La desacralizzazione dell’Ultima Cena: dall’Eucaristia all’osteria

In questo brevissimo editoriale vogliamo riflettere, insieme a voi, su qualcosa di grave che sta avvenendo sotto i nostri occhi e che è sempre più chiara perché se il diavolo fa le pentole, non fa i coperchi!

Ci occupiamo di cronache, perciò non attendetevi da noi delle analisi teologiche, siamo solo una piccola parte di quel “piccolo gregge” che capisce quando qualcosa proprio non va. Dobbiamo preoccuparci, ed occuparci, di cosa sta cambiando nella Chiesa attraverso una pastorale sempre più sbrodola, più confusionaria e, ahinoi, sempre più contro l’Eucaristia.

In questo brevissimo editoriale vogliamo riflettere, insieme a voi, su qualcosa di grave che sta avvenendo sotto i nostri occhi e che è sempre più chiara perché se il diavolo fa le pentole, non fa i coperchi!

Sì… dall’Eucaristia, dalla santa Messa, dal vero Culto a Dio e che è di Dio, di Gesù che si offre al Padre, stiamo scadendo al culto dell’osteria, al culto del povero messo al posto del Tabernacolo, alla divinizzazione del povero per il quale si prepara la mensa come un culto sacro all’interno delle chiese.

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Ad onore della verità, quanto sta accadendo oggi sotto questo pontificato, non è cosa affatto nuova. Per comprendere questa deriva liturgica bisogna risalire agli anni ’70 quando, con un Paolo VI confuso ed afflitto (lo testimoniano le sue denunce nelle udienze del mercoledì) a causa degli abusi liturgici e di una deriva dottrinale “in nome dello spirito del concilio”, in verità neppure lui riuscì a fare nulla di concreto per impedire quegli abusi come le messe “beat”, la devastazione dei presbiteri, delle balaustre, della rimozione dei Crocefissi dagli altari, decentralizzare il Tabernacolo, ecc… Paolo VI impedì, per esempio, di accogliere la novità della Comunione alla mano, ma Giovanni Paolo II, pur negando l’indulto alla sua amata Polonia, cedette alla CEI e all’Italia concesse l’indulto di quella vergognosa Comunione alla mano, che aprì a tutta una serie di abusi ai quali oggi è quasi impossibile porre un riparo.

Questo detto brevemente, poi ognuno potrà fare le proprie ricerche. Papa Francesco ha in Paolo VI il suo “mentore”, il suo modello non dottrinale ma di rivoluzionario… non lo inventiamo noi, lo ha detto lui in diverse interviste: “ho sempre apprezzato di Paolo VI IL CORAGGIO DELLA SUA RIVOLUZIONE…”, peccato però che quando il preposto gesuita Pedro Arrupe credette di fare a Paolo VI un elogio attribuendogli il medesimo onore del rivoluzionario, Montini rispose assai dispiaciuto che: “MI AVETE CAPITO MALE…!

Capito male o meno, quanto stiamo vivendo oggi è causa di quanto non si impedì di fare “ieri”, è una degenerazione del peggio che in Giovanni Paolo II con l’Anno dell’Eucaristia e l’enc. Ecclesia de Eucharistia, e con Benedetto XVI poi e l’esortazione Sacramentum Caritatis, si tentò di frenarne la deriva. Basta sfogliare l’album degli otto anni con Benedetto XVI per capire e vedere come l’Eucaristia fu rimessa al centro, il Crocefisso fu riportato sugli altari anche se non tutti obbedirono… il Cuore Eucaristico fu messo al centro di ogni incontro papale, in qualunque viaggio apostolico, in ogni chiesa in cui il Papa entrasse, il primo saluto era a Gesù nel Tabernacolo.

Tutto ciò non ha mai impedito a Benedetto XVI di partecipare a pranzi con i poveri…. ed anche di organizzarli da alcune sue iniziative, ma queste “mense” erano all’interno di edifici più adatti e idonei, atti proprio a NON confondere il culto che si deve a Dio solo, dal SERVIZIO che dobbiamo ai poveri.

Lo stesso Paolo VI ritratto mentre SERVE con il mestolo una minestra ad un bambino, è eloquente a significare che, la carità ai poveri NON è una invenzione di papa Francesco, oggi… ciò che invece sembra essere “sua invenzione” è quel SOSTITUIRE LENTAMENTE L’EUCARISTIA CON IL POVERO….

