La maggioranza sinodale silenziosa e manipolata…

Il Santo Padre Francesco ha deciso di non rispondere direttamente e ufficialmente ai Dubia dei quattro cardinali, tuttavia continua a farlo, trasversalmente, sempre attraverso interviste, quindi in modo poco ufficiale e al di fuori della “cattedra”, ossia, non imponendosi autorevolmente con il Magistero – che sarebbe vincolante per tutto l’urbe e l’orbe cattolico -, quanto piuttosto imponendo autoritariamente il proprio pensiero.

Questa è la volta di un’intervista al settimanale cattolico belga e riportata dal SIR – vedi qui – agenzia di informazione religiosa ufficiale, e poi sarà pubblicata dall’Osservatore Romano integralmente. La risposta del Papa – in sostanza: rispondo per NON rispondere – dice: “Tutto quello che c’è in Amoris laetitia, nel Sinodo è stato approvato da più dei due terzi dei padri. E questo è una garanzia…. Una Chiesa sinodale significa che si dà questo movimento dall’alto in basso, dall’alto in basso. E nelle diocesi lo stesso…”.

Ma ciò che i Padri sinodali approvarono fu un chiaro e distinto “NO” alla comunione ai divorziati-risposati mentre, l’atteggiamento del Pontefice e della conseguente esortazione, spinsero chiarissimamente dal lato opposto, ossia di quella minoranza che nei due Sinodi, facendo la voce grossa, volevano — e vogliono — imporre questa modifica fondata sulle opinioni e non sul Deposito della Fede. E del resto, tutto il grande problema della confusione, degli interventi e degli stessi Dubia, viene proprio da questa mancata chiarezza e da questa pretesa del gioco delle maggioranze.

imagoeconomica_825920Ora veniamo a due punti ingarbugliatamente espressi da Papa Francesco.

Il primo è, appunto, la questione sinodale e della presunta maggioranza. È falso e fuorviante stabilire che dei sinodi possano modificare la dottrina dei Sacramenti a botte di maggioranze. Spiegava la questione l’allora Prefetto della CdF, il cardinale Ratzinger: «…. nella politica…. la minoranza deve chinarsi alla maggioranza, e questa minoranza può essere molto grande. (…) Più importante per la nostra questione è però un problema generale. Tutto quello che gli uomini fanno, può anche essere annullato da altri. Tutto ciò che proviene da un gusto umano può non piacere ad altri. Tutto ciò che una maggioranza decide può venire abrogato da un’altra maggioranza.

Una Chiesa che riposi sulle decisioni di una maggioranza diventa una Chiesa puramente umana.  Essa è ridotta al livello di ciò che è plausibile, di quanto è frutto della propria azione e delle proprie intuizioni ed opinioni. L’opinione sostituisce la fede. (…)

La libertà, che noi ci aspettiamo con ragione dalla Chiesa e nella Chiesa non si realizza per il fatto che noi introduciamo in essa il principio della maggioranza. Essa non dipende dal fatto che la maggioranza più ampia possibile prevalga sulla minoranza più esigua possibile. Essa dipende invece dal fatto che nessuno può imporre il suo proprio volere agli altri, bensì tutti si riconoscono legati alla parola e alla volontà dell’Unico, che è il nostro Signore e la nostra libertà…» (Meeting di Rimini 1990).

È evidente che “la volontà dell’Unico” sulla questione dibattuta dai due Sinodi e dal Papa, è stata già espressa in Matteo 5,27; 31-32; e cap. 19, così come anche in Marco 10, 2-12 dove i discepoli rientrati in casa, non paghi forse della risposta di Gesù “lo interrogarono di nuovo”  e Gesù, pazientemente, riconferma la medesima risposta. Qui, a fare i pignoli, il gioco della “maggioranza” la fecero proprio i farisei i quali imposero — a causa della durezza del cuore — il ripudio alla donna. Erano i Farisei che ai tempi di Gesù volevano difendere la loro maggioranza imposta a suon di leggi “in nome di Mosè”. Gesù viene ad annullare proprio questo giochetto delle maggioranze per rimettere al centro LA LEGGE DI DIO.

