Primo gennaio e ci risiamo con le manifestazioni per la pace. Uno stillicidio di progetti e programmi vuoti, sincretisti, anticristiani perché manca il Fondamento della vera Pace, manca Lui: Gesù Cristo, il Signore, la Pace incarnata.
Ecco il titolone di Avvenire: “Per il Papa la “non violenza” è la sintesi di pratica «attiva e creativa», stile di vita e «programma politico» efficace per la pace. È il cuore del suo messaggio per la giornata per la pace 2017…”.
È un vero ribaltamento dell’insegnamento del Vangelo. La “sintesi di pratica attiva, di uno stile di vita e di un programma politico, efficace per la pace” è solo LA CONVERSIONE A CRISTO, Lui l’unica vera Pace, tutte le altre “pace”, sono ideologie, progetti umani, filantropia, politica, sincretismo, anticristica.
Se il “cuore” del messaggio per la pace 2017 del santo Padre, è quanto sintetizzato da Avvenire, siamo davvero alla frutta. Purtroppo, leggendolo, abbiamo constatato che la sintesi è corretta, Papa Francesco non accenna minimamente alla conversione a Cristo. Per “avere la pace”, secondo lui, bisogna costruirla a tavolino, progettarla, andare tutti d’accordo (sincretismo) magari partendo, senza dubbio, dalle Beatitudini usate come “progetto”, un “manuale” per la strategia della pace, come spiega appunto il Papa nel Messaggio 2017.
Altro errore è promozionare questa pace con il disco rotto della “non violenza”. Certo Gesù ci ha insegnato ad essere pacifici, ma non ha insegnato il pacifismo! Ci ha insegnato a porgere l’altra guancia, ma non a discapito della Verità.

Insegnava il cardinale Giacomo Biffi: “Siamo letteralmente invasi dai travisamenti e dalle menzogne: i cattolici in larga parte non se ne avvedono, quando addirittura non rifiutano di avvedersene. Se io vengo percosso sulla guancia destra, la perfezione evangelica mi propone di offrire la sinistra. Ma se si attenta alla verità, la stessa perfezione evangelica mi fa obbligo di adoperarmi a ristabilirla: perché, dove si estingue il rispetto della verità, comincia a precludersi per l’uomo ogni via di salvezza”.
Senza dubbio tutto ciò va fatto senza usare la violenza, ma la “non violenza” predicata oggi dalla chiesa è quella del sincretismo dottrinale, è quella di Gandhi che non era un cattolico e non credeva in Cristo, giustificando la sua incredulità dando la colpa ai cristiani violenti ed incoerenti con la propria fede. Ed è assurdo che un Pontefice — Vicario di Cristo — porti, in un Messaggio per la Pace, ufficiale, testimoni non cattolici per parlare di quella Pace differente per la quale Cristo disse: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi….» (Gv 14,27).
Questa pace, si capisce subito, non è quella del quieto vivere. Il “quieto vivere” è la falsa pace che Gesù dice di essere venuto a togliere dalla terra: «Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada. Sono venuto infatti a separare il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera: e i nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa. Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me; chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà» (Mt 10,34).
Si tratta di capire bene di quale “spada” parla il Signore e di chiarire, certamente, che la nostra battaglia non è contro le persone, ma contro i progetti anticristici, contro le tenebre, contro i principati e le potestà di Satana, principe di questo mondo. Rammenta san Paolo: «I desideri degli uomini portano alla morte, mentre i desideri dello Spirito portano alla vita e alla pace» (cf Rm 8,6). «Il regno di Dio è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo», ma per ricevere tutto questo che è dono, occorre convertirsi, ossia, accogliere la Pace incarnata e metterla a frutto.
Perché Gesù dice: “non sono venuto a portare pace, ma una spada“? Perché la Pace di cui parla è LUI, Via, Verità e Vita. È evidente che può farci piacere incontrare sul nostro percorso persone come Gandhi, come Martin Luther King, promotori della pace, senza dubbio, ma di quale pace parlavano? Gandhi parla della nonviolenza senza includervi Colui che è la sola Pace, Martin Luther King di una pace senza riconoscere la Chiesa Cattolica alla quale Gesù Cristo ha dato se stesso “vi do la mia pace”, consegnandosi (vedi i Sacramenti, tutti e sette, la Confessione e l’Eucaristia) per essere DONATO a chi lo vorrà accogliere, alle condizioni di Dio.
Un Gesù “sì” ma la Chiesa Cattolica “no” di protestante credo, non porta alla vera pace senza dimenticare, per altro, che alle peggiori aberrazioni degli ultimi secoli ci hanno condotto proprio le dottrine liberiste luterane-calviniste.
Dice il Papa nel Messaggio che Gesù: “… predicò instancabilmente l’amore incondizionato di Dio che accoglie e perdona e insegnò ai suoi discepoli ad amare i nemici…”, verissimo, però omette sempre di dire che Gesù predicò soprattutto l’amore incondizionato AL PADRE per ottenere ciò che ci serve.