Quando papa Francesco dice che nei poveri incontriamo “la carne di Cristo” è verissimo, a patto che non si arrivi a sostituire, come purtroppo invece sta accadendo, la Presenza reale con la carne del povero! Potrete anche accusarci di esagerare e di fare processi alle intenzioni, ma fatelo aiutandoci a dimostrare il contrario con le prove!

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Papa Francesco ha eliminato, lentamente ed inesorabilmente dal suo pontificato, IL CULTO AL DIO EUCARISTO, L’ADORAZIONE…. Certo, voi direte che sbagliamo e che per la Festa del Corpus Domini egli c’è, per la benedizione finale…. Senza dubbio Francesco non è ingenuo, è un gesuita modernista, i primi ad eliminare la GENUFLESSIONE durante la Messa negli anni ’70… perciò manterrà sempre una visibilità cattolica, ma guardate bene alla Festa del Corpus Domini, l’unico momento in cui un Papa, insieme al suo Clero romano, e ai suoi fedeli, poteva adorare pubblicamente Gesù Ostia-Santa, gli altri Pontefici non fecero questa processione (avviata dal 1300) per farsi notare o perché ritenevano di doversi far vedere… piuttosto VEDERE UN PAPA IN GINOCCHIATO DAVANTI L’EUCARISTIA, in processione in mezzo al popolo, era la garanzia di una testimonianza efficace alla Presenza Reale. Il non volerlo fare, seppur per non togliere visibilità al Cristo, è solo una scusa ed è falsa umiltà.

Papa Francesco ha eliminato dai suoi incontri apostolici, in Italia e all’estero o alle famose Gmg – con i giovani e non – l’Adorazione Eucaristica….

Papa Francesco ha eliminato IL GIOVEDI’ SANTO LA MESSA IN COENA DOMINI, ossia, la Messa c’è ma l’adorazione è all’uomo, non a Gesù.

Nel novembre 2016 portammo un elenco tratto dalle attività UFFICIALI del sommo Pontefice, quello che normalmente viene pubblicato nel sito Vaticano, ecco cosa risultò:

– Abolita la Messa pubblica del Pontefice, per la Solennità dell’Assunta al Cielo il 15 agosto;

– abolita l’Adorazione Eucaristica con il Pontefice durante le visite apostoliche o le GmG, negli incontri con i giovani;

– imposti alla Chiesa i Primi Vespri per il Creato del primo settembre, alla presenza del sommo Pontefice;

– aboliti i Primi Vespri di Avvento alla presenza del sommo Pontefice;

– abolito il saluto al Santissimo Sacramento da parte del sommo Pontefice, durante le visite alle Chiese;

– abolita l’Adorazione Eucaristica durante gli incontri religiosi in piazza San Pietro. Durante l’Anno del Giubileo della Misericordia non è stata fatta una sola adorazione al Santissimo, pubblicamente;

– abolita la presenza del sommo Pontefice all’unica Processione pubblica romana del Corpus Domini, quando i Papi in passato, prigionieri nella Città del Vaticano, si limitavano a farla nella Piazza, pur di non far mancare ai fedeli questa preziosa testimonianza: Pietro, umilmente in ginocchio, davanti al Re dei re.

Si aggiunga ora che dall’abolizione, AVENDO GENERATO UN VUOTO, lo si sta riempiendo IMPONENDO MENSE PER I POVERI…. il caso di Bologna è stato il primo gesto eclatante, vedi qui, e pure qui al quale se ne stanno unendo sempre più altri. Come del resto anche lo stesso arcivescovo ambrosiano, facendo rivoltare nella tomba san Carlo Borromeo – che di carità ai poveri nella sua diocesi non lo batte nessuno – è arrivato a dire “meno Messe e più Parola…” leggete qui.

Il tutto condito da una novità: nella Messa l’Eucarestia è una teofania e non più transustanziazione, si legga qui, il tutto all’interno di una cornice che ha del grottesco “i 500 anni” di Lutero, il più grande TRUFFATORE ED ERETICO, INGANNATORE… E siamo sempre al solito punto: laddove si ELIMINA LA TRADIZIONE è evidente che si deve creare qualcosa di NUOVO, magari di più stuzzichevole e compassionevole, per attirare la gente.

A questa “nuova chiesa” fatta ad immagine e somiglianza di un pontificato e di una fede gesuitica modernista, non interessa più la conversione della gente, ma interessa solo la gente; non interessa più l’identità del Cristo Gesù, se vero Dio o vero uomo (che importa?) interessa solo il Cristo COMPAGNONE, uomo storicamente esistito e di cui nessuno può più dubitare… Da qui arrivare a RICREARE LE CHIESE con le nuove mense, le nuove liturgie, le nuove dottrine, il passo è stato fin troppo breve e facile.