15380365_10209962404608458_7349590919766211897_nE visto che oggi è la festa di sant’Ambrogio, mettiamo proprio un suo passaggio importante sull’argomento: «Forse qualcuno potrà dire: “Ma allora perché Mosè ha comandato di dare il libello di divorzio e di licenziare la moglie?” (Mt 19,7 Dt 24,1). Chi parla in questo modo è giudeo, non è cristiano: egli obietta ciò che fu obiettato al Signore, e perciò lasciamo al Signore il compito di rispondergli: “Per la durezza del vostro cuore” – dice – “Mosè vi permise di dare il libello del divorzio e di ripudiare le mogli; ma all’inizio non era così” (Mt 19,8). Cioè egli dice che Mosè lo ha permesso, ma Dio non lo ha ordinato: all’inizio valeva la legge di Dio. Qual è la legge di Dio? “L’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà alla sua sposa, e saranno due in una carne sola” (Gn 2,24; Mt 19,5). Dunque chi ripudia la sposa, dilania la sua carne, divide il suo corpo» (Sant’Ambrogio, Exp. in Lc 8, 4-7).

Il secondo e breve appunto sono i Sacramenti, i quali NON possono essere fatti oggetto di maggioranze, perché non è così che i Padri hanno lavorato quando li offrirono alla Chiesa intera nel “deposito della Fede”. Si sta dando, oggi, l’impressione che la Chiesa in passato abbia agito da despota, da matrigna cattiva che senza ascoltare un sinodo abbia imposto queste leggi, ma questa è pura malafede e vigliaccheria! I Sacramenti e la loro disciplina per riceverli, non provengono da decisioni prese a tavolino.

I Sinodi si premunivano di rimuovere le eresie e quelle azioni che avrebbero piuttosto inquinato la dottrina sui Sacramenti. Così fece appunto l’ultimo grande sinodo, il Concilio di Trento, a riguardo dei Sacramenti minacciati dall’eresia Protestante. Questa fu ed è la vera garanzia anche per noi oggi!

Per concludere occorrerebbe ricordare al Santo Padre che se è vero che siamo “pecore” non siamo tuttavia privi del santo discernimento! Sappiamo bene cosa accadde in chiusura dell’ultimo sinodo, ben riportato dal prof. Roberto de Mattei e taciuto dagli altri organi di stampa (vedi qui) leggiamo questo passaggio:

«… la mattina del 23 ottobre, papa Francesco, che ha sempre seguito con attenzione i lavori, si è trovato di fronte a un inatteso rifiuto del documento redatto dalla commissione. Ben 51 Padri sinodali intervenivano nel dibattito, la maggior parte dei quali contrari al testo avallato dal Santo Padre. (…) Il documento non poteva essere certo ripresentato il giorno successivo in aula, con il rischio di venire messo in minoranza e di produrre una forte spaccatura. La soluzione di compromesso veniva trovata seguendo la via tracciata dai teologi del “Gemanicus”, il circolo che includeva il cardinale Kasper, icona del progressismo, e il cardinale Müller, prefetto della Congregazione della Fede. La commissione tra venerdì pomeriggio e sabato mattina rielaborava un nuovo testo, che veniva letto in aula la mattina di sabato 24 e poi votato, nel pomeriggio, ottenendo per ognuno dei 94 paragrafi la maggioranza qualificata dei due terzi, che sui 265 padri sinodali presenti era pari a 177 voti. (…) Discernimento e integrazione è il titolo dei numeri 84, 85 e 86. Il paragrafo più controverso, il n. 85, che fonda l’apertura verso i divorziati risposati e la possibilità per loro di accostarsi ai sacramenti – pur senza menzionare esplicitamente la comunione – è stato approvato con 178 voti a favore, 80 contrari e 7 astenuti. Un solo voto in più rispetto al quorum dei due terzi…».

È evidente di come l’esortazione sia stata poi sviluppata con un atteggiamento di sfida da parte di Bergoglio. Il documento che egli aveva avallato è stato infatti apertamente respinto dalla maggioranza dei Padri sinodali, quel 23 mattinae fatto uscire dalla porta dal rifiuto dei vescovi, Papa Francesco lo ha fatto rientrare dalla finestra, attraverso l’imposizione di Amoris laetita scritta appositamente e volutamente in modo ambiguo, per trovare poi vescovi compiacenti alla sua scelta personale.