Gesù era pacifico, e il pacifico è colui che esclude la violenza quando parla e tratta con gli uomini, ma non disdegna, all’occorrenza, di crearsi un frustino improvvisato per cacciare i mercanti dal tempio: «Non sta forse scritto: La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le genti? Voi invece ne avete fatto una spelonca di ladri!» (Mc 11,15-19; Mt 21,12-17; Lc 19,45-48). Ma Gesù come è finito? È finito sulla Croce! Ecco perché dice, a chi vuole la Sua Pace vera: “chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me…“. Il pacifista, al contrario, è colui che pur condannando la violenza è però disposto ad usarla per imporre la sua ideologia di non violenza… sfogliate la storia degli ultimi, almeno, trecento anni, e ne avrete la prova.
Senza dubbio, il messaggio papale è diretto altrove, fuori della Chiesa. Non è pacifico ma pacifista, è una pace da “costruire a tavolino”, un progetto per il quale le Beatitudini non sono più le virtù di coloro che soffrono A CAUSA DI CRISTO, ma un “manuale” attraverso il quale e a prescindere dal Cristo, ognuno possa sentirsi beatamente pacifista, strumentalizzando quel “beati gli operatori di pace” usato a prescindere dal loro rapporto con Dio e senza discernimento sui peccati che vivono, esattamente il contrario di ciò che insegna il Vangelo.
Ma la frase più nebulosa del messaggio papale è questa: “Dal livello locale e quotidiano fino a quello dell’ordine mondiale, possa la nonviolenza diventare lo stile caratteristico delle nostre decisioni…“.
Questa pace è umana e non divina, perché viene tolta LA CAUSA: IL CRISTO.
Siamo davanti ad un “nuovo nome” dato a Dio: “non violenza” – intesa ovviamente ideologicamente? Allora qualcosa stona, e di brutto! Attenzione, non è scandaloso per noi l’invito a rispondere con la “non violenza”, ma che dello stile caratteristico delle nostre azioni, che è già quella grazia che viene acquisita SOLO SE CI CONVERTIAMO A CRISTO — vero stile di vita — non se ne parla minimamente. Alla Pace vera viene tolta la Veritas sull’uomo, mantenendo non “lo stile” del pacifico che virilmente opera, ma del pacifista che drogato dal modernismo opta per un sincretista “volemose bene”… Peccato però che ci si salva nel Nome di Gesù e non nel nome della “non violenza” che subentra se davvero siamo di Cristo.
La pastorale di oggi sta tentando di togliere agli uomini il peso della propria croce che parte, ovviamente, dalla vera conversione a Cristo. Il pacifico avvalorato da Gesù Cristo è colui che si fa umile e OBBEDIENTE A DIO PADRE – fino ad essere crocefisso – dal quale derivano i doni della Pace, è colui che SI CONVERTE – sia fatta la tua volontà – portando poi la propria croce che condividerà con Cristo, in Cristo e per Cristo, vero ed unico STILE che caratterizza le nostre umane decisioni più vantaggiose e sante, per noi e per il prossimo.
Il pacifista invece è colui che non solo non si converte a Cristo, ma lo usa per poter affermare – anche con la violenza se necessario, o con le leggi inique come sta accadendo – la propria idea di pace.

Facciamo un esempio chiarificatore. Madre Teresa di Calcutta, pur citata nell’augusto messaggio, insegnava anche che nessuno potrà avere mai la vera pace se questa non inizia prima dal grembo materno. Stati e nazioni possono sforzarsi quanto vogliono per avere la pace, ma se non eliminano prima le leggi ingiuste che essi stessi hanno creato, non avranno mai la pace vera. Può, infatti, uno stato, una nazione, che per legge uccide il proprio futuro, pretendere di avere un futuro?
Infine, Papa Francesco, per avvalorare la sua tesi della nonviolenza cita Benedetto XVI: “Giustamente questa pagina evangelica viene considerata la magna charta della nonviolenza cristiana, che non consiste nell’arrendersi al male – secondo una falsa interpretazione del “porgere l’altra guancia” (cfr Lc 6,29) – ma nel rispondere al male con il bene (cfr Rm 12,17-21), spezzando in tal modo la catena dell’ingiustizia. Si comprende allora che la nonviolenza per i cristiani non è un mero comportamento tattico, bensì un modo di essere della persona, l’atteggiamento di chi è così convinto dell’amore di Dio e della sua potenza, che non ha paura di affrontare il male con le sole armi dell’amore e della verità. L’amore del nemico costituisce il nucleo della “rivoluzione cristiana”, una rivoluzione non basata su strategie di potere economico, politico o mediatico.…Ecco l’eroismo dei “piccoli”, che credono nell’amore di Dio e lo diffondono anche a costo della vita…” (Angelus 18.2.2007).
Le armi quindi sono due: l’amore e LA VERITA’. Perché allora si ha la sensazione che questa “arma” della verità venga occultata in tutto il resto del messaggio sulla pace? La vera Pace è il regno di Dio che non è di questo mondo, il cui principe è infatti il demonio: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde, poi va, pieno di gioia, e vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra» (Mt 13, 44-46). Il figliol prodigo della parabola sta per morire di fame ma, attraverso la conversione, cioè attraverso il ritorno alla casa del padre, si salva la vita. L’uomo che compra il campo e il mercante che acquista la perla vendono entrambi tutto quello che hanno e così, fin da subito, accrescono il loro patrimonio ed ottengo la pace.
