La meritocrazia non è anticristiana.
di Alfredo Incollingo (29-05-2017)
Il 27 maggio Papa Francesco ha fatto visita agli operai dell’Ilva di Genova. Ha parlato di lavoro, di speculazione e di disoccupazione, discutendone con toni “da sinistra” per certi versi. Non scandalizza, poiché il lavoro disumano è il nemico di tutti. Siamo poi abituati a questo pontefice vagamente terzomondista e alle sue dubbie dichiarazioni. Ciò che invece è discutibile sono le parole di papa Francesco sulla meritocrazia. A quanto pare è un errore il merito, perché, più dei beni materiali, crea disuguaglianza. “La tanto osannata meritocrazia, una parola bella perché usa il merito sta diventando una legittimazione etica della diseguaglianza”.
Probabilmente, a forza di discutere di sistemi economici sbagliati e di Terzo Mondo, anche il Santo Padre ha finito per assecondare le tendenze livellatrici della sinistra mondiale. Oggi è un errore dare credito al merito: chi ha un talento e sa sfruttarlo, commette un grave peccato. Soprattutto se trae un lauto guadagno dalle sue capacità. La meritocrazia, che è la spinta naturale alla crescita di sé e della società, è la giustificazione etica di tutte le disuguaglianze. “Il talento non è un dono, secondo questa interpretazione, è un merito non un dono. Il mondo economico leggerà i diversi talenti come meriti. E alla fine quando due bambini nati uno accanto all’altro con talenti diversi andranno in pensione la diseguaglianza si sarà moltiplicata”. Se da un lato è giusto criticare un sistema che fiacca i talenti, dall’altro è sbagliato affermare il contrario, che la meritocrazia è un errore. Queste parole sono state espresse in un incontro con operai, ma anche con imprenditori e tecnici del settore economico. Le richieste del papa di umanizzare l’economia sono “sante”, ma anche vero che l’economia italiana soffre di stagnazione.
Il mediocre vince nell’Italietta e domina in tutti i settori. Lo scrissero diversi anni fa il sociologo Giuseppe De Rita e il giornalista Antonio Galdo nell’indagine L’eclissi della borghesia. La mancanza di una borghesia solida e vincente è il sintomo di una nazione che non ha spinta alla crescita. La Chiesa Cattolica non ha mai negato il talento e la positività nel svilupparli. Ha piuttosto corretto le distorsioni del volontarismo, lo ha indirizzato a Dio, riconoscendo comunque il Suo intervento con la Grazia nella vita di ognuno di noi.
Ha ragione papa Francesco nel dire che troppo spesso non si considera un dono il talento personale e, in questa ottica, non viene sfruttato adeguatamente. Sbaglia nel definire la meritocrazia un errore, anche perché lo stesso Gesù nell’omonima parabola condannava chi non metteva a frutto il proprio dono. Dal punto di vista cristiano, solo chi merita, appunto, ha il diritto di entrare nel Regno dei Cieli: il peccatore, che ha preferito non seguire la volontà di Dio, va all’Inferno.
La visione meritocratica di papa Francesco potrebbe dar ragione a chi parla di Inferni vuoti e di misericordia concessa a tutti, senza apparenti pentimenti. Per uscire dall’imbarbarimento sociale è necessario riscoprire il valore del merito.
(fonte: campariedemaistre.com)
Un piccolo aiuto per una famiglia
Carissimi amici,
è arrivata alla nostra redazione una richiesta di aiuto da parte di una famiglia monoreddito di quattro persone che si è ritrova a dover pagare un bolletta dell’acqua molto esosa. Noi metteremo quel possiamo, vi chiediamo dunque — chi può — di contribuire ad aiutare questa famiglia.
Grazie a tutti e che Dio ve ne renda merito in questa e nell’altra vita.
PS: Ci scriva nella pagina dei contatti chi volesse avare maggiori informazioni.
