Vietato chiamarlo divorzio. Ma quanto gli somiglia!

La riforma dei processi matrimoniali voluta da papa Francesco moltiplicherà da poche migliaia a molti milioni le sentenze di nullità. Ottenibili con grande facilità anche in soli 45 giorni. Il sinodo sulla famiglia si aprirà in ottobre a cose fatte.

di Sandro Magister (15/09/2015)

Col passare dei giorni si fa sempre più palese la portata rivoluzionaria dei due motu proprio pubblicati l’8 settembre da papa Francesco – il secondo per le Chiese cattoliche di rito orientale – sulla riforma dei processi di nullità matrimoniale:

Papa Francesco in viaggio in TurchiaÈ il papa in persona, nell’esordio del documento, a dire il movente della riforma:

“L’enorme numero di fedeli che, pur desiderando provvedere alla propria coscienza, troppo spesso sono distolti dalle strutture giuridiche della Chiesa”.

Nella presentazione ufficiale dei motu proprio, il presidente della commissione che ha elaborato la riforma, monsignor Pio Vito Pinto, decano della Rota Romana, ha trasformato il movente in un traguardo:

“Passare dal ristretto numero di poche migliaia di nullità a quello smisurato di infelici che potrebbero avere la dichiarazione di nullità ma sono lasciati fuori dal vigente sistema”.

Francesco è da tempo arciconvinto che almeno la metà dei matrimoni celebrati in chiesa in tutto il mondo siano invalidi. L’ha detto nella conferenza stampa del 28 luglio 2013 sull’aereo di ritorno da Rio de Janeiro. L’ha ridetto al cardinale Walter Kasper, come questi ha riferito nell’intervista a Commonweal del 7 maggio 2014.

E dunque anche questi fedeli inesauditi nell’attesa di veder riconosciuta la nullità del loro matrimonio fanno parte, nella visione di Francesco esplicitata da Pinto, di quei “poveri” che sono al centro del suo pontificato. Milioni e milioni di “infelici” in attesa di un soccorso che è loro dovuto.

La riforma processuale voluta da Jorge Mario Bergoglio mira proprio a questo: consentire a queste folle sterminate di accedere con facilità, con rapidità, con gratuità al riconoscimento di nullità dei loro matrimoni. Il sinodo dello scorso ottobre (si veda il paragrafo 48 della “Relatio” finale) si era espresso genericamente a favore di migliorie dei processi. Ma un buon numero di padri si era detto contrario all’una o all’altra delle riforme da varie parti proposte. Che invece sono proprio quelle che ora si ritrovano nei motu proprio.

IL PROCESSO ORDINARIO

Sono principalmente due i tipi di processo matrimoniale che la riforma delinea. Quello ordinario e quello – nuovissimo – detto “più breve”.

Nel processo ordinario la novità principale è l’abolizione dell’obbligatorietà della doppia sentenza di nullità. Ne basterà una sola, come già si era consentito in via sperimentale, tra il 1971 e il 1983, ai tribunali ecclesiastici degli Stati Uniti, salvo poi revocare tale concessione a motivo delle nullità a pioggia rilasciate da quei tribunali e della cattiva fama di “divorzio cattolico” che ne era derivata.

Una sola sentenza, senza l’appello, comporta la riduzione a circa un anno della durata di un processo ordinario.

I tribunali ecclesiastici, inoltre, dovranno essere eretti in ogni diocesi del mondo, anche piccola e remota, obiettivo da cui la Chiesa cattolica è oggi lontanissima, principalmente per la carenza di ecclesiastici e di laici esperti in diritto canonico.

C’è però un’ulteriore innovazione più di sostanza, espressa dal nuovo canone 1678 § 1 che andrà a sostituire il corrispondente canone 1536 § 2 del vigente codice di diritto canonico.

Mentre nel canone in via di abbandono “non si può attribuire forza di prova piena” alle dichiarazioni delle parti, a meno che “si aggiungano altri elementi ad avvalorarle in modo definitivo”, nel nuovo canone “le dichiarazioni delle parti possono avere valore di prova piena”, da valutarsi come tali dal giudice “se non vi siano altri elementi che le confutino”.