Laddove tutta la Bibbia, come appunto l’insegnamento di Cristo, ci spinge ad amare i “nostri nemici”, non ci è dato però di familiarizzare e di fraternizzare con chi è “nemico di Cristo”. San Paolo è molto severo verso le sue comunità quando comprende che — per familiarizzare con i peccatori — il suo piccolo gregge si stava facendo traviare dalla verità, e denunciando la gravità dei fatti, sollecita fin anche a che i “reprobi” (coloro che non vogliono pentirsi e non vogliono convertirsi, non vogliono abbandonare il peccato) avvisati e ammoniti, se recidivi, siano allontanati dalla comunità. Fa davvero pensare poi, che, l’unica volta in cui Gesù viene schiaffeggiato, stando alla narrazione evangelica, non porge affatto l’altra guancia ma, rivolgendosi al soldato malvagio che lo ha percosso, dice: “Se ho parlato male, dimostralo. Ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?” (Gv 18, 23). Il porgere l’altra guancia non significa imbecillità, sottomissione passiva, o negazione della verità.

Dopo aver istituito i Dodici, Gesù li inviò con questo monito: “Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne sarà degna, la vostra pace scenda sopra di essa; ma se non ne sarà degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglierà e non darà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dai vostri piedi” (Mt 10, 5, 12-14).
Entrati nell’Anno Centenario di Fatima, vogliamo concludere con le parole dell’Angelo della Pace apparso ai tre Pastorelli prima delle apparizioni della Vergine del Rosario a Fatima. I tre pastorelli (suor Lucia dos Santos, e i suoi cugini Francisco e Jacinta Marto), tutti residenti nel villaggio di Aljustrel, parrocchia di Fatima ebbero tre visioni dell’Angelo del Portogallo, o Angelo della Pace, nella Loca do Cabeço. In queste tre apparizioni, succedutesi tra la primavera e l’estate del 1916, Egli insegnò loro due PREGHIERE di adorazione e di intercessione, per ottenere il dono della Pace:
Mio Dio io credo, adoro, spero e Ti amo, ti chiedo perdono per tutti quelli che non credono, non adorano, non sperano e non Ti amano.
E l’altra:
Santissima Trinità, Padre Figlio e Spirito Santo, Vi adoro profondamente e Vi offro il preziosissimo Corpo Sangue Anima e Divinità di Gesù Cristo, presente in tutti i tabernacoli della terra, in riparazione degli oltraggi, dei sacrilegi e delle indifferenze con cui è offeso. E per i meriti infiniti del Sacratissimo Cuore di Gesù e per l’intercessione del Cuore Immacolato di Maria, Vi chiedo la conversione dei poveri peccatori.
Possiamo apprezzare l’efficacia di questa preghiera in maniera corretta quando concepiamo questa come il compimento dei due comandamenti più grandi, dell’amore a Dio, che viene sopra tutto e, di conseguenza, al prossimo, dalle quali “deriva tutta la Legge e i profeti” (Mt 22, 39).
Senza dimenticare la Preghiera insegnata da Maria Vergine ai tre Pastorelli dopo aver fatto vedere loro l’inferno:
Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno, porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua misericordia.
Se comprendiamo qualcosa di questa verità, allora non ci meraviglieremo più come a dei ragazzini quasi analfabeti, per mezzo di questa orazione che recitavano per ore intere, fu consegnato uno dei messaggi PER LA PACE più imponenti e direttamente dal Cielo e che , in assoluta obbedienza, fecero in pochissimo tempo tanto bene in virtù e santità, portando la pace vera nei cuori di milioni di persone trasmettendo, semplicemente, il volere del Cielo e non degli uomini coi loro progetti.
“Perciò ricordatevi che un tempo voi, pagani per nascita … eravate senza Cristo … senza speranze e senza Dio in questo mondo. Ora invece, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate i lontani siete diventati i vicini grazie al sangue di Cristo. Egli è infatti la nostra pace, colui che ha fatto dei due popoli un popolo solo … facendo la pace, … per mezzo della croce. Egli è venuto perciò ad annunziare pace a voi che eravate lontani e pace a coloro che erano vicini. Per mezzo di lui possiamo presentarci, gli uni gli altri, al Padre in un solo spirito” (Ef 2, 11-18).
Sono queste le parole e gli insegnamenti che ci attendevamo da un Pontefice, specialmente in questo Centenario, questi gli esempi da seguire che ci attendevamo, questi i Testimoni, i maestri da ascoltare, seguire ed imitare, per ottenere la vera Pace. Buon Anno a tutti, nel Cuore Immacolato di Maria.
L’ha ribloggato su Tutto nell'Amoree ha commentato:
Oh, se con umiltà profonda e sincera tornassimo a capire che cosa è davvero la pace, quella che Cristo ci ha lasciato, quella che ad ogni messa ci viene ricordato di accogliere per ridonare ad ogni fratello, come cambierebbe il mondo…! Altro che pacifismo…!
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