Cari Vescovi, uccideteci pure, ma nella Veritas

Sulla vicenda di Charlie Gard è emerso il peggio del peggio dei “cattolici” modernisti, soprattutto del clero.

Charlie, non “il caso” ma una storia triste e drammatica; non “il caso” ma una persona per la cui grave malattia l’uomo, intelligente ed adulto, ha deciso che non doveva vivere. Troverete tutta la cronistoria nell’ottima e drammatica raccolta di articoli imbastiti dalla Nuova Bussola Quotidiana, vedi qui, e all’interno del sito.

Abbiamo cercato di seguire questa vicenda come meglio non avremo potuto fare, pregando, mantenendo un basso profilo, per evitare che Charlie in persona potesse diventare battaglia strumentalizzata. Una sola battaglia ci è consentita, quella per la vita, quella della Veritas ma a prezzo della nostra vita e non di quella degli altri, specialmente se ammalati, sofferenti, indifese… il resto diventa sempre ideologia, conformismo, compromesso così come sta dimostrando una certa stampa che pur si dice “cattolica”, ma che di tale universalità ha mantenuto solo la distribuzione e non il contenuto del Vangelo.

Venendo al sodo qualcuno ha giustamente commentato: “Ennesima desolante uscita di “Avvenire”. Charlie sarebbe morto per causa della malattia…. Con simile “stampa cattolica”, chi ha bisogno di Repubblica&C.?….” Quando il direttore di un giornale “cattolico” (sic!) e tanti altri cattolici e non, continuano a dire “Charlie è morto…. è stato ucciso da un male inesorabile..”, si mente sapendo di mentire! Non c’è più la “buona fede” perché, quando hanno rimandato la prima volta la sospensione del respiratore due settimane fa, Charlie ha dimostrato di VIVERE nonostante la malattia e se avesse potuto continuare a sopravvivere o meno, ora non lo sapremo più perché Charlie è stato ucciso, non è stato ucciso dalla malattia, non certo il 28 luglio 2017. Questa è ipocrisia bella e buona.

Lo stesso direttore di Avvenire è per altro contraddittorio nella frase, quando dice: “Charlie è stato ucciso da un male inesorabile, e né la scienza né la legge hanno saputo o potuto o forse voluto aiutarlo…” – menzogna e mezze verità – Charlie non è stato ucciso dalla malattia, non almeno il 28 luglio 2017, forse la malattia lo avrebbe ucciso a fine agosto, a settembre, nel 2018, non lo sappiamo e non lo sapremo mai perché l’uomo ha deciso che non valeva la pena di continuare a lottare perché “gli organi e i muscoli erano compromessi irrimediabilmente“, perché la vita umana oggi vale solo se sei sano, se puoi ballare, se sei autosufficiente. Il direttore di Avvenire riconosce che “né la scienza né la legge hanno saputo o potuto o forse voluto aiutarlo…”, però poi afferma che Charlie è morto a causa della malattia! Questa è la mezza verità mista alla menzogna perché la malattia, semmai, è stato il pretesto attraverso il quale l’uomo ha espresso la sua volontà, ha deciso chi deve vivere e chi deve morire: e Charlie doveva morire.

Ci aspettavamo, certamente, un intervento della Chiesa e dell’informazione cattolica, ma per difendere la vita umana e non per giustificare l’uccisione, la eliminazione di un essere umano in difficoltà… Prendiamo per esempio la laicissima Telethon, vedi qui, la sua campagna di raccolta fondi per la ricerca si basa, praticamente sempre, sul racconto e sull’esperienza di genitori autentici che combattono, a volte contro ogni speranza, per i loro figli nati con malattie rare: “non vogliamo perderlo”, dicono… un’altro genitore afferma che la sua speranza si fonda sulla ricerca, sui farmaci sperimentali, si aggrappano ad ogni cosa pur di non perdere la speranza.

