Quando papa Francesco accusa chi, nella Chiesa, non ascolta lo Spirito Santo e vi oppone, parla di se stesso?
di Antonio Socci (28-04-2016)
Anche nell’omelia di oggi papa Bergoglio è tornato a randellare chi ha il torto di difendere la dottrina cattolica e non arrendersi alla sua demolizione.
Infatti, commentando la Lettura degli Atti degli Apostoli sul «concilio di Gerusalemme» e applicandola al recente Sinodo, egli ha fatto una premessa giustissima e sacrosanta: ha affermato che è lo Spirito Santo “il protagonista della Chiesa”. Verissimo. Il fatto che il protagonista della Chiesa sia Dio e non il papa conferma fra l’altro, che nessun papa ha il potere di capovolgere la Parola di Dio, la Legge di Dio e il magistero costante della Chiesa.
Poi Bergoglio ha aggiunto che “lo Spirito Santo ci sorprende” e quindi bisogna ascoltarlo: “Ascoltare, non avere paura di ascoltare. Quando uno ha paura di ascoltare, non ha lo Spirito nel suo cuore”. Bisogna essere “docili allo Spirito”, ma purtroppo – ed ecco le randellate – «anche oggi nella Chiesa ci sono resistenze alle sorprese dello Spirito»,
Bene, se vogliamo applicare questa chiave di lettura alle vicende del Sinodo, così come si sono svolte, scopriamo che – anche se Bergoglio aveva riempito di suoi nominati il consesso, cercando in ogni modo di condizionarlo e imbrigliarlo – in effetti lo Spirito Santo – sia al Concistoro del febbraio 2014, che ai due Sinodi del 2014 e 2015 – ha fatto una grossa “sorpresa” al papa argentino, perché invece di assecondare le sue idee, ha chiaramente parlato mettendo in minoranza le sue tesi moderniste e ha confermato quanto Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e tutti i papi e i Concili precedenti (compreso il Vaticano II) avevano insegnato.
Non poteva essere altrimenti perché non è possibile che lo Spirito Santo contraddica se stesso, smentendo il Vangelo, le parole di Cristo e l’insegnamento costante della Chiesa. Ma Bergoglio, che non ha accettato questa “sorpresa dello Spirito Santo”, è andato per la sua strada, non ascoltando nessuno (né in terra, né in Cielo) e imponendo alla Chiesa una “rivoluzione” che già aveva cominciato (arbitrariamente) a praticare come vescovo di Buenos Aires (in disobbedienza alla Chiesa), una “rivoluzione” che da lui era già stata decisa e preparata prima (cosa che ha reso inutili i due Sinodi) e che ribalta il magistero costante della Chiesa stessa, spazzando via la legge morale, i comandamenti e aprendo la strada alla profanazione di tre sacramenti.
Quindi Bergoglio, oggi, con la durezza delle sue parole di fatto condanna se stesso. Auguri.
La riflessione di Socci è quanto mai condivisibile. Il fatto che papa Bergoglio continui a negativizzare chi ‘ha paura delle novità dello Spirito, chi ha la durezza di cuore, ……………’ ha molto il sapore del meccanismo della proiezione psicologica da manuale.
Unisco un link su questo meccanismo, peraltro molto noto (con la necessaria premessa che prendo netta distanza dal personaggio finale citato, Osho, di cui pure condivido il pensiero ivi indicato):
http://www.psicologi-italia.it/psicologia/psicoanalisi/1371/proiezione-psicologica.html.
Sul fatto invece che papa Bergoglio continui insistentemente a ribadire la necessità di “riunirsi, di ascoltarsi, di applicare la SINODALITA’, perché questo fa la comunione nella Chiesa” è preferibile stendere un velo per non cadere nella tentazione di dire cose che non si vorrebbero ma che, quali voci dal sen fuggite, inevitabilmente scapperebbero di bocca (e di tastiera).
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