Perciò sia ben chiaro: non è affatto una maggioranza che ha elaborato l’esortazione papale, al contrario, si tratta proprio di una minoranza, di quella minoranza per altro rigettata dal sinodo, ma così agguerrita da mettere in crisi la Chiesa intera perché, occorre dirlo, il Papa è dalla loro parte e l’ha imposta alla Chiesa con l’esortazione.

Il Sinodo si espresse fedelmente alla dottrina, invece, come già ebbe modo di segnalare Benedetto XVI nella esortazione apostolica post-sinodale Sacramentum Caritatis, fino ad oggi mai citata da Papa Francesco, laddove disse chiaramente: «Il Sinodo dei Vescovi ha confermato la prassi della Chiesa, fondata sulla Sacra Scrittura (cfr. Mc 10, 2-12), di non ammettere ai Sacramenti i divorziati risposati, perché il loro stato e la loro condizione di vita oggettivamente contraddicono quell’unione di amore tra Cristo e la Chiesa che è significata ed attuata nell’Eucaristia» (n.29).

Concludiamo queste brevi riflessioni invitandovi a leggere questo articolo di Padre Giovanni Scalese: Referendum e… accompagnamento pastorale (vedi qui). L’argomento potrebbe esulare dalle nostre riflessioni, ma non è così, leggetelo, intanto vi lasciamo con queste sue parole che facciamo nostre: «È come se fossero divenuti ostaggi di una minoranza, esigua ma rumorosa, che impone a tutti la linea da seguire, facendosi forte del sostegno, vero o presunto, dei vertici della Chiesa…».


Buona solennità di Sant’Ambrogio a tutti!

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3 pensieri riguardo “La maggioranza sinodale silenziosa e manipolata…

  1. Andrebbe precisato che un Sinodo ha una mera funzione consultiva, e non deliberativa. E quand’anche l’avesse, per concessione del Papa, non potrebbe deliberare contro la Legge Divina. Lo fece il conciliabolo di Pistoia, dove la maggioranza dei Padri Sinodali approvò delle proposizioni eretiche, e fu condannato. Quindi: mente Bergoglio, quando afferma che il Sinodo della Famiglia ha deliberato a maggioranza in favore delle proposizioni poi espresse dalla Amoris Laetitia; mente quando sostiene che una maggioranza può approvare una dottrina eterodossa; mente quando dichiara che l’Amoris Laetitia esprime la volontà dei Padri Sinodali. Tre volte mentitore. E tace ostinatamente, rifiutandosi di riconoscere che l’Amoris Laetitia contiene proposizioni eterodosse: se lo facesse, dovrebbe condannare se stesso come eretico, e questo – da Gesuita qual è – non lo farà mai. Toccherà ad altri prendere posizione ancora più ferma, ponendolo dinanzi all’aut aut, visto che si rifiuta di rispondere a dei dubia che ormai si sono dimostrati delle certezze.

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  2. Concordo con l’utente Cesare Baronio. Qui stiamo alla menzogna e senza vergogna! Papa Francesco mente sapendo di mentire. Purtroppo non troviamo Vescovi coraggiosi, non abbiamo Vescovi pronti al martirio, flaccidi e asserviti al potere clericale, temono di perdere le poltrone e pur di non contraddire il Papa, che si contraddice già da solo, tacciono. E quelli che hanno il coraggio di parlare vengono minacciati o messi a tacere.
    Questa è la Chiesa di Bergoglio. I suoi fans attaccano quei laici che diffondono la verità ma senza portare argomenti pur di difendere la figura di Bergoglio di cui sono innamorati. Ma noi dobbiamo innamorarci prima di Cristo e poi del Papa, se persegue i medesimi fini scritti nel Vangelo.
    L’amoris laetitia è la vendetta di Bergoglio contro i vescovi che nell’ultimo sinodo non vollero cedere alle pretese del gesuita che vuole imporre il Modernismo nella Chiesa, quel Modernismo condannato da San Pio X.

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  3. Ho letto alla Bussola, anche da loro arrivano gli stessi allarmi segnali di questo articolo. Questo vuol dire più voci, più serietà per gli allarmi vistosi.
    http://www.lanuovabq.it/it/articoli-come-fu-che-la-comunione-ai-divorziati-risposativenne-concessa-senza-l-approvazione-del-sinodo-18328.htm#.WE1UOMT_uCo.facebook
    eLorenzo Bertocchi dice anche:
    Come fu che la comunione ai divorziati risposati venne concessa senza l’approvazione del Sinodo….

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