Si scorge in ciò un’esaltazione della soggettività di colui che fa causa che ben si sposa con quanto detto nella presentazione ufficiale dei due motu proprio sia da monsignor Pinto sia dal segretario della commissione da lui presieduta, monsignor Alejandro W. Bunge, a proposito del “motivo precipuo” che a loro giudizio spinge tanti cattolici – in futuro una “massa” – a rivolgersi ai tribunali matrimoniali:

“La nullità è chiesta per motivi di coscienza, per esempio vivere i sacramenti della Chiesa o perfezionare un nuovo vincolo stabile e felice, a differenza del primo”.

È quindi facile prevedere che l’annosa controversia sulla comunione ai divorziati risposati sarà superata dai fatti, sostituita dal ricorso illimitato e praticamente infallibile alla certificazione di nullità del primo matrimonio.

IL PROCESSO “PIÙ BREVE”

La maggiore novità della riforma voluta da Francesco è comunque il processo detto “più breve”.

Anzi, brevissimo. A norma dei nuovi canoni può cominciare e finire nel giro di soli 45 giorni, con il vescovo del luogo come giudice ultimo ed unico.

Il ricorso a tale procedura abbreviata è consentito “nei casi in cui l’accusata nullità del matrimonio è sostenuta da argomenti particolarmente evidenti”.

Ma c’è di più. Il ricorso a questo tipo di processo è non solo consentito ma incoraggiato, vista la sovrabbondante esemplificazione di circostanze incentivanti fornita dall’articolo 14 § 1 delle “Regole procedurali” annesse al motu proprio.

Dice letteralmente tale articolo:

“Tra le circostanze che possono consentire la trattazione della causa di nullità del matrimonio per mezzo del processo più breve […] si annoverano per esempio:

  • quella mancanza di fede che può generare la simulazione del consenso o l’errore che determina la volontà,
  • la brevità della convivenza coniugale,
  • l’aborto procurato per impedire la procreazione,
  • l’ostinata permanenza in una relazione extraconiugale al tempo delle nozze o in un tempo immediatamente successivo,
  • l’occultamento doloso della sterilità o di una grave malattia contagiosa o di figli nati da una precedente relazione o di una carcerazione,
  • la causa del matrimonio del tutto estranea alla vita coniugale o consistente nella gravidanza imprevista della donna,
  • la violenza fisica inferta per estorcere il consenso,
  • la mancanza di uso di ragione comprovata da documenti medici, ecc.”.

La lista stupisce per quanto è eterogenea. Comprende circostanze, come la violenza fisica inferta per estorcere il consenso, che sono effettiva causa di nullità di un matrimonio. Ma ne comprende altre, come la brevità della convivenza coniugale, che non possono in alcun modo sorreggere una pronuncia di invalidità. E ne comprende un’altra ancora, come la mancanza di fede, che pur difficile da valutare è sempre più spesso evocata come nuovo universale passe-partout per la nullità. Eppure queste circostanze sono tutte elencate alla pari, con in più un “ecc.” finale che induce ad aggiungere altri esempi a volontà.

Ma oltre che eterogenea, la lista appare equivoca. Di per sé elenca delle circostanze che semplicemente consentirebbero di accedere al processo “più breve”. Ma è facilissimo che venga letta come un elenco di casi che consentono di ottenere il riconoscimento di nullità. Molte coppie hanno vissuto qualcuna delle circostanze esemplificate – ad esempio la gravidanza prima delle nozze – ed è quindi naturale che in esse sorga la convinzione che, su richiesta, il loro matrimonio possa essere sciolto, vista anche la pressione che la Chiesa esercita suggerendo – proprio in presenza di quelle circostanze – di ricorrere al processo di nullità, e addirittura a quello veloce.

Insomma, se a questo si aggiunge che in ogni diocesi dovrà funzionare un servizio preliminare di consulenza per indirizzare su questa strada chi vi è ritenuto idoneo, un siffatto processo “più breve”, una volta avviato, avrebbe come esito praticamente scontato una sentenza di nullità.

Cioè nell’opinione generale un divorzio, come lo stesso papa Francesco sembra presagire e temere, là dove scrive, nel proemio del motu proprio:

“Non mi è sfuggito quanto un giudizio abbreviato possa mettere a rischio il principio dell’indissolubilità del matrimonio”.