Cari Vescovi… all’osteria dei magnaccioni ci andrete voi!! Dio vi perdoni per quello che state facendo alla Divina Eucaristia, svegliatevi finché siete in tempo, leggete Ezechiele 3,16-21 e ponetevi una mano sulla coscienza, se ancora ne avete una e retta! E’ meglio per voi andarvene (cfrGv.6,60-65). E Dio perdoni anche noi perché è probabile che, noi stessi, non meritiamo il Divino Alimento… ma faremo di tutto perché non venga oscurato ed oltraggiato ulteriormente con le vostre perverse iniziative.

Un conto è infatti la mensa per i poveri di cui dobbiamo occuparci, altra cosa è la Messa e il luogo di Culto che voi state profanando, spingendo i poveri stessi e i fedeli alla profanazione.

4 pensieri riguardo “La desacralizzazione dell’Ultima Cena: dall’Eucaristia all’osteria

  1. Ricordatevi che questo lento processo di desacralizzazione ha avuto come attore principale padre Cantalamessa, il quale sostiene che le parole della consacrazione “Qusto è il mio corpo” vadano intese non per le specie eucaristiche, ma per l’assemblea riunita per la celebrazione, e che i poveri siano “il Corpo di Cristo”.

    Ne avevo scritto qui: https://opportuneimportune.blogspot.it/2015/11/a-grandi-passi-verso-la-religione_29.html

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  2. Non posso che sottoscrivere ogni parola del vostro aricolo. Non mi sento più rappresentata da Bergoglio, che oltre a tutto ciò che avete scritto ha fortemente contribuito a metterci in mano al’islam con cui non ci può essere dialogo xche xi considerano esseri inferiori quindivda,sottomettere alle loro ideologie.

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  3. Studiando alcuni approfondimenti recenti, sembra assurdo quanto sta accadendo perché nell’Udienza generale di stamani, per esempio, il Papa rimprovera le messe “spettacolo”:
    http://w2.vatican.va/content/francesco/it/audiences/2017/documents/papa-francesco_20171122_udienza-generale.html
    “La Messa è rifare il calvario, non è uno spettacolo.”

    Così anche nell’omelia di ieri mattina a santa Marta, Papa Francesco sembra andare in tutt’altra direzione:
    http://w2.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2017/documents/papa-francesco-cotidie_20171121_noalle-colonizzazioni-ideologiche.html
    “ha aggiunto Francesco, non chiesero di «introdurre le idee o introdurre gli dei, no: le istituzioni, cioè questo popolo che era nato, che era cresciuto attorno alla legge del Signore, all’amore del Signore, tramite i suoi dirigenti, fa entrare nuove istituzioni, nuova cultura che fanno piazza pulita di tutto, di tutto: cultura, religione, legge, tutto. Tutto è nuovo».
    Papa Francesco arriva a difendere la tradizione del popolo d’Israele, auspichiamo che si ricordi di difendere anche la Tradizione viva della Chiesa, invece di tentare di cambiarla con le novità, quelle cose nuove che lui stesso condanna.
    Rilevante è anche la condanna all’aborto: «bisogna discernere le novità: questa novità è del Signore, viene dallo Spirito Santo, viene dalla radice di Dio o questa novità viene da una radice perversa?». E così «prima, sì, era peccato, non si poteva uccidere i bambini; ma oggi si può, non c’è tanto problema, è una novità perversa».
    E allora santo Padre Francesco, ritiri pubblicamente lo scandalo di aver reso grande la Bonino, una donna che ha ucciso dei bambini, senza pentirsi, e che è sempre favorevole all’aborto il quale se, come giustamente lei dice è una “perversione”, allora la Bonino non può essere quella “grande donna d’Italia” come lei ha affermato senza mai accettare alcuna correzione fraterna.
    Quanto all’Eucaristia staremo a vedere, ad ogni giorno basta la sua pena. Certo è che l’articolo racconta i fatti come stanno, è questa la reale confusione di cui parliamo.
    Siamo davanti ad un Pontefice che un giorno dice una cosa giusta, un’altro giorno la contraddice inserendo pensieri non conformi alla dottrina.
    Non conosciamo delle risposte a tutto questo, ma i fatti sono reali.

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