Francesco parla ai mass-media

Antonio Socci pubblica una lettera giuntagli da un suo lettore che analizza il linguaggio di papa Francesco.

21 marzo 2016

Caro Socci,

solo una breve riflessione sul continuo parlare di immigrati da parte di papa Bergoglio.

Tutta la comunicazione di Bergoglio è basata sulla costruzione di stereotipi, visioni semplificate che ricorrono continuamente nella sua predicazione perché la ripetizione crea l’effetto di un’illusione di verità. In campo pubblicitario si parla di “frequenza efficace”.

Ha gioco facile Tornielli a dire che il pontificato di Bergoglio non deve essere ridotto a slogan. Ma quella bergogliana è proprio una pastorale da slogan. Bergoglio ce l’ha con la teologia e la dimensione “intellettuale” dei problemi, che sarebbe a suo dire lontana dalla “vita”. Ma in verità l’alto prelato ce l’ha col pensiero critico in genere.

Ecco un piccolo, ma penso eloquente, esempio del carattere stereotipato della predicazione di Bergoglio.

Queste le frasi e le immagini della predica di Bergoglio ad una ordinazione episcopale del 19 marzo 2016:

L’ordinazione episcopale di Ayuso Guixot da parte di Francesco.
L’ordinazione episcopale di Ayuso Guixot da parte di Francesco.

Le immagini proposte sono le medesime di una celebrazione analoga di quasi tre anni fa:

Un'immagine della stessa ordinazione episcopale.
Un’immagine di un’ordinazione episcopale del 2013.

Chiediamoci: chi è il pubblico di riferimento di queste prediche? Il popolo di Dio presente alle celebrazioni?

No, il pubblico dei media. È sui media che Bergoglio vuole far colpo, con tecniche ben poco pastorali e fondamentalmente manipolatorie, a bassa pregnanza critica.

Un caro saluto,
Antonio Caragliu

Un pensiero riguardo “Francesco parla ai mass-media

  1. Papa Bergoglio: ” Il prossimo del vescovo è il suo presbitero, se non ami il primo prossimo non sarai capace di amare nessuno» / «Mai fare aspettare un prete in udienza» ………………………….
    Immagino vi siano ormai diversi vescovi che si stanno chiedendo con quale impudenza il papa pronunci queste parole quando ha avuto il coraggio di disdire più volte incontri con loro (che sono ‘il suo primo prossimo’) e addirittura visite pastorali – vedi il caso card, Scola e l’arcidiocesi di Milano, giusto per citarne uno – adducendo per lo più motivazioni di ‘scarsa salute’ (questo stando ai media, e spero che non inizi la tiritera de ‘ilpapanonèstatocapito).
    Scarsa salute che però, guarda caso, non è mai scarsa se deve incontrare antagonisti dei centri sociali o altre frange ‘contro’ (che questi siano più prossimi del primo prossimo? dovremo chiamarli i prossimissimi?).
    Condotte che ricordano da vicino i capricci da primadonna delle dive.

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