E prosegue:

“Appunto per questo ho voluto che in tale processo sia costituito giudice lo stesso vescovo, che in forza del suo ufficio pastorale è con Pietro il maggiore garante dell’unità cattolica nella fede e nella disciplina”.

Monsignor Pinto, nella presentazione ufficiale della riforma, ha però ammesso che “un vescovo con milioni di fedeli nella sua diocesi non potrebbe personalmente presiedere la decisione delle nullità di tutti i fedeli che la richiedano”.

Né va trascurato che sono pochi, pochissimi i vescovi con la competenza giuridica necessaria per fare da giudici in tali processi.

COME IN ORIENTE

Improvvisata in meno di un anno e volutamente pubblicata prima che il sinodo sulla famiglia si riunisca in ottobre, la rivoluzione dei processi matrimoniali decisa da papa Francesco si rivela dunque un colosso dalle basi fragili, la cui messa in opera si prevede lunga e difficoltosa, ma che ha già prodotto effetti immediati sull’opinione pubblica dentro e fuori la Chiesa.

Di questi effetti, il principale è la convinzione diffusa che ormai anche nella Chiesa cattolica hanno trovato cittadinanza il divorzio e la benedizione delle seconde nozze.

Nella presentazione ufficiale della riforma, monsignor Dimitrios Salachas, esarca apostolico di Atene per i cattolici greci di rito bizantino, ha fatto notare quest’altra novità dei due motu proprio:

“A quanto mi risulta, è la prima volta che in un documento pontificio di indole giuridica si ricorre al principio patristico di misericordia pastorale chiamato ‘oikonomia’ presso gli orientali, per affrontare un problema come quello della dichiarazione di nullità del matrimonio”.

Evidentemente, papa Bergoglio aveva in mente anche questo approdo, quando due anni fa disse, durante il volo da Rio de Janeiro a Roma:

“Gli ortodossi seguono la teologia dell’economia, come la chiamano, e danno una seconda possibilità di matrimonio, lo permettono. Credo che questo problema si debba studiare”.

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Fonte: chiesa.espresso.repubblica.it

10 pensieri riguardo “Vietato chiamarlo divorzio. Ma quanto gli somiglia!

      1. NO! 🙂 la magistralità di Magister sta nel fatto di aver espresso in poche righe dove si concentrano i veri problemi di questa riforma…. il “divorzio cattolico” non esiste, ma senza dubbio trovandoci nell’OSPEDALE DA CAMPO aperto da questo Pontificato, va da se che anche le medicine che vi somministra sono da emergenza 🙂 Secondo me vogliono sfoltire le migliaia (e non diciamo MILIONI e milioni, qui Magister si è lasciato scivolare qualche zero di troppo) di cause ARENATE… c’è gente che attende da dieci, 20 anni una sentenza…. ed intanto si è rifatto una famiglia perchè, diciamolo onestamente, l’uomo INVECCHIA non è come il Diritto Canonico che può durare anche due secoli 🙂
        secondo me non si approderà a nulla, sì, qualche matrimonio verrà annullato e ci saranno LE COMPRA-VENDITE delle sentenze come ci furono quelle delle indulgenze – la storia insegna eh – sarà accontentato chi PAGHERA’ e ci rimetteranno le solite coppie che non potranno permettersi buoni avvocati perchè, diciamolo chiaramente, si parla di gratuità, ma voi trovatemi un buon avvocato pronto a difendere la vostra causa GRATUITAMENTE 🙂
        Chi potrà giocarsi bene queste carte saranno, ahimè, le Conferenze episcopali tedesche….. ma loro volevano che fosse Roma a decidere per loro, che fosse la Sacra Rota ad assumersi questa responsabilità davanti a Dio…. vedremo infatti che davanti al rischio di andare all’inferno, molti vescovi diventeranno ortodossi 🙂

        Ripeto: il divorzio cattolico non esiste perchè non esiste nel Vangelo. E Bergoglio non è stupido, ha fatto come Pilato che per tre volte ha riconosciuto Gesù innocente per poi lavarsene le mani e lasciando decidere al Sinedrio e alla folla 😉
        Questo MP toglie a Papa Francesco la responsabilità delle sentenze perchè, pur facilitandone la prassi, ha dato ai Vescovi l’onere della sentenza…

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  1. Vietato chiamarlo divorzio, ma e’ proprio divorzio.

    x kattolika: si’, e’ il “divorzio” cattolico, o meglio, della chiesa bergogliona. Finalmente il vdr potra’ sposare il suo amicone Maradona.

