienti…”
Quindi non abbiamo affatto creato confusione, è lei che non ha letto bene….
Il mate è il mate…. un mate di coca, è mate di coca! E la coca è una droga, in qualsiasi modo la si beva o la si assume, punto.
Lo Staff di “cronicas…”
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Pare di essere arrivati alla frutta con chicchessia…
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