Abbiamo compassione per i due genitori, comprensibilmente sfiniti e alla fine crollati, anch’essi, in quelle perverse motivazioni mediatiche della cultura della morte alla quale ci stanno abituando ed obbligando, preghiamo per loro e per il loro immenso dolore e chiediamo al piccolo Charlie, Santo tra i Martiri di Cristo giacché era stato anche battezzato, di pregare per loro e per noi tutti. Tuttavia non possiamo rassegnarci di fronte a questa EUTANASIA, clicca qui, non possiamo tacere sulla schifezza e sulla grave apostasia di questa stampa che pretende definirsi cattolica e pure “portavoce dei Vescovi italiani”…

Cari Vescovi, se avete capito che Charlie è stato ucciso e non è morto a causa della malattia, o per cause naturali, ribellatevi contro chi, a nome vostro, dice il contrario ingannando i fedeli, il mondo! In quanto “piccolo gregge”, saremo certamente piccolo ed insignificante agli occhi del mondo, ma non siamo stupidi! Uccideteci pure, silenziateci, staccate tutte le prese che volete, ma abbiate il coraggio di farlo dicendo la VERITA’. Comprendiamo bene che non è facile e Gesù stesso ha pregato per questo: “Padre, perdonali, non sanno quello che fanno” (Lc.23,34), ma almeno provateci, fatelo almeno per quel “sacro timor di Dio” del quale sembra proprio abbiate perso ogni ragione. Dio vi perdoni!

4 pensieri riguardo “Cari Vescovi, uccideteci pure, ma nella Veritas

  1. Vorrei fare alcune considerazioni non per pessimismo, ma per realismo, non per pignoleria ma per amore alla verità.
    Ottimi gli articoli della Bussola, ma non insisterei a parlare di eutanasia dal momento che qui, non vi è stato il consenso o la richiesta del soggetto, e i genitori non possono decidere al posto di un figlio, vedete dove ci hanno fatti arrivare cominciando dall’aborto? Al diritto di decidere se un figlio può vivere o deve morire.
    Charlie è stato letteralmente ucciso ma in modo così talmente sporco che ha aperto la strada inquietante della selezione, cioè, da oggi ogni persona nata malata, o che si ammalasse, potrebbe ricevere lo stesso trattamento di condanna a morte come al piccolo Charlie.
    Non è come per l’eutanasia, qui è ancora ben più grave la cosa, o forse è solo una delle conseguenze.
    E’ importante non farsi prendere dal panico, ma ragionare, anche se è doloroso dire la verità, ma dirla, non nasconderla, perchè sulla menzogna si giocherà l’informazione del futuro. Non sto dicendo una cosa nuova e forse è pure una ovvietà, ma il fatto di Charlie ha aperto ulteriori orizzonti inquietanti nei quali vedremo il debole eliminato dalla società per falso pietismo.
    Il fatto stesso che il cattolico, il prete, un vescovo, siano già caduti in questa trappola mortale del pietismo, la dice lunga di come siamo arrivati ad un punto di non ritorno, per loro, ma per noi è ancora tutto da giocare, la verità è davvero inconfutabile e ne uscirà vittoriosa, ma cerchiamo di non finire noi vittime del sistema!

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    1. Non è pietismo (che sarebbe già grave) ma l’allinearsi a un preciso ordine di scuderia, anche se non formulato termini espliciti.
      Sono quelli del “Se non ora quando?”

      E per la carriera, cosa vuoi che sia annegare la coscienza e lasciare andare al macello un piccolo innocente, da parte di gente che venderebbe la propria madre pur di arrivare a segno?

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  2. Vorrei segnalare l’articolo di oggi da La Bussola:
    La “qualità della vita” sta diventando il criterio legale e legittimo, che permette all’uomo di stabilire quando e per quanto è consentito vivere, come il caso di Charlie Gard ha tristemente dimostrato. Ma la “qualità della vita” è una colossale menzogna, come ci raccontano due bambine meravigliose e le loro famiglie: Maria, nata senza gambe e senza braccia, e Dorotea la bambina con le ossa di vetro che i medici davano per morta. Nelle loro vite straordinariamente imperfette “c’è un pezzo di Paradiso”.
    http://www.lanuovabq.it/it/articoli-qualita-della-vita-rispondono-maria-e-doroteaquelle-vite-imperfette-che-ci-parlano-del-paradiso-20633.htm

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