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  2. Finalmente Dio ha guardato giù. Più della metà dei matrimoni in giro è di fatto nulla. A che serve non dare la possibilità di riconoscere una nullità effettiva in tempi brevi!?!?! Inutile rendere ostaggio della Chiesa le famiglie che di fatto non hanno contratto validamente un matrimonio.
    Che Dio conservi a lungo il Papa e renda sempre più rapide le procedure in ogni settore! W Papa Francesco.

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    1. gentile Marco, le rispondo con domande e perplessità:

      1. perchè, durante gli altri Pontificati (pure canonizzati) Dio “dove guardava”? o sta forse insinuando che solo negli ultimi 8 anni “Dio è andato in vacanza e guardava altrove”?

      2. verissimo sui matrimoni nulli, ma le faccio una domanda: chi li ha sposati questi “matrimoni nulli”? di chi è dunque la responsabilità se molti matrimoni erano nulli? I vescovi dove stavano? e chi ha “mandato” quei preti a benedire matrimoni nulli?

      3. le ricordo che la missione della Chiesa NON è dare la possibilità di rendere NULLI (e NON annullare, usiamo meglio i termini che sono importanti) centinaia di matrimoni e il Papa stesso lo dice nella Lettera del MP quando dice: “…. ho deciso di dare con questo Motu proprio disposizioni con le quali si favorisca non la nullità dei matrimoni, ma la celerità dei processi, non meno che una giusta semplicità, affinché, a motivo della ritardata definizione del giudizio, il cuore dei fedeli che attendono il chiarimento del proprio stato non sia lungamente oppresso dalle tenebre del dubbio….”
      non è affatto scontato che “molti” matrimoni saranno dichiarati nulli 😉
      e ancora dice il Papa: “…. rimane il fine supremo delle istituzioni, delle leggi, del diritto, a spingere il Vescovo di Roma ad offrire ai Vescovi questo documento di riforma, in quanto essi condividono con lui il compito della Chiesa, di tutelare cioè l’unità nella fede e nella disciplina riguardo al matrimonio, cardine e origine della famiglia cristiana…”

      4. OSTAGGIO???? ma di che parla? semmai è la Chiesa che sta diventando ostaggio DI RICATTI da parte di persone che per il prurito e l’incontinenza, hanno messo in ridicolo il Sacramento del Matrimonio e le ricordo che LUTERO iniziò la sua separazione dalla Chiesa proprio a causa della stessa INCONTINENZA….

      5. che Dio conservi a lungo il Papa affinchè possa morire da MARTIRE DELLA FEDE e della sana dottrina….

      gentile Marco evitiamo davvero le urla da stadio…. il Papa non è un vip… si grida “Evviva” quando è perseguitato a causa DEL NOME DI CRISTO e non per le incontinenze del mondo….

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      1. Gentile Kattolica, le rispondo punto per punto:

        1) Dio non ha perso d’occhio nessuno, parlo inerentemente al caso in questione. Socci non perde occasione, con malizia, di sputtanare tutto quello che dice e fa Papa Francesco. Questo mi fa vomitare, difatti Socci non è mi è mai piaciuto e ci avevo visto giusto.
        Che Socci, preghi per questo Papa, come è suo dovere fare, non certo quello di sputargli addosso 24 ore al giorno. E’ legittimo non essere in accordo con il pontefice ma non è certo il modo, soprattutto in un periodo difficile come questo.

        2) D’accordo che ci vorrebbe maggior comprensione da parte degli sposi del sacramento che stanno celebrando. Bisogna lavorare infatti sulla formazione delle coppie, e qui devono vigilare i vescovi.

        3) Mai parlato di annullamento, infatti. Rilegga il mio intervento.
        Ben venga la celerità! Lode a Dio!

        4) E’ risaputo che spesso le cause di nullità sono state cause di scandalo, sa quanta gente che conosco ha pagato profumatamente per avere celerità e un “sorvolo” sui “requisiti”?!?!? Lutero ha iniziato la sua riforma, poi conclusasi male per contrastare quello schifo che era diventata la Chiesa, non certo per un Suo pruriginoso piacere.
        Infatti poi ci fu la controriforma (o riforma?) cattolica.
        Oggi non si vendono le indulgenze ma di schiefezze ce ne sono assai parecchie, e non parlo solo della pedofilia ma anche degli investimenti finanziari della Chiesa assai discutibili e deprecabili.

        5) Dio conservi questo Papa e gli permetta di portare a termine i Suoi progetti per il bene della Chiesa e dei fedeli.Sono ben altri, nella storia i papi che hanno creato scandalo e promosso frasi scandalose. Tanto qualche cattolico “doc” che avrà sempre qualche prurito ci sarà sempre.
        Paolo VI è contestato per la riforma della liturgia, GP II per l’ecumenismo e le benedizioni ricevute anche dai pagani, Ratzinger per l’accoglimento degli anglicani sposati…..insomma ce n’è sempre una. E non dall’esterno della Chiesa, ma dentro la stessa.
        Anche io non concordo sulla questione immigrazione con il Papa ma prego affinchè Dio lo guidi, se è lì c’è un perchè.

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  3. Mi perdoni Marco, io credo che ” Kattolica” intendesse dire semplicemente che:
    la Chiesa Cattolica ha come legge l’indissolubilità del matrimonio, NON LA NULLITA’ DEL SACRO VINCOLO, di conseguenza, l’istituzione della Sacra Rota (oggi infatti hanno tolto anche il termine Sacra che a mio parere non c’azzeccava nulla) che non prevede un divorziare o un annullare, ma “nullità del sacramento” nel senso che al momento delle promesse gli sposi erano evidentemente INCAPACI DI INTENDERE LA SANA DOTTRINA sul sacramento…. dunque questa istituzione riconosce agli sposi o a uno dei due alcune deficienze 😉
    ma non c’è da gloriarsi o da gridare evviva….. perchè maggiore è il numero di quanti furono gli incapaci di intendere e di volere della dottrina sul sacramento del matrimonio, maggiormente cresce la consapevolezza del FALLIMENTO DEI VESCOVI E DEL CLERO PARROCCHIALE….
    Il Papa NON HA REGALATO NIENTE A NESSUNO!
    anche il discorso sulla gratuità fallirà miseramente perchè otterranno la nullità chi potrà permettersi fior fiore di avvocati i quali – tranne alcune cause – non lavorano certo gratis per IL REGNO DI DIO 😉
    Il Papa ha solo PASSATO IL PROBLEMA AI VESCOVI….
    saranno loro a decidere e non più “Roma”….
    a questo servirà il “processo breve”
    Infine, questa riforma, non nasce con Papa Francesco, ma è cominciata con Paolo VI (e il Papa stesso lo dice nel motu proprio), è continuata con la prima riforma del Diritto Canonico del 1983 che tolse la scomunica ai divorziati…. con Giovanni Paolo II, ed è continuata lentamente con Benedetto XVI il quale FU LUI ad inserire alcune deficienze degli sposi al momento delle promesse sponsali e che Papa Francesco ha reso ora come motivazioni legittime (e sulle quali si discute fra canonisti) quali la MANCANZA DI FEDE nel momento del matrimonio, ed altre cause ancora…
    Mi sembra del tutto naturale, così, l’appello ad evitare TIFOSERIE DA STADIO 😉

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    1. Concordo, ma non si può incolpare il Papa in questione visto che nemmeno i precedenti hanno mai cazziato a dovere i Vescovi che non hanno vigilato sui corsi prematrimoniali….se si vogliono matrimoni che durano bisogna costruire bene le basi.

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      1. “INCOLPARE IL PAPA”??? ma di che? hai capito male, almeno per quel che mi riguarda…. sul resto concordo: “se si vogliono matrimoni che durano bisogna costruire bene le basi.”
        ed è questo che stanno dicendo TUTTI i Papi, ma l’apostasia, la disobbedienza è sfuggita di mano a TUTTI loro e questo lo dicono i Papi stessi 😉
        Ora stanno cercando di metterci ‘na pezza…. per questo concordo con “Kattolika” a riguardo sull’evviva il Papa, un grido FUORI luogo 😉 tutto